Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |      
Autore: goldheartxx    22/10/2013    15 recensioni
[fic. Riscritta]
(ispirata vagamente a E n d l e s s di _hollie)
{storia ad oc}
AU | OOC | violenza | contenuti forti | iscrizioni aperte
Hanno ricevuto terribili poteri.
Devono combattere temibili nemici.
Sono gli Skyrunners, gli allievi della Shōrai Akademī.
—cherry ♣
Genere: Mistero, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

~Skyrunners. 
 
prologue 00
 
C'è un posto in cui finiscono le lettere mai arrivate, 
i regali perduti, i messaggi svaniti nell'etere,
gli oggetti smarriti.
Un luogo invisibile, segnato dai graffi dell'attesa
e dai bagliori della speranza.
C'è qualcuno che può leggere questi segni di luce
e riallacciare le trame spezzate del destino.

E sta venendo da te.
 

 
 
 

Cara Kaliko,
Ciao. E' talmente tardi che non ho più scuse per essere sveglio: sono nel regno della notte e dei suoi sudditi, viadanti inquieti, matti o soli come me. Scrivo. A te che sei lontana. Sono sordo della tua presenza e stanotte ti scrivo per chiederti di tornare qui, da me e da loro. Abbiamo bisogno di te, Tokyo ha bisogno di te, e del tuo carisma, delle tue prove contro la morte. Devi tornare qui ad allenare i prescelti. La Himitsu Sekutā è tornata, e tu sai bene che non si limiterà a minacciare solo il Giappone: noi siamo il loro unico ostacolo contro la dominazione suprema, dopo di noi nessun altro è in grado di tenerle testa.
Gli umani sono troppo prevedibili e ingenui, non capisco perchè abbiamo scelto proprio la Terra come luogo dei nostri conflitti: questi esseri inferiori non riusciranno a sostenere la catastrofe, perchè sarà questa l'unica conseguenza, e quando capiranno cosa sta accadendo, sarà troppo tardi. E' questo il punto: abbiamo scelto di proteggerli. So che ci riuscirai, sei l'unica persona in grado di addestrare al meglio le reclute, per questo ho chiamato proprio te. 

Tutti i particolari lo trovi nella seconda busta.

Tuo,
Hideki.




 
Era pallida. Ripensò all'ultima volta che aveva parlato con Hideki, erano passati quasi 3 anni. Se ne stava lì, immobile, aspettando che l'eco di quelle parole appena lette si spegnesse, per poter riprendere a respirare.
 
Kaliko chiuse la valigia: era pronta. Si mise a cercare due foto, voleva portarsele. Le trovò.
 
Kenya, Nairobi, 15 novembre. Lei e quel bambino. Come si chiamava? Ah si, Mapengo. 
Mapengo, il bambino che le insegnò a dire in swahili una frase magica per guarire dalla nostalgia: "Mama, kama wewe taitua mimi, mimi tarudi tu", ogni volta che mi chiamerai sarò lì con te. 
Ora quella frase risuonava nella sua mente, come i ricordi di quell'inverno passato in Africa, lotanto da Hideki e dalla sua accademia, sola con i momenti di gioia o tristezza passati lì.
 
Italia, Roma. Lei nel giorno della sua laurea, con suo padre.
L'ultimo ricordo di quell'uomo con una voce smerigliata dalle troppe sigarette, forse, con quelle curve più acute a tratti, quando voleva tagliare gli angoli delle difficoltà alle incertezze dei volontari. Quella voce che avrebbe voluto sentire un'altra volta, anche un'unica volta. Avrebbe voluto poggiare ancora le mani sulle sue, per toccare quella pelle ruvida invecchiata dal tempo. Suo padre apparteneva al passato, lei al presente, la Shōrai Akademī al futuro; le doveva vivere nel presente e progettare al futuro.
 
La valigia era lì, davanti alla porta, con le guance paffute, serafica. La casa era illuminata da una striscia sbieca di sole, sfuggita all'abbaino e impallidita ad velo bianco della tenda. Spense il pc, poi si diresse verso il suo presente, passando una mano nei suoi lunghi capelli neri.
 
 
 
All'improvviso si svegliò.
Si mise a correre giù per le scale a precipizio, ma erano senza fine. Saltava i gradini a due a tre in un'ansia di luce dolorosa e il portone le sembrò un ventre materno dal quale evadere dopo aver attraversato un inferno di acqua e sangue. Correva e correva lungo strade dritte e viali, e semafori pigri nel loro eterno respiro ternario via-stop-attenzione-stop-via. Correva e tutto attorno urlava ignaro che lei aveva poco tempo, un cronometro invisibile puntato alla schiena come una pistola, come l'ultimo istante, come la parola fine, come un amore che si sta rassegnando. Correva perchè aveva capito una cosa, una cosa che conteneva tutte le cose, tutte le ragioni, una cosa che si allungava nella sua mente come il ponte su di un baratro, una di quelle cose belle che arrivano all'improvviso, come l'ultima parola del cruciverba, il cacciavite giusto, la colla che incolla, gli auguri dei nemici a Natale. Correva senza fiato, senza gambe, senza corpo. Correva su quella strada luminosa che le si era accesa davanti agli occhi; ci poteva anche morire, su quella strada, sarebbe stata una morte perfetta dopo una vita perfetta grazie a quella piccola luce perfetta. Correva, sorgeva e tramontava, su marciapiedi percorsi e dimenticati come il cibo divorato e digerito. Correva, correva e i cartelloni pubblicitari, le auto bercianti, i bambini tirati di mala voglia dal tepore notturno tappezzato di favole e sogni la guardavano correre e per un istante partecipavano anche loro a quel guizzo, a quel balzare di vita urgente imperioso. Correva ancora quando vide il platano e capì che tra poco avrebbe potuto respirare a pieni polmoni come l'affogato che sfugge all'onda. Per sempre avrebbe sentito tremare tutte le cellule dentro in un chiacchierio concitato, tutte lì a pizzicare la pelle, un alveare luminoso di vita vita vita, scale di corsa e vita, scale scale e vita. Gli cadde addosso. Appena aprì la porta.
Hideki l'abbracciò fino alle ossa. Glielo disse ansante. Sfinita. Come se temesse di dimenticarlo.
«Mama... kama wewe... taitua mimi... mimi... tarudi... tu.»




 
.:daisy's corner :.
zau cavi.
yeeee. questa volta ho scritto che è ispirata alla fict di Rie. eue
vi starete chiedendo perché ho ripubblicato la fiction. ngh.
beh. semplice. volevo ricominciarla da zero.
quindi... sì. mi servono gli oc. c':
uh uh.
questa è Kaliko~chan.
ecco a voi la scaletta::
 
*nome e cognome:: {in qualsiasi lingua}
*età:: {da 16 a 18}
*data di nascita:: {giorno e mese}
gruppo sanguigno::
*aspetto fisico:: {anche immagini}
*aspetto caratteriale::
abitudini::
hobby::
*tic/fobie::
sogno::
*provenienza:: {in tutto il mondo}
storia::
cotta/fidanzato:: {sia di IE che di Go! e Chrono Stone}

allour. c:
le richieste con l'asterisco sono obbligatorie. uvu
ah ah. ancora::
per scegliere se il vostro oc sarà dalla parte del male o del bene muahah ho deciso d'organizzare una sorta di
lotteria.
scegliete un numero da 1 a 10.
con questa lotteria si deciderà la sorte del vostro oc.
quindi anche se muore o no. eue
deheheheh. ok basta. basta. basta così.
devo aggiungere altro?
ah. purtroppo ho dovuto togliere i run-pet. ma vabbuo'. :c
i poteri li assegnerò io -personalmente- ai vostri oc, quindi non preoccupatevi.
oh oh. dovete per forza recensire se volete partecipare. eue
perchè::

1. per partecipare dovete partecipare alla lotteria. i numeri scelti -uno a persona- valgono solo attraverso recensione, se non per casi eccezionali.
2. ...boh. recensite per... caz-- ne so. BD recensite e basta, se siete interessati o anche solo per correggermi.
cioè. non lascio il fandom per delle persone tanto cave. c: non faccio nomi, lo sapete voi se siete una di queste. uvu
eh boh. devo decidere se rimanere
d a i s y o tornare ciliegiah. ; w ;
coooomunque. credo d'aver finito.
a presto. c:

 
  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: goldheartxx