Numb
I’ve become so much more aware
Era stanco. Poteva
percepire tutti i suoi muscoli dolergli in un unico straziante lamento che
vedeva come protagonista di ogni protesta una faticosa giornata trascorsa nella
gravity room. Per questo,
dopo una breve doccia, fatta con la speranza di rinvigorirsi, si gettò
stancamente sul letto e, dopo aver fissato per poco tempo il soffitto, si
lasciò andare in un sonno ristoratore.
Si osservava la
mano: era inghiottita in un’inquietante morsa e il buio, quasi fosse stato
tangibile, la rivestiva viscido e
permanente. Quella mano era diventata l’oscurità stessa, così come la sua
gemella, le sue braccia, le sue gambe ed il resto del corpo. Ma, in fondo,
niente di tutto quello lo allarmava. La routine, tutto ciò che è inseribile
nella sfera dell’abitudinario, non spaventa. L’unica cosa che quel buio suscitava in lui era un senso strano di
fastidio, quasi come se, avendo trascorso tanto tempo in un luogo del tutto
differente e forse anche migliore, non riuscisse più a guardarlo con gli stessi
occhi ma, anzi, gli apparisse quasi scadente. Eppure poteva percepire che
qualcosa, quella volta, fosse diverso. Come un segugio che annusa l’aria
sentendo il pericolo dietro l’angolo, lui aveva il presentimento che una novità
fosse pronta ad accoglierlo, e non sarebbe stata piacevole.
Nonostante non
riuscisse a distinguere alcuna figura, eccetto l’ombra ormai flebile della sua
mano, comprese immediatamente a chi appartenesse quella voce autoritaria ed
austera, capace di intimorire persino lui, il Grande Principe dei Saiyan, il Principe Distruttore. Tentò di accennare uno di
quei suoi sorrisi beffardi, accompagnarlo magari con una delle sue battutine sarcastiche
ma ogni parola gli moriva in gola soffocandolo e vedendolo piegarsi inerme
sotto il suo volere.
‘Devo ammettere che
non l’avrei mai pensato….che tu diventassi così….debole’ quest’ultima parola, curva dalla fatica,
trascinava con sé tutto il disprezzo che fosse possibile rappresentare con la
sola forza della voce ‘ Cos’è rimasto di tutti i miei insegnamenti? Cosa, delle
tue origini? Cosa, del tuo onore di guerriero? Ti ho cresciuto dandoti l’educazione
degna del tuo rango affinchè diventassi un degno Re,
ma tu hai deluso me ed il tuo popolo…..cosa sei
diventato?’ Il disprezzo aumentava ad ogni parola, sibilata e rilasciata a
stento dai denti quasi come se, l’attesa di sentirla colpire, potesse essere
ancora più straziante del dolore provocato dalla ferita che presto avrebbe
lasciato.
I'm tired of being what you want
me to be
Feeling so faithless lost under the surface
Don't know what you're expecting of me
Put under the pressure of walking in your shoes
Every step that I take is another mistake to you
Mi sono stancato di essere ciò che
desideri io sia
Sentendomi così sleale, perso sotto la superficie
Non so cosa ti aspetti da me
mi tieni sotto pressione per assomigliarti
ogni passo che faccio è un altro errore per te
‘Cosa ti aspetti da me?’
Nonostante Vegeta non potesse averne la certezza, ebbe l’impressione che
l’espressione del Re, suo padre, non fosse minimamente mutata e che non avesse
tradito, anche solo per un istante, un qualsiasi sintomo di debolezza, o quantomeno
di stupore, a quella domanda legittima. Regnava il silenzio.
‘Mi aspettavo di avere un guerriero,
un erede, un carnefice. Ho bruciato per anni fra le fiamme dell’inferno,
soffrendo la pena più atroce: essere solo uno spirito, privato del mio corpo,
senza alcuna possibilità di combattere. Io sono stato un vero saiyan, un vero sovrano…..mi
aspettavo potessi esserlo anche tu, ma in fondo avrei dovuto sapere che
non sei mai stato degno di essere mio
figlio. Tu non meriti la tua natura.’
Non era un orgoglio, un’aspettativa delusa a trasparire dalle parole
calme e serafiche, contrastanti con il loro stesso significato data la calma
con cui erano pronunciate, del Re; solo un’evidente disprezzo e disgusto. Non c’era
alcun significato dietro la parola ‘figlio’, quasi non gli fosse mai
appartenuta, quasi non ne avesse mai avuto uno. Eppure era un evidente
tentativo di dimostrare che era il suo padrone, che doveva a lui ogni cosa, anche
il fatto stesso di esistere.
Can't you see that you're smothering me
Holding too tightly afraid to lose control
Cause everything that you thought I would be
Has fallen apart right in front of you
Every step that I take is another mistake to you
And every second I waste is more than I can take
Non vedi che mi stai soffocando
Tenendomi troppo stretto, per la paura di perdere il controllo
Perchè quello che hai pensato io potessi essere
E' crollato esattamente di fronte a te
ogni passo che faccio è un altro errore per te
E ogni secondo che spreco è più di quelli che mi posso permettere
‘Mi stai cominciando a stancare. Lasciami in pace’
Si stupì lui stesso dell’astio che aveva aperto strada a quelle parole e
che tradiva il suo misero tentativo di apparire impassibile. Non causò in lui
alcuna sorpresa, invece, la calma ostentata dal suo aguzzino. Avanzò
velocemente, trasmettendo, nel rumore dei suoi passi, tutta la rabbia che
aumentava dentro di lui. Sentiva che era vicino, percepiva la sua aura sempre
accanto a lui, eppure non riusciva a toccarlo, a vederlo. Continuava a
sentirlo, ma lui non c’era, non più. Non condividevano più lo stesso universo,
la stessa storia, la stessa vita. Era solo il ricordo del suo passato, perciò
non poteva toccarlo. Eppure lui continuava ad essere fastidiosamente presente.
I've become so numb I can't feel you there
I've become so tired so much more aware
I'm becoming this all I want to do
Is be more like me and be less like you
And I know
I may end up failing too
Sono diventato così intorpidito
Non riesco più a sentirti lì
Diventato così stanco
Così tanto più consapevole
di quel che sto diventando
Tutto quello che desidero fare
è essere più come me
e meno come te
E so che potrebbe darsi che anche io fallisca
‘Smettila di parlare, sono stanco di te!’
Si abbandonò quasi in un grido di rabbia che celava in sé un velo di disperazione….non si sarebbe potuto permettere di fallire,
di diventare come lui. Si lanciò in una corsa disperata, ostacolata man mano
dalla stanchezza che, prepotentemente, cercava di ostacolarlo e di danneggiarlo
lasciandolo inerme. Si accasciò in terra prendendosi la testa fra le mani e
rannicchiandosi fino a raggiungere una posa quasi embrionale. Le tempie
martellavano di dolore, le gambe pulsavano dalla stanchezza, le membra erano
intorpidite e ogni forza lo aveva abbandonato, ritenendo quella battaglia
inutile. Per un attimo, persino la voce
del padre sembrò scomparire. Nonostante fosse ancora presente, le orecchie di
Vegeta l’udivano troppo in lontananza per poterla accogliere. Rimaneva solo un fastidioso
brusio di sottofondo, che non accennava però ad andarsene.
I've become so numb
I've become so tired so much more aware
I'm becoming this
Sono diventato così intorpidito
Diventato così stanco
Così tanto più consapevole
di quel che che sto diventando
Si distese su un fianco, tentando disperatamente di respirare, di
catturare quanta più aria possibile nei polmoni per lavarli da ogni grida, da
ogni parola, da ogni traccia di vita passata.
I've become so numb I can't feel you there
I'm tired of being what you want me to be
Sono diventato così intorpidito
Non riesco più a sentirti lì
Mi sono stancato di essere ciò che desideri io sia
Dopo una pressione avvertita sul petto, cominciò a sputare tutto il suo
sangue, di quel colore così scuro, tipico dei saiyan.
Quando finalmente il flusso si fermò, si sentì leggero, purificato, così
tristemente vuoto e al tempo stesso sollevato. Non aveva identità, non
ricordava più chi fosse stato prima di tutto quello. Non era mai stato più
felice ….e confuso.
Si svegliò di soprassalto. Era sudato e respirava a fatica. Quel senso
di leggerezza gli scorreva ancora nelle ossa donandogli una pace dei sensi. Non
aveva passato, ma solo il presente. I muscoli si erano rinvigoriti e la
debolezza della sera prima era diventata solo un pallido ricordo. Si alzò per
fare la sua solita abbondante colazione, eppure un lieve sussurro scosse la sua
mente prima di uscire da quella stanza: si può essere qualcuno senza avere un
proprio passato alle spalle?
Salve a tutti!!!Eccomi qui con una nuova storia in attesa
di pubblicare il prossimo capitolo di “Per ogni cioccolatino”. Mi scuso nell’eventualità
in cui il ritmo della storia non fosse abbastanza “sostenuto” o se la fic è scritta in una maniera leggermente contorta, ma è la
prima song-fic che scrivo e non sono esperta in
questo genere. Spero comunque che sia comprensibile e che non vi abbia deluso.
Se avete consigli per “migliorarmi” sulla scrittura di questo genere, sono ben
accetti, esattamente come le recensioni negative! Ringrazio infinitamente
chiunque si fermerà a recensire o anche semplicemente a leggere queste mie
elucubrazioni contorte e un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno
letto le mie storie e hanno perso il loro tempo a recensirle e a sostenermi.
Grazie di cuore!!!! Bacioni
0*Umpa_lumpa*0
P.s:
la canzone a cui mi sono ispirata è Numb , scritta ed eseguita dai ‘Linkin Park’,
gruppo a cui mi sono recentemente appassionata.