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Autore: SabrinaPennacchio    23/10/2013    1 recensioni
Dopo i vari avvenimenti a Fell's Church e la delusione da Katherine ed Elena, per Damon è arrivato il momento di affrontare un altro problema.
I sentimenti e l'umanità, non svaniscono solo perché lo si vuole.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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--- Capitolo Ventiquattresimo ---

L'aura umana che fino a qualche attimo prima lo aveva invocato era improvvisamente sparita, allontanata da qualche parte. Shinichi inarcò un sopracciglio per poi assottigliare gli occhi perplesso.
Sabrina Evans, quella che quasi riteneva la donna del suo nemico più potente – Damon – prima lo aveva evocato e adesso non si trovava in quell'appartamento dalle pareti rosse e i mobili eleganti in stile moderno.
Si lasciò scappare uno sbuffo sogghignante. Non ci avrebbe messo molto a localizzarla ma come aveva detto a sua sorella Misao pocanzi: che gusto c'era ad attaccare una preda quando se lo aspettava(?!).
Se la piccola e stolta umana voleva giocare, allora avrebbe giocato volentieri. Infondo si sapeva quanto lui amasse simili svaghi, se così li si poteva definire.
Se era fuggita per paura o se fosse stata scoperta da qualcuno, poco importava «Vorrà dire che ci divertiremo a torturare qualcun altro ancora un po', prima di passare a te, ai» schioccò le dita e facendo ricomparire la chiave Kitsune, aprì un varco che lo conducesse dalla sua prossima vittima sacrificale.

«Ma dico io: sei impazzita per caso?!»
Sabrina non sapeva dire con certezza cosa fosse accaduto in quei brevi istanti in cui aveva visto una luce materializzarsi nella stanza – dalla quale si aspettava l'entrata in scena del demone volpe -. Sapeva solo che un attimo prima era lì mentre l'attimo dopo eccola nella foresta poco lontana dalla sua abitazione ormai in cenere e la casa di Angel e suo padre.
E poi per l'appunto c'era la sua amica dai lunghi capelli corvini e gli occhi di un intenso azzurro cielo che la scuoteva – tenendola con entrambe le mani sulle spalle – con fare nervoso e a dir poco furibondo.
Sicuramente era stata lei ad allontanarla da casa di Damon ad una velocità impressionante.
«Volevi per caso farti uccidere?! Non sono sparita per vederti andare incontro al suicidio, deficiente!» le parole arrabbiate che l'amica continuava a sbraitare a voce alta arrivarono al suo cervello quasi in un secondo momento e per un attimo la guardò spaesata, come se avesse appena compreso ciò che era accaduto.
«Angel..?!» farfugliò con espressione mista fra stupore e tristezza. Strinse affranta gli occhi e allungò un sorriso tremante «Sei tornata...»
la vampira fermò per un attimo il suo scuoterla e rimase in silenzio il tempo necessario per guardarla con preoccupazione. In effetti Stefan le aveva parlato del lutto della sua migliore amica e essere così dura una volta riviste dopo settimane poteva esser sembrato esagerato. Ma diavolo! Si era preoccupata da morire quando aveva sentito quelle stupide parole d'evocazione ad una morte certa dopo uno schifo di stupro!
«Si» disse soltanto con espressione ancora seria, ancora troppo arrabbiata per riuscire ad allungare un sorriso almeno confortante «sono tornata stamani e sono passata da Stefan che mi ha dato spiegazioni sugli ultimi avvenimenti»
«Angy...» le labbra di Sabrina tremarono ancora come lievemente il suo corpo mentre gli occhi marroni si riempivano di lacrime che però non colarono immediatamente sulle guancia rosee «mi sono preoccupata così tanto...» singhiozzò prima di stringersi a lei e lasciarsi andare ad uno sfogo di pianto quasi rannicchiandosi come una bambina che si sente finalmente al sicuro fra le braccia materne. White dapprima rimase appena sorpresa per imbarazzo, poi allungò finalmente un debole sorriso, stringendola a sua volta mentre l'amica continuava a parlare «è stato terribile... e avevo paura di aver perso anche te, l'unica parte della mia famiglia che mi è rimasta. Credevo che fossi arrabbiata con me per quella stupida lite a casa di Stefan – che ti giuro ho già dimenticato -. E credevo veramente di non vederti più! Per quanto io voglia bene a tutti loro, ad Elena, Stefan, a tutti... tu non sei sostituibile da loro. Loro non saranno mai quelle braccia di sostegno che sei tu...»
Angel nascose delle gote arrossate a quelle parole e quasi si commosse voltando il capo di lato mista fra felicità e imbarazzo dato che proprio non se le aspettava, sopratutto perché il motivo per il quale era sparita con suo padre non era affatto quello che la sua migliore amica credeva.
«Sabri...» la scansò lievemente da quell'abbraccio per guardarla ancor seria in volto «non fare mai più una cazzata del genere: intesi? Sul serio. Non sono andata via per il motivo che credi tu. Per me è tutto ok fra me e te, stupida.»
la Evans, ancora con le labbra protese verso un'espressione di dispiacere, annuì, sentendosi subito stupida per aver fatto una simile sciocchezza in quel momento di debolezza e depressione. Ma sentiva che ora la vicinanza di Angel l'avrebbe aiutata a superare la cosa tutti insieme.
E si sentiva in colpa per Damon, adesso. Se lui fosse tornato e non l'avesse trovata, avrebbe perso del tutto quel briciolo di fiducia che aveva deciso di darle con tanta fatica dato il suo passato.
«D'accordo...» farfugliò ma la vampira la scosse appena
«Me lo devi promettere» sapeva bene che una promessa per entrambe era importante, quindi l'unico modo per essere sicura che non facesse più simili atti suicida era fargliene fare una «E dopo ti riporterò indietro e ti spiegherò tutto» fece una lieve smorfia disgustata «e a tal proposito dobbiamo discutere di questa convivenza col demente dei Salvatore. Non oso neanche immaginare cosa ti abbia costretta a fare»
Sabrina rise appena a quella frase e annuì ancora una volta «Va bene. Lo prometto» fece mentre l'altra allungava un sorriso soddisfatto «E ti giuro che Damon e io non abbiamo fatto niente in questa settimana. Siamo quasi stati come due estranei che si danno solo il buongiorno e la buonanotte – tanto per dire -» 
l'altra inarcò un sopracciglio «Mi vuoi far credere che Mister tiprendocontrolatuavolontàvuoiononvuoi schifoso bastardo: non ha fatto nulla di nulla?! Cazzo. Allora dovete essere entrambi malati. Tu per la tua attrazione per lui e lui per boh, qualcosa che avrà» alzò un dito di colpo per enfatizzare le ultime parole «che sicuramente non è un sentimento! Lui sentimenti non ne ha»
Sabrina alzò gli occhi al cielo fingendo uno sbuffo «Portami indietro prima che perdiamo anche la sua alleanza, và!»

«Si può sapere chi ti ha invitato ad entrare in casa mia?» Damon inarcò un sopracciglio rimanendo per un attimo fermo sulla soglia della porta d'ingresso quando vide Angel seduta sul divano in pelle nera del salotto che parlava con Sabrina.
Avevano deciso di comune accordo di non dire niente al vampiro dell'evocazione suicida della sciocca umana.
White allungò un sorrisino sornione «E' la casa di un vampiro, deficiente. Non ho bisogno di essere invitata ad entrare.»
il Salvatore si chiuse la porta alle spalle e diede uno sbuffo «Allora forse dovrei accettare l'idea di Stefan di intestare la casa a questa piaga umana»
«Ehi!» Sabrina si tolse una pantofola per poi buttargliela contro «Questo è il ringraziamento per tenerti la casa pulita e cucinare. Ma tu guarda!» 
«Ti ricordo che cucini per la tua vita, bambolina cara: non per me. Io bevo ben altro» le sorrise di scherno rilanciando la pantofola ai suoi piedi e lei arrossì di colpo mentre si avvicinava alle donne per poi accomodarsi con poca grazia sulla poltrona davanti al divano – divisi da un piccolo tavolino in vetro -.
Angel diede una veloce occhiata all'amica e si fece sempre più convinta di quanto fosse in uno stato critico quella ragazza. Forse era davvero amore per Damon, ma lei sperava che fosse solo una cosa passeggera. Quell'uomo era troppo meschino per lei e non aveva di certo intenzione di cederla ad un tipo come lui. La sua migliore amica meritava di meglio.
«Quindi cosa ci fai qui?!» ribadì il vampiro corvino spostando la sua attenzione sulla vampira «Mh?»
«Sono qui per romperti le scatole con un allegro dibattito. Non lo trovi un buon motivo?» la ragazza tornò a dargli attenzione – seppur minima – col sorriso beffardo lungo i lineamenti pallidi del viso «Prima di tutto potrei elencarti le cose che non mi piacciono di questa storia, partendo dalla vostra convivenza che sono sicura sia per un secondo fine»
Damon portò una mano sul petto «Touchè! Hai scoperto i miei piani di maniaco sessuale su donne appena maggiorenni. Non sai a quanti Ménage à trois l'ho costretta a partecipare con me e Sage»
A quel nome la mora sussultò impercettibilmente mentre la mente si allontanò ad improvvisi pensieri all'incontro casuale che aveva avuto nella Dimensione Oscura con il ragazzo in questione.

«Essere venuta qui con l'aiuto di mio padre è stata una vera perdita di tempo. Maledizione!» Angel sbuffò mentre si incamminava per le stradine illuminate costantemente da quel fastidioso sole rosso.
Nella Dimensione Ocura – fatta eccezione per le inavvicinabili lune Kitsune dove dimoravano quegli schifosi demoni – non esistevano il giorno e la notte. Il sole era costantemente rosso a causa di quel sole – che lei immaginava essere in realtà una delle lune – rosso alto nel cielo ad ogni ora. Quindi dormire era stato del tutto impossibile e non solo per il soggiorno in quello schifoso Motel gestito da quei pochi esseri umani che erano costretti a vivere in quel mondo come schiavi degli esseri della notte.
Che vita di merda, si ritrovò a pensare la vampira mentre cacciava dalle labbra l'ennesimo sbuffo.
Più di una settimana persa in quel posto inutilmente. Quelle volpi erano dannatamente astute da non permettere a nessuno di avvicinarsi alle loro dimore. Persino pagare qualcuno per aver un pass o farsi accompagnare era impossibile. Si chiedeva seriamente come avrebbero fatto ad affrontare quel problema. E l'idea di aver lasciato sola Sabrina per tutto quel tempo non la rassicurava affatto. Ma almeno poteva dire di essersene andata solo per il suo bene, e non per sempre.
«Angel?! Vous êtes ami Stefan et Damon Angel, non?» (Angel?! Tu sei Angel, l'amica di Stefan e Damon, vero?)
La ragazza si ritrovò quasi costretta a girarsi a quelle parole dette da una voce alquanto familiare seppur conosciuta da poco. Sorrise però nel ritrovarsi di fronte la figura affascinante e muscolosa di quel vampiro dalla carnagione abbronzata e i lunghi capelli rossi che come al solito – a torso nudo – camminava accompagnato dal suo cane demoniaco e quel falco sulla spalla dalle unghia infilzate in quella pelle ormai abituata: Sage, se non ricordava male. Il francese.
«Bah, di Stefan certo ma di Damon possiamo anche cancellarlo» rispose con una risatina mentre lo salutava con lo sguardo «E tu devi essere Sage, se non ricordo male, il vero ed unico amicogay di quel vampiro di merda»
il rosso inarcò un sopracciglio a quelle parole guardandola dapprima con stupore per poi scoppiare a ridere sonoramente «Io non sono gay!»
«Oh...» Angel arrossì appena per la gaf, grattandosi il collo dietro la nuca «scusa... è che sembri così... affiatato con lui che...»
«Sono bisexuels» 
le parole della mora si bloccarono di colpo mentre gli regalava un'occhiata con fare quasi ovvio «e allora è lo stesso»
il vampiro francese schioccò la lingua per poi dissentire muovendo l'indice della mano sinistra «Invece est différent» le enfatizzò con lo stesso fare ovvio dell'altra «mi piacciono entrambi i sessi, mon tresor» 
«... si... d'accordo...» gli diede le spalle come per andarsene e lasciarlo solo quando lui le afferrò un braccio con fare curioso 
«Cosa ci fai nella Dimensione Oscura tutta sola? E sopratutto: come sei entrata qui?» infondo lui era uno dei Guardiani e vedere una persona del tutto “normale” entrare ed uscire senza problemi quando anche lui non aveva il potere di riportarvici Damon, era del tutto inusuale.
«Hai tempo da perdere?» ed infondo Angel pensò che quell'affascinante compagnia non sarebbe stata del tutto male o inutile.

Meglio dimenticare quel che è successo dopo. Pensò fra sé tornata alla realtà da quel momentaneo Flash Back interrotto dal suono della porta che si riapriva.
Damon sbuffò sapendo già di chi fosse tornato
«Damon! Mon amour!» Sage allargò le braccia in segno di saluto seguito a ruota dai suoi fedeli animali mentre chiudeva la porta di casa una volta entrati tutti nell'abitazione «Ti sono mancato?»
«Per niente» sbuffò l'amico voltando lo sguardo altrove nell'appoggiare il gomito sul manico della poltrona e appoggiare la guancia nel palmo della mano alzata.
Intanto, però, allungava un sorrisino.
Sabrina ridacchiò nel salutare Sage e quando il vampiro si voltò per ricambiare e notò Angel, un largo sorriso si allungò sul suo volto raramente malizioso «Regardez qui est ici» (Guardate qui chi c'è)
Angel sospirò. Il mio sesto senso non sbaglia mai. 

 


Oo Angolino dell'Autrice oO



Holaaaaa! <3 <3 <3
Dio da quanto tempo era che non aggiornavo a soli due giorni di distanza da un capitolo e l'altro xD che dire, questo miracolo è dovuto ad una certa Hinata che non solo ha risvegliato le mie idee e la mia voglia di scrivere flash, ma ha anche recensito facendo la nottata tutti i miei capitoli uno x uno senza fermarsi (in meno di 24h, gente!) quindi eccole per regalo un capitolo con il ritorno della nostra cara Angel. In questa storia succedono sempre più casini e ormai sono convinta che arriverà a 100 capitoli(?)
Sperando che vi piaccia il mio lavoretto vi ringrazio ancora tutti per le recensioni e le letture che regalate alla mia ficcy <3
Un bacio a tutti voi e ci vediamo nel capitolo 25 <3

MikuChan
   
 
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