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Autore: alaskah    23/10/2013    4 recensioni
{ oneshot | ShinAka | triste | fluff }
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«Sai, Akane-chan, se potessi ti scriverei nelle stelle.»
«Nelle stelle? E perché?»
«Perché le stelle ci illuminano quando c'è buio.»
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Yamana, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Watashi no hikari              

                                                                                                                                                       { dedicata a cesare, salem, nicole e miharu. } 

 
«Shin-sama...»

Mormorasti, flebile. Con una voce che stava per morirti in gola, una voce carica di tristezza, di rimpianti.
Grigio.
Guardi fuori, le nuvole sono grigie, promette pioggia. Pare che il tempo si sia fermato, le macchine, la vita della città, non scorre più nulla. 
E poi ci sei tu.
Seduta in quella camera di ospedale. In parte a te, il tuo migliore amico, la persona che hai amato per tutto questo tempo, in silenzio. 
Lo sguardo basso, le occhiaie bene in vista, il viso tirato, gli occhi stanchi, il trucco che cola. Non avevi dormito quella sera. Eri troppo impegnata a seguire qualcosa che ancora ti appartiene, ma oramai non ci speravi più.
Avresti fatto di tutto per vedere quegli occhi profondi, ancora una volta. E per l'ennesima volta, te ne saresti innamorata. 
«Shin-sama...»
Si sentì ripetere.
Intorno regna il buio, l'oscurità. 
E poi ci sei tu.
Protagonista di quella commedia, sotto i riflettori e nessuno a guardarti. Sei sola, ti senti sola.
Alzi di nuovo lo sguardo al cielo, che si faceva piu' scuro minuto dopo minuto.
La pioggia cade obliqua e battente sulle finestre della tua stanza, senza fermarsi, bagnando dolcemente ogni filo d'erba, ogni passante. 
Pensa.
Non potresti più osservare la pioggia come facevate un tempo, davanti alla finestra, per ore e ore. 
Non potresti più giocare a calcio con lui, quando è appena finito il temporale, con l'odore fresco della pioggia che ti fa sentire libera. Anche se sai meglio di chiunque altro che a giocare a calcio sei un disastro, ma dai tutta te stessa, anche solo per stare con lui e per vederlo sorridere.
Non ti chiamerà più "Akane-chan", con la sua voce dolce, accogliente. Non lo sentirai più suonare il pianoforte come tanto amava, provocandoti ogni volta un brivido.
Poni lo sguardo sul cassetto vuoto in parte. Una piccolissima televisione e alcuni medicinali sparsi qua e là. 
Appoggiata, c'è anche la foto di te e di lui, abbracciati quasi da non respirare. La vita ti scorre davanti in dieci secondi, dieci secondi in cui pensi a ciò che eravate, a ciò che potevate essere.

Akane era poco più che una bambina. Si emozionava per poco, si faceva trascinare emotivamente. Era una ragazza semplice, nemmeno di tante parole. Quello che è suo è suo, come faceva coi suoi giocattoli quando era più piccola. Anche se a volte si sente inutile, ma non lo è affatto. Anche se a volte, quello che è suo le veniva portato via. E malgrado questo, non c'era nulla che lei potesse fare. 

Il cuore inizia a farti male, sta per esplodere.
Le lacrime rigano leggermente la tua pelle, e quasi bruciano.
Lo guardi. Ancora, ancora e ancora. 
Hai sempre lo sguardo fisso su di lui, in ogni momento, in ogni circostanza, in ogni luogo, sempre. E desideri un suo risveglio, ma lo senti ugualmente vivo, in grado di darti calore.
Stringi il lenzuolo con forza, e con una mano ti presti a cercare l'altra e a sfiorarla dolcemente. 
Era tutto ciò che di bello potesse esistere. 
«Ho promesso a me stessa che questa volta avrei fatto il massimo, mi prenderò cura di te affinché tu guarisca.»
«Akane-chan...dove mi trovo?»
Apre leggermente gli occhi, con fatica. Vedi la sua immagine quasi sfocata, vedi una visione non limpida di quello che stava accadendo. 
«Shin-sama! Shin-sama!»
«Cos'è tutto questo entusiasmo?»
«Volevo d-dire...ti sei sentito male la scorsa volta durante la partita, sei svenuto e io...»
«Sssh, va tutto bene adesso»
Avevi le labbra screpolate, stanche di quei sorrisi falsi, che eri costretta a fare solo per renderlo felice. 
«Non va bene proprio nulla, Shindou. Tu stavi male e non ti ho nemmeno teso la mano per aiutarti. Sono inutile, non riesco a fare qualcosa di buono per nessuno.» Gli dici, quasi ringhiando. La tua voce aggressiva, scontrosa. Il comportamento ti aveva colta di sorpresa. 
Non continui, solo perché senti una forte stretta alla gabbia toracica, il petto comincia a farti male e il cuore inizia a battere così lentamente che quasi non lo senti. 
«...Sei la migliore, Akane.»
«Smettila di mentirmi.»
«Dico la verità.»
Le tue guance iniziavano ad imporporarsi di un bel rosso acceso, per un momento ti sembra di essere tornata bambina.
Sei come in un bivio, sei come immobile. Non ti muovi per paura di sbagliare, per paura di soffrire ancora una volta, per paura di farlo soffrire ancora una volta. 
Le labbra scabre si unirono a quelle morbide del ragazzo, provocando un bacio che faceva quasi male. Cerca il tuo viso, lo sfiora con tenerezza, andando a toccare le lacrime appiccicose che si erano asciugate sulle gote. 
Ti accinghia i fianchi, avvicinandoti al letto. 
Resti immobile, per l'ennesima volta, aspettando che il mondo all'esterno faccia la sua mossa.
«Mi piace il sapore delle tue labbra» Aggiunge lui, assaporando di nuovo quella sensazione dolce, che restava comunque il tuo sapore.
Hai un uragano dentro di te, un misto di emozioni, positive e negative, tantissimi pensieri da poterci scrivere un libro, ansie e preoccupazioni. 
«A-anche a me" Ansimi poi, imbarazzata dal respiro aspro, discontinuo. 
«Sai, Akane-chan, se potessi ti scriverei nelle stelle.»
«Nelle stelle? E perché?»
«Perché le stelle ci illuminano quando c'è buio» 
«Ma così, nessuno sarebbe in grado di vedere il mio nome...»
«Appunto. Indica che sei tu la mia luce, che solo io posso averti.»
Gli sorridi, inarcando la testa di lato come solo tu sai fare, lasciandogli un tenero bacio sulla fronte.
«Anche tu sei la mia luce, anche tu.»

  
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