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Autore: _Peppermint_    22/10/2013    1 recensioni
“Harry, non andare” gli aveva detto. Anzi lo aveva supplicato.
“Starai bene. Staremo bene. Noi siamo così. Noi dobbiamo stare bene”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Correva. Correva spingendo chiunque gli intralciasse la strada.  Evitò qualche valigia lasciata in mezzo alla strada.  Ma continuò a correre. Le gambe gli facevano male, ma non le sentiva.
Il cuore gli doleva di più. Come se un pezzo fosse stato stracciato via. Come quando lui strappava la carta perché una strofa gli era venuta male, come quando aveva stracciato la canzone per  Harry nella camera da letto. Era stata la rabbia, la tristezza, la solitudine.
Quella solitudine che pian piano si era insinuata nel suo corpo, nella sua vita, rendendo ogni cosa fredda e senza senso.
Gli aveva detto che se ne sarebbe andato.
Gli  aveva detto che probabilmente non sarebbe tornato. E se anche fosse, non sarebbe stato più come prima. Perché lui lo sapeva, che insieme non ci poteva essere futuro.
Sapeva che entrambi erano spiriti liberi. Rimanere soli, aspettandosi l’un l’altro, non avrebbe funzionato a lungo.
Aveva preferito non soffrire, Harry.
Harry con i ricci sudati che cadevano sul suo viso e sul suo sorriso. Harry con le mani grandi, che più volte l’avevano accarezzato. Harry con gli occhi verdi. Harry con le labbra rosse che più volte gli aveva donato baci che sapevano di “Sono qui”.
Harry.
Pronunciava sempre il suo nome. Gli piaceva. Gli riscaldava il cuore.
Harry, non andare” gli aveva detto. Anzi lo aveva supplicato.
“Starai bene. Staremo bene. Noi siamo così. Noi dobbiamo stare bene”  Gli aveva risposto. Poi, si era chiuso la porta alle spalle, dopo un ultimo, grande, falso sorriso.
L’aveva lasciato solo.
Solo.
Quella parola che lo perseguitava da sempre.
Sarebbe stato bene. Lui doveva stare bene. Facendo spallucce si era auto convinto per due o tre ore.
Poi aveva stracciato quel foglio di carta.
Lo aveva gettato a terra in quattro pezzi.
Lo aveva distrutto.
Non sarebbe stato bene. Lui non doveva stare bene. Lui non poteva senza di lui.
Si era vestito velocemente,  volando sulle scale di legno e prendendo le chiavi della macchina.
L’aveva accesa dopo fallimenti vari e imprecazioni.
La strada, come per un segno del destino, l’aveva trovata abbastanza libera da arrivare in tempo all’aeroporto.
Aveva parcheggiato male  e per giunta, sbattendo contro la macchina di un tassista che gli aveva sputato addosso i peggiori insulti.
-Pago tutto io!- gli aveva urlato entrando poi nell’aeroporto. 
Chissà con cosa avrebbe pagato. Non aveva un soldo. Ma in quel momento il suo pensiero era un altro.
Harry.
Quel dolce suono gli scaldò per l’ennesima volta il cuore.
Corse cercando l’imbarco giusto per minuti interi. Si guardò intorno. Dove aveva detto che sarebbe andato? Non lo ricordava.
Forse Berlino. Già.
Corse, chiedendo informazioni a chiunque. Poi arrivò nel punto giusto.
- Mi dispiace, sono entrati tutti, l’aereo sta per partire – disse la signorina da dietro una mezza scrivania.
- Non.. non può fermarlo? è importante!- le chiese. Voleva piangere.
- Non posso, mi dispiace – gli rispose la donna con la divisa. Sembrava sul punto di ridergli in faccia.
Voleva urlarle contro, insultarla, ma non lo fece. Si limitò ad andarsene.
Louis non era cattivo.
Harry l’aveva sempre saputo.
I loro sguardi si erano incrociati una sera ed Harry aveva capito.
Aveva capito quanto fosse buono Louis, e, dopo essere finiti per l’ennesima volta nel suo grande e bianco letto, Harry aveva capito quanto  Louis avrebbe sofferto a stare con uno come lui.
Perciò l’aveva lasciato andare, anche se contro la sua volontà.
Ma questo, Louis, non lo sapeva.
 Camminò per qualche secondo poi si prese la testa tra le mani e si accovacciò su se stesso.
Amare faceva male. Amare chi se ne sarebbe andato poco dopo ancora di più.
Aveva lo sguardo rivolto al pavimento grigio, quando due stivaletti marroni gli si piazzarono davanti.
- Lo sai, vero, che un tassista vuole farti portare via la macchina..? – il tono in cui quella voce familiare parlò era divertito.
Lui alzò lo sguardo. Mai aveva visto cosa più bella in tutta la sua vita, specialmente in quel momento.
Harry.
Harry dai capelli scuri e gli occhi chiari. L’Harry che gli tendeva una mano e nell’altra stringeva un caffè preso da Starbucks .
Gli saltò al collo senza pensarci due volte. Lasciando andare la sua maschera. Lasciando che si sciogliesse per un uomo. Lasciando scivolare le sue lacrime sulle clavicole di Harry.
- Pensavo fossi partito per Berlino!- disse lui sospirando ansioso tra piccoli singhiozzi.
Harry gli accarezzò la schiena.
- Louis.-  sospirò lui –Louis, Louis, Louis. Quando imparerai che Berlino e Praga sono città diverse, e che dovresti ascoltarmi quando parlo?– rise lui. Ma era una risata dolce. Triste quasi.
Louis in effetti, non ascoltava mai attentamente Harry quando parlava. O forse è il caso di dire che non ci riusciva, troppo preso ad ammirarlo, nel suo letto, tra le lenzuola pulite che probabilmente ancora profumavano di lui.
 Harry lo strinse. Lasciando che le sue braccia cullassero il suo corpo.
- Harry.-  Louis pronunciò il suo nome. Lo respirò. Lo sentì dentro come un’onda. Una fiamma. Un ciclone. Un terremoto. Come tante farfalle.
- Louis – Harry lo chiamò.
- Non voglio stare bene. Harry, io  non voglio stare bene senza te. – Lo guardò dopo aver pronunciato quelle parole.
Harry lasciò il caffè a terra, poi gli prese la testa tra le mani e lo baciò con tanta forza che gli fece quasi male. Il suo bacio era amaro, sapeva di caffè e di tristezza. Sapeva di “Addio”. Louis non voleva un addio.
 Lui voleva un “Noi”. Voleva che quel bacio sapesse di  un “Noi” sicuro e deciso.
- Harry – piagnucolò lui. Sembrava quasi un bambino. Louis non aveva mai fatto così per qualcuno, erano gli altri che lo supplicavano.
Un altro bacio gli tappò la bocca. Adesso sapeva di “Vorrei restare, ma non posso”.
Louis strinse i ricci di Harry, li accarezzò senza lasciarseli scappare. Poi passò alle guance, continuando a baciarlo.
Harry sentì la sua pelle bruciare. Sentì il suo cuore tremare. La sua mente esplodere ogni volta che Louis lo toccava.
No, non poteva lasciarlo. Lui era suo. Quel ragazzo, con la perfezione negli occhi azzurri,  era come lui. Riservato, costretto a fingere sempre di stare bene e scoppiare nella più completa solitudine.
Strinse i vestiti di Louis tra le grandi mani. E sorrise mentre riprendevano fiato.
Poi un altro bacio che sapeva di “Ti voglio”.
Harry non avrebbe voluto mentirgli. Non avrebbe mai voluto chiudergli la porta in faccia e andarsene come se nulla fosse. Lui sarebbe voluto restare.
No. Lui voleva restare.
E sarebbe rimasto.
- Harry – il ragazzo lo supplicò. Gli occhi chiusi, la fronte appoggiata a quella di Harry.
- Va bene- si arrese lui. – Va bene – ripeté rilassandosi tra le braccia di Louis.
 Ci fu un altro bacio.
Questa volta, senza prove ed errori, sapeva di  un “Noi”.












 Peppermint:
La mia prima FF . Oh gosh.  Per favore, non fucilatemi se non è venuta bene.
Cerco di migliorare ogni volta.
Ringrazio Hazza. Per i suoi occhi verdi e la sua voce.
Ringrazio i ragazzi, per tutto l’aiuto che mi hanno dato e che continuano a darmi.
E grazie a voi per le letture, le recensioni, per aver messo tra i preferiti, seguite e ricordate.
 Spero vi sia piaciuta.
Ora vado,
un bacio da Peppermint.





 
  
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