Capitolo 4
Ogni volta che Scarlett e Grell decidevano di
andare
pacificamente a cena assieme, scoppiavano polemiche assurde per
l’abbigliamento
“sciatto” (come lo definiva Grell) di sua figlia. Ma a lei
poco importava, era
perfetta esattamente così com’era. Non le piaceva
truccarsi vistosamente ed
indossare tacchi a spillo, a lei piacevano i capi d’abbigliamento
comodi, con i
quali si poteva muovere in libertà, e non quelle gonnelline
inguinali che se
alzi male la gamba ti si vede tutto.
Scrollò le
spalle e
si tolse la divisa, poggiandola sul suo letto ricoperto da lenzuola
nere e
coperta con tanti teschi. Aprì il cassetto nero ricoperto di
adesivi delle band
per tirarne fuori una canotta nera abbastanza scollata ed attillata,
sopra la
quale abbinò una camicetta a scacchi bianchi, neri e grigi.
Infilò degli shorts
e i suoi amati anfibi fin sotto il
ginocchio, si rifece la coda ed era pronta. Quando uscì dalla
sua camera, si
ritrovò davanti Grell vestito in maniera piuttosto sobria.
Un’elegante
camicetta rossa abbinata ad un foulard a pois rossi su sfondo bianco,
dei
pantaloni bianchi attillati e delle decolté con tacco
relativamente basso rosso
fuoco. Il tutto condito da un trucco elegante ed il rossetto rosso.
Appena la vide, storse la bocca in
un’espressione quasi schifata.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa, Scarlett lo interruppe.
-Sono perfetta, non cominciamo. Andiamo al nuovo
ristorante
italiano, vero?-
Grell annuì roteando gli occhi. Tanto, non
sarebbe comunque
riuscito a farle indossare un vestitino.
Il ristorante era stato inaugurato un mese prima
ed era già
pieno di gente. Scarlett e Grell presero un tavolo vicino alla vetrina,
così da
potersi godere il via vai di gente che passeggiava per le strade di
Londra dopo
il crepuscolo. Erano ancora intenti ad esaminare il menu quando un
cameriere in
frac gli si accostò discretamente.
-Volete ordinare?- chiese una voce piuttosto
familiare.
Appena Scarlett alzò lo sguardo per
ordinare, rimase
interdetta. Vestito impeccabilmente, con i capelli tirati dietro ed il
classico
blocchetto a portata di mano, Eric la fissava basito.
Dopo le prime occhiate di stupore, Scarlett
riuscì a
formulare la classica domanda scontata.
-Eric! Tu lavori qui?!- chiese.
-Oh buonasera Scarlett… Buona sera anche a
lei signor…
Signora Sutcliff – disse, correggendosi all’ultimo secondo.
Scarlett gli lanciò
un’occhiata perplessa, mentre Grell si gongolava per essere
appena stato
chiamato “signora”. Con il capo che gli lanciava
occhiatacce, Eric fu costretto
a prendere gli ordini e portarli in cucina in fretta e furia, per
evitarsi una
di quelle strigliate epiche riservate esclusivamente ai nuovi arrivati.
-Quello è ragazzo che fa il tirocinio e sta
sempre con quel
piccoletto moro, vero? Beh devo dire che è davvero un bel
ragazzo, e ha anche
un bel fisico… Oltre che un bel sedere…- disse
sporgendosi dalla sedia per
guardarlo meglio, dando un sorso al suo bicchiere di vino bianco.
-Papà!- fece Scarlett, dandogli un calcetto
sotto il tavolo.
-Che c’è? Gli occhi sono fatti per
guardare-
La ragazza roteò gli occhi prima di
mettersi a cercare Eric
con lo sguardo.
-Piuttosto, non è che nulla nulla ti
piace?- punzecchiò.
Quella domanda la colse alla sprovvista,
così cercò
disperatamente un diversivo per aggirare l’argomento pericoloso.
Se c’era una
cosa di cui non poteva assolutamente parlare con Grell, quelli erano i
ragazzi.
Ah, e i Demoni che fingono di essere maggiordomi.
-Ah… Ehm no….Uh guarda! Quello non
è il maggiordomo,
Sebastian o qualcosa del genere?-chiese d’impulso, indicando una
persona a caso
che passava li fuori.
-Cosa? Dov’è?!- strillò Grell,
appiccicandosi contro il
vetro.
-Oh no, non è lui, avevo visto male. Cielo
se gli
somigliava... Comunque, è graziosa la tua camicetta, nuovo
acquisto?-
Così Grell si dimenticò
completamente della domanda
pericolosa, e la serata padre-figlia proseguì alla meraviglia,
tra gossip degno
delle peggiori parrucchiere dei peggiori paeselli del Regno Unito e
risate
sguaiate, accompagnate da prelibato vino bianco e pietanze italiane.
Finita la serata, pagarono il conto e rientrarono
a casa,
lasciando, ovviamente, una generosa mancia al cameriere.
L’orologio segnava le
dieci e mezza: giusto in tempo per guardare tutti insieme il loro
programma
preferito, ma appena rientrarono a casa, trovarono William che dormiva
beatamente
sdraiato sul divano, con la tv accesa e un libro in faccia.
Ultimamente, il
lavoro lo stava seriamente uccidendo. Pratiche, raccolte, matricole e
quel
Demone che continuava a creare problemi.
-Oh, povero il mio amore caricato di lavoro-
squittì Grell,
precipitandosi a togliergli il libro dalla faccia. Di tutta risposta,
William
spalancò gli occhi, svegliandosi di soprassalto.
-Oh dannazione! Mi sono addormentato! Quel demone
e il suo
padrone danno parecchi problemi- ringhiò, mettendosi a sedere.
Dopo una
manciata di secondi si accorse della presenza di Scarlett, ancora in
piedi
sulla porta –Come è andato il tuo primo giorno al
Dipartimento, Scarly?-
-Mh, non posso lamentarmi, è andato benone.
Tu sei stanco,
io sono stanca e penso che anche papà Grell lo sia. Stasera
salto il programma,
buonanotte!-
Con un sorriso smagliante si rintanò in
camera sua,
lasciando Grell e William sul divano.
-Ah, la nostra bambina- sospirò Grell,
rannicchiandosi
contro William, il quale si era abbandonato contro lo schienale del
divano con
un sonoro sbadiglio.
-Ormai sta diventando una donna- sospirò
stancamente,
poggiandogli un braccio attorno al collo e stampandogli il classico
bacio da
persona che si è appena svegliata.
Rimasero in quella posizione finché William
non ricadde nel
mondo dei sogni, portandosi dietro Grell.
Quel ragazzo era davvero un figo. Il sonno non
arrivava e il
bel faccino di Eric rimbalzava nella testa di Scarlett come una falena
ipnotizzata dalla luce.
Era forse la prima volta in tutti i suoi
diciassette anni di
vita in cui aveva cominciato a provare interesse per un ragazzo.
Sbuffò
abbandonando il tepore delle coperte e si trascinò verso il
bagno,
assicurandosi che l’acqua fosse gelida prima di sciacquarsi la
faccia. Poi andò
in cucina, attraversando il salone dove i suoi dormivano tutti
accoccolati sul
divano con la tv accesa.
Era quasi tentata di svegliarli per dirgli di
andare a
letto, ma si limitò a spegnere la tv, prendere dalla dispensa
una tavoletta di
cioccolata ben nascosta agli occhi di Grell e se ne tornò in
camera sua,
sbattendo con cura la porta in modo da far svegliare quei due sul
divano. Si
rintanò sotto le coperte, mangiando con ferocia quella tavoletta
di cioccolato.
Dopo ore e ore passate a rigirarsi, il sonno la avvolse nel suo tepore,
esattamente cinque minuti prima che suonasse la sveglia.
-Si può sapere che hai oggi?- chiese
cautamente Alan.
Eric quella mattina era decisamente strano. Non
aveva detto
mezza parola, da che si era svegliato fino al tragitto in auto per
raggiungere
il Dipartimento. E inoltre, aveva un’espressione allucinata, come
se fosse da
tutt’altra parte con la testa. Effettivamente, aveva ben di
meglio a cui
pensare. Neanche lui era rimasto immune al fascino di Scarlett. Si, gli
piaceva
davvero tanto, con quei lunghi capelli mogano, quello sguardo freddo ed
impassibile… Ah, quella ragazza.
-Nh? Io?- chiese, riemergendo dal mondo dei sogni.
-No, quell’altro lì accanto a te. Con
chi devo parlare
scusa?- sbottò.
Conosceva Alan da troppo tempo per liquidarlo con
un “Ah no
niente, sai, problemi di insonnia” oppure “Mah nulla
figurati, un po’ di
pensieri”.
Così gli serviva un diversivo per perdere
tempo ed aggirare
la domanda pericolosa. Fortunatamente per Eric, arrivarono davanti al
Dipartimento, dove Scarlett stava scendendo dalla Ferrari fiammeggiante
di
Grell con lo sguardo assonnato e perso.
Gli occhi di Eric si posarono immediatamente su di
lei.
Bellissima, davvero bellissima.
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ed eccoci al quarto capitolo *^*
A quanto pare, i due giovani novizi sono mooolto attratti l’uno dall’altra. Come andrà a finire?! DD: *momento di suspense acuta*
In ogni modo, vorrei ringraziare i primi fan, coloro che hanno seguito con passione la mia storia. Grazie, grazie di cuore ^^
Al prossimo capitolo!
Mad Doll
GRAZIE PER AVER LETTO!