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Autore: Tonia16    23/10/2013    1 recensioni
Amaia, 16 anni, è costretta a tornare a Rivers dopo due anni che era andata via. Questa volta con sè però porta un grande segreto,che la porterà a mentire anche alle persone che le stanno più a cuore e questo non fa altro che causarle guai. Ma i guai veri iniziano quando nella sua scuola arriva un nuovo alunno che è a conoscenza del suo segreto. Amaia vuole scoprire chi è,ma non sa che questa sua ricerca la riporterà inditro nel tempo alla ricerca di risponde di cui fino ad adesso non si era neppure posta le domande.
"Guardai nel cielo ed improvvisamente ci vidi i suoi occhi, blu, come la notte, questa"
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Ed eccola di nuovo lì, nel bel mezzo del nulla.
A Rivers.
Scese dall'auto, sua madre dietro di lei che portava le valigie. Non poteva essere di nuovo a casa, ed invece era proprio tornata.
Erano passati due anni dall'ultima volta che lei era stata in quella casa, aveva aperto quella porta, aveva passeggiato per le strade di Rivers.
-"Tesoro, porto questi su in camera tua, ieri ho sistemato ed ho pulito, ho notato però che un asse del pavimento della tua camere è rovinata, domani chiamo Shelby per farla riparare"-
Quell'asse del pavimento...lì dentro aveva nascosto i suoi diari segreti, la sua prima sigaretta non finita, il rossetto rubato alla madre quando aveva solo otto anni e il bigliettino che Ivan le aveva scritto in prima elementare, ricordava ancora oggi l'espressione che aveva fatto quando l'aveva letto, e quella sensazione l'aveva sempre accompagnata durante gli anni in cui era stata amica e compagna di Ivan.
-"Non è rotta...non serve che la fai riparare!"-
Rientrare dentro la sua vecchia camera aveva dato a Amaia una strana sensazione di strordimento, eppure le era così familiare,ma era a conoscenza del fatto che era cambiata, e che ora quella camera era il suo rifugio.
Passò con le dite sui mobili, che la madre aveva pulito ieri, erano lucidi, vide anche che la madre aveva spolverato anche i quadri. Ce n'era uno in particolare al quale teneva molto: Kaire e lei in spiaggia nella vacanza del 2008. Kaire...chissà come stava, chissà come era diventata...
Le faceva male vedere quei ricordi. Le faceva davvero male, da dietro la madre l'abbracciò, con la consapevolezza che la vita per la sua bimba non sarebbe stata più la stessa.

7:00 del mattino.
-"Cavolo ti vuoi svegliare?! Porca paletta devo andare a lavoro alle 7 e trenta e non ho tempo per te, scendi e fai colazione"-
Sentiva le urla della madre già da un bel pezzo,ma di alzarsi non le andava proprio, voleva ancora stare tra le lenzuola. C'era qualcosa che la preoccupava da morire:doveva tornare a scuola. E tornare a scuola significava rivedere tutte le persone che due anni fa aveva lasciato. Non sapeva come erano diventati gli altri, non li aveva più nemmeno sentiti. Non sapeva niente di loro.
-"Fino a questa mattina non sapevo di avere una figlia in letargo, alzatiiii o vengo su io!"-
Contro la sua volontà scacciò via le lenzuola, si alzò, andò in bagno, si fece una doccia, ed stette più di dieci minuti davanti alle sue valigie che ancora non aveva disfatto per decidere ciò che avrebbe indossato, optò poi per un jens nero ed una maglia nera.
All'improvviso entrò la madre nella camera con in mano un pacco.
-"Mi stavo dimenticando di darti la tua divisa..."- La madre osservò la figlia. -" Ma come ti sei vestita? Ti sei dimenticata che qui c'è la scuola privata e devi indossare la divisa?Siamo a Rivers non più a NY."-
-" Non ho intenzione di indossare di nuovo questa divisa!"- Amaia incrociò le braccia sul petto come segno di sfida.
-"Oh andiamo, è così carina e ti farà sembrare così femminile"-
Dopo cinque minuti Amaia stava indossando la sua divisa.
Andò allo specchio e si pettino i suoi lunghi lisci capelli neri che facevano contrasto ai suoi occhi verdi e alla sua pelle chiara. Tutti le dicevano che era bellissima,ma lei infondo non ci aveva mai creduto e poi la femminilità non era il suo forte.

8:00 del mattino.
Si chiese come mai la madre l'aveva lasciata andare a scuola a piedi invece di accompagnarla rifilandogli la scusa dell'aria fresca che fa bene.
Notò che la gonna di quella divisa era corta e mentre camminava svolazzava da una parte all'altra, ringraziò se stessa per aver avuto l'idea di mettere sotto una colotte. Non era abituata più a portare quelle ridicole divise, nella scuola di NY tutti vestivano come volevano,ma qui a Rivers la scuola doveva avere un'uniforme. Provava rabbia verso questa città.

"Avete sentito? In città tutti dicono che la casa dei Grillowich sia stata aperta"
"Non penso siano tornati."
"Amaia non si è fatta sentire con voi?"
"No, lei ha i fatti suoi"
"Dicono tutti che quella famiglia era strana"
"Se Amaia fosse tornata non credete che avremmo avuto già dei guai in città?"
"Quella stronza ne combinava sempre una, e non era mai da sola"
"Esatto c'era sempre Ivan che le sbavava dietro, se solo adesso Amaia sapesse che è il più popolare della scuola, rimpieggerebbe il fatto di non essere rimasta!"

Quelle voci, non le davano fastidio,ma ve n'era una che l'aveva colpita e si girò e ditro di lei vide un gruppo di tre amiche che sparlavano di lei. E Poi la vide, proprio di fronte a lei, Kaire, i suoi capelli rame, i suoi occhi nocciola, pelle abbronzata, il suo opposto. Stettero entrambe ferme, Kaire tremava dall'imbarazzo.
-"Ed invece eccomi qui, la stronza combina guai è tornata!"-
Sorrise alle ragazze che spalancarono gli occhi.
-" E' un vero peccato che io vi abbia interrotte prima che finiste il vostro discorso... Non è così Kaire?"-
Le guange di Kaire arrossirono.
-"Amaia io non pensavo che tu..."-
-"Non preoccuparti... carissima Kaire, d'ora in poi ne avremo di tempo per parlare.."-
All'improvviso ad Amaia sembrò di essere tornata indietro e sentiva di volere ciò che un tempo aveva: Potere in quella scuola.
-"Allora chi è la reginetta quest'anno?"-
-"Io"- Rispose Kaire, mentre sorrideva beffarda.
-"Non per molto ancora"- Amaia sorrise, girò le spalle e proseguì per la strada verso la scuola. Si rese conto che Kaire non era più la stessa.
  
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