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Autore: sallythecountess    22/10/2013    1 recensioni
A qualche anno dal loro "matrimonio-non matrimonio" i due immaturi, irresponsabili e egomaniaci ritornano a far danni. Questa volta, tra bambini, baci saffici, sbronze con ottuagenari e liti familiari, si ritroveranno a fare i conti con un problema ben più serio: diventare adulti.
Ricordo a tutti che questa storia è il sequel di "La ragazza di Tokyo" che potete leggere qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo 42: la lista.

 

“Quindi nient'altro? Solo queste cose che hai scritto sicuro? Non è un po' poco?”sussurrò dolcemente Jordan e Alice annuì con fare serio. Erano passate circa ventiquattro ore dal suo addio a Lor, e per quanto stesse ancora soffrendo, aveva deciso di inviare le sue amiche a prendere qualche abito e qualche scarpa; non poteva certo vivere la sua vita in pantofole e pigiama!

“Ma...non dobbiamo prendere neanche il computer o il cellulare?”Aggiunse Sachico piuttosto perplessa e Alice annuì grave. Non voleva niente che le avesse regalato Lor o che comunque le ricordasse la loro relazione, anche a costo di restare tagliata fuori dal mondo. Aveva passato la notte in bianco per compilare quella lista, eppure aveva tenuto fuori qualcosa.

“E le cose per la bambina? Le cose dell'ospedale? Se dovessi partorire domani come faresti?”

Ecco, aveva dimenticato qualcosa o meglio: aveva volontariamente deciso di non pensarci. Non aveva la minima idea di come sarebbero andate le cose: doveva chiamarlo quando era pronta per partorire? O forse doveva fargli un colpo di telefono a cose fatte per dirgli di andare a vedere sua figlia? Certo una parte di lei si sentiva così sconfinatamente sola senza di lui, eppure un pensiero la colpì: davvero voleva restare sola nel giorno più importante della sua vita? Si era sempre immaginata di arrivare in ospedale con lui in panico, di tormentargli la mano durante le doglie, riempirlo di parolacce e poi piangere sulla sua spalla mentre lui tiene in braccio la bambina appena nata, ma ora... Ora tutte quelle fantasie sembravano appartenere ad altre due persone, a dei personaggi di un film o di un libro. Eppure tra quelle fantasie e una triste realtà c'era solo un numero di telefono, ma doveva davvero passare su tutto e fare la moglie idiota tradita?

Ci pensò, veramente a lungo, ma non fu capace di rispondere. Era umiliata e ferita, ma lo amava ancora e aspettava sua figlia. Una parte di lei pensava che fosse necessario dargli un'altra chance. Un'altra, invece, aveva il terrore di fidarsi ancora e venire ulteriormente tradita.

Come accade quasi sempre, le sue amiche erano tutte molto invadenti, e non facevano che tormentarla con domande a cui non voleva rispondere. Alice per un attimo si disse che sembravano quasi felici della fine di quella relazione, ma non lo disse mai. Sussurrò solo che “per ora aveva bisogno soltanto di quelle cose, più avanti ci avrebbe pensato” e chiuse la questione voltando le spalle a tutte.

Aveva bisogno di tempo per pensare, tempo per capire cosa fosse successo e quando quell'uomo straordinario si fosse trasformato in un tale schifoso, eppure nessuno voleva lasciarla da sola. Tutti credevano di farle un favore soffocandola di attenzioni, ma Alice era talmente tanto piena di domande e coccole da non avere un secondo per sé. Tutti la abbracciavano e la accarezzavano, non poteva stare cinque minuti senza sentirsi dire da qualcuno che era una ragazza stupenda, e le portavano dolci e caramelle ogni dieci minuti. Non facevano che mettere il dito nella piaga in realtà. L'unico momento di pace lo ebbe una volta a letto, così passò la notte in bianco a farsi domande apparentemente senza risposta.

Ci aveva pensato a lungo, eppure non riusciva a capire: Lor era sempre stato con lei, e anche quando era a Nevers non era completamente solo, ma con suo fratello e Matias. L'idea che loro potessero essere complici in una sua tresca era da escludere e anche una loro “partecipazione inconsapevole”. Matias e Dug erano ingenui, è vero, ma non imbecilli, se Lor avesse fatto qualcosa sotto al loro naso se ne sarebbero accorti. Ma allora come aveva fatto? Quando era successo? A Parigi forse? Magari Lor aveva avuto un'amante prima di scoprire che lei era incinta e per questo l'aveva lasciata. Magari si era stufato di giocare alla famiglia perfetta e litigare di continuo, gli mancava fare sesso tutte le sere e per questo si era cercato un'altra donna. Pensandoci bene Alice si accorse che era plausibile: quante volte le aveva detto che le mancava stare da solo con lei? Beh...magari si era stufato di aspettare lei e aveva deciso di optare per qualcun'altra.

Quell'ipotesi le fece letteralmente venire la pelle d'oca: se li immaginò insieme, innamorati e felici, costretti a separarsi per colpa di uno sbaglio. Se li vide davanti agli occhi mentre facevano l'amore e immaginò Lor che le sussurrava con quella sua voce dolcissima che “il suo destino non era con lei, ma non l'avrebbe mai dimenticata.”

Alice si stava letteralmente torturando e tormentando, e più di una volta aveva pensato di telefonarlo e chiedergli tutte le spiegazioni del caso, ma le sue amiche sembravano inorridire e le avevano persino impedito di usare l'unico telefono disponibile.

“Sì, ma io devo capire. Devo capire che diavolo è andato storto, perchè è finita così...”sussurrò Alice a colazione, mentre le sue amiche spulciavano la lista delle cose da prendere a casa sua.

“...io non ci dormo neanche più la notte. Voglio la verità, voglio capire cosa cavolo ho sbagliato...”aggiunse, con aria distrutta. Si stava sforzando di non piangere e le sue amiche se ne accorsero. Vedete a questo punto la nostra storia si trova ad un bivio: le amiche di Ai avrebbero potuto agire in modo razionale e spingerla verso Lor, convincerla a chiedergli spiegazioni e fargli tutte quelle domande che la perseguitavano oppure potevano cercare di dissuaderla dal parlarci. Sapete quante settimane di lacrime e singhiozzi si sarebbe risparmiata la poverina se avesse deciso di parlarci e chiarire le cose? E invece no. Per paura che una forte lite e un forte dolore potessero fare male a lei e a Bibi, tutti le dissero di lasciar perdere quel bastardo e dentro di lei si rafforzò l'ipotesi del tradimento parigino.

“Non sei tu Ai, non devi darti colpe...”

“Non è che per forza deve essere colpa della persona che è stata tradita, sai? Non è sempre colpa di tutti e due e sbagli a colpevolizzarti. Molte volte è solo il traditore ad essere un gran figlio di puttana e tuo marito ha ampiamente dimostrato...”aggiunse Jordan, che però si fermò proprio sull'orlo del precipizio.

Le donne sembravano essere in rivolta contro quell'attraente seduttore, mentre George aggiunse “non è detto. Bisogna capire tante cose Ali...tu per prima non sai se ha una relazione ora, o se l'ha avuta. Il fatto che lavori con lei potrebbe essere irrilevante: alla fine il messaggio, per come ce lo hai riportato, non era un messaggio d'amore, ma di rimpianto. Magari si è già pentito da tempo di aver avuto una relazione, magari ha scelto te molto tempo fa e tu non lo sai. Pensaci un attimo: l'amante stava lamentandosi di lui, quindi è possibile che sia un ex amante...”

“E questo cosa cambierebbe? Cosa cambia sapere se l'ha tradita ora o prima?” Ringhiò Sachico a nome di tutte le donne presenti. Non sopportava l'atteggiamento di George e non credeva che un tradimento potesse essere giustificabile o pensabile.

“Cosa cambia? Beh tutto! Metti che Lor ha avuto un attimo di debolezza, ma poi si è accorto dello sbaglio che stava facendo e ha deciso di tornare da sua moglie...”

Sì, George stava dando voce ad alcune delle domande che la tormentavano durante la notte, e ad onor del vero era anche l'unico che vedeva le cose in quel modo: era l'unico che pensava che Lor potesse essere perdonabile.

Le ragazze, però, letteralmente lo aggredirono e lui smise di parlare, lasciando Alice sola con le sue mille domande. E se George avesse avuto ragione? Se Lor avesse fatto solo uno stupido sbaglio, come sarebbe andata? Aveva così tanti dubbi, e tutti molto sensati, ma la sua paura di soffrire la spinse ad evitare di affrontarli: sapeva che se Lor le avesse detto una bugia qualsiasi lei per amore gli avrebbe creduto, perciò non voleva parlarci. Tanto prima o poi la verità sarebbe arrivata a galla.

E così, mentre le sue amiche spezzavano il cuore di Lor scegliendo con cura le cose che Ai aveva messo in quella sua lista e evitando con cura degli oggetti specifici, lei rifletteva sulle incongruenze della storia e si convinceva di alcune cose, che in realtà erano totalmente sbagliate: era stesa sul divano e come sempre, come diceva Lor, “faceva le coccole a Bibi” ossia si accarezzava la pancia con aria distratta. Il suo intuito da detective faceva realmente schifo, eppure riuscì in qualche modo a creare una storia degna dei migliori scrittori di gialli: lei era una collega di Lor, una che magari lo conosceva da poco, si erano incontrati a Parigi. Lui era in un momento difficile, Alice era sempre nervosa per colpa dei figli di Mat e facevano poco l'amore, così si era sentito immediatamente attratto da quella giovane. Chissà, magari all'inizio era anche restio ad iniziare una relazione, ma poi aveva ceduto e si erano innamorati. O forse no, forse semplicemente la usava per sfogare i suoi istinti e le sue voglie. In ogni caso l'arrivo di Bibi aveva riportato Lor alla realtà: ora non avrebbe più potuto lasciare sua moglie, e magari gli erano anche venuti i sensi di colpa, così l'aveva chiaramente lasciata o solo allontanata. L'amante respinta e ferita, si era rifiutata di accettare una cosa del genere e allora, per riprendersi Lor, o quanto meno per non perderlo definitivamente, gli aveva fatto avere l'incarico in televisione ed ora cercava di farlo tornare ai suoi piedi. Per questo Lor non voleva accettare l'incarico dei suoi sogni, era evidente!

“Davvero Ai, neanche Poirot sarebbe stato capace di tirar fuori dal cilindro un tale coniglio contorto e deforme, i miei complimenti! Se ti va male con i fumetti puoi certamente inventare sordide storielle d'amore, credo tu sia molto portata.”

Ringhiò George seccato. La storia di Alice era stupida e senza senso, ma lei aveva deciso che doveva essere andata così, e non faceva che ricordare cose apparentemente senza valore che però dovevano servire ad avvalorare la sua tesi.

“E allora come lo spieghi quel week end in cui avrebbe dovuto tornare alle otto ed invece è rientrato alle dieci, eh? Altro che riunione, stava con lei!”

Gridò in lacrime e le ragazze rimaste sembravano anche darle ragione, solo George aveva conservato un briciolo di razionalità e logica e non faceva altro che farle notare quante stupidaggini stava dicendo. Sembrava quasi una che non conosce Lor. E poi l'arrivo delle “sue cose” chiuse il discorso, perchè si chiuse in camera da sola a sistemare i suoi oggetti.

Erano andare Sachi e Juno a ritirare i vestiti, e la scelta non era stata casuale: Sachi era la più razionale del gruppo e Juno...quella che si faceva capire meno. Alice non voleva che Lor sapesse troppo di lei e del dolore che le stava provocando, quindi aveva mandato una mummia e una straniera, convinta che il suo segreto sarebbe stato al sicuro, ma così non fu.

Quando Lor se le vide davanti pensò solo “ecco qua: è finita.”e sorrise malinconicamente. Da principio gli parvero molto distaccate e fredde, come solo un giapponese sa essere, ma poi esplosero in una serie di insulti e lui ci ripensò: sembravano molto più ispaniche che giapponesi.

Provò sussurrare e poi a gridare la verità, ma loro non lo ascoltarono e Sachico ringhiò “quando te la sei inventata questa storia, eh? La tenevi già pronta o è estemporanea?”

“Ma chiedi a Dug, lui sa tutta la storia!”

Gridò quasi implorando e la sua amica ebbe una strana reazione: fino ad allora nessuno aveva capito che Dug era dalla parte del nemico. Le ragazze credevano che fosse a casa di Lor per facilitare il loro compito, ma quel tradimento fu l'ultima goccia. Per Sachico, che era molto invaghita di Dug, divenne una questione personale e si scatenò quasi una guerra. Volarono molte parolacce e tantissimi insulti, molti rivolti al “traditore della sua famiglia, che era tanto stupido da non capire le bugie del suo amico.”O almeno questo voleva credere Sachico. Lor e Dug, però, non risposero mai a quelle accuse. Lor cercò per tutto il tempo di discolparsi e di dire la verità, ma una volta capito che non lo avrebbero mai ascoltato, cominciò a ripetere “sì, ma almeno ditele quello che vi ho detto, per favore” eppure le ragazze deridevano quella strana storia, anche dopo che Dug aveva spiegato come stavano le cose.

Alla fine le giapponesi lo salutarono con degli insulti, e lo lasciarono a contemplare la distruzione che aveva davanti: Alice aveva espressamente detto di non accettare nulla che non fosse nella lista, quindi i bagagli fatti da Lor furono aperti e sezionati.

Lor morì quando vide che gli aveva lasciato sia l'anello di fidanzamento che il simbolo dei doni della morte, quel gioiello che le aveva regalato prima di scoprire che l'amava, e che Alice portava sempre sul cuore. Lo prese in mano per un secondo, e trattenendo a stento le lacrime cercò di ricordare: se lo era tolto prima di andare via o lo aveva dimenticato? Generalmente lo teneva sempre, lo toglieva solo per fare la doccia o per un'occasione. Poi Lor capì: era stato proprio lui a toglierglielo, nella doccia mentre si lavavano e baciavano il giorno del suo compleanno.

In quell'istante il suo mondo crollò: solo allora realizzò di averla persa per sempre e solo allora una lacrima ribelle scese da quella guancia. Era un uomo orgoglioso, uno di quelli che deridono i sentimentalismi, eppure tenere in mano quell'oggetto, quello che per sua moglie significava tutto,il simbolo vero del loro amore, gli fece capire che per lei non era più niente e questo lo distrusse. Per un attimo si sentì come se qualcuno gli stesse scorticando il cuore, e poi senza capire bene perchè, si ritrovò il braccio del suo migliore amico al collo.

“Se lo riprenderà, vedrai...”sussurrò Dug, colpito da quella reazione spropositata di Lor. Aveva sicuramente avuto una giornataccia, ma non gli sembrava il caso di piangere per una collana.

“...hai messo la lettera nella giacca, vero?” Lor non riusciva neanche a dire una parola, ma annuì e Dug concluse “e allora è fatta. Dobbiamo solo sperare che la legga. Però stai su col morale, o finisce che mi tocca farti un'altra pizza congelata...”

“Va bene stare male, va bene soffrire da cani, ma non voglio suicidarmi...quindi sta' lontano dai fornelli.”

E mentre i due amici ridevano allegramente per non piangere, qualcuno si era chiuso in bagno: Alice aveva trovato subito la lettera nella tasca della giacca, ma non aveva voluto parlarne con le sue amiche. Le avrebbero sicuramente detto di non aprirla, di bruciarla, eppure una parte di lei voleva veramente leggerla. Rimase seduta per terra a fissare la busta per circa mezz'ora e così capì una cosa: non le interessava la verità, le interessava solo di tornare con lui e questo non andava bene. Si disse che non voleva essere quel tipo di donna e così raggiunse un compromesso: avrebbe potuto leggere quella lettera solo quando sarebbe stata capace di metterne in dubbio il contenuto in maniera lucida e razionale. Voleva la verità e non una stupida storiella imbastita per farla tornare tra le sue braccia; solo la verità le avrebbe permesso di continuare ad avere un briciolo di stima per se stessa. Se avesse aperto la lettera in quel momento avrebbe creduto ciecamente a qualsiasi cosa lui avesse scritto, per poi pentirsene in un futuro non troppo lontano. Non era così che Alice voleva tornare con lui. Non era pronta. Così accarezzandola dolcemente, come se fosse la pelle di quell'uomo tanto amato, la nascose sotto al cuscino.
Nota:
Allora come promesso, voi vi siete fatte sentire ed io ho aggiornato puntualmente. Che ne pensate di Alice e delle sue amiche? Fa bene ad avere i dubbi o dovrebbe semplicemente scappare da lui e parlargli? Fa bene ad aspettare o per amore della figlia dovrebbe passare su a tutto e tornare con lui? E...che ne farà di questa lettera?

   
 
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