Film > Alexander
Segui la storia  |       
Autore: Leptine    22/10/2013    3 recensioni
“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alessandro intravedeva le colonne principali della muraglia della città di Hafar Al-Batin. Scorgeva le bandiere saudite che sventolavano velocemente a causa di un vento forte, che stranamente dove erano situati loro non si faceva sentire. Si voltò verso il piccolo accampamento che aveva fatto mettere su e notò che parecchi soldati si gettavano acqua addosso per via del troppo caldo.
“Speriamo di avere abbastanza scorte di acqua mio signore.” disse Aristandro comparendo da dietro il ragazzo e si fermò al suo fianco.
Alessandro sorrise, ma non per le sue parole, per via del suo continuo spuntare dal nulla “Siamo vicini a Hafar Al-Batin Aristandro, ancora qualche ora di viaggio e saremo ai suoi piedi. Sperando di non intraprendere una guerra per poterci entrare.” sospirò appena incrociando le braccia al petto, mentre scandagliava l'accampamento.
“Lo spero anche io. Bevete, ragazzo.” sussurrò Aristandro passando una sacca piena d'acqua al re. Quest'ultimo si voltò e lo guardò in viso prendendo la sacca, prima di bere un lungo sorso di acqua, poi si passò una mano sulla bocca e gliela ridiede “Grazie Aristandro.” e gli sorrise.
Aristandro fece un cenno con il capo e si riagganciò la sacca alla cinta che portava in vita.
“Ultimamente non ti sei più fatto vedere.” disse il ragazzo, tornando a guardare il campo.
“Diciamo che ogni tanto tendo a fare lo spettatore silenzioso. Rifletto su ciò che vedo e poi tiro le mie conclusioni.” annuì il vecchio.
“Quali sono queste conclusioni?” chiese Alessandro, grattandosi il mento con una mano.
“Che questa impresa ha dell'incredibile e che se riusciremo ad arrivare dove ti sei prefissato, sarai il primo nella storia. Che alcuni tuoi generali non sono contenti di tutto ciò, ma ti seguono perché bramano la gloria. E infine concludo dicendo che sei un ragazzo stupido e sciocco.” annuì ancora il vecchio, appoggiando una mano sulla spalla del re. Alessandro a quelle parole aggrottò la fronte voltandosi verso di lui. “Perdonami Alessandro, ma dovevo dirtelo.”
“Cosa avrei fatto per meritarmi queste tue così dolci parole?” chiese Alessandro sorridendo lievemente.
“Ferisci ciò che più ami al mondo perché, come per i tuoi generali, tu bravi la gloria e la metti prima di qualsiasi altra cosa. Questo fa' di te un'uomo stupido.” rispose Aristandro stringendo la spalla del ragazzo.
“Sin da piccolo mi è stato insegnato che l'amore viene dopo tutto, ora mi vieni a dire che sto sbagliando?” chiese Alessandro non capendo.
“Sin da piccolo ti è stato insegnato ad essere un re. Ora sta te imparare ad essere un'uomo ragazzo mio.” gli sorrise battendo la mano sulla sua spalla, poi si staccò allontanandosi. Le loro discussioni finivano sempre così ormai.
Alessandro andò a guardare un'attimo a terra e poi spostò lo sguardo su Efestione, seduto su un tronco d'albero che si dissetava. Rimase a guardarlo per diversi minuti.
Poi fece smontare l'accampamento e si riprese la marcia verso la città che pian piano si faceva sempre di più vivida.

Alessandro che era a capo dell'esercitò sorrise notando che questa città, rispetto alla prima, assumeva colori più vividi. Dal verde smeraldo al giallo ocra.
Arrivarono a pochi stadi dalle mura e l'esercito si fermò, aspettando di capire cosa la città avrebbe deciso di fare.
“Avanti si decidono? O si combatte o che ci facciano entrare, sto morendo di caldo sotto questa armatura!” borbottò Leonnato, passandosi una mano sulla fronte sudata.
“Leonnato.” disse semplicemente Alessandro, che era appena distaccato da lui.
“Mi scusi..” abbassò il capo e si morse il labbro inferiore.
Attesero per un bel po' e quando il grande portone si aprì uscì una giovane ragazza a cavallo, con il capo coperto da un turbante nero. I suoi occhi erano verdi come le pareti della città. Galoppò velocemente verso Alessandro e gli si fermò davanti.
“Salam alechum. Sono Ezira e governo questa città, in successione a mio padre.” disse con voce calma, con buona padronanza della lingua.
Alessandro le sorrise ampiamente, guardandola negli occhi, inconscio di Efestione che fissava la ragazza ma con tutto un'altro modo.
“Alechum Salam Ezira. Tu sai bene chi sono, giusto?” rispose il ragazzo, stupendo la maggior parte delle persone per via del fatto che sapeva qualche parola di arabo.
“So' molto bene chi sei. Le storie sul tuo esercito e delle tue imprese viaggiano lungo il mondo. E sei il benvenuto nella mia città, Alessandro.” annuì la ragazza rimanendo impassibile, anche davanti all'incredibile bellezza di Alessandro. Spronò il suo cavallo e ritornò tra le mura della città, lasciando aperto il grande portone.
Alessandro la guardò rientrare e poi si voltò verso il suo esercito “Uomini, andiamo!” urlò sorridendo e si avviò verso la città.
Lentamente tutto l'esercito fu' tra le mura e Alessandro congedò, come sempre i suoi soldati, invitando i generali a risiedere nel palazzo reale.
Ezira chiese subito un colloquio con il re e si stupì quando lo vide arrivare insieme a tutti i suoi generali.
“Si dice che il Grande Re di Grecia e Asia, sia scortato da uomini valorosi e leali. Ora capisco che queste voci sono tutte vere.” disse cautamente la ragazza, seduta a gambe incrociate su un grande cuscino rosso, posto al centro della stanza.
“Loro sono come delle mie estensioni. Ognuno di loro è Alessandro.” annuì il ragazzo e si guardò attorno. Quell'ambiente gli ricordava tanto Babilonia, colori vivaci, uccelli colorati e fori di ogni tipo abbellivano ogni centimetro delle camere.
“Negli occhi di alcuni di loro però, noto un velo di gelosia, in altri di rabbia e in altri ancora l'amore.” sussurrò ancora la ragazza guardando ogni singolo uomo presente davanti a lei. Alessandro si voltò un'attimo per guardare i suoi generali e poi tornò a guardare la ragazza.
“Come mai ci hai lasciati entrare così facilmente?” le chiese, appoggiando la mano sull'impugnatura della spada.
“Sicuro di volerlo sapere? Non è una storia affatto divertente da ascoltare.” disse la ragazza facendo cenno al re di sedersi davanti a se, sull'altro cuscino. Alessandro annuì e si mise a sedere lentamente.
“Il nostro attuale re, Alazir, non è poi un grande re come pensa di essere. Eravamo innamorati un tempo o meglio io ero stata destinata a lui. Ero costretta ad amarlo e quando pensavo che non ci sarei riuscita ecco la scintilla. Per la prima volta dopo tanto tempo lo vedevo diversamente..” sussurrò la ragazza e Alessandro a quelle parole abbassò lo sguardo sentendo un piccolo nodo nello stomaco. Efestione che era appoggiato alla finestra e guardava fuori, abbassò anche lui lo sguardo, facendo un lungo respiro “..mi ero innamorata di lui. Alazir ha 20 anni venne proclamato re e decise di prendere in moglie una ragazza di alto rango, invece che una semplice figlia di un governatore di basso rilievo. Mi disse 'Devo farlo, per il bene del mio paese.' io subito capì ma quando scoprì che lui in realtà amava veramente quella donna, decisi di odiarlo. Odiarlo fino alle fine dei nostri giorni..” Alessandro a quelle parole sgranò gl'occhi e portò subito lo sguardo su Efestione, che era tornato a guardare il panorama dalla finestra “..quindi è per questo che ti ho fatto entrare così facilmente. Tu sei un grande re Alessandro, lo vedo nei tuoi occhi. Quindi prenditi questo paese e sbatti giù dal piedistallo quel misero uomo.” annuì la ragazza appoggiando le mani su quelle di Alessandro, che a quel tocco si voltò a guardarla. Efestione fece la stessa cosa e il suo sguardo si soffermò sulle loro mani.
“Farò quel che posso Ezira, ma nulla ti prometto.” disse Alessandro ritraendo le mani e alzandosi subito dopo.
Ezira non capì quel gesto e alzò appena il mento serrando le labbra “Questa sera faremo in banchetto in vostro onore. Sarei lieta di avervi alla mia tavola.” disse subito dopo.
“Ci saremo.” rispose Alessandro facendo un inchino con il capo e poi passò in mezzo ai suoi generali e uscì velocemente dal salone passandosi una mano tra i folti capelli.
Anche i generali uscirono, uno ad uno, e Alessandro braccò Tolomeo dal polso guardando Efestione passare davanti a loro “Ti devo parlare, ora.”
“Avanti dimmi Alessandro.” chiese Tolomeo, aggrottando la fronte.
“Hai sentito la storia che ha raccontato?” sussurrò Alessandro guardandosi attorno.
“Sì perché?” chiese ancora Tolomeo ma poi sorrise “Ah sì. Hai paura che ti succeda la stessa cosa non è vero?” chiese guardando Alessandro che lo fissò un'attimo negli occhi prima di appoggiarsi le mani sui fianchi “Oh. Oh Alessandro mio, non ci posso credere.” disse ancora scoppiando a ridere.
“Va bene, grazie Tolomeo.” sospirò Alessandro allontanandosi dal ragazzo.
“Nono aspetta, ti chiedo scusa..è solo che è la prima volta che ti vedo in questo modo.” disse Tolomeo, guardando il ragazzo.
“Smettila di prendermi in giro chiaro?” sussurrò Alessandro puntandogli un dito contro il petto.
“Promesso.” annuì Tolomeo, incrociando le dita come da giuramento.
“Ora dimmi come diamine devo fare Tolomeo, perché non..non so cosa fare. Ho la testa incasinata e non voglio arrivare ad essere odiato da lui. Non voglio.” scosse il capo guardandosi attorno, con una mano sul fianco.
“Forse è ora che tu gli dica la verità. E forse è ora che tu la smetta di preoccuparti di essere solo un buon re. Smettila di preoccuparti per ciò che dirà la gente. Tanto parleranno sempre.” disse appoggiando le mani sulle sue spalle “Ma credimi Alessandro, la gente ama un re felice, non un re che fa' finta di esserlo.”
Alessandro ascoltò attentamente le sue parole e abbassò un'attimo lo sguardo, prima di abbracciare con forza Tolomeo, dandogli diverse pacche sulla schiena “Grazie, davvero” sussurrò socchiudendo un'attimo gl'occhi e poi si staccò riaprendoli.
“Vai Alessandro. Hai qualcosa che ti aspetta.” annuì Tolomeo spingendo via il ragazzo.
Alessandro sorrise e poi prese a camminare verso le stanze reali, ripensando a a quel momento, durante l'ultima battaglia, in cui Efestione aveva quasi rischiato di morire. Sentì il suo cuore accelerare i battiti e il respiro farsi sempre più affannoso. Si fermò davanti alla porta e in un lungo respiro bussò. Ma dall'altra parte non udiva nessun rumore, allora provò a ribussare, guardando il pavimento sotto di se. Ma ancora nulla. Alla fine decise di lasciare perdere e si avviò verso la propria stanza, per prepararsi al banchetto.

Poche ore dopo era nel salone principale, attorno al grande tavolata e prese un boccale di vino dalle mani di Lisimaco e riprese a parlare con Cratero e Leonnato. Quando la sua attenzione si spostò su quel ragazzo, dannatamente bello che stava entrando nel salone. Era Efestione.
Aveva i classici pantaloni arabi, color blu notte, una tunica bianca allacciata in vita con una corda blu, i capelli semi raccolti e un filo di trucco nero attorno agli occhi, che sembravano ancora più azzurri quella sera.
Alessandro rimase senza fiato in quel momento e incrociò lo sguardo del ragazzo, che si stava avvicinando a loro.
“Chiudi la bocca Alessandro o finirai per rimanere così a vita.” gli sussurrò nell'orecchio prima di andargli oltre e sedersi al tavolo.
Alessandro sorrise a quelle parole, anche perché era la prima volta che si rivolgeva a lui in tono non formale. Scosse il capo e andò a sedersi, al fianco di Ezira e di fronte a suo padre.

Il banchetto procedeva tranquillamente, in un forte brusio causato dalle parecchie persone che parlavano contemporaneamente.
Spesso Alessandro spostava lo sguardo su Efestione e ogni volta che lo vedeva sorridere sorrideva insieme a lui. Tolomeo, che gli era seduto accanto notava ogni singolo sguardo del re, ma notava anche il contrario. Spesso Efestione quando notava che Alessandro era immerso nei discorsi, si soffermava a guardarlo attentamente.
Quando la cena fu' finita, Ezira fece chiamare i suoi musici e la serata prese una piega diversa. Per via dell'alcol sicuramente. Ad un certo punto tutti ballavano, chi si strusciava sulle cameriere pagate appositamente per quello.
Alessandro rimase in disparte, appoggiato al muro con il calice in mano, e ancora una volta si ritrovava a fissare Efestione, come se fossero due calamite. Lo guardava ballare, il suo corpo muoversi lentamente a ritmo di musica, la pelle lucida dal sudore, le labbra socchiuse e gl'occhi serrati per ascoltare meglio la sinfonia. Ecco, gl'occhi di Alessandro si soffermarono sulle sue labbra. Si leccò le proprie e fece un lungo respiro, mandando giù la saliva mentre cercava di distogliere lo sguardo. A quel punto Ezira gli si fermò davanti, sorridendo per la prima volta.
Quella sera aveva un'abito tipico arabo, che lasciava intravedere il suo corpo perfetto. Gli occhi truccati con un pesante nero e un copricapo molto fine.
“Posso avere l'onore di ballare con te, Alessandro?” chiese lei, inclinando il capo da una parte mentre gli sorrideva.
Alessandro spostò lo sguardo dal suo viso alla sua mano, perfettamente disegnata con motivi arabi, poi tornò a guardarla. Sentiva il cuore accelerare nuovamente, ma non per la presenza della ragazza, ma poiché nella sua mentre rivedeva quelle labbra, quel corpo, quegli occhi.
Prese la mano della ragazza sì, ma per avvicinarla a se e le sussurrò all'orecchio “Sarà per un'altra volta dolce Ezira.” e le lasciò la mano passandole oltre. Diversi generali aveva assistito alla scena e guardavano Alessandro, compreso Efestione e Tolomeo. Quest'ultimo capì costa stava per accadere e si scostò dal fianco di Efestione.
Alessandro sorrise ampiamente, sicuro di quello che stava per fare. Si fermò davanti ad Efestione, che lo stava guardando attentamente negli occhi, e gli prese la mano “Vieni con me.” sussurrò e poi lo trascinò via con se.
Efestione si guardò attorno non capendo subito, ma poi quando la sua mano intrecciò quella di Alessandro sorrise e andò a guardare Alessandro davanti a se, seguendolo fuori dalla camera.

Il re lo condusse fino alla propria camera e una volta al suo interno fece uscire tutti.
Efestione rimase immobile in mezzo alla camera e quando Alessandro chiuse la porta, inclinò il capo provando un certo senso di ansia. Cosa stava per accadere?
Alessandro lentamente si voltò verso di lui “Efestione io..” sussurrò avvicinandosi un po' a lui “Sono..sono stato uno stupido. Uno stupido a lasciarti andare così facilmente. Uno stupido ad aver pensato di mettere i miei sogni di gloria davanti alla cosa a cui tengo di più al mondo..” sussurrò ancora avvicinandosi sempre di più al ragazzo che lentamente distendeva le labbra in un dolce sorriso “..sono stato uno stupido.”
“Alessandro.” sussurrò Efestione sentendo il fiato mancargli.
“Zitto Efestione. Non provare a scusarmi di nuovo.” disse delicatamente andando a guardarlo negli occhi. Efestione annuì abbassando un'attimo lo sguardo. “Tu rappresentavi una parte fondamentale della mia via, rappresentavi il mio bastone che mi sorreggeva, rappresentavi quella parte di me per sempre giovane, rappresentavi per me la spalla su cui piangere..” mormorò abbassando lo sguardo e quando lo rialzò Efestione notò i suoi occhi incredibilmente lucidi.
“Alessandro..” cercò di dire ma Alessandro alzò una mano per zittirlo.
“..Rappresentavi.” sussurrò avvicinandosi ancora di più a lui “Rappresentavi perché ora non sei più tutto questo Efestione.” disse e a quelle parole Efestione si sentì morire, sgranò gl'occhi e si impietrì davanti ai suoi occhi. “Ora sei molto di più. Ora rappresenti tutta la mia vita. Rappresenti la persona che amo più di me stesso. Efestione..io amo te, nessun'altro. Per Zeus.” sussurrò sentendo le lacrime rigargli le guance e si avvicino ancora di più a lui appoggiando le mani sulle sue guance.
A quelle parole Efestione scoppiò a piangere, sciogliendo quella paura che si era creata nella sua mente, nel suo stomaco.
“Per Eracle, Alessandro. Mi hai spaventato.” sussurrò appoggiando le mani sul suo petto, cercando di fermare le lacrime.
“Scusami Efestione, te ne prego. Perdonami, perché non posso pensare di perderti a causa di questo mondo che desidero così fortemente.” emise Alessandro sorridendogli, tra una lacrima e l'altra.
Efestione annuì e appoggiò le fronte contro la sua “Mi sei mancato così tanto Alessandro..” gemì passando le mani tra i suoi capelli, che strinse con forza “Ti amo anche io, Alèxandre.”
Alessandro lo guardò negli occhi e sorrise ad ogni sua parola, poi si fece serio alle ultime e dopo pochi istanti premette le labbra sulle sue, strizzando gl'occhi.
Aveva capito finalmente. Aveva capito qual'era il suo posto nel mondo. Aveva capito che al suo fianco non intendeva avere più nessun'altro, se non lui. Se non Efestione.



Eccomi di nuovo qui, chiedo perdono se ho ritardato un po' a scrivere ma ho avuto un po' di problemi e non sono riuscita a scrivere per tutta la settimana.
Spero ancora una volta di non avervi delusi e se c'è qualcosa che mi vorreste suggerire scrivetelo pure, sarò lieta di leggere tutto.

Kiss. <3

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Alexander / Vai alla pagina dell'autore: Leptine