Venne la dispensa, venne l’assolutoria, venne quel
benedetto giorno: i due promessi andarono con sicurezza trionfale…
Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
1
Un
lieve raggio di sole mi rischiarò il viso, posandosi leggero sui miei occhi
chiusi che sensibilmente captarono il suo calore.
Sbattei
più volte le ciglia per allontanare del tutto il sonno, poi mi guardai
sbadigliando stralunata intorno e riconobbi la mia stanza.
Mi
lasciai ricadere contro il cuscino sollevata, quando quella certezza mi colpì
fulminea la mente: oggi era quel giorno...pure
il tempo si prendeva gioco di me, proprio quella mattina il sole risplendeva
nel cielo: un evento memorabile per i cittadini di Forks.
Le
mani mi tremarono, con uno sforzo energico imposi ad esse la fermezza, me le
strinsi con forza, fino a farle diventare più pallide di quello che già erano
al naturale.
Mi
stupii io stessa di come il tempo fosse volato…
ricordavo la mattina in cui misi al corrente della mia decisione Charlie e Renè, come il giorno precedente.
Un
brivido freddo mi percosse lungo la schiena, facendomi rabbrividire: negli
ultimi anni trascorsi a Forks ero stata “vittima” di
una serie di sfortunati eventi, alcuni dei quali mi erano quasi costati la vita…eppure mi sembrava di non aver mai provato tanta paura
come quell’incredibile mattino.
Il
viso di Charlie che sbucò dalla porta della mia stanza, mi riscosse dai miei
pensieri:
<<
E’ sveglia la festeggiata? >>
Gli
regalai uno stirato sorriso, nel vano tentativo di incutergli una sensazione di
tranquillità, ma invano, infatti Charlie si avvicinò sul mio letto, sedendo di
fronte a me.
<<
Bells, è davvero questo ciò che vuoi? >>
Lo
guardai negli occhi, ma esitai a rispondergli, continuavo a contorcermi le
mani: lui se ne accorse e le prese tra le sue.
<<
Guarda che sei ancora in tempo per cambiare idea >> la sua voce risultò
più dolce del solito.
Apparentemente
erano le parole di un padre che cercava di calmare la figlia, invece Charlie
cercava di convincermi a non compiere quel passo, Edward non gli era mai
piaciuto molto…se avesse saputo chi era- o meglio
cos’era e cosa mi sarebbe successo dopo- mi avrebbe messo su un aereo senza
essere a conoscenza della destinazione.
Liberai
le mani dalla sua stretta e gli dissi con voce sicura:
<<
Charlie …Edward è tutto ciò che voglio >>
Lo
vidi annuire rassegnatamente:
<<
Se è davvero questo a poterti rendere felice…
>> mi disse allargando le braccia, facendomi intendere che si dichiarava
sconfitto.
Dal
canto mio annuii energicamente: il passo importante che stavo per compiere mi
spaventava a morte- giochetto di parole visto che quello sarebbe stato il passo
successivo- ma di una cosa ero certa: Edward sarebbe stato l’unico a potermi
garantire la felicità.
A
quel punto Charlie lasciò la mia stanza, lasciandomi la giusta privacy.
Lentamente
mi alzai, scorsi un biglietto sulla scrivania:
Ho vegliato sul
tuo sonno, ma al tuo risveglio non sarò accanto a te.
La tradizione
vuole che lo sposo non veda la futura moglie prima delle nozze.
Edward.
Scossi
il capo sogghignando, le solite idee antiche di Edward.
Aprii
l’armadio in cerca di una felpa da indossare per scendere giù in cucina per
provare ad ingurgitare qualcosa da mangiare, quando il mio vestito da sposa
colpì la mia attenzione:
sfiorai
con mano tremante la liscia seta bianca, il pizzo d’epoca anch’esso
morbidissimo.
Alice
ci aveva messo tutta se stessa per preparare queste nozze, io personalmente
avrei preferito una cerimonia più semplice, se non che il matrimonio non
venisse proprio celebrato: ma ormai avevo dato la mia parola.
Presi
svogliatamente la felpa, aprii la porta della mia camera, pronta ad accogliere
le facce preoccupate dei miei genitori.