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Autore: MissKeroro16    23/10/2013    5 recensioni
''L'amore ti cambia. E' come una piuma che brucia nel vento, si consuma così velocemente che non hai nemmeno il tempo di comprendere se ne è valsa la pena o meno di lasciarsi trasportare.''
Luana era una sognatrice, la più stravagante di tutte. Aveva sempre pensato che sarebbe diventata una scrittrice, ma imbattersi in un ragazzo come Harry Styles, non era nei suoi piani e le sconvolgerà la vita non poco. Lui la renderà forte, abbastanza da rendersi indispensabile, Ma sarà Luana, all'altezza delle prove che il mondo, scenario principale della loro storia, gli porrà d'avanti godendosi ogni suo misfatto come se fosse il più dolce dei nettari? Riuscirà Harry a tirarla fuori dal buco nero della sua coscienza e a tenerla al sicuro dalla sua più grande paura? SE STESSA.
Sarà una promessa forte abbastanza da tenerli legati anche quando Lù ad Harry non avranno più niente da perdere, se non loro stessi?
Genere: Dark, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non Esistono ''Sognatori Soli'' nel mare dei SOGNI.


Eravamo lì.

Mesi di attesa, sacrifici, inesauribile turni di lavoro e infinite ore di fila, finalmente avevano trovato il loro senso.

Ricordavo perfettamente il giorno in cui correvo verso casa con la musica a palla nelle orecchie.

''Non c'erano più biglietti'' mi aveva detto mia zia. Non ci volevo credere.

La canzone diceva il contrario, mi diceva che se volevo potevo cambiarla la mia vita, ma soltanto se mi giocavo ogni singola carta che avevo e quel giorno io avevo ancora un asso da poter mettere in tavola. Ecco perché avevo corso, corso come mai avevo fatto, con lo zaino che mi batteva contro la spalla quasi a ritmo con il mio cuore. I polmoni erano in fiamme, le gambe, non abituate allo sforzo tiravano così come il mio fianco ma non mi interessava.

Avevo deciso che quel giorno avrei cambiato la mia vita e l'avrei fatto.

Percorsi la strada che ero solita fare in un ora, in ben venti minuti e quando piombai a casa, mi fiondai ad accendere il computer.

Non avevo perso la speranza nemmeno per un secondo. Sapevo che quel giorno ci sarei stata, me lo sentivo, anche se non sapevo come spiegarlo.

Alla fine, mentre cercavo di riprendere fiato prendendomela con il mio povero PC per la sua lentezza sentii il mio cellulare vibrare come fosse stato posseduto, molto probabilmente ero io che tremavo più di lui. Ci misi due secondi netti per ricordarmi come si rispondeva e quando lo portai all'orecchio mi sentii quasi cadere.

''Li abbiamo Lù'' diceva qualcuno, non mi ricordavo chi fosse, ma alla fine mi interessava?

''Aspetta'' tentai di dire mentre tutto girava come se fossi salita sulle montagne russe senza nemmeno rendermene conto. I contorni indefiniti e le vertigini facevano pensare proprio a quello, lo sfondo sullo schermo era diventato una semplice macchia di colori i quali unici dettagli comprensibili rimanevano i due occhi sorridenti del ragazzo che, mantenendo un piccolo cartello, si prendeva gioco di me.

La sconosciuta prese a chiamare il mio nome e sbattendo le palpebre ritornai a darle retta, non avevo ancora capito bene cosa stesse dicendo ''I biglietti Lù, ci sei. Sono in prima fila?''

''Non mi sento molto bene'' dissi semplicemente lasciandomi cadere nel divanetto di fronte alla scrivania ancora persa in quei bellissimi occhi verdi.

''mi senti?'' la linea era un po' disturbata ma riuscii comunque a ridere per quello che mia zia cercava di dirmi. ''No.'' iniziai '' Io non mi sento bene zia. Ti sento perfettamente'' giocherellai con la manica del mio maglioncino mentre mi lasciavo andare contro lo schienale, svuotata o forse troppo piena di emozioni da poter lasciarle uscire.

''Grazie'' farfugliai mentre lei rideva e chiudeva la conversazione.

Sollevai il capo verso Harry, che mi sorrideva dall'altra parte della stanza e con mia grande sorpresa, mi ritrovai a sorridergli di rimando. ''Visto Harry? C'è l'ho fatta.''

 

***

 

Da quel giorno fu un continuo lavorare per racimolare soldi. Ogni occasione era buona per cercare di ripagare il debito non solo finanziario che avevo con i miei zii. Mi avevano fatto il più bel regalo del mondo. Sognavo da tanto di poter andare lì e guardare in faccia quei cinque ragazzi che mi avevano fatto ridere quando ero triste e commuovere quando pensavo che niente avrebbe più potuto farlo. Avevo contato i giorni e quando pensavo che il momento non sarebbe mai arrivato, ero in fila con il mio biglietto che veniva strappato da un avvenente Steward, infilando un passo dietro l'altro verso quell'immensa arena, che sembrava ancora più imponente una volta che ne raggiungemmo il centro.

Io e mia cugina Rose, non eravamo in vena di chiacchierare, ci limitavamo a guardarci negli occhi e scoppiavamo in una risata quasi isterica, sintomo della nostra incredulità.

L'arena di Verona sembrava davvero bella mentre il sole calava e ne incendiava i contorni. Sembrava di essere al centro di un mondo a parte illuminato da una luce tutta sua.

Si pregustava un interessante serata ma non avevo nulla di cui preoccuparmi, ero piccola, mi perdevo facilmente nella folla e anche se ero nella sezione più vicina al palco, nessuno di loro mi avrebbe mai guardata, sarei stata invisibile, in un certo modo lo ero sempre. A stento i miei compagni di classe si rendevano conto che io esistessi, nessuno si era nemmeno preoccupato di chiedermi come mai sarei mancata per due o tre giorni. Inutile dire che in quel momento, non me ne fregava assolutamente niente. Il cuore batteva più forte persino della musica che iniziava a invadere la già strapiena arena e in un batter d'occhio il sole non c'era più. Andato via, come risucchiato dalle urla crescenti delle centinaia di ragazze presenti. Ognuna di loro aveva il mio stesso sogno, ognuna doveva a qualcuno quel posto che sia stato sugli spalti o sul prato.

Non ebbi nemmeno il tempo di prendere il cellulare per scattare una foto ai bellissimi spalti illuminati che tutto si fece silenzioso. Mi voltai e li vidi. Tra il fumo e le urla. Qualcosa si stava sollevando e loro erano lì.

Non delle semplici figure senza tempo appese alla parete della mia stanza con una scritta enorme, grande come le aspettative di tutte le fan presenti quel giorno. Bensì reali, in carne ed ossa e forse, più belli di ogni foto che avessi mai potuto salvare sul mio computer.

Harry. Era lui che i miei occhi cercano. L'avevano sempre cercato. Era a testa china, vicino a Liam e si stava aggiustando quel benedetto ciuffo. Quante notti insonni a pensarlo? Quante fantasie completamente sbagliate avevo avuto ripensando a quel giorno?

Era lì adesso. Stava sorridendo. Il genere di sorriso che metteva in mostra le sue bellissime fossette e saltellava sul posto. Senza un motivo apparente. Se ne stava al suo posto giocherellando con il microfono prima di sollevare il capo portarselo alla bocca e intonare la prima nota.

Up All Night.

Tremavo, urlavo, agitavo le mani. Era come se fossi un tutt'uno con il resto del pubblico. Eravamo un unico coro che saliva fino alle stelle facendo provare invidia ai migliori degli angeli.

I ragazzi saltellavano da una parte all'altra del palco e provavo sempre un po' di ansia quando superavano un minuscolo rialzo al centro dello stage. Sentivo il cuore fermarsi in gola ogni singola volta. Non volevo si facessero male eppure a loro non importava. Continuavano ad agire come se fosse tutto nella norma. Sorridevano e cantavano al loro limite prendendosi anche gioco di alcune ragazzine che stavano piangendo e non avevano ancora smesso.

Dopo una serie di ''Verona Are you ready'' e ''Verona...Make some Noise'' eravamo vicini alla mia canzone preferita. Mi lasciai cullare dolcemente dal suono di Moments mentre le parole prendevano forma sulle mie labbra disperdendosi nello spazio senza trovare uno sfogo acustico. Erano solo mie, pronunciate solo per me e per il mio cuore. Avevo gli occhi chiusi e sognavo, mentre le lacrime minacciavano di uscire. Era una bella sensazione. Sentire la propria canzone preferita, suonata dal vivo, sapendo che chi la canta ci mette l'anima in ogni parole e se poi ti lasci prendere la mano ed immagini che quelle parole siano solo per te non ne fai una tragedia perché non ti senti sola quando sogni e sei circondata da sognatrici.

Ebbi una strana sensazione verso la fine di Moments. Sentii tirare verso il basso e quasi morii di paura prima di capire che era mia cugina. Mi stava tirando il braccio con insistenza cercando di mimarmi qualcosa che non riuscivo a comprendere per via della musica. Mi chinai verso di lei e vorrei non averlo mai fatto.

''Ti sta guardando'' corrucciai la fronte mentre lei affondava le unghie nella mia carne nuda. Eravamo a metà maggio e stare in mezzo ad una folla così scatenata non era esattamente quello che ti faceva pensare di indossare un maglioncino o una maglietta a maniche lunghe, quindi quando le sue unghie andarono in profondità sentii una fitta e subito dopo prurito.

''Ti sta guardando brutta imbecille vuoi girarti?'' avrei voluto dire qualcosa, tipo: chi fosse la persona che mi stesse guardando, cosa ci fosse di strano eravamo circondate da centinaia di persone, eppure riuscivo a concentrarmi solo sul braccio che mi faceva male e veniva strattonato con poca cura. Delle fitte si dispersero in tutto il mio corpo e iniziai a non sentire più nulla. La testa mi ronzava come se fosse stata sul punto di esplodere e quando sollevai finalmente il capo dal pavimento, pensai di poter davvero vedere la mia testa esplodere. Sentivo i suoi occhi addosso, scrutarmi il viso con un sorriso alquanto strano. Guardai alle mie spalle e quando tornai a incrociarlo, era ancora lì solo che questa volta non sorrideva più.

Mi sentivo percossa da scariche di adrenalina che mi impedivano di respirare, il verde dei suoi occhi era accentuato dalla luce dei riflettori e sembrava stesse cercando di perforarmi l'anima. Iniziai a mordermi il labbro non sapendo che altro fare. Non riuscivo a muovermi a malapena respiravo, e Harry non accennava a volermi lasciar andare. Volevo guardare gli altri, ero lì anche per loro ma non potevo. Mi risucchiava completamente, l'aveva sempre fatto e dal vivo, mentre a separaci c'era solo una transenna e qualche metro di palco, era anche peggio. Sentivo la vita piano piano perdere interesse per il mio corpo e la situazione peggiorò nel momento in cui iniziò a cantare. Lo stomaco ebbe uno spasmo e mi sembrò di voler vomitare ma non avendo mangiato, non avevo nulla da buttare fuori così rimasi lì ferma, immobile nei suoi occhi, troppo lontano per potergli scrutare l'anima, troppo vicino da poter anche solo tentare di allontanare il mio sguardo.

Liam venne in mio soccorso prendendo in giro Harry su qualcosa che non riuscii a sentire. Il mondo riprese il suo corso e io potei tornare con i piedi per terra. Era pericolosa quella sensazione che Harry aveva insinuato nelle viscere del mio corpo eppure non era sgradevole. Mi era piaciuta anche se la temevo. Era troppo stravolgente, troppo inconsueta anche per una ragazza pazza e stramba come me. Era semplicemente troppo. Harry era troppo per me. In ogni sua sfumatura.

Presa dalla paura avevo istintivamente evitato di guardare Harry per tutto il resto del concerto concentrandomi molto sugli altri. Ad ogni canzone il soggetto delle mie attenzioni variava.

Back for you la dedicai a Louis, Summer Love a Zayn, Over Again a Liam e Little Things a Niall anche se non potei fare a meno di sospirare allentando il peso nello stomaco ogni volta che toccava ad Harry.

Purtroppo però i miei sforzi furono vani, i miei paletti spazzati via come se fossero stati tessere del domino in balia della più terribile delle tempeste.

''Vorrei solo Precisare'' iniziò Harry prima di apprestarsi a cantare la prossima canzone.

''Che siete stati fantastici, tutti quanti'' Perché sentivo qualcosa che sarebbe successo qualcosa? Non potevo semplicemente essere la ragazza invisibile? Non mi ero mai accorta quanto mi crogiolassi nell'essere una persona che non desta nessun interesse negli altri. Era come uno scudo e la verità era che mi piaceva pure, adesso lo rimpiangevo. Non avevo forse sognato che mi notassero? Era prima però che mi ritrovassi nella tempesta di emozioni che Harry mi aveva suscitato. Prima di sentirmi prosciugare e scomparire nel suo essere.

''E come premio per il vostro interesse, Abbiamo deciso di chiamare qualcuno sul palco''

Non sono io. Continuavo a ripetermelo. Quasi risi mentalmente al pensiero. Come potevo essere io, Harry probabilmente si era semplicemente incantato prima, lo faceva spesso. Quante volte avevo preso in giro le ragazzine che si erano emozionate solo perché pensavano di essere l'oggetto delle attenzioni di quel pazzo ragazzo dai capelli ondulati quando invece si era semplicemente imbambolato e fissava un punto indefinito. Avevo tanto desiderato abbracciarlo e farlo sorridere, in quei momenti non era mai felice.

Quel ragionamento che mi ero creata mi fece venire una fitta di delusione nello stomaco che però dovetti ricacciare via perché qualcosa appannava la mia vista. Una luce forte, il tipo di luce che vedi nei film solo quando il personaggio è in procinto di ''CAMMINARE VERSO LA LUCE''.

Solo che quella luce era dannatamente reale e mi stava bruciando gli occhi.

''Tu, Vorrei chiamare quella ragazza con la maglietta nera a bindelline leggermente scollata. Si la brunetta, la piccolina. Si, tu.'' stava dicendo Harry era strano che parlasse così forte? Abbassai lo sguardo e notai per la prima volta la mia maglietta. Oh Cazzo. Pensai guardandomi intorno. Tutti mi stavano fissando, alcuni con rabbia, altri con stupore.

''Svegliaaa'' sentii dire mia cugina mentre mi pizzicava per aiutarmi ad uscire dal mio stato di coma. Sentivo il lieve tono di stizza che aveva usato per richiamarmi, tuttavia non sapevo che fare due occhioni verdi erano proprio lì di fronte a me e si aspettavano che facessi qualcosa.. qualsiasi cosa. Magari potevo..Scappare? Non se la sarebbe presa troppo a male Harry vero? Probabilmente io si però. L'avrei rimpianto per tutta la vita.

''Ti va di aiutarmi a cantare Rock Me?'' sbattei forte le palpebre. Rock Me era la mia canzone preferita in assoluto, quante volte l'avevo ascoltata fino ad addormentarmi? Quante volte l'avevo cantata a squarcia gola per sentirmi meno sola mentre in casa l'unica compagnia che avevo era quella del mio criceto? Beh adesso cantarla dal vivo però, si sarebbe rivelata una sfida, specialmente perché sapevo benissimo di non essere in gradi di cantare.

Afferrai la mano che Harry mi stava porgendo e aiutandomi scavalcai le transenne. Era grande e i suoi anelli a contatto con la mia pelle mi fecero venire la pelle d'oca ma non era il peggio. Il peggio era l'odore, fortissimo che emanava. Di solito dopo un ora di concerto, non tutti i cantanti potrebbero profumare in quella maniera. Eppure Harry Profumava. Harry era un eccezione anche in quello. Odorava di Muschio, buonissimo muschio bianco che di fece strada nel mio cuore nella stessa maniera nella quale io e lui, ci stavamo facendo strada sul palco.

Con grandi falcate salì i gradini quasi trascinandomi dietro. La sua mano ancora legata alla mia come se la stesse proteggendo da qualcosa. Sorrisi a quel pensiero.

''Non siamo soliti trascinare gente sul palco'' iniziò Louis quasi incespicando nelle parole per quanto forte stava ridendo ma si ricompose molto velocemente mentre si avvicinava a noi due.

''Io sono Louis'' disse e questa volta tocco a me soffocare la risata. Come se non lo sapessi, pensai. Come se mezzo mondo non sapesse chi tu sei.. mi corressi. A lui dissi solo ''Sono Luana'' il mio inglese. Ero così nervosa che nemmeno sapevo se riuscisse a capirmi oppure no. Sapevo solo che dovevo sintonizzarmi su un altro traduttore. Nella mia testa, avevo parole che si susseguivano e sguazzavano sistemandosi a casaccio nella speranza di formare qualche frase che avesse senso. Era un lavoraccio perché alcune parole non le ricordavo in italiano, e quindi nemmeno potevo usarle in inglese per paura di dire qualche parolaccia o fare un commento poco carino.

Il secondo a farsi sotto fu Liam con il suo bellissimo sorriso e il suo accento da orgasmo. Lasciatemelo passare, adoravo davvero il suo accento, aveva il modo stravagante di parlare così veloce che sentivo il mio cervello fare Click ogni volta che finiva una frase e poi riuscivo quasi a immaginarmi il rumore del nastro che si riavvolgeva per trascrivere in maniera comprensibile le parole.

Zayn rimase un po' a dondolarsi sui talloni mentre Liam si faceva da parte e con altrettanta riluttanza si appresto ad abbracciarmi. Aveva una bellissima giacca di pelle nera sopra ad una maglietta bianca e nel momento in cui si chinò per stringermi in un abbraccio riuscii a sentire la barbetta incolta sfregare contro la mia spalla, una sensazione carina, famigliare quasi. Era più bello di quanto potessi mai immaginare e solo quando lo guardai negli occhi capii quanto le foto fossero lontane chilometri dalla realtà. Niall fu più scherzoso, non si perse in chiacchiere mi abbracciò e poi blaterò qualcosa a proposito del mio nome. Maledetto accento irlandese pensai ma non avevo nessuna voglia di fare una figuraccia chiedendogli cosa aveva detto così mi limitai a sorridergli e a prendermi un secondo abbraccio dicendogli solo '' You're cool Crazy Mofos'' rise e mi scompigliò i capelli.

Harry mi si fece di nuovo accanto e mi porse il suo microfono ''Canterai con me vero?'' arrossii lievemente evitando accuratamente il contatto con i suoi occhi, concentrandomi sulle mie scarpe.

''Non sono brava a cantare'' farfugliai e sentii Louis ridere mentre urlava ''Perché noi lo siamo?''

tutta l'arena tremò per la battuta proprio mentre liquidava la faccenda con un gesto della mano.

Le prime note di Rock Me colpirono il suolo e si sollevarono verso l'alto mentre Harry batteva le mani a tempo. Sarei stata disposta a umiliarmi pur di farlo felice? Avrei cantato stonando come un campanile pur di vederlo sorridere? Non pensai ad una risposta per tempo visto che stava già intonando la sua parte ''Do you rememeber summer on 09'?'' Sorrisi, era tutta un altra faccenda adesso che potevo sentire Harry cantarla. Era travolgente e senza volerlo mi ritrovai a cantare il ritornello con loro. E quando il microfono quasi mi toccò le labbra mi accorsi di essermi persa ad osservare le mille luci colorate che riempivano l'arena. Non esistevano persone solo un insieme di colori che si muoveva ondeggiando come se fosse in balia delle onde. Una sola voce. Una sola anima. Una sola persona eravamo noi sul palco e loro dalla parte opposta. Ora capivo davvero i ragazzi quando dicevano che amavano il loro lavoro. Se solo tutti coloro che li reputavano ragazzini stereotipati avessero potuto vedere quello che stavo vedendo io in quel momento. Chi aveva detto che la magia non esisteva era perché non si era mai trovato sul palco durante un concerto dei One Directon.

Questi ragazzi erano speciali, non che prima non lo sapessi solo che ne abbi la conferma da Harry che mi cinse la vita e si chinò a cantare con me. Scacciai la tensione proprio grazie al fatto che stavo cantando spinta dalla corrente. Nessuno poteva stonare, nessuno poteva sbagliare. Eravamo tutti Cantanti in erba e nessuno sarebbe venuto a dirci cosa fosse giusto o sbagliato. Nessuna nota contava più dell'altra. Solo l'insieme aveva davvero importanza.

Quando Rock Me finì mi aspettavo che sarei tornata immediatamente al mio posto fra i comuni mortali, ma Harry mi posò una mano sulla spalla nuda tirandomi indietro.

''Vieni nel Back Stage dopo il concerto'' stava sussurrando, e con tutto quel frastuono pensavo di aver sentito male.

''Ho detto..'' iniziò spazientendosi in maniera positiva, quasi trovasse divertente la mia faccia sperduta e terrorizzata. ''Vieni nel Back Stage dopo la fine del concerto''

scossi il capo quasi avesse detto di aver visto un unicorno volante ''Non posso, non ho il pass. Non mi lasceranno passare'' urlai per sovrastare le altre voci. Era un peccato che non ci saremmo più visti, tuttavia non avrei permesso alla memoria di lasciar andare quel momento. Sarebbe stato più prezioso dell'oro.

''Vieni dietro le quinte, farò in modo che ti lascino passare. Chiedi di me''

Chiedere di Lui? Si era impazzito? Sicuramente non aveva idea di quante fan andavano e usavano questa scusa però nel profondo del mio cuore sapevo e quasi temevo quella non fosse l'ultima volta che l'avrei visto.

Me lo sentivo proprio come sentivo che mi avrebbe tenuta ancora lì per domandarmi qualcosa. Lo sapevo e quando gli diedi una leggera gomitata nello stomaco solo per farlo arrabbiare lo vidi sorridere così tanto che non solo vidi le sue fossette, ma persino le leggere rughe attorno ai suoi occhi. Allontanai lo sguardo mentre cercavo di imprimermelo a fuoco nella mente. La verità era che già bruciava dentro di me. Solo ero troppo stupida per ammetterlo. Ero una semplice fan, trasportata dall'euforia. Quello non era niente di importante. Mi sarebbe passato. In qualche modo le cotte per i cantanti e gli attori mi passavano sempre. Questa magari sarebbe durata solo più a lungo.

 

***
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