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Autore: Umpa_lumpa    12/04/2008    5 recensioni
Salve a tutti!Ho deciso di presentarvi una song-fic (nonostante non sia un'esperta del genere)sulle parole della canzone Numb dei Linkin Park.E' un testo introspettivo che vede come protagonista Vegeta e che tenta di analizzare il suo rapporto con una persona.....a voi scoprire chi!
Si osservava la mano: era inghiottita in un’inquietante morsa e il buio, quasi fosse stato tangibile, la rivestiva viscido e permanente. Quella mano era diventata l’oscurità stessa, così come la sua gemella, le sue braccia, le sue gambe ed il resto del corpo. Ma, in fondo, niente di tutto quello lo allarmava. La routine, tutto ciò che è inseribile nella sfera dell’abitudinario, non spaventa.
Genere: Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Numb

I’ve become so much more aware

 

 

Era stanco. Poteva percepire tutti i suoi muscoli dolergli in un unico straziante lamento che vedeva come protagonista di ogni protesta una faticosa giornata trascorsa nella gravity room. Per questo, dopo una breve doccia, fatta con la speranza di rinvigorirsi, si gettò stancamente sul letto e, dopo aver fissato per poco tempo il soffitto, si lasciò andare in un sonno ristoratore.

 

Si osservava la mano: era inghiottita in un’inquietante morsa e il buio, quasi fosse stato tangibile, la rivestiva viscido  e permanente. Quella mano era diventata l’oscurità stessa, così come la sua gemella, le sue braccia, le sue gambe ed il resto del corpo. Ma, in fondo, niente di tutto quello lo allarmava. La routine, tutto ciò che è inseribile nella sfera dell’abitudinario, non spaventa. L’unica cosa che quel buio  suscitava in lui era un senso strano di fastidio, quasi come se, avendo trascorso tanto tempo in un luogo del tutto differente e forse anche migliore, non riuscisse più a guardarlo con gli stessi occhi ma, anzi, gli apparisse quasi scadente. Eppure poteva percepire che qualcosa, quella volta, fosse diverso. Come un segugio che annusa l’aria sentendo il pericolo dietro l’angolo, lui aveva il presentimento che una novità fosse pronta ad accoglierlo, e non sarebbe stata piacevole.

 

Nonostante non riuscisse a distinguere alcuna figura, eccetto l’ombra ormai flebile della sua mano, comprese immediatamente a chi appartenesse quella voce autoritaria ed austera, capace di intimorire persino lui, il Grande Principe dei Saiyan, il Principe Distruttore. Tentò di accennare uno di quei suoi sorrisi beffardi, accompagnarlo magari con una delle sue battutine sarcastiche ma ogni parola gli moriva in gola soffocandolo e vedendolo piegarsi inerme sotto il suo volere.

 

‘Devo ammettere che non l’avrei mai pensato….che tu diventassi così….debole’ quest’ultima parola, curva dalla fatica, trascinava con sé tutto il disprezzo che fosse possibile rappresentare con la sola forza della voce ‘ Cos’è rimasto di tutti i miei insegnamenti? Cosa, delle tue origini? Cosa, del tuo onore di guerriero? Ti ho cresciuto dandoti l’educazione degna del tuo rango affinchè diventassi un degno Re, ma tu hai deluso me ed il tuo popolo…..cosa sei diventato?’ Il disprezzo aumentava ad ogni parola, sibilata e rilasciata a stento dai denti quasi come se, l’attesa di sentirla colpire, potesse essere ancora più straziante del dolore provocato dalla ferita che presto avrebbe lasciato.

 

 

I'm tired of being what you want me to be
Feeling so faithless lost under the surface
Don't know what you're expecting of me
Put under the pressure of walking in your shoes
Every step that I take is another mistake to you
 

Mi sono stancato di essere ciò che desideri io sia
Sentendomi così sleale, perso sotto la superficie
Non so cosa ti aspetti da me
mi tieni sotto pressione per assomigliarti
ogni passo che faccio è un altro errore per te

 

‘Cosa ti aspetti da me?’

 

Nonostante Vegeta non potesse averne la certezza, ebbe l’impressione che l’espressione del Re, suo padre, non fosse minimamente mutata e che non avesse tradito, anche solo per un istante, un qualsiasi sintomo di debolezza, o quantomeno di stupore, a quella domanda legittima. Regnava il silenzio.

 

 ‘Mi aspettavo di avere un guerriero, un erede, un carnefice. Ho bruciato per anni fra le fiamme dell’inferno, soffrendo la pena più atroce: essere solo uno spirito, privato del mio corpo, senza alcuna possibilità di combattere. Io sono stato un vero saiyan, un vero sovrano…..mi aspettavo potessi esserlo anche tu, ma in fondo avrei dovuto sapere che non  sei mai stato degno di essere mio figlio. Tu non meriti la tua natura.’

Non era un orgoglio, un’aspettativa delusa a trasparire dalle parole calme e serafiche, contrastanti con il loro stesso significato data la calma con cui erano pronunciate, del Re; solo un’evidente disprezzo e disgusto. Non c’era alcun significato dietro la parola ‘figlio’, quasi non gli fosse mai appartenuta, quasi non ne avesse mai avuto uno. Eppure era un evidente tentativo di dimostrare che era il suo padrone, che doveva a lui ogni cosa, anche il fatto stesso di esistere.

 

Can't you see that you're smothering me
Holding too tightly afraid to lose control
Cause everything that you thought I would be
Has fallen apart right in front of you
Every step that I take is another mistake to you  
And every second I waste is more than I can take

Non vedi che mi stai soffocando
Tenendomi troppo stretto, per la paura di perdere il controllo
Perchè quello che hai pensato io potessi essere
E' crollato esattamente di fronte a te
ogni passo che faccio è un altro errore per te
E ogni secondo che spreco è più di quelli che mi posso permettere

 

 

‘Mi stai cominciando a stancare. Lasciami in pace’

 

Si stupì lui stesso dell’astio che aveva aperto strada a quelle parole e che tradiva il suo misero tentativo di apparire impassibile. Non causò in lui alcuna sorpresa, invece, la calma ostentata dal suo aguzzino. Avanzò velocemente, trasmettendo, nel rumore dei suoi passi, tutta la rabbia che aumentava dentro di lui. Sentiva che era vicino, percepiva la sua aura sempre accanto a lui, eppure non riusciva a toccarlo, a vederlo. Continuava a sentirlo, ma lui non c’era, non più. Non condividevano più lo stesso universo, la stessa storia, la stessa vita. Era solo il ricordo del suo passato, perciò non poteva toccarlo. Eppure lui continuava ad essere fastidiosamente presente.

 

I've become so numb I can't feel you there
I've become so tired so much more aware
I'm becoming this all I want to do
Is be more like me and be less like you
And I know
I may end up failing too

Sono diventato così intorpidito
Non riesco più a sentirti lì
Diventato così stanco
Così tanto più consapevole
di quel che  sto diventando
Tutto quello che desidero fare
è essere più come me
e meno come te
E so che potrebbe darsi che anche io fallisca

 

‘Smettila di parlare, sono stanco di te!’

 

Si abbandonò quasi in un grido di rabbia che celava in sé un velo di disperazione….non si sarebbe potuto permettere di fallire, di diventare come lui. Si lanciò in una corsa disperata, ostacolata man mano dalla stanchezza che, prepotentemente, cercava di ostacolarlo e di danneggiarlo lasciandolo inerme. Si accasciò in terra prendendosi la testa fra le mani e rannicchiandosi fino a raggiungere una posa quasi embrionale. Le tempie martellavano di dolore, le gambe pulsavano dalla stanchezza, le membra erano intorpidite e ogni forza lo aveva abbandonato, ritenendo quella battaglia inutile.  Per un attimo, persino la voce del padre sembrò scomparire. Nonostante fosse ancora presente, le orecchie di Vegeta l’udivano troppo in lontananza per poterla accogliere. Rimaneva solo un fastidioso brusio di sottofondo, che non accennava però ad andarsene.

 

I've become so numb
I've become so tired so much more aware
I'm becoming this

Sono diventato così intorpidito
Diventato così stanco
Così tanto più consapevole
di quel che che sto diventando

 

Si distese su un fianco, tentando disperatamente di respirare, di catturare quanta più aria possibile nei polmoni per lavarli da ogni grida, da ogni parola, da ogni traccia di vita passata.

 

I've become so numb I can't feel you there
I'm tired of being what you want me to be

Sono diventato così intorpidito
Non riesco più a sentirti lì
Mi sono stancato di essere ciò che desideri io sia

 

Dopo una pressione avvertita sul petto, cominciò a sputare tutto il suo sangue, di quel colore così scuro, tipico dei saiyan. Quando finalmente il flusso si fermò, si sentì leggero, purificato, così tristemente vuoto e al tempo stesso sollevato. Non aveva identità, non ricordava più chi fosse stato prima di tutto quello. Non era mai stato più felice ….e confuso.

 

Si svegliò di soprassalto. Era sudato e respirava a fatica. Quel senso di leggerezza gli scorreva ancora nelle ossa donandogli una pace dei sensi. Non aveva passato, ma solo il presente. I muscoli si erano rinvigoriti e la debolezza della sera prima era diventata solo un pallido ricordo. Si alzò per fare la sua solita abbondante colazione, eppure un lieve sussurro scosse la sua mente prima di uscire da quella stanza: si può essere qualcuno senza avere un proprio passato alle spalle?

 

 

Salve a tutti!!!Eccomi qui con una nuova storia in attesa di pubblicare il prossimo capitolo di “Per ogni cioccolatino”. Mi scuso nell’eventualità in cui il ritmo della storia non fosse abbastanza “sostenuto” o se la fic è scritta in una maniera leggermente contorta, ma è la prima song-fic che scrivo e non sono esperta in questo genere. Spero comunque che sia comprensibile e che non vi abbia deluso. Se avete consigli per “migliorarmi” sulla scrittura di questo genere, sono ben accetti, esattamente come le recensioni negative! Ringrazio infinitamente chiunque si fermerà a recensire o anche semplicemente a leggere queste mie elucubrazioni contorte e un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno letto le mie storie e hanno perso il loro tempo a recensirle e a sostenermi. Grazie di cuore!!!! Bacioni

 

 

0*Umpa_lumpa*0

 

 

P.s: la canzone  a cui mi sono ispirata è Numb , scritta ed eseguita dai  Linkin Park’, gruppo a cui mi sono recentemente appassionata.

  

 

   
 
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