Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: firephoenix    23/10/2013    6 recensioni
Arieccomi gente! Visto l'inaspettato successo di Maka Red Riding Hood ho deciso di cimentarmi in un'altra long simile dove Maka e gli altri personaggi di Soul Eater si ritroveranno catapultati niente meno che nel paese delle meraviglie! Già, già! Spero che vi piaccia! ;)
"Che diavolo sto facendo? Sono impazzita? Stressata mi passai le mani tra i capelli e sugli occhi e calpestai qualcosa di piccolo e tondo. Alzai il piede trovandomi davanti una piccola boccetta di vetro blu. La presi. “BEVIMI” c'era scritto sopra. Mi lasciai sfuggire una risata sarcastica mentre la soppesavo con la mano.
«Fanculo!» esclamai e la svuotai in un sorso."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I cavalieri avanzavano a gran velocità verso di noi. Non ce la faremo mai!
«Soul!» urlai senza fiato attirando l'attenzione dell'albino che correva davanti a me tenendomi per mano «Perchè non ci lasciano stare?»
Forse non era il momento più giusto per chiederlo, ma Soul stava per dirmi qualcosa prima dell'arrivo dei soldati e sembrava importante.
«Vogliono te!» mi urlò lui di rimando. Quasi inciampai dallo stupore «Cioè, non tu. Ma ciò che pensano tu sia»
Capii al volo.
«Credono che io sia Alice! Allora fermiamoci!» feci per frenare, ma Soul mi tirava troppo forte perchè potessi farlo.
«E che cosa pensi di fare? Di dir loro che non sei tu? Non ti crederebbero, stupida!»
Avrei voluto insultarlo pesantemente, ma gli zoccoli dei cavalli e le urla degli uomini avrebbero coperto comunque la mia voce.
Poi di fronte a noi apparve un boschetto che separava la pianura dall'imponente montagna. Al contrario della foresta che ci eravamo lasciati alle spalle le foglie degli alberi non erano variopinte, ma bianche, solo i fusti mantenevano un po' delle tinte colorate che sparivano però mano a mano che ci si addentrava nella vegetazione. Evidentemente tutto nei pressi del castello della Regina Bianca rifulgeva di quel candido colore. Mi chiesi scioccamente se anche Soul fosse nato lì.
Correndo ci addentrammo tra gli alberi nella speranza di seminare i nostri inseguitori, ma, al contrario della folle corsa che ero pronta ad affrontare, Soul mi strattonò e mi spinse con se ad accucciarmi dietro un cespuglio bianco dalle vaghe sfumature verde-azzurre.
«Che fai?» chiesi attonita.
«Le persone scomparse, Stein, Ashura... hanno davvero tutti qualcosa in comune» fece lui ignorando la mia domanda «Ci ho pensato a lungo e ho scoperto che tutti hanno conosciuto o hanno incontrato Alice quando venne qui. Non so per quale motivo, ma stanno portando, presumo, dalla falsa Regina Rossa tutti coloro che hanno avuto dei contatti con lei»
«Quindi...» cercai di ragionare più veloce dei cavalli che si avvicinavano «vogliono me perchè credono che sia lei e vogliono te perchè la hai incontrata?»
Soul annuì.
«E noi faremo in modo di non dar loro nessuno dei due»
«Oh bel piano quello di fermarsi dietro un cespuglio allora!» dissi acida digrignando i denti.
Lui ghignò.
«Chiudi gli occhi»
«Cosa? Io non...»
«Per favore» lui si avvicinò e poggiò le sue mani sulle mie spalle. In qualsiasi altro momento lo avrei allontanato con disprezzo «so che non sai nulla di me, ma ti chiedo di fidarti. Solo questa volta Maka, puoi fidarti di me?»
I cavalieri entrarono nel bosco. Non ti ha abbandonato, Maka. È ancora qui.
Chiusi gli occhi.
Fu un contatto leggero, quasi inesistente, eppure un brivido mi corse lungo tutta la schiena quando Soul mi sfiorò le labbra con le sue, in un piccolo quanto esplosivo bacio. Non feci in tempo a socchiudere la bocca che tutto era già svanito. Aprii gli occhi, forse un po' più supplichevole di quanto mi sarei mai aspettata, ma Soul non c'era più.
Accucciata davanti a me c'era però la copia esatta di me stessa, stesso viso, stessa espressione, persino stessa vestaglia e stessa camicia, le uniche cose che facevano eccezione erano i capelli non raccolti nei codini e gli occhi azzurri invece che verdi.
Tutto ciò che l'albino mi aveva detto ebbe senso in un istante.
«Soul, no!» tentai di fermarlo, ma lui si era già alzato imitando la mia andatura e uscendo dal nostro nascondiglio.
I cavalieri, ormai arrivati dove ci trovavamo, si fermarono di botto impennando i cavalli. Soul davanti a loro si strinse nelle spalle ed iniziò a piangere. Sussultai. Io non piango pensai in un moto d'orgoglio, ma poi mi diedi subito della sciocca: quella non ero io, era Alice.
«Oh ma guarda!» fece uno dei cavalieri ridendo «Il tuo ragazzo ti ha abbandonato?» gli altri uomini risero sfrontatamente.
«State zitti. Siamo qua per potarla dalla Regina, vedete di togliervi dalle menti ogni altro genere di pensiero perverso» un ragazzo moro di elegante aspetto con tre strane strisce bianche tra i capelli smontò da cavallo dirigendosi verso Soul-Alice. Lo riconobbi come Death The Kid dal suo tono di voce.
Sbirciando tra le foglie del cespuglio notai un dolce sorriso allargarsi sulle sue labbra mentre si fermava davanti alla finta Alice.
«Non ti preoccupare, non ti faremo del male» gli disse in tono rassicurante porgendogli una mano «Il tuo amico è ancora qui?» chiese poi riferendosi a Soul. Mi domandai perchè il moro non chiamasse l'albino per nome, pur sapendo chi fosse.
«Mi ha lasciato indietro...» sussurrò lui affranto. Era un ottimo bugiardo. Che avesse recitato anche con me?
«Lo troveremo, tranquilla. Adesso però andiamo dalla Regina. Credo abbia voglia di rivederti, Alice»
Ripensai al libro che avevo letto da bambina e a come la Regina Rossa vi venisse presentata: nemmeno lì correva buon sangue tra le due. Non riuscivo proprio ad immaginare che genere di voglia avesse di vederla, considerato che non era neanche la Regina vera.
Prima che potessi realizzare qualsiasi altra cosa vidi i cavalieri e Soul allontanarsi da me. Li guardai in modo assente, come se avessi messo in pausa il mio cervello, fino a che non lasciarono il bosco poi, appena non riuscii più a scorgere nessuno, il panico mi trafisse come una lancia in pieno petto. Ansimai guardandomi attorno incredibilmente consapevole. Il mio stomaco si strinse: ero sola. Non ero mai stata davvero sola da quando ero caduta in questo mondo o per lo meno senza la speranza che qualcuno tornasse. Soul, le due sorelle, Shinigami... non c'era nessuno lì a dirmi cosa fare. Mi alzai in piedi frettolosamente. C'era un silenzio estenuante in quel paesaggio bianco. Insopportabile. Sono sola. Sono sola. Usai tutta la mia forza di volontà per impedirmi di non urlare a squarciagola o di non piangere. Respirai profondamente e misi le mani sotto le ascelle per calmare l'incessante tremore.
Sei viva, è tutto ciò che conta. Hai piedi, mani, puoi muoverti, puoi agire. Te la sei sempre cavata da sola. Puoi farcela.
Si, potevo. Ma potevo fare cosa adesso? Soul mi aveva salvato la vita, rubando il mio aspetto e fingendosi Alice e adesso io ero persa, in ogni senso. Perchè l'hai fatto? Perchè? Stupido pazzo! Sospirai e guardai verso la Montagna Bianca: le architetture del castello incastonato nella roccia erano appena visibili tra le fronde degli alberi. Poi guardai verso l'inizio del bosco, dove Soul era scomparso. Mi aveva salvato la vita perchè voleva che riuscissi ad arrivare al castello per parlare con la Regina Bianca. Si era sacrificato per me, una sconosciuta. Soul, Stein, Ashura, il coniglio, Liz, Patty e chissà quanti altri erano stati rapiti e portati da qualcuno che si fingeva la Regina Rossa...
E tutto questo a causa mia.
Guardai di nuovo il castello e poi la “pianura dei fiumi”. La scelta ruotava attorno a due perni: la sicurezza materiale del castello, ciò per cui Soul si era sacrificato, o il salto nel vuoto per cercare di rimediare al danno che avevo indirettamente causato alle persone rapite, ovvero seguire Death The Kid fino alla dimora della Regina Rossa; anche se era evidente che quest'ultima idea fosse più un suicidio che un piano.
Dovevo prendere una decisione. Cercai di ragionare stillando i pro e i contro di entrambe le soluzioni finché l'esasperazione non prese il sopravento. Non c'era posto per la razionalità in ciò che stavo vivendo, santo cielo ero nel paese delle meraviglie! Scossi la testa incredula. Devo essere diventata pazza...
Inspirai forte e, lasciandomi trasportare dal puro istinto, iniziai a correre nella direzione presa dai soldati lasciandomi alle spalle il castello bianco.
Non si può vivere nel paese delle meraviglie se non si è folli almeno un po'.*

 

Chiunque avesse mai scritto o detto che prendere la strada più difficile desse più soddisfazione e garantisse il successo era un emerito cretino.
Sbattei violentemente un pugno contro un albero giallognolo scorticandomi la pelle meno di quanto fosse già scorticato il mio orgoglio. Oh, era stato tutto così fantastico inizialmente! Avrei seguito le tracce dei cavalieri fino alla Regina Rossa... peccato che nemmeno mezzora dopo avevo già perso ogni singolo segno del loro passaggio e ogni punto di riferimento in mezzo al bosco variopinto nel quale ero nuovamente incappata. Sembrava tutta una gran bella presa per il culo. Mi accasciai ai piedi dell'albero sfinita.
Stava arrivando l'ora di cena e tutto ciò che riuscii a pensare era che, se avessi fatto come pensava Soul, in questo momento sarei stata in quello sfarzoso castello bianco, al caldo, con delle scarpe comode e del cibo sotto i denti. Gemetti un lamento affondando il volto nelle mie mani. Non avevo nemmeno la forza di autocommiserarmi.
«Cretina!» sollevai la testa di scatto scattando in piedi dallo spavento.
«Excalibur!» esclamai mettendomi quasi a piangere. Fino ad un'ora prima non avrei mai pensato che sarei stata felice di vederlo un giorno.
«Cretina! Sei in ritardo!» urlò lui puntandomi addosso il suo bastone bianco. Ignorai volutamente il suo insulto.
«In ritardo per cosa? Puoi portarmi dalla Regina Rossa?»
«Nessuno ti ha detto che puoi parlare! Scegli un numero da uno a dieci!»
«Se lo farò mi porterai da Soul?»
«Mi hai chiesto di portarti dalla Regina, cretina!»
Desistetti dall'ucciderlo solo perchè senza il suo aiuto non avrei potuto salvare gli altri.
«È lo stesso! Portami da lei!»
«Cretina! Io decido dove andare!» poi rimase immobile qualche istante come fosse immerso in chissà quale ragionamento, facendomi gonfiare l'arteria sulla tempia dalla frustrazione. Stavo per strangolarlo quando lui proferì:
«Andiamo dalla Regina!» e prima che potessi esultare aprì col bastone un grosso portale tondo blu-azzurro davanti ai miei occhi.
Rimasi senza fiato per qualche istante. Mio Dio... Deglutii ricomponendomi. Davanti a quello, il mio arrivo lì, il mio piano, la strada fatta... tutto diventava così reale... Adesso avrei dovuto affrontare la Regina Rossa. Lo stomaco mi si contrasse per l'agitazione.
Questo è per te Soul! Ed entrai nel varco spazio temporale.

 

Oltrepassai il portale con così tanto slancio che, quando il mio piede non trovò alcun suolo su cui appoggiarsi, mi sbilanciai inevitabilmente in avanti cadendo nel vuoto. Ebbi giusto il tempo di chiudere gli occhi e aspettare l'inevitabile impatto che atterrai rovinosamente su un terreno duro e irregolare con un gemito di dolore.
«Ma che cazz...!» il terreno sotto di me si mosse mentre spalancavo gli occhi trovandomi davanti a due iridi verde acqua.
Io e il ragazzo su cui ero precipitata urlammo contemporaneamente in maniera decisamente imbarazzante. Mi alzai in piedi in tutta fretta indietreggiando fino ad andare a sbattere contro una balconata bianca. Mi guardai attorno basita per poi puntare gli occhi sul ragazzo.
«Che cazzo sta succedendo?? Oddio, che cazzo ci fai qui tu?»
«Ehi, biondina! Sono io quello che fa le domande qui! Mi sei appena caduta in testa, cazzo!»
Rimasi senza parole squadrando ancora una volta il ragazzo davanti a me: i capelli azzurri, la canottiera bianca, il tatuaggio a stella sulla spalla... non c'era dubbio, era il mio tassista.
Stavo per insultarlo pesante, ricordando il nostro incidente, quando un dettaglio paesaggistico mi spiazzò completamente. Ero su una balconata (bianca) collegata ad un ala di un palazzo (bianco) e avrei potuto giurare di vedere la cima dell'enorme montagna (bianca) che si stagliava nel cielo insieme al castello. Non mi girai per vedere il panorama che si poteva intravedere dalla balconata, ma ci scommettevo i codini che ci fosse una meravigliosa pianura segnata dal percorso di lunghi fiumi colorati.
«Ti prego dimmi che quel cretino non mi ha scaricata al castello della Regina sbagliata...» sussurrai affranta più a me stessa che al ragazzo davanti a me.
«Mi prendi per il culo? Ti ho detto che le faccio io le domande!»
L'arteria sulla mia tempia si gonfiò pericolosamente.
«Tu...» mi avvicinai all'azzurro a grandi passi «tu dovresti proprio stare zitto! Se non fosse stato per te... e poi si può sapere chi te la ha data la patente razza di cretino tatuato?!?! Creeeepaaaa!» e lo colpii alla mascella con tutta la forza della mia disperazione; al contrario di ciò che mi aspettavo, però, lui si mosse solo di qualche metro senza cadere a terra agonizzante.
«Come osi colpire un Dio come me!» e caricò un destro venendomi incontro a gran velocità. Oh si... ho proprio voglia di una bella rissa!
Arrotolai le maniche della camicia di Soul pronta a contrattaccare.
«Fatti sotto, incapace!»
«Black*star!» una voce femminile giunse preoccupata dall'interno del palazzo. L'azzurro, che evidentemente si chiamava così, si fermò girandosi verso la ragazza dai lunghi capelli neri che ci correva in contro con aria affranta e preoccupata. Indossava un delicato e vaporoso vestito bianchissimo, in tinta con la pelle diafana ed in netto contrasto con la liscia chioma mora.
La ragazza si fermò ansimando difronte a noi e sospirò ricomponendosi.
«Black*star...» questa volta il tono era un misto tra rimprovero e rassegnazione «pensavi davvero di colpirla? Ha bisogno di una mano non di un pugno...»
«Mi è caduta in testa e mi ha colpito prima lei!» si lamentò lui sbraitando.
«Sono sicura che potrai perdonarla e poi potrete andare d'accordo» gli sorrise dolcemente e poi si rivolse verso di me «Perdona Black*star per il suo comportamento, sembri stanchissima, come ti chiami?»
«Oh... io sono Maka» risposi spiazzata da tanta gentilezza. Lei mi abbraccio calorosamente, poi si staccò e mi prese la mano conducendomi verso l'interno del palazzo.
«Vieni dentro te ne prego, io sono Tsubaki» sorrise ancora «la Regina Bianca»

 

 

 


*frase di Soul tratta dal capitolo precedente.

Salve salvinooooo
E la risposta è si: si sono baciati!!! Lo ammetto è stato molto frettoloso però per me ci stava un saccooo *.* (perdonatemi sto delirando :)
Allora che ve ne pare? È finalmente entrata in scena la Regina Bianca (Tsubaki :) chi meglio di lei?) e Maka è decisa a salvare tutti!
Come finirà lo scoprirete solo nel prossimo capitolo! (se il mio prof di italiano non mi seppellisce prima nella massa di roba che devo studiare già, già!)
Alla prossima e grazie di cuore!
XOXO
firephoenix

 

Ps: questo capitolo è dedicato a Rehara che si sta ammazzando letteralmente di studio! Vai che ce la fai, socia!

Image and video hosting by TinyPic
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: firephoenix