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Autore: massi_97    22/10/2013    1 recensioni
Beh, a tutti noi possono capitare dei momenti… singolari?
Delle circostanze che non si spiegano appieno, di cui ci sfugge qualcosa.
O delle situazioni completamente prive di senso, cose che rasentano l’impossibile, cose che possiamo vedere solo nei nostri sogni… o per meglio dire, nei nostri incubi.
Se c’č qualcuno li fuori che pensa di essere l’unico a cui accadono queste cose, che pensa che capitino tutte a lui, devo dire che si sbaglia di grosso.
Ci sono dei ragazzi a cui queste cose capitano di continuo, e non possono sfuggirvi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gli Dči, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fatto colazione e preparatosi Max si carica lo zaino sulle spalle e prende il mazzo di foglie per la ricerca.
L’unica cosa che gli piace dell’andare a scuola č il tragitto, il parco.
Ma quel giorno non č piacevole come tutti gli altri, č particolarmente silenzioso.
Non un filo di vento scuote le foglie, č tutto cosě, statico, immobile
In rapporto al fatto che sono sempre alberi, ovvio.
Sembra quasi che il bosco stia trattenendo i fiato, come se qualcosa di brutto lo dovesse far sobbalzare da un momento all’altro.
Quando poi sbuca dall’altra parte nota lo scuolabus all’inizio della strada e quando parcheggia vede scendere Dylan il quale gli va incontro.
- Ciao Dylan, come č andato il fine settimana?-
- Beh niente di che, mia madre sta aprendo una galleria d’arte sono andato a vedere i lavori come stanno venendo.
Senti a fine mese la inaugurerŕ ti andrebbe di venire?
- WOW che forza! Molto volentieri grazie- Max alza la mano in cui ha le foglie.
- Senti mi sono dimenticato di attaccare le foglie alle pagine spero tu abbia una spillatrice o del nastro adesivo appresso- dice con espressione mesta.
- Hey Grani, che cosa č quello? Un regalino per il tuo nuovo fidanzato? Curioso come mazzo di fiori.
Delle risatine di sottofondo.
Max riconosce subito la voce, Jason White, quel imbecille del capitano della squadra di football.
Lo ignora ad opera d’arte per l’ennesima volta e continua a camminare, senza neanche voltarsi.
- Che fai? Scappi? Proprio come hai fatto l’altro giorno. Tsk voi italiani non avete proprio un briciolo di coraggio, che pena.
A quelle parole Max ha un fremito alla mano e si ferma di colpo.
Lui č un ragazzo sempre calmo e non fa mai colpi di testa, ma se c’č una cosa che detesta č quando lo prendono in giro per il fatto che č italoamericano.
Non che sia un patriota, č solo che offendere qualcuno per qualcosa di cui non ci si dovrebbe vergognare lo manda in bestia, odia i pregiudizi.
Non č la prima volta che accade una cosa del genere.
Una volta alle elementari quella schizzata della sua maestra, una donna alta e magra che si attaccava fiocchetti e nastrini colorati ai capelli neri come se fosse lei la ragazzina delle elementari, si č raccomandata in particolar modo con lui di essere silenzioso dato che stavano entrando in biblioteca.
Anche se era la seconda volta che si vedevano!
Da quel giorno ha detestato il suo cognome, fino a qualche anno fa, quando ha fatto una ricerca su Archimede.
Ma le battute continuano a irritarlo.
Si volta a vedere chi gli parla .
Jason, un ragazzo piuttosto alto e muscoloso con un taglio alla moicano, č affiancato da altri due ragazzi, anche loro alti e massicci e delle espressioni che certo non sprizzano arguzia ma i loro sorrisetti non prospettano niente di buono.
- White.
- Stronzetto.
- Noto che ti porti sempre le bestiole appresso, cosa c’č hai paura di dover fare uno scontro alla pari?­
Uno dei due mostra i denti come per ringhiare e fa un passo avanti, ma Jason lo ferma con il braccio.
- Stai calmo lui č mio.
Max fa schioccare due volte le labbra  - Accuccia bello.
- Fossi in te non farei tanto lo sbruffone, in fin dei conti noi siamo in tre, tu hai solo…- Jason scossa uno sguardo disgustato a Dylan - il tuo ragazzo.
- “In fin dei conti”, complimenti ora sai fare anche quelli- dice con fare evidentemente sorpreso.
- Ahah o sei duro d’orecchie oppure sei solo stupido, mi chiedo cosa ci trovi il tuo fidanzato in te-
- Beh… non lo so… prova a chiederlo a Sara.
Nota con piacere che sta diventando rosso dalla rabbia, ha colpito nel punto giusto, ma questa gliel’ha praticamente servita su un piatto d’argento.
Max vede come Jason alza il braccio per caricare un pugno.
Ma ha il minimo tempo per poter realizzare cosa stesse accadendo che il suo corpo ha giŕ iniziato a muoversi.
Un movimento involontario, una razione innata che non riesce neanche lui a controllare ma incredibilmente lenta.
Lenta come tutto il mondo attorno a lui,
Č come se il tempo si fosse dilatato, ogni cosa che lo circonda si muove con una calma quasi snervante.
La sua vista si offusca, il suo udito si ovatta.
Oramai la sua mente fluttua leggera tra i pensieri piů disparati sospesa in un limbo in cuoi i sensi scompaio.
L’unica cosa che sente č il suo corpo muoversi, un movimento veloce ma preciso come una danza.
Una danza mai imparata, ma da sempre conosciuta.
Dopo poco si sente trattenere, delle braccia bloccano i suoi movimenti.
Piano piano  dal nero che vede coagulano delle forme di fronte a lui.
Dapprima incomprensibili, poi sempre piů nitide.
Jason ha il naso sanguinante e anche lui č trattenuto da delle persone, proprio come gli altri due energumeni, per cui servono due persone a testa, e Dylan.
Si accorge di quello che č successo solo dopo, come se la sua mente avesse messo il pilota automatico.
Era successo tutto in una frazione di secondo.
Jason stava caricando il pugno ma Max lo aveva anticipato.
Fletté le gambe e schivň il pugno scartandolo di lato, sorprendendo Jason.
Gli lanciň le foglie che reggeva nella mano in faccia costringendolo a chiudere gli occhi.
Approfittando di quel momento gli diede un bel pugno sul naso, che lo fece cadere all’indietro.
I suoi cagnolini si stavano riprendendo dalla sorpresa e probabilmente lo avrebbero anche massacrato se solo Dylan non si fosse messo in mezzo.
Aveva attirato l’attenzione di uno dei due dandogli un calcio nello stomaco.
L’altro invece aveva la sua attenzione tutta per Max, gli stava per dare un bel gancio se solo dei ragazzi non lo avessero tenuto da dietro come fecero anche con il moro e gli altri tre.
E adesso eccolo li, che si fa mettere in punizione da un professore urlante.
Preferiva quando non sentiva niente.
Le vene che guizzano sul collo del professore di educazione fisica sembrano voler esplodere.
Il viso paonazzo si contrae in strane espressioni, quasi buffe se solo non fosse sembrato cosě arrabbiato.
Gli sputacchi mitragliano il viso di Max come se non ci fosse un domani.
Ma lui non lo considera minimamente, sta ancora cercando di ricollegare tutti i pezzi.
Il che fa infuriare ancora di piů il prof.
Da quello che gli dice il vicepreside, un uomo basso e corpulento con un forte accento francese, ha rischiato la sospensione, ma considerando che č la prima volta che crea problemi e che aveva iniziato Jason, alla fine delle lezioni gli sarebbe costato solo qualche ora di detenzione.
Ma lui ancora non sa cosa lo avrebbe aspettato in punizione.
  
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