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Autore: kuccioladisincro_2000    22/10/2013    1 recensioni
Tre gemelli: Elisabetta, Annachiara e Steve.
Tre film: Twilight saga, Pretty Princes 3, Fairy Oak.
Tre scuole: Canto, Ballo, Recitazione.
Una storia: LA LORO!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo 

Girai l’ angolo. Era mercoledì ed erano le 14.15, l’ orario in cui uscivo da scuola quel giorno. Mi fermai alla fine del marciapiede e la macchina passò. Da dentro Samuele mi fece la linguaccia. Solo lui, in primo liceo, sta a pensare a fare la linguaccia quando si passa davanti alla compagna di classe. Ma in che liceo ero finita?
Sorrisi, pensando che neanche io conoscevo fino in fondo la risposta e, forse (FORSE!!!) non la volevo davvero conoscere. La mia classe andava bene. Attraversai, immersa nei miei pensieri. Ovviamente per poco una macchina non mi investì ma me la cavai tranne per la borsa con i libri che si aprì lasciando cadere tutto il suo contenuto sul marciapiede.
Sbuffai e mi chinai per raccogliere il tutto quando vidi una figura maschile che cercava di aiutarmi, ridendo come un matto. Lo guardai male. Molto male.
“Se trovi tanto da ridere puoi anche tornare a fanculo senza tanti problemi, almeno non mi romperesti le scatole!” gli dissi infastidita vedendo che non la smetteva. Lui sorrise “Dovrei andarmene a fanculo tutto solo? Potresti accompagnarmi….” Fece e mi guardò maliziosamente, pensando forse di avere uno sguardo sexy. “Neanche se fossi l’ unico essere vivente in tutto l’ universo e a me mancassero pochi giorni alla morte!” urlai e mi girai dall’ altra parte per raccogliere gli ultimi libri. Sentii che si alzava e si rimetteva davanti a me ma non alzai lo sguardo. “Sai chi sono io?” chiese. “Daniel Radcliffe.” Risposi io, indifferente, continuando a non alzare lo sguardo , facendo proprio come se non me ne importasse niente.
“Saresti una brava attrice” asserì lui quando finii di riordinare e mi porse la mano per aiutarmi a farmi alzare. Non la accettai ma alzandomi lo guardai finalmente negli occhi e dissi: “Sempre meglio di te!”. Lui sorrise e ribatté: “Dimostralo, – lo guardo scettica – Dimostrami che sai fare! Dimostrami che sei in grado di battermi in recitazione ed in tutti i suoi campi semantici. Dimostralo e ti farò diventare la migliore attrice che questo mondo abbia mai avuto, Elisabetta – intanto mi ero anche presentata, eh! Non pensate male, non è uno stolking! – Perdi e non avrai un’ altra possibilità.” disse. Il suo sguardo era illuminato da una luce giocosa ma le sue parole erano serie come la sua espressione. Troppo serie. Non potei far altro che acconsentire.
Ero troppo spavalda per tirarmi indietro adesso e troppo poco coraggiosa per chiedere informazioni strutturali della sfida.
Rimasi in silenzio e lui mi guardò, ininterrottamente.
“BASTA!” dissi infine. Daniel inarcò le sopracciglia. “Basta guardarmi, mi fai sentire in soggezione! Dimmi piuttosto data e luogo dell’ appuntamento e già che ci siamo qualche altra informazione di base così me ne posso andare e non subirti per un po’!” Daniel rise e disse con aria di chi fa una birbanteria a qualcuno a cui tiene far sapere chi è stato. Un misto di complicità e furbizia, oltre ad uno sguardo da bambino innocente. “Beh, penso che invece ne avrai ancora per molto con me e dovrai rimanere in giro per un po’… sai, potresti non presentarti alla sfida se rimandata, ed allora ci rimetterei soprattutto io, i miei amici penseranno che mi sono inventato tutto per far vedere come la gente fugge quando c’ è Daniel Radcliffe! Farei la figura dell’ idiota! Non voglio. Quindi la sfida si farà oggi, contenta?” sentii le gambe cedere ma resistetti. Quel pallone gonfiato non doveva averla vinta! Cercai di assumere un’ aria neutra e dissi: “Mia madre…” ma non finii la frase, lui mi bloccò dicendo:  “Chiedi ai tuoi, avanti!” sorrisi e cercai il telefono nella borsa. Lo presi, impacciata, e chiamai mia madre. Rispose subito ma mi attaccò e richiamò dall’ ufficio, come suo solito. Appena sentì li squilli Daniel mi tolse il cellulare di mano e rispose alla chiamata. “Ciao, sono Daniel, un amico di sua figlia. Sono un attore e mi farebbe piacere far vedere ad Elisabetta la mia arte. Non è che potrebbe venire oggi pomeriggio a Cinecittà per qualche mia prova generale?” sperai che dicesse di no. Ma mia madre non dice mai di no. “Bene, la ringrazio, sappi che secondo me sua figlia ha un grande talento per la recitazione nascosto a molti… certo, se lei volesse magari potrebbe fare qualche provino… non c’ è problema, signora, le persone più affidabili al mondo!” disse. Io lo guardavo.  Lui mi ridiede il cellulare.
Poi prese il suo e compose un qualche numero.
Rimase a discutere animatamente con qualcuno per più di dieci minuti poi attaccò e chiamò altre tre volte. Alla fine sorrise, compiaciuto.
Poi salì in quella che doveva essere la sua macchina.
Salii anche io, sul sedile accanto al suo (ovvero al sedile accanto a quello del guidatore) e partimmo.
Ero eccitata ma al contempo timorosa. Cosa sarebbe successo? Avrei vinto?
La mia mente vagava immaginando la figuraccia che avrei fatto o la vittoria che avrei ricevuto. Quaranta minuti passarono in fretta, tutti in silenzio, con la mia mente che vagava. Solo che si possono immaginare molte cose, neanche il trenta per cento di esse andrà come desiderato o previsto….
Io non feci eccezione.
Scendemmo dalla macchina ed entrammo a Cinecittà. Mi condusse in una stanza dove si vedevano solo cinque persone. Tre erano adulti di una quarantina d’ anni, tutti maschi, vestiti in tutto punto: giacca e cravatta. Le altre due erano delle ragazze sulla ventina di anni. Bonnie ed Emma. Ginny ed Hermione.
Un’ altra figura comparve in quel momento. Avrà avuto la mia stessa età. “È vero tutto questo? Mi sta davvero dando quel posto nella scuola? È tutto vero questo o sta accadendo solo nella mia testa?” chiese.
Io interruppi uno dei tre signori che era in procinto di parlare. No resistetti, dovetti farlo! Quindi risposi: “Certo che sta accadendo nella tua testa, ragazzo, significa forse questo che non è vero?” dissi, imitando la voce di Silente. Si, conoscevo a memoria quel film!
Bonnie si girò. “Mi piace questa ragazza!” disse. Emma rise ed annuì. “Una nuova recluta?” chiese poi rivolta a Daniel. “Dipende tutto da lei.” Rispose lui, lasciando tutti sul vago.
Io sorrisi fingendo di stare tranquillissima mentre Emma chiedeva spiegazioni “Quindi, è per questo che mi hai chiesto di farmi da testimone e di portarmi dietro qualcuno? Hai sfidato una ragazzina?” chiese Emma. “Vabbè, dai, credeva di essere meglio di me… poi è del primo anno, mica tanto piccola!” Emma annuì poi si rivolse a me: “Se anche tu non riesci a sopportarlo diventeremo grandi amiche.” Io risi ed annuii. Mi iniziavo a trovare meglio, anche se comunque quasi non riuscivo a parlare, messa in soggezione da tutte quelle persone più grandi e famose!
I tre uomini si presentarono. Erano in ordine: il regista di Harry Potter, l’ altro regista  di Harry Potter ed il regista di Twilight. “Bene, adesso che abbiamo fatto le presentazioni… via la sfida!”
Mi portarono sul palco e misero una canzone.
 
“Lui era un business man con un idea in testa, lei, ballerina di jazz. Leggeva Wiliam Black vicino la finestra, lui, beveva caffè.
E mentre guarda quelle gambe muoversi pensò è una stella, pensava Fred Astair, e chi non ha mai  visto nascere una dea, non lo sa, che cos’ è, la felicità…
Lui, garofano rosso e parole, una vecchia cabriolè, lei, vestita come la Roger. Fulmini e saette, lassù, nel cielo blu! E i loro nomi, argento tra le stelle!!! New York New York, è una scommessa d’ amore… tu chiamami e ti vestirò, come una stella di Broadway e New York New York, è una scommessa d’ amore… tu chiamami e ti vestirò, come una stella di Broadway.
Lui si svegliò senza lei, nudo nella tempesta, là fuori Union Square. Entrava luce al neon, dal vetro di una finestra. L’odore del caffè.
E mentre guarda quelle gambe muoversi pensò è una stella, pensava Fred Aster, e chi non ha mai  visto nascere una dea, non lo sa, che cos’ è, la felicità…
Lui, garofano rosso e parole, una vecchia cabriolè, lei, vestita come la Roger. Fulmini e saette, lassù, nel cielo blu! E i loro nomi, argento tra le stelle!!! New York New York, è una scommessa d’ amore… tu chiamami e ti vestirò, come una stella di Broadway e New York New York, è una scommessa d’ amore… tu chiamami e ti vestirò, come una stella di Broadway.
New York New York, è una scommessa d’ amore… tu chiamami e ti vestirò, come una stella di Broadway e New York New York, è una scommessa d’ amore… tu chiamami e ti vestirò, come una stella di Broadway.”
 
Poi la canzone finì. Io ero rimasta immobile, non mi ero azzardata neanche a cantare quelle frasi che conoscevo a memoria. Daniel mi guardò. Lui era in posizione di attacco e sembrava davvero un animale. Mi preoccupai, poi Bonnie mi sorrise e mi acquietai. Fu Emma però a parlare e togliere ogni preoccupazione: “Bene, avete sentito la canzone, adesso interpretatela! Lui era un business man con un’ idea in testa e lei una ballerina di jazz. Inizierà Daniel e la sua frase inizierà con la A poi tu la dirai con la B e così via, finché uno di voi sbaglierà. Iniziamo!
 
 
“D: Allora sei tu la ballerina dell’ altra sera!
E: Ballerina, io? Come hai fatto ad indovinare?
D: Come ho fatto? Io sono un business man, so sempre tutto!
E: Dio, come ti sei chiamato? Business man? Ma scherzi? Che nome assurdo!
D: È come se mi chiamassi uomo d’ affari… non lo sapevi?
E:  Forse no…? Lo sai che questo non è normale?
D: Giuro che nel mio mondo è più che normale…
E: Ho capito bene? Il tuo mondo? Ma chi ti credi di essere?
D: Io penso che sia meglio lasciar stare… passiamo ad altro… cosa ti piace fare, oltre ballare?
E: Leggo molto, soprattutto William Blake! Tu?
D: Di solito bevo caffè!”
Io sorrisi, aveva sbagliato, finalmente!
Bonnie si avvicinò, anche lei con un sorriso perfido sulla faccia. “GAME OVER DANIEL” disse. “Mi aspetto la rivincita!” disse lui. “Anche subito..” risposi e partì subito la musica. Meno male che volevo rendere la frase ironica…
 
Con te ero immobile
Oggi ti vedrò di colpo sparire Fra la folla te ne andrai Mi sono rotto delle scuse Sono stanco dei tuoi guai Hai detto che non vuoi più Camminare accanto a me, Accanto a me
 Ora questa casa mi sembra più grande
Illumino ogni angolo Dipingo la noia, rivesto la stanza Di quel che d'ora in poi sarò Non mi fermerai Né adesso, né mai Perché per troppe volte ho scelto te Non sono immobile
Grazie per avermi fatto male, Non lo dimenticherò
Grazie io riparto Solo controvento ricomincerò
E giro nel centro e faccio la spesa Non mi sento fragile Cento grammi di sole e non serve l'amore Se poi diventa cenere
Non mi prenderai Né adesso, né mai
Perché per troppo tempo ho scelto te Dimenticando me
Grazie per avermi fatto male, Non lo dimenticherò Grazie io riparto Solo controvento ricomincerò
Sarò... pronto a correre per me
E tu... ferma immobile
Grazie per avermi fatto male Non lo dimenticherò
Sento nelle vene Vita che si muove ricomincerò
Sarò... pronto a correre per me
Per me

 
“Adesso inizierà Elisabetta e non ci sarà la H, la L, la P ed alla V ci fermiamo, la scena deve essere chiusa.  Aumentiamo la difficoltà!” disse Emma.
“E: Allora è vero, non mi vuoi più!
D: Beh, dopo quello che è successo…
E: CERTO, PERCHÈ SOLO IO COMBINO CASINI QUI DENTRO!!!
D: Dai, Elisabetta, adesso non fare la bambina…
E: Elisabetta… sembra quasi un nome di uno sconosciuto detto così, da te poi…
D: Fidati, dobbiamo prendere due strade diverse.
E: Grazie per avermi fatto male, non lo dimenticherò…
D: Io riparto, solo controvento…
E: Mentre io vado al contrario…
D: Non mi fermerai né adesso, né mai….
E: Ora è finito tutto… non serve l’ amore se poi diventa cenere.
D: Qualsiasi cosa fosse il nostro rapporto è stato bello, sappilo!
E: Ricomincerò, sento nelle vene vita che si muove, sono pronta a correre!
D: Sono sicuro che sarà così…
E: Ti lascio da amica…
D: Un’ amica che non dimenticherò.
E: Volevi che me ne andassi. È quello che sto facendo. Non complicare le cose. Queste sono le mie ultime parole, ADDIO.
E me ne andai, così come ero arrivata, lasciando quella casa che ora sembrava più grande, ripromettendomi di non tornare.”
Daniel sorrise sentendomi pronunciare quelle parole e sorrise. Aveva perso: 2-1.
Ed io avevo vinto, non potevo crederci! Era incredibile!
Il regista di Twilight mi si avvicinò “Tu saresti brava per il mio nuovo film, per il continuo della saga.” Sorrisi “Non mi sento pronta per un film così grosso.” “Prendi il mio biglietto da visita.” Disse porgendomi un fogliettino. “Non ti chiamerò.” Dissi accettando il biglietto. “Ricordati: al successo ci si abitua in fretta, è quando lo perdi che ti ricordi che il mondo esiste, ma non gira intorno a te!” sorrisi. “Non sono nata per essere famosa.” Dissi. “Questo lo diceva pure lui, meno di dieci anni fa!” disse il secondo regista (quello dei primi film di Harry Potter) indicando Daniel. Non risposi.
Rimanemmo così, in silenzio per un po’ (penso poco) quando passò una ragazza ed un ragazzo vicino a me. Non dimenticherò mai il momento in cui i nostri occhi si incrociarono. Eravamo identici. Come tre fratelli, anzi tre gemelli!
Quel giorno poi, portavamo tutti i jeans e una maglietta color verde.
Non fu questo però a farmeli rimanere impressi. Nei loro occhi vidi me stessa e so che nei miei loro videro se stessi. Fu come leggere nell’ anima di due persone, capendole, sapendo tutto di loro. Fu come se sapessi già che i nostri destini erano legati, fu come se capissi cosa si provasse ad essere nati nello stesso momento, più persone. Era come se eravamo legate, come se avessimo la stessa anima. E forse ce l’ avevamo davvero.
Lei mi guardava negli occhi, con la durezza nello sguardo. Approfondii meglio, cercai qualcosa in più: nascondeva lo sconforto. Le sorrisi e lei lesse i miei occhi, scorse il suo stesso disagio, le sue stesse emozioni. Allora anche lei sorrise ed il ragazzo fece altrettanto.
Emma ci guardò sorpresa. “Conosci già Annachiara e Steve?” chiese. “No!” rispondemmo in coro, girandoci verso di lei, sincronizzati. Bonnie ci guardava sbalordita ma Daniel sbadigliò “Vi presento i gemelli. Lo so, fanno quasi impressione Elisabetta, ma non penso che imitarli risolva la situazione!” “Imitarli?” dissi “Io non sapevo neanche che fossero gemelli!” dissi e mi girai per guardarli bene. “Non so cosa mi sia preso!” dissi ridendo ma mentre parlavo io altre due voci si unirono a formare un coro: i gemelli dicevano le stesse mie parole.
Ci guardammo e scoppiammo a ridere. La stessa risata, lo stesso periodo di tempo. Ci guardammo, ci scrutavamo.
Ma in quello scrutarci trovai in loro la stessa felicità di cui sentivo invadermi. Avevo trovato un gemello ed una gemella, avevo trovato tre delle persone più importanti della mia vita ed il viaggio era appena iniziato.
MA CIAOOOOO!
Sono qui per disturbarvi con un altro capitolo… di un’ altra storia!!!
E questo significa che vi disturberò ancora un po’!
Però volevo dirvi una cosa: questa FF contiene il mio nome per la protagonista… e quello di una gemellina per l’ altra (saranno tre protagonisti, Elisabetta, Annachiara e Steve). Quindi voglio ringraziare tanto la mia gemellina (
smookie97) per esserci sempre!!!!!
Grazie di cuore anche a tutte quelle che vedranno questa storia e vorranno continuare a leggerla!!
Le altre due FF sono:
Nel bagno un sera
Il mio migliore amico è il sosia di Harry Styles
kucciola

 
   
 
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