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Autore: GiadaAtm    22/10/2013    0 recensioni
Ogni corpo arriva prima o poi ad un punto di saturazione. Questo punto coincide con la rottura... La rottura della maschera,degli schemi precostituiti, dei preconcetti bigotti e incoerenti.
Mi chiamo Giada e questa è la mia prima Fan fiction. Questa storia ha come finalità la cosiddetta "Frantumazione dell'io". Cercherò di analizzare l'inconscio di una ragazza che si allontana da un ambiente ristretto per poter perseguire i suoi ideali ma in questo contesto alcuni avvenimenti la porteranno a costruirsi una maschera di cinismo e totale insofferenza... Tutto cambierà quando Ismene,la protagonista, incontrerà Harry...
Ps. Non so se riuscirò nel mio tentativo di "psicoanalisi" quindi scusatemi anticipatamente :)
*Interrotta*
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ismene ascoltava musica strana. Aveva ideali strani. Era strana.
Tutto era cambiato quando due anni fa aveva lasciato la sua patria… Pratria dove lei si sentiva totalmente estranea. Essere diversa l’aveva portata ad estraniarsi completamente: Estraniarsi dai preconcetti falsi e bigotti della gente;Estraniarsi da quella morale troppo stretta che spesso soffocava la sua personalità così velleitaria. Infatti ismene sapeva bene di essere come Zeno cosini*: Inetta. Aveva la testa e l’anima piena di progetti e aspettative che non sarebbero mai state portate a  compimento nel suo piccolo paese. Aveva deciso di continuare i suoi studi giurisprudenziali in una città così diversa dal suo piccolo nido. Non aveva più nessuna sicurezza,nessun appoggio se non se stessa… Era praticamente abbandonata a se stessa e questo inizialmente l’aveva spaventata perché si conosceva sin troppo bene. Era timida, poco espansiva e timorata del mondo. Come avrebbe fatto a reggere lo stress di una grande città? Inizialmente infatti aveva perso completamente la strada che aveva sempre voluto perseguire. Voleva mettere in atto i suoi ideali di libertà e rivendicazione. Ismene voleva salvare il suo Paese che sembrava una scarpa, voleva scendere in piazza e rivendicare i suoi diritti, voleva redimere il suo paese in mano a nessuno. Ma questo era puro titanismo, ne era a conoscenza, ma l’avrebbe fatto perché altrimenti sarebbe rimasta una “ribelle da tastiera” e non lo sopportava davvero più. Ma tutto stava per cambiare.
Era una giornata di sole a Torino così aveva deciso di studiare immersa nella natura perché l’odore dell’erba la rilassare particolarmente. Era seduta sotto un albero intenta a rullare una sigaretta ma era talmente nervosa quel giorno che non riusciva a chiuderla. Le si avvicinò un ragazzo alto, occhi azzuri con dei dreads raccolti in una fascia, prese tra le sue mani la cartina e con agilità riuscì a chiuderla. “ Ce l’avrei fatta comunque..” disse Ismene alzandosi di scatto per andarsene. Proprio non sopportava quando le persone si intromettevano nella sua vita. Aveva paura doveva proteggersi non poteva fidarsi di chiunque perché sapeva che l’uomo era così egoista e cattivo. Il ragazzo sorrise avvicinandosi “ Bastava anche solo un grazie … Comunque mi chiamo Andrea” disse porgendole la mano. Ismene non capiva bene cosa volesse quel ragazzo da lei- nessuno si era mai interessato a chiederle come era andata la giornata o semplicemente scambiare due chiacchiere. Sapeva bene che la causa erano i suoi occhi sempre bassi e insicuri, i suoi passi incerti sul terreno, le dita sempre tra le labbra... Lei lo sapeva. Sapeva di non essere ciò che tutti si aspettavano... i suoi genitori glielo ripetevano costantemente. Aveva sempre avuto problemi a socializzare perchè credeva di non poter piacere alle gente per i suoi continui sbalzi di umore. Soffriva di bipolarità ne era quasi certa. Poi però cominciava a razionalizzare il tutto e capiva che il suo vero ostacolo non era una patologia psichiatrica ma semplicemente se stessa.- Tuttavia fu catturata da quegli occhi che racchiudevano un mondo fatto di sofferenza. Provò quasi compassione solo fissando i suoi occhi. Cosi gli rispose perché aveva capito che quel ragazzo avrebbe cambiato la sua vita “Io sono Ismene comunque scusami ma nonostante il sole il mio umore non si decide a migliorare”. Lui le porse un bigliettino “ Stasera si terrà un dibattito nel nostro centro sociale… Passo alle 20.30”
“Ma io non ho detto che avrei accettato” disse con indifferenza.
“ Ci vediamo stasera mia dolce rivoluzionaria”.

Era passato un anno e mezzo da quell’incontro e adesso Ismene era una persona diversa. Era riuscita a realizzare il “vindica te tibi”* da lei sempre contemplato. Infatti si era riappropriata di se stessa anche grazie ad Andrea che era riuscito ad esplicitare ogni singola intenzione di Ismene. Era riuscito ad eliminare ogni singola traccia della sua timidezza, ogni incertezza era svanita e adesso c’era un Ismene più forte e sicura di sé. Ma tutto ciò che adesso costituiva Ismene non era frutto sole della persistenza con cui Andrea cercava di farla uscire dal guscio ma erano successe altre cose. Cose che avevano profondamente marchiato Ismene. Ed è per questo che ogni singola notte si ritrova ai Murazzi a guardare il Po fluire perché aiutava Ismene a riflettere sulla condizione della vita umana che lei paragonava al continuo divenire dell’acqua. Pirandello era uno dei tanti scrittori che avevano cambiato il suo modo di vedere la finitezza dell’uomo e di percepire la vita così caduca e limitata. Anche quella fredda notte di dicembre infatti questi pensieri le si accavallano nella mente. “Ahh Fanculo tutto” grugnì stringendo il tirapugni che aveva nelle sue piccole mani insanguinata. Si girò di scatto quando sentì un sospiro dietro di sé… La paura cominciò a pompare nel sangue e si maledisse per questa sua irrefrenabile voglia di stare sola in una città così grande e misteriosa. La prima cosa che notò erano i suoi occhi. Verdi. Brillavano nella oscurità ma capì subito che ciò che facevano brillare quegli occhi erano lacrime.

* Zeno cosini è il protagonista del libro "La coscenza di Zeno" di Italo Svevo. In questo romanzo il protagonista rappresenta la figura dell'inetto. L'inetto è la figura tipica descritta da molti scrittori del 900 tra cui anche Pirandello. Questa figura rappresenta l'uomo moderno che ha degli ideali,anche giusti,ma la sua personalità(o meglio maschera, nel gergo pirandelliano) non gli permette di realizzarli.

*Vindita te tibi: Sentenza di Seneca. Letteralmente significa Rivendica te a te stesso ma è bene tradurlo con Riappropriati di te stesso.



Ciaoo Lettrice e Lettori. Spero vi piaccia questa storia e che non sia troppo noiosa. Lasciate una recensione se c'è qualcosa che non va o semplicemente perchè vi è piaciuta così posso gestirmi per i prossimi capitoli.
  
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