Dai Noah, così non vale! La voce di Kitty si alzò di un paio di ottave, mentre scattò in piedi e corse fuori dalla casa, andando in giardino, sapendo benissimo che il ragazzo la stava seguendo. La bionda era molto legata al Puckerman, lo conosceva da quando era molto piccola, essendo le loro mamme molto amiche, ed era da sempre che avevano l'abitudine di trovarsi ogni tanto per giocare ai videogiochi. All'inizio, quando Kitty ancora era piccola, era sempre lui a vincere, ma ormai la ragazza era cresciuta ed era anche riuscita a battere il ragazzo ... tre volte di seguito. La bionda si fermò e si guardò attorno. Non c'era nessuno. Si morse con forza il labbro inferiore e fece per tornare indietro, quando qualcuno la sollevò da terra, facendola urlare. Una risata maschile inconfondibile la tranquillizzò, ma comunque non smise di agitarsi nella presa salda di lui. Lasciami! Urlò lei, facendosi sfuggire però una risatina divertita. Solo ad una condizione. Rispose invece Noah, sorridendo beffardo. La ragazza smise di dimenarsi e sbuffò, guardandolo negli occhi. Devo proprio? Chiese lei, gonfiando appena le guance e assumendo un'espressione di tenera innocenza che nessuno - al di fuori di Noah e della sua famiglia - aveva mai visto su di lei. Il ragazzo annuì, continuando a sorridere. Noah Puckerman, sei il più bravo di tutti con i videogiochi. Disse a denti stretti, convinta in modo evidente del contrario. Il Puckerman alzò un sopracciglio e sogghignò. Troppo poco, Kitty. Disse invece lui, guadagnandosi un occhiataccia dalla ragazza. Sei un grandissimo figo, il più bello, il più bravo e il più intelligente. Ora mi lasci? Esclamò Kitty, esasperata. Una risata sfuggì nuovamente dalle labbra di Noah che, dopo averle baciato la fronte, la mise giù. Ci facciamo un'altra partita? Chiese lui, sorridendo appena e iniziando a tornare dentro. La ragazza annuì, poi sorrise furbescamente e lo superò. E comunque ti sei fatto battere da una ragazza. Più piccola di te. Vergognati. Disse ridendo, per poi correre dentro. Noah rimase fermo, guardando stupito la ragazza che se n'era andata. Ehi, così non vale! Urlò infine, riprendendosi da quello stato di trance, rincorrendola poi in casa.