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Autore: pamandjim    22/10/2013    0 recensioni
Piccolo fiore d'arancio, candido e triste.
Pensi di essere maledetto, pensi di non avere più soddisfazioni dalla vita.
Fiore d'arancio, ricordi? Esiste anche la Primavera.
Prima ff, siate clementi.. e non lasciatevi ingannare dalla trama.. potrebbe essere interessante.
PamandJim
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Sei ossigeno”.

Non è vero. Non è il tradimento il cancro di una relazione, ma la distanza. Le promesse sigillate da baci son vane se il fato è avverso, se la nebbia sembra rapir la tua linfa vitale. Lei era lì, nel posto dei suoi sogni, nel luogo dei suoi incubi; col sorriso sulle labbra, ma con il cuore graffiato e palpitante.

“Sei ossigeno, Dio mio..le tue labbra”

Ti mordi con nervosismo le labbra screpolate dal freddo e dal vento d’Ottobre, leggi e rileggi la tua copia consunta di “Cime tempestose” e ti maledici per le tue scelte. Sì, stai intraprendendo un percorso: stai dipingendo il cammino del tuo futuro. No, stai morendo dentro, perché ti senti sola. E’ inutile che ti circondi dei sorrisi della gente, che fai la sbruffona, che t’ubriachi di compagnia.. In realtà sei ancora più sola. Sorseggi un Nebbiolo seduta in cucina, col computer sulle ginocchia e Vinicio Capossela che intona “Pena dell’ Alma”, sei sadica e masochista.. inizi a comprendere il legame instabile tra fiducia e disillusione. L’acqua in pentola bolle, pensavi avresti perso l’appetito, invece il tuo ripiano nella mensola trabocca di cioccolata e cibo deleterio, e i tuoi 60g di pasta in bianco ti sembrano insufficienti e tristi.

“Sei ossigeno, Dio mio.. le tue labbra, il tuo profumo”

Scopri per una fortuita coincidenza di aver comprato lo stesso ammorbidente con cui sono lavati i suoi capi: ne abusi. La lavatrice gira in continuazione e, talvolta, al suo interno v’è solo poca biancheria ed un maglioncino. Sai che quel profumo ti fa sentire a casa. Ti diverti ad illuderti: sei così grande, ma così piccola. Se da Vinicio Capossela passi a Franco Battiato, la tua gioia inesistente, di certo, non risorgerà. Ti porti le gambe nude al petto, ti stringi nella sua felpa che hai lavato e rilavato con lo stesso ammorbidente. Che ha il suo profumo, che profuma di casa e lacrime.

“Sei ossigeno, Dio mio.. le tue labbra, il tuo profumo. Ridammi la mia anima”

Ti sei portata un sacco di quaderno e diari.. sono vuoti. Tu sei convinta di essere vuota. Ti sbagli piccolo fiore d’arancio. Scoli la pasta e inizi a pensare “che guardo? Che film? Sei indecisa se guardare un film in cui piangi dal primo minuto o se ti farà esplodere nel gran finale. Scegli “Insieme”, uno di quei film che dovrebbero bandire. Uno di quei film che ti rendono uno scheletro di te stessa. Eppure tu non rinunci a vedere Giancarlo Giannini che muore d’amore, che abbandona la sua trista esistenza per un amore finito. Il tuo amore non è finito, ma tu ti senti morire.

"Sei ossigeno, Dio mio..le tue labbra, il tuo profumo, Ridammi la mia anima. Come stai amore mio? Mi sei mancato”

Con le mani sporche di cioccolata e gli occhi ancora arrossati dal pianto t’appresti a rispondere al citofono che imperterrito suona, come fosse un apparecchio telefonico. Era la porta. Sono mesi che abiti qui e ancora non hai capito quale suono appartenga a cosa. Apri la porta mentre risuona nell’aria “Romeo and Juliet” dei Dire Straits. “Oh mio piccolo fiore d’arancio!” Senti quella voce che cercavi di dimenticare, sarebbe stato più facile.. Lui aspetta una tua reazione, tu pensi lui sia l’ennesima illusione. Ti stringe spasmodicamente tra le sue forti braccia, non ricambi. Ti riempie di baci il volto, mentre t’accarezza i capelli e asciuga quelle lacrime che non t’eri accorta avessero ripreso a rigarti le gote fredde. “Come stai amore mio?” Non riesci a formulare una risposta, le parole ti sono morte dentro quando l’hai lasciato per seguire i tuoi sogni, quando lui t’ha lasciato andare via. Ti stringe forte a sé nuovamente, ha capito. “Perché non parli? Sono mesi che attendo di risentire la tua voce, le tue dolci parole d’amore” Abbassi il capo, non ricordi più come si è felici, te ne vergogni. “Piccolo fiore d’arancio impaurito, vita mia.. mia joie de vivre” Ti alza il mento con due dita e bacia le tue lacrime. “mi sei mancato”. Riesci ad affermare. Ti prende in braccio e ti incatena tra sé e il muro: “sono qui, tu non scappi più” “non avrei mai avuto la forza di muovermi da quella sedia, non potrei mai scappare” “sei sempre stata convinta che con la tua partenza tra di noi tutto sarebbe morto, non hai creduto in me. Le promesse sono promesse e, se sigillate da dei baci, sono solenni” Ti ribaciò. Era una nuova promessa: non sarebbe finita lì. Sorridesti nell’incavo tra il suo collo e la sua spalla e, mentre ti coccolava, lo sapevi: era così piena d’amore che il tuo cuore sarebbe potuto esplodere.

Eri luce piccolo fiore d’arancio e stavi gloriosamente sbocciando con la primavera.

  
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