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Autore: coldcoffee    23/10/2013    4 recensioni
Ero una ragazza non molto popolare. A dire il vero, non lo ero affatto.
E con questo, intendo che avevo qualche amico, gli unici che secondo me erano sani mentalmente. Dal canto mio, odiavo tutte quelle ragazze che usano se stesse per ottenere cose o persone. La trovo una cosa ridicola.
Avevo 19 anni, ero al primo anno e avevo la sensazione di essere costantemente inadeguata per ogni cosa che facevo in ogni ambito, sempre e comunque.
Ormai convivevo con questa paura, considerandomi un tipo altamente ansioso, di quelli che con ogni minimo cambiamento vanno nel panico. Che faticano ad accettare se stessi e gli altri.
Mi chiamavo Grace.
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Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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*GRACE’S POV*

Ero una ragazza non molto popolare. A dire il vero, non lo ero affatto.
E con questo, intendo che avevo qualche amico, gli unici che secondo me erano sani mentalmente. Dal canto mio, odiavo tutte quelle ragazze che usano se stesse per ottenere cose o persone. La trovo una cosa ridicola.
Può sembrare il classico inizio di una bellissima storia romantica, ma era solo la normalità.
Vivevo la mia banalissima vita in Inghilterra e studiavo in un università di Manchester.
Avevo 19 anni, ero al  primo anno e avevo la sensazione di essere costantemente inadeguata per ogni cosa che facevo in ogni ambito, sempre e comunque.
Ormai convivevo con questa paura, considerandomi un tipo altamente ansioso, di quelli che con ogni minimo cambiamento vanno nel panico. Che faticano ad accettare se stessi e gli altri.

Detto questo, vi sarete già fatti un’idea di me, etichettandomi come “paranoica” e questo va bene. Lo fanno tutti. Ormai ci sono abituata.

Adesso andrò a toccare un tasto dolente della mia esistenza: i maschi.
La mia storia più recente risale alla prima superiore, molto tempo fa, che nemmeno così si può definire. Diciamo che non avevo esperienza in questo campo. Ma tanto pensavo che gli uomini fossero stupidi o superficiali, a parte Niall. Oh, lui è il mio migliore amico.
Lo conosco dall’asilo. Potrei affermare che conosce ogni cosa di me e viceversa.
E’ l’unica persona sulla terra con la quale non ho mai litigato. Non so neanche come sia possibile. Posso descriverlo come un ragazzo carino, con dei bei occhi azzurri – e con questo intendo color del cielo quando non ci sono nuvole – e i capelli biondi – tinti, ma pur sempre biondi –, che ha sempre in disordine, nonostante i miei sforzi.

Io non so come descrivermi.  Non sono brava in queste cose …
Ho i capelli neri, né troppo corti, né troppo lunghi. Quanto basta per fare una treccia, insomma. I miei occhi sono marrone scuro, ma hanno una leggerissima – e quasi impercettibile ­– sfumatura di verde. Niall ripete sempre che sono bellissimi, particolari, eccetera. A me fanno schifo.
Ho sempre voluto avere gli occhi azzurri. Detesto averli così. Ma non ci posso fare niente, in più le lenti a contatto mi sembrano stupide.

Non mi resta che dirvi com’è la mia famiglia. Non aspettatevi chissà cosa, è esattamente come dovrebbe essere. Mio padre è un manager che lavora in un’azienda per le comunicazioni.
E’ un bell’uomo, con i capelli scuri come i miei e un buon odore di dopobarba.
Ha un carattere molto riservato, non gli piace mettere in mostra quello che ha né vantarsi, in più ha una passione per le cose interessanti. Qualsiasi tipo di cose. L’unico difetto che ha, secondo me, è che adora mettere in chiaro che lui è il capo famiglia e che in casa sua decide lui.
Certe volte è irritante, ma che volte farci? E’ fatto così.

Mia madre, invece, ha i capelli biondi – anche lei tinti, che originalità, eh? – e gli occhi verdi, con dei tratti marroncini, il mio opposto. E’ una persona gentile, con la quale si può ragionare.
Lei organizza eventi di ogni genere e, nel tempo libero, scrive.
E’ una donna sensibile, per questo si fa prendere – a volte fin troppo – la mano.
Adora prendere parte ad iniziative tipo “salviamo i panda dall’estinzione” o “cucina una torta per gli orfani”. Cose che io non farei mai. Non sono nel mio stile.
Questa è l’unica cosa per la quale i miei genitori litigano.

Poi c’è quella peste di mio fratello che ha 12 anni e si chiama Theo. Rende la mia vita un inferno quando ne ha voglia. Mi porta all’esasperazione, però mi rendo conto che lo fa perché mi vuole bene e, in fondo, anche io gliene voglio. E’ famoso per farsi venire delle crisi improvvise e darmi la colpa di tutto. A volte vorrei strangolarlo.
Tutto sommato, siamo una bella famiglia.

Ho dimenticato di descrivere la mia migliore amica, che probabilmente è pazza, per sopportarmi così come sono. E’ davvero l’unica persona al mondo che sa tutto di me.
Si chiama Melanie e l’ho conosciuto qui, ma siamo diventate come due sorelle. Fisicamente è leggermente più bassa di me, con i capelli rossi e una spruzzata di lentiggini dappertutto. Lei le odia, ma secondo me sono carine.
I suoi occhi sono color cioccolato. Se non la conosci, sembra un tipo gentile.
Ma vi avverto, se la fate arrabbiare, diventa più pericolosa di una bomba atomica.
Comunque, vivevo con lei, dato che frequentavamo la stessa scuola. Però ogni tanto me ne tornavo a Liverpool, dove vivevano i miei.
Adesso sapete più o meno com’è la mia vita, non che sia nulla di speciale. O almeno ancora non lo era. Ma io non lo sapevo.
Da lì a poco tempo tutto quello che conoscevo di me sarebbe stato rivoltato, senza nemmeno chiedermi il permesso.

Un week-end che ero andata a trovare la mia famiglia, appena arrivata vidi mia madre in piedi davanti alla porta, con un sorrisetto stampato in faccia.
Le chiesi il perché di quell’allegria. Mi rispose che c’entrava qualcosa con le vacanze di natale.
Immaginai che papà volesse trascinarci tutti come al solito sulle Alpi, per sciare e tutto il resto.
Una cosa che ho scordato di dirvi è che papà adora lo sport. Qualsiasi tipo di sport.
Mamma no, lei è più un tipo da cioccolata calda. Io ero a metà tra le due cose.
Comunque, la cosa non era allettante. Era abitudine, ormai, però non mi andava.
Cioè, solitamente passavo il Natale con loro, mi sembrava giusto. Presi un biscotto al cioccolato e fu così che se ne uscì con un’idea che sembrava assurda.

“Grace, stavo pensando che invece delle solite vacanze potremmo andare a Londra.”

Per poco non mi strozzai. Che cosa c’entrava passare il Natale  là, quando potevamo starcene a casa? Non avevo nessuna voglia di andare a trovare la zia Nathalie e Bob.
Era un tipo strano. Cioè, sembrava che vivesse nel suo mondo personale.
Viaggiava spesso, adorava l’India e suo marito la seguiva ovunque. Si erano conosciuti mentre facevano volontariato in non so che villaggio sperduto nel nulla.
Beh, dopo un po’ le sue storie diventavano noiose, ma mi sforzavo di sembrare contenta e interessata.
Mamma si morse il labbro inferiore, aspettando che dicessi qualcosa. Dovevo avere un’espressione strana, perché non si lamentò nemmeno delle briciole che avevo sparso per tutto il tavolo.

“Sei sicura che sia una buona idea? Dobbiamo andarci per forza?”

“Dai, sai da quanto non vedo Nath … e poi Londra è bella.”

“Mamma, Londra è un città da un fine settimana, non da 15 giorni. E’ costantemente in moto, può diventare stressante. E poi, papà che ha detto?”

“Aspettavo il tuo consenso, speravo che mi avresti appoggiata.”

Mi sentivo un po’ in colpa, però le grandi città non mi piacevano molto. Ehm, sono un pochino paranoica, ve l’ho già detto? Ecco perché l’ora di punta alla metro o la folla che c’era la vigilia di Natale alla Westmister Abbey era qualcosa che non mi allettava. Ma decisi che per un anno potevo sopportarlo.

“E va bene, ci sto. Insomma, potrebbe essere divertente.”

“Grazie, lo sapevo! Ora sono felice.”

Mi abbracciò e fui contenta che sorridesse di nuovo. Dopotutto, se lo meritava.
Mandai un paio di messaggi con l’allettante notizia e Niall mi ripose subito.

Da: Niall
Testo: Figo! Natale a Londra! Sai che ci sarò anch’io? Andiamo dai nonni! Ah, già, lo sai perché li conosci pure tu. Lo scordo sempre. Beh, ci divertiremo! Ti farò conoscere della gente divertente!


Melanie rispose dicendomi che sapeva quanto io odiassi quelle cose, però aggiunse che dovevo rilassarmi e pensare positivo. Ah, voleva anche che le portassi qualcosa di dolce.
Adorava i biscotti, quindi decisi che le avrei comprato i migliori…
Passai tutto il pomeriggio raccontando come era andato il trimestre, qualche curiosità e pettegolezzo, rassicurandola sui miei voti e sulla mia vita sociale (ovviamente le dicevo tutto in modo che pensasse che fossi piena di amici).
Verso le 5:40 scesi le scale e trovai mio fratello in lacrime, ancora sporco di erba per via dell’allenamento di calcio, che si lamentava che Charlie gli aveva tirato un calcio. Accadeva sempre. Quel bambino, prima o poi, me l’avrebbe pagata.

Così mio padre disse qualcosa tipo “gli faccio la doccia, butta la pasta”, mentre mamma mi chiedeva retoricamente di apparecchiare, ritirando fuori la solita storia che lei alla mia età faceva un sacco di cose. Ovviamente, lei non sapeva di tutto quello che gli adolescenti odierni passano dalla mattina alla sera. Ma non potevo certo raccontarle quelle cose o avrebbe pensato male pure di me. Era il mio modo per proteggerla e per avere una specie di alibi.
Volevo cavarmela da sola, senza che lei facesse niente.
 
 
*MELANIE’S POV*

Premetti con forza la mano sul clacson, con l'altra spensi lo stereo che mi stava solo innervosendo. Ero in ritardo e non mi andava di perdermi una lezione. L'università era ancora molto lontana, ero consapevole che non sarei mai arrivata in tempo ma per arrendermi dovevo provare fino all'ultimo. La determinazione è sempre stata parte di me e non ho mai capito se è un bene o un male.
Sospirai lasciando andare la schiena contro lo schienale del sediolino mentre le macchine avanti a me non si muovevano di un millimetro, stupidissimo traffico. Nella corsia accanto alla mia le macchine si erano appena mosse e non potetti fare a meno di lanciare un'occhiata verso la macchina accanto alla mia. Una scintilla riuscì a far riaccendere quel fuoco nel mio cuore che ormai era diventato cenere. Si risvegliarono le farfalle nello stomaco e rimasi a fissarlo per alcuni minuti, fece lo stesso anche lui per qualche secondo. Non potevo crederci, non poteva essere davvero lui.

 *FLASHBACK*

-Sì.-

-Si cosa?-

-Si, voglio stare con te.-

-Ma Louis…-

-Andiamo, non essere stupida. Mi stai dietro da un anno e io sono stato tanto sciocco da capire solo ora che non posso fare a meno di te.-

 -Perchè ti diverti a prendermi in giro?-

 -Non ti sto prendendo in giro, ti sto solo dicendo di sì.-

-Dopo un anno di continui "no"?-

 -Melanie, sono sincero.-

-Vorrei crederti, perchè sarebbe tutto quello che voglio…-

-Devi credermi. Se volessi prenderti in giro non farei questo...-

*FINE FLASHBACK*

 E così diedi il mio primo bacio, al primo ragazzo che ho amato. Louis Tomlinson. Io avevo 12 anni, lui ne aveva 14. Avevo completamente perso la testa per lui. Ci siamo conosciuti quando avevo 6 anni e lui 8, tra di noi c'è sempre stata una certa alchimia, ma lui se ne è accorto più tardi. Eravamo rimasti insieme per due mesi e quando mi lasciò ci restai malissimo. Eravamo ragazzini, sì, ma quella fu la mia prima delusione d'amore e mi spezzò il cuore. Forse la chimica tra di noi era dovuta a una passione che abbiamo in comune: il teatro.

Abbiamo frequentato una compagnia insieme, ma quando anche io finii il liceo le nostre strade si divisero. Lui rimase a Doncaster, nostra città natale, mentre io mi trasferii a Manchester con i miei genitori per seguire i corsi nell'università del posto ma dopo qualche anno i miei sono tornati a Doncaster perché mio padre non poteva fare avanti e indietro ogni volta. Fu triste il primo periodo da sola a Manchester, ma avevo fatto amicizia con una ragazza di nome Grace ed eravamo diventate come sorelle. Intanto la strada si liberò dal traffico, ma ero ormai troppo in ritardo e non potevo più andare all'università. Tornando a casa non feci che ripensare all'incontro con Louis. Chissà se lui si ricordava di me.

*LOUIS’S POV *

Era davvero lei? Melanie Stewart? Quella ragazza fu la prima per la quale impazzii e se c'era una cosa che non mi sarei mai perdonato era il fatto di averla fatta soffrire tanto. In realtà non so perché la lasciai nonostante la amassi, non me lo sono mai spiegato. Dopo la nostra rottura siamo rimasti amici, ma le si leggeva negli occhi che provava ancora qualcosa per me mentre io ero più bravo a nascondere quello che provavo, anche se quando ci vedevamo non perdevo occasione per sfiorarle la mano o per abbracciarla; sicuramente intuiva che c'era ancora qualcosa tra di noi, non era stupida e cose come queste le intuiva subito.
Adesso sono fidanzato e mi sono appena trasferito a Manchester con Mercedes, la mia ragazza. Conviviamo in un modesto appartamento in un palazzo di venti piani, dividiamo tutte le spese, sia le entrate che le uscite. Ci siamo conosciuti tempo fa a Doncaster ma abbiamo deciso di intraprendere una nostra vita, siamo abbastanza grandi ormai.

Rivedere Melanie scaturì in me un'emozione stranissima, ritornai per un momento al passato dimenticandomi di tutto il presente. Non sapevo che anche lei vivesse a Manchester o magari era solo di passaggio, ma non importa.. il destino ha voluto farci rincontrare. A riportarmi sulla Terra fu il mio telefono che squillò: era un messaggio di Mechi (era il soprannome che avevo dato a Mercedes) che mi pregava di non dimenticare di comprare il pane, alzai gli occhi al cielo e accostai vicino alla panetteria.

*****
 
Nota dell'autrice: Rieccomi qui con un'altra storia, ovviamente non abbandonerò la mia altra Fan Fiction, ma ho deciso di cimentarmi in quest'altra avventura e non sono sola, perché questa è una storia a quattro mani e perdonatemi se non vi piace, è la prima che scrivo insieme a qualcun'altro. La mia parte (forse l'avrete riconosciuta dalla scrittura) è quella di Grace ed invece la parte di Melanie è scritta da una mia amica, @shestommos. Dovete scusarci per la lunghezza del capitolo, vedrete che miglioreremo. 
Ovviamente non sarà una storia banale (ci auguriamo!) e le cose si faranno presto interessanti.
Avremmo un disperato bisogno dei vostri consigli e vi saremmo grate se ci lasciaste una recensione, che è una cosa utilissima che ci aiuterebbe sicuramente a migliorare.
Spero che la cosa non vi dispiaccia e, comunque, per qualsiasi cosa, non esitate a contattarmi.
A presto, Viola&Nunzia.

 
   
 
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