Fuoco d’infanzia
 
Le note fluivano, in quella melodia del cuore, mentre il fuoco scaldava quella notte ancora fresca.
Fresca di un’estate rimpianta, piena di ricordi, di quelli che raramente dimentichi –o che raramente sei portato a pensare-.
Così qui erano stati i suoi momenti migliori, fra un raggio di sole e un temporale estivo, era volata, leggera come il vento, come una foglia.
Eccolo, ora a sfogliare quei ricordi di infanzia mai esistiti, in un sussidiario mentale splendente, poco polveroso.
Scaldare –riscaldare- era il segreto.
Rivivere.
Quando il suono della chitarra usciva, dolce ma intenso, una sottile brezza estiva gli scompigliava i capelli su quella grande spiaggia, il resto scompariva.
Rimaneva solo lui, rimanevano solo loro.
Due chiome bionde in un raggio di sole, occhi azzurri in un blu d’oceano infinito.
E lo capisci, puoi quasi toccarlo, il calore che proviene da quell’incredibile coppia;
Naruto sapeva di non poter più sognare, ma lo faceva, lo faceva ancora.
In fondo era stato suo padre.
Realizzò, un passato mai esistito.
Sognò, un passato che accadrà per sempre.