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Autore: jjk    23/10/2013    2 recensioni
Perdersi tra le strade di New York e tra le scelte della propria vita.
A quella ragazzina era successo tutto insieme e non sapeva più come tornare indietro.
Non sapeva perché stesse correndo né da cosa o chi stesse scappando,né tanto meno come ritrovare la strada di casa,se stessa e la pace interiore di cui aveva bisogno.
E non aveva nessuno che la potesse capire e aiutare.
O meglio, non ancora.......
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Va bene, ma sappi che on regge il confronto con la “vostra”-
-Non importa, dai racconta-
La ragazza si tormentò le mani.
La sua in realtà non era nemmeno una storia, era un colpo di fortuna.
Prese un respiro profondo.
Temeva il loro giudizio sebbene no le sembravano i classici tipi che l’avrebbero guardata male, derisa e poi evitata.
Erano adulti e gli adulti queste cose non le fanno.
Eppure in molte cose le sembravano dei ragazzini, forse……
Scosse la testa.
Doveva mettere da parte le sue i9nsicurezze e fidarsi di loro.
Anche perché non era una cosa brutta……
-Allora ragazzina? Perché sei qui?-la incitò Nate
-Per studiare-
I tre fecero delle facce strane.
Studiare in America costava davvero tanto e loro lo sapevano meglio di lei.
-Perché non hai completato gli studi in Italia dove le scuole costano meno, invece che qui in America dove sono carissime?-le domandò Jack dando voce al pensiero di tutti.
-Perché ho vinto una borsa di studio-mormorò fissando le sue mani, come se avessero la risposta a qualche domanda esistenziale.
-E lo dici con questa faccia?! Juls, ma è meraviglioso!!!-
L’entusiasmo di Andrew la fece sorridere e alzò  finalmente lo sguardo trovando gli altri due che la fissavano sbalorditi.
Probabilmente quando andavano a scuola studiavano così poco che una borsa di studio non era mai apparsa nei loro pensieri o perlomeno doveva essere sembrata loro irraggiungibile.
-Abbiamo un genio tra noi!-disse Nate prendendola bonariamente in giro.
-No. Solo una ragazza molto fortunata-
-Quindi hai lasciato tutti in Italia per…….Studiare?-
Jack era abbastanza perplesso.
Lui era sempre vissuto vicino alla sua famiglia, molto più degli altri due e gli sembrava strano che qualcuno, soprattutto così giovane, potesse lasciare parenti e amici e trasferirsi così lontana da casa.
Solo per studiare poi!!!
-Non ho lasciato proprio tutti tutti. La mia migliore amica è venuta con me-
-Anche lei ha vinto una borsa di studio?-
Giulia annuì.
-2 studiose insomma!-
-Già. Poi comunque ho conosciuto altre persone qui. Ad esempio Gaia, la mia coinquilina, anche lei è italiana e……-
-Fammi indovinare. Anche lei ha vinto una borsa di studio!-
La ragazza annuì nuovamente.
-Ma vivete in un appartamento o alla casa dello studente meritevole…….italiano?!-
La frase di Jack la fece ridere.
-Che io sappia in un appartamento, ma dovresti chiedere a Gaia. Lei vive lì da prima che arrivassimo!-
-Glielo chiederò appena ce la farai conoscere. Ma dicci……E dei Newyorkesi, o meglio, degli americani che hai conosciuto qui, cosa ne pensi?-
-Per ora ho conosciuto davvero pochissime persone. Alcuni sono degli amici di Gaia, qualcun altro l’ho conosciuto quando sono andata ad informarmi per iscrivermi al college-
In realtà aveva conosciuto un solo ragazzo quando era andata al college.
Non che ci fosse andata poche volte, anzi!
Però quasi nessuno l’aveva notata.
Nessuno tranne Joshua.
Si faceva chiamare Josh ed era stato veramente gentile, mostrandole la scuola e spiegandole come funzionava.
Dopo quella prima volta si erano incontrati ogni giorno in cui Giulia si trovava all’istituto ed erano anche usciti insieme qualche volta.
Lui, lei e Pepe.
Però on aveva molta voglia di sembrare l’asociale che riusciva a farsi pochissimi amici, così non specificò che era riuscita a fare amicizia solo con Josh.
-E come ti sono sembrati?-
-Sono qui da troppo poco tempo per giudicare e poi, come ho detto, ho conosciuto davvero pochissimi americani. A parte voi-
-E noi come ti siamo sembrati?-
Nate era stato in silenzio troppo a lungo per il suo standard, lasciando che fosse Jack a dare voce ai suoi pensieri, ma quella domanda sentiva di doverla fare lui.
-Non sono così stupida da dirvi cosa penso di voi-
-Ti abbiamo dato un’impressione così pessima?-domandò Andrew, con la sua classica, e di certo involontaria, espressione da cucciolo.
La ragazza sorrise.
-No, anzi. È che io credo che dare giudizi, sia positivi che negativi, su una persona può solo rovinare il rapporto che si ha con questa, finendo per contare troppo, o provare troppo astio, verso di essa. Andarle poi a dire in faccia cosa pensi di lei……Mi sembra una mossa stupida, soprattutto dato che ci conosciamo da 2 giorni-
-Mi sembra una risposta molto saggia, oltre che giusta-le disse il biondo sorridendole di rimando.
-Senti, ti ricordi che ti avevo detto che avremmo avuto bisogno di te per una cosa?-le domandò Nate cambiando discorso.
La ragazza annuì.
-Allora ti va di venire a darci una mano?-
-Certo. Dove si va?-
-Al bar di Will. Dobbiamo dargli una mano a sistemare prima dell’apertura.-
 
In realtà il dobbiamo era un dovete.
Appena avevano raggiunto il locale avevano trovato il riccio del giorno prima, che si presentò come Will, come Giulia aveva già intuito, che parlottava con un altro giovane dai capelli corti e lisci castani.
Disse di chiamarsi Nathan, ma preferiva essere chiamato Nattie, anche perché se lo avessero chiamato Nate non avrebbe mai capito se chiamavano lui o Nathaniel.
Alla ragazza era venuto da ridere nello scoprire il vero nome di Nate, ma vedendo la faccia imbarazzata del giovane aveva preferito stare zitta.
Erano rimasti a parlare per un po’, poi Andrew, Jack e Nate erano scomparsi senza dire niente a nessuno.
Sembrò che l’unica a stupirsene fosse lei.
Era passato un bel po’ di tempo e ancora i tre non erano tornati.
Sapeva che era infantile, ma si sentiva abbandonata da loro, che l’avevano lasciata con i LORO amici a spostare quegli scatoloni che, fra le altre cose, quando venivano spostati, riempivano la stanza di rumore, impedendo a lei, Nattie e Will di parlare.
A quanto pareva però i 2 amici non avevano assolutamente nessun bisogno di parlare per capirsi e ciò la faceva sentire sempre più sola.
Si rese conto che, per quanto fossero stati gentili con lei e per quanto fossero stati loro a portarla lì, non era una cosa normale essere così attaccata a dei quasi semi-sconosciuti.
Forse proprio perché si erano presi cura di lei in una città che le sembrava così ostile Giulia si era attaccata così tanto a loro.
Cercò di reprimere quel senso di abbandono, ma continuava a domandarsi dove fossero e non riuscì a trattenere la curiosità.
-Dove sono Andrew, Jack e Nate?-urlò a Will per farsi sentire sopra tutto quel fracasso.
-Di spora-le gridò lui di rimando senza rispondere però a tutte le domande inespresse che si agitavano nella sua mente.
-E che stanno facendo?
Il riccio non rispose, ma fece un gesto a Nattie che subito smise di lavorare, esattamente come avevano fatto lui e la ragazza.
Appena il rumore si quietò la stanza si riempì di musica che una voce eccezionale, quasi angelica, cantava.
Le parole non si capivano bene, distorte forse dalla distanza, forse dalle pareti che separavano i tre musicisti dai tre “lavoratori”, ma da come venivano intonate dovevano essere molto importanti per il cantante.
Giulia non si pose nemmeno il dilemma di chi fosse il possessore di quella voce.
Lei era certa che potesse essere di una sola persona: Nate.
Senza nulla togliere agli altri due, la ragazza era sicura di poter sentir in quelle note intonate con così tanta passione, la nostalgia della sua famiglia, l’amore per Rachel, l’importanza che lui dava all’amicizia, la capacità di comprendere gli altri e il suo preoccuparsi per loro, la sua fiducia nel futuro, ma anche il dolore per un passato di cui non riusciva a parlare se non proprio attraverso la musica.
A quella voce subito se ne aggiunse un’altra, leggermente più bassa della prima, ma estremamente delicata.
Un senso di calore avvolse3 la ragazza.
Sembrava quasi che quella voce volesse dirle di stare tranquilla, che lei era amata e compresa.
Di certo apparteneva ad Andrew, rispecchiava esattamente il suo modo di essere.
Infine una terza, e quindi ultima, persona cominciò a cantare.
La sua voce era ancora più bassa della seconda.
Decisa e determinata, ma anche navigata, di chi nella vita ha visto e vissuto tante situazioni diverse e non sempre piacevoli.
Anche lui aveva avuto il suo carico di dolore, ma non aveva mai smesso di credere che le cose potessero migliorare e questo doveva essere successo perché quella voce trametteva un enorme carico di gioia e vitalità che poteva essere solo di Jack.
Giulia era rimasta con le mani sopra lo scatolone che stava spostando e lo sguardo fisso sul soffitto, come se riuscisse a guardare attraverso di esso e quindi potesse scorgere i tre giovani suonare e cantare allegramente.
Era completamente rapita da quella musica bellissima e dalle tre voci eccezionali mentre pensava a quanto si potesse capire di una persona anche solo ascoltandola cantare.
Era così immersa in questi pensieri che non si accorse che Will e Nattie la guardavano da un po’.
-Non li avevi mai sentiti cantare?-
La ragazza si riscosse.
-No, dopotutto ci siamo conosciuto solo ieri-
-Strano. Jack e Andrew posso anche capire, ma Nate……Lui di solito canta sempre, anche senza un motivo, anche quando non dovrebbe. Spesso quando gli fai una domanda lui ti risponde cantando!-
Giulia rimase in silenzio.
Perché se Nate cantava così spesso  non aveva cantato davanti a lei?
Eppure le occasioni non erano mancate!
Forse non si sentiva a suo agio con lei, non si fidava abbastanza.
Nattie dovette intuire ciò che le stava passando per la testa, perché lanciò un’occhiataccia a Will e le si avvicinò.
-Non gli dare retta. In realtà Nate non canta sempre e soprattutto non in qualsiasi luogo e con qualsiasi persona. Lo fa solo con quelli che conosce, quando sente di essere in un ambiente sicuro e protetto-
-Ma perché? Di cosa ha paura?-
-Del giudizio degli altri-rispose sfuggente il ragazzo con la sensazione di aver già svelato troppo.
La ragazza voleva chiedergli perché uno con una voce così bella doveva avere paura del giudizio altrui, ma non fece in tempo.
Mentre Nattie le stava parlando la porta si era aperta, facendo entrare una ragazza dai lunghi capelli mossi di un colore particolare, tra il marrone e il rosso.
-Ehi ragazzi, oggi non lavorate?-domandò la nuova arrivata vedendoli fermi immobili, intenti a parlottare tra loro.
-Stavamo facendo sentire una cosa  a Giulia-rispose Will indicandole quest’ultima.
Solo in quel momento la giovane si accorse dell’altra ragazza presente nella stanza perché lei si era fatta il più piccola possibile rintanandosi in un angolo dove era più facile sfuggire allo sguardo dell’altra.
-Emily, lei è Giulia. Giulia, Emily-le presentò brevemente Nattie.
Le due si strinsero la mano ed Emily sorrise alla ragazza per metterla più a suo agio e lei ricambiò sentendosi sempre di più una bambina.
La nuova arrivata si girò verso i suoi amici e il suo sguardo chiedeva eloquentemente spiegazioni.
In quel locale ci erano sempre entrati solo loro sei, cosa ci faceva lì quella ragazzina?
Con un gesto i due le dissero che le avrebbero spiegato dopo, quando sarebbero riamasti soli.
La musica proveniente dal piano di sopra si interruppe, sostituita dalle voci ovattate dei tre musicisti.
Tutti nella stanza tesero le orecchie per capire cosa si stessero dicendo e scese un silenzio irreale.
-C’è qualcosa che non va-mormorò Andrew.
L’unico che, per quanto preso da ciò che stava facendo, riusciva anche ad accorgersi di ciò che accadeva attorno a loro.
-A me sembra che la canzone vada benissimo invece!-ribatté Nate, pronto a difendere la loro creazione.
-Ma la canzone non c’entra niente, ascolta-ci fu qualche attimo di silenzio prima di sentire al voce di Jack.
-Io non capisco. Cosa dobbiamo sentire?-
-Zitto, idiota! Fammi sentire!-
Lo “sgridò” il cantante.
-Ehi! Idiota a me non me lo dici! Tanto meno zitto! Che sono il tuo cane?!-
-Magari! Scampers è più silenzioso e simpatico di te!-
-Tu invece hai proprio vinto il premio per mister simpatia mi hanno detto!-
-Di sicuro sono più simpatico di te, ci vuole veramente poco!-
Jack non rispose, ma si sentì il rumore di uno scappellotto.
-Ehi! Mi hai fatto male! Ma non sai rispondere a parole?!-
-Con te ne ho già sprecate troppe!-
L’altro stava per dire qualcosa, ma fu coperto dal rumore di un doppio scappellotto.
-Ehi!!-esclamarono i due litiganti all’unisono.
-La volete smettere di fare i bambini?! Nate, tu hai 31 anni e tu Jack ne ahi 29 ed entrambi vi comportate come ragazzini di tre anni. Adesso state zitti e ascoltate!-
-Ma non c’è nulla da sentire!-esclamò Jack per difendersi.
-Appunto! Non vi sembra strano^-
-In effetti si. Di solito Nattie e Will fanno un casino assurdo-ragionò Nate.
-Chissà perché si sono fermati-si domandò Jack esprimendo ad alta voce il pensiero di tutti.
-Forse dovremmo scendere a controllare-propose Andrew.
-Già, dovremmo-assentirono gli altri due.
I quattro rimasti nella stanza di sotto, che si erano sbellicati dalle risate nel sentire il litigio tra Nate e Jack, decisero allora di far loro uno scherzo.
Senza fare il minimo rumore ognuno trovò un posto dove nascondersi e attesero in silenzio che i passi che sentivano sulle scale raggiungessero il piano inferiore.
-Ma qui non c’è nessuno!-esclamò   Nate
-Ah però! Che occhio!-lo schernì Jack.
-La smetti?!-
-Di fare cosa?-
-Di fare questo!-
-Questo cosa?-
-Di prendermi in giro!-
-M aio non ti sto prendendo in giro!-
-Si che…..-
-Bambini la smettete?! Non sono ancora diventato genitore e già devo fare il padre!-
-Che cosa……Andy c’è qualcosa che devi dirci? Tu e Jill……-
-Jack ti tappi quella bocca un secondo? Voglio capire dove sono finiti Nattie, Will e Giulia che avevamo lasciato qui sotto a lavorare!-
Giulia faticò a non ridere sonoramente sentendo quel breve scambiò di battute tra i tre.
Con la coda dell’occhio vide Emily he stava cercando di attirare la sua attenzione.
Quando fu certa che la stesse guardando le fece cenno di spuntare fuori al suo tre, urlando “Buh!” per spaventarli.
Poi cominciò a contare con le dita.
Uno ……
Due…….
Tre……
-Buh!!!!-
Saltarono fuori dai loro nascondigli tutti contemporaneamente facendo prendere un infarto ai tre musicisti.
-Ma che…..Will, scommetto che questa è tutta un’idea tua!!-si arrabbiò Jack scaricando subito la colpa sul riccio che invano provò a spiegargli che quello scherzo non lo aveva ideato lui, anche se gli sarebbe piaciuto.
-Sono stata io-
Lo sguardo di tutti si puntarono sulla più piccola del gruppo.
-E io-gli occhi fiammeggianti di Jack si spostarono su Emily.
Ci fu un attimo di silenzio che venne spezzato dalla calda risata di Nate.
-La dolce Emily e la piccola Giulia. Le più insospettabili ci hanno organizzato un bello scherzetto. Devi ammetterlo Jack, sono state brave. Puntare sempre sulla semplicità. Complimenti, complimenti. Vi siete guadagnate la mia stima-
Anche il chitarrista sorrise.
-Già, sono d’accordo, ottimo scherzo, ma sappiate che on finisce qui-
Le due si guardarono complici.
Si erano divertite e non avevano minimamente pensato di far finire lì quel gioco che piaceva loro così tanto.
Andrew intercettò i loro sguardi e si mise le mani tra i capelli.
Si era formato un nuovo duo pronto a fare scherzi a destra e a manca e sapeva che ciò avrebbe scatenato una guerra tra i sei: Nattie e Will. Jack e Nate e ora anche Emily e Giulia.
Lui di certo non sarebbe riuscito a impedirlo e avrebbe perso ogni possibilità di tenerli a freno perché Emily e, ne era certo, anche Giulia non si sarebbero fatte fermare, perché le donne, si sa, on si fanno dare ordini da nessuno.
-Ehi Andy, perché non ti levi le mani dai capelli e ci aiuti a spostare questa roba? Altrimenti qui non finiremo mai se non diamo a questi tre, anzi no, 4 una mano. La canzone la possiamo finire domani, anche s e secondo me va bene così, dobbiamo solo sistemare un paio di dettagli-gli disse Nate, già intento, come tutti gli altri, a sistemare qualche pacco.
Andrew scosse la testa e fece come gli aveva detto.
Era inutile preoccuparsi, tanto non sarebbe riuscito a evitare l’inevitabile……….
 
nota:bene, erano secoli che non aggiornavo,ma ora eccomi di nuovo qui per la vostra gioia(oppure speravate cher fossi scomparsa nell'oblio?Ok forse questa è più credibile).
comunque sia sono tornata.Il mio ritmo di scrittura non è ancora velocissimo, però ci siamo.Cominciamo finalmente a capire un po' di più di questi personaggi,soprattutto di Giulia.
forse sul motivo per cui era a New York c'era tanta(troppa) aspettativa e magari qualcuno è rimasto deluso.
ebbene si, è solo per una semplice borsa di studio.
ah, a proposito!Devo darvi un anotiziona!!!Ebbene anche io ho vinto una specie di borsa di studio e vado a farmi un semestre all'estero.Non in America perchè preferisco la cara e vecchia Europa, am in Irlanda e on per tutto il tempo per cui ci starà Giulia, ma solo per un semestre però.......Non lo trovate fantastico?!!!!
ok.Il miosclero termina qua.Se avete qualcosa da dirmi(o anche s enon l'avete)fosse pure per tirarmi dei pomodori virtuali,sarei molto contenta se lasciaste una recensione(anche s egià siete stati più che bravi a leggere fino qui)

 
  
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