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Autore: Paris90    12/04/2008    2 recensioni
Ogni tanto qualcuno riesce a trovare la chiave del nostro cuore e decide di impadronirsene, non importa come e quando, lo fa e basta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO4.

L’aereo cominciò a decollare diretto verso Londra.

Orlando guardava il panorama sotto di sé. Il cielo era terso, e poteva ammirare il paesaggio.

Ma quanto poteva importargli in quel momento?! Ben poco.

Avrebbe voluto ammirare solo lei. Ma lei non c’era. Non ci sarebbe mai stata.

Ma chi se ne frega, a stento la conosci. Sai quante ti vengono dietro, sai quante morirebbero per te.

Orlando cercava di convincere sé stesso, ma era tutto inutile.

Come era riuscita quella ragazza a rapire il suo cuore in una sola sera? Si, deve essere decisamente una strega. Perché tutto questo deve essere frutto di un incantesimo. Resta comunque la più incantevole strega. Senza farci nemmeno caso, tutti i suoi pensieri, anche quelli più stupidi, dirottavano su lei.

Sapeva che non appena sarebbe arrivato Kate gli avrebbe fatto le feste. Chissà a quale inganno sarebbe ricorsa pur di convincerlo a tornare con lei, nonostante non potesse fare a meno di lasciarsi andare, con una quantità, ultimamente indefinita, di ragazzi belli e irrimediabilmente senza cervello.

L’ultima trovata del film, glielo doveva, era astuta. Ma era stanco dei suoi capricci e della sua instabilità.

A trentuno anni , nonostante fosse nel pieno della carriera, adorava il pensiero di potersi fare una famiglia, di avere dei figli. E tra le tante cose odiate nella lista di Kate, lui ricordava bene che i bambini fossero tra le prime dieci.

Dentro di sé, però, sapeva meglio di qualunque altra cosa che avrebbe ceduto alla biondina, per la millesima volta. Non sapeva bene il perché, sapeva solo che era così. Non era capace di buttare all’aria anni di fidanzamento, e soprattutto lo spaventavano le reazioni della bionda, ogni qual volta che provava a mettere fine alla loro storia.

Eppure era fin troppo consapevole del fatto che nemmeno Kate ormai provasse qualcosa di sincero nei suoi confronti. Tutti questi continui “tira e molla” giovavano alla sua fama, e lei ne era felice, nonostante tutte le nomine che si era fatta. Ultimamente le importava soltanto comparire su tutte le riviste possibili e immaginabili.

E molto probabilmente lui sarebbe tornato con lei, con la speranza di cancellare dalla sua mente questi due giorni. E soprattutto Paris.

Prese una rivista dallo schienale della poltrona davanti, per distogliere la mente da questi maledetti pensieri. Come non detto.

Gli capitò Vogue tra le mani, e un articolo in bella vista scritto proprio da Paris. Iniziò a leggere per vedere come se la cavava la ragazza. Oltre ad essere bella, era anche tremendamente brava. Mentre leggeva, rideva anche nei momenti in cui non c’era proprio niente da ridere. Era lei a fargli questo effetto. Lo rendeva incredibilmente felice, così, senza motivo. Sapeva farlo sentire a suo agio. Avrebbe voluto rivivere quella serata milioni e milioni di volte. Non si sarebbe mai stancato. E ogni volta sarebbe stata come la prima.

L’atterraggio lo distolse definitivamente da tutti i suoi pensieri.

Londra lo aspettava. E a Londra c’era un problema da affrontare: Kate.

*****

Durante il volo Paris non fece altro che smanettare con il suo pc, cercando di mettere insieme tutti gli appunti sulla serata. Di tanto in tanto ci pensava Claire a farla svagare, quando non crollava nel sonno più profondo ovviamente. Effettivamente le poltrone della prima classe erano così comode cha dormire era la cosa più bella da fare, oltre che farsi servire l’aperitivo. Era uno degli aspetti più belli del suo lavoro secondo Paris. Non avrebbe rinunciato a niente di tutto questo per nulla al mondo. Amava il lusso e le comodità, e non le era risultato difficile abituarsi alla bella vita, nonostante le poche ore di sonno e i continui fusi orari che doveva affrontare, a causa degli innumerevoli viaggi.

Quella mattina però non era per niente adatta per rilassarsi. Paris era totalmente incasinata con il lavoro, e sapeva che non appena avrebbe messo piede a Parigi, Anna l’avrebbe chiamata per leggere almeno la bozza dell’articolo.

Cosa diamine ho fatto ieri sera? Oh si, ho perso tempo a innamorarmi di Orlando Bloom. Innamorarmi? Ma che dico, io non amo proprio nessuno!  Sono proprio una stupida. Per la prima volta in quattro anni tralascio un po’ il mio lavoro. Si ma giusto per l’evento più importante di tutto l’anno? Complimenti Paris! Ah ma mi sentirà Orlando………. Magari mi potesse sentire. Come ho potuto dirgli che non ci rivedremo?! Che confusione che ho in questa testaccia che mi ritrovo. Basta devo pensare all’articolo.

Adesso le sarebbe davvero toccato scrivere di Valentino e del suo nuovo attico a New York. Anna come minimo l’avrebbe strangolata. Per fortuna avrebbe avuto un po’ di tempo per inventarsi qualcosa. Giusto il tempo che si concludesse l’evento anche nelle altre città, e facessero ritorno tutti gli altri. Gli articoli sarebbero stati pubblicati tutti insieme, e Paris aveva la netta sensazione che il suo sarebbe stato il peggiore. Tutto per colpa sua. Orlando. Che avesse ragione Claire? Ogni tanto ci può – ci si deve- ricredere nella vita? Era davvero così orgogliosa per ammettere di aver sbagliato?

Ma non si può sempre rimediare agli errori commessi. Sbagliando si impara però.

Ma è anche vero che le conseguenze degli errori restano come macchie indelebili. E se fosse stata davvero la sua possibilità, e se se la fosse lasciata scappare?

Domande: troppe!

Risposte: ZERO!

*****

La pioggia cadeva fitta su Londra, e questo non poteva di certo giovare allo stato d’animo di Orlando.

Mai quanto in quel momento desiderava tornare a casa. Si sarebbe buttato sul letto e avrebbe dormito per tutto il giorno. Non appena sveglio avrebbe acceso la tv, e avrebbe passato la serata guardando i soliti show americani, che non poteva far altro che reputare dementi. Ma era l’unica cosa che era solito fare quando aveva il morale a pezzi. E adesso era proprio in frantumi.

Entrò nel primo taxi fermo davanti l’aeroporto e si diresse al suo appartamento. Fortunatamente  le strade della metropoli londinese, nonostante la pioggia, erano poco trafficate, e in mezz’ora riuscì ad arrivare al suo appartamento. (non ho idea di quale sia la reale distanza dall’aeroporto a casa sua NdA)

“Home sweet home!” disse non appena scese dalla macchina.

Prese di fretta le chiavi e cercò di aprire la porta con fare isterico.

“AMOREEEE bentornato!”

Bene.  Niente dormita infinita. Niente show americani demenziali.

La biondina gli gettò le braccia al collo, riempiendolo di baci. Aveva il solito profumo di fragola nauseante. Tutta la casa a dire il vero era piena di quel profumo. Orlando l’aveva pregata milioni di volte di cambiare profumo, ma a quanto pare non era stato ascoltato.

“Kate.. Kate.. che stai facendo?” disse l’attore allontanando bruscamente la ragazza.

“Ti do il bentornato! Lo sai che mi sei mancato tantissimissimo? Dai fatti dare un bacio!”

“Kate vuoi capire una volta per tutte che è finita tra noi?”

“Orly ma come puoi dire che è finita?! Lo sai quanto ti amo, e sai bene anche tu di amarmi. È vero, ho sbagliato. Ma non ti è mai successo di fare una cazzata? Io non riesco a immaginare la mia vita senza di te. Adesso sarei disposta a tutto.”

Orlando osservava Kate, ma nella sua mente c’era riflessa solo l’immagine di Paris, e del suo rifiuto. Non si rese nemmeno conto di quanto la bionda stesse frignando né del resto del suo monologo degno di un Oscar come miglior attrice. Se avesse imparato a recitare, così come raccontava le cazzate al suo ragazzo, avrebbe davvero potuto vincerlo.

Orlando avrebbe ceduto. Non perché credesse alle parole di Kate, ma per il semplice fatto che non poteva sopportare l’idea di non poter avere Paris con sé in quel momento. Se la sarebbe tolta dalla mente in un modo o nell’altro.

“Sposami Kate.” Sbottò senza permettere alla ragazza di terminare il suo tragico monologo.

“Come?”rispose con aria incredula.

“Hai detto che faresti qualunque cosa pur di stare con me, sposami allora!”

L a biondina sfoggiò un sorriso a trentadue denti, quasi da un orecchio all’altro. Si avvicinò al ragazzo e lo baciò con impeto.

 Ma Orlando era gelido. In realtà non gliene importava un bel niente. E ne era consapevole. Perché glielo aveva chiesto allora? Cosa gli stava passando per la mente in quel momento? Doveva arrivare a tanto per non pensare più a quella femme fatale che gli aveva rubato il cuore nell’arco di pochi secondi?

Adesso aveva capito perché aveva questo soprannome. Era davvero fatale.

 

 

 

Salve a tutti!

Mi fa piacere che la mia storia stia riuscendo a catturare il nostro interesse.

Bebe: eh si la matassa si sgarbuglia, ma sarà difficile farlo del tutto come vedi!

Michi88: e adesso come farà Paris a dare una possibilità al povero Orlando? Io ovviamente non ci avrei manco pensato, ma come dico sempre, se dovessi vederlo probabilmente morirei sul colpo :P

Continuate a leggere, mi raccomando! Baci!
  
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