Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: 5secsoflarrysmemories    24/10/2013    1 recensioni
A quel punto Louis pensò di poter morire, pensò a quanto era stato stupido a non averlo chiamato prima ma anche a quanto si voleva bene da solo per aver chiamato Harry. "Anche tu Haz" una lacrima pesante, amara e allo stesso tempo dolce scese dall'occhio di Harry, poi seguita da altre più piccole e meno significanti. L'aveva chiamato Haz, solo lui lo chiamava così, erano tre mesi che non si sentiva chiamare in quel modo, erano tre mesi che non sentiva la voce dell'unica persona davvero importante della sua vita, e infatti si stava chiedendo come avesse fatto a sopravvivere.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
QUATTRO ANNI PRIMA
Harry era appena rientrato a casa, puntuale e stanco come sempre, sua mamma lo aspettava in cucina con il pranzo pronto.
"Ciao amore" lo accolse la mamma cercando di andare ad abbracciarlo, ma Harry si scansò e aggiunse scontroso e duro "Mamma non ho più cinque anni, non chiamarmi amore!" Anne ci rimase male, i genitori soffrono sempre per la crescita dei propri figli, ma non lo fece notare.
"Com'è andata a scuola?" chiese la mamma mentre entrambi si sedevano.
"Non ti interessa" sussurrò il riccio, poi si alzò e salì di sopra, in camera sua. Era sempre la stessa storia, Anne non sapeva più come gestirlo, Harry era sempre scontroso, chiuso, non aveva amici, non aveva una fidanzata ed a stento parlava con sua madre.
Anne era stanca di tutto questo, Harry era al terzo anno di liceo e dal primo giorno del primo anno era diventato così. Anne lo chiamava 'malato' con le sue amiche, era giovane, non poteva essere una buona madre. Ma il piccolo non aveva nessuna malattia, era solo stanco, stanco di essere circondato da bugie, stanco di essere solo, e questa stanchezza lo stava distruggendo, giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, secondo per secondo. Era vero, non aveva amici, neanche uno, era in quella scuola da tre anni ormai, ma non aveva nessun amico.
Harry piangeva ogni giorno, perché era distrutto, perché non ce la faceva più; ma anche Anne piangeva ogni giorno, perché aveva paura per suo figlio e non lo riconosceva più, ormai non sapeva neanche chi fosse quel ragazzo che viveva in casa sua.
Harry aveva i migliori voti della classe, studiava tantissimo, infatti in classe lo chiamavano 'il secchione' ma quella era l'unica cosa che faceva nella vita fuori dalla scuola.
Alcune volte ascoltava un po' di musica, ma non gli piaceva il rumore, preferiva il silenzio tombale, infatti ogni giorno si chiudeva in camera e per almeno un'ora non parlava, non si muoveva, stava sdraiato sul letto a pensare, a piangere, ma senza fare alcun rumore, perché in testa aveva già troppo casino.
Harry non aveva mai avuto buoni rapporti con la gente, era un ragazzo solitario, non asociale, ma solitario. Nella sua classe erano in 31 ed a lui erano tutti antipatici, c'era un ragazzo bocciato di cui si ricordava il nome alla perfezione, in genere i nomi non li ricordava, non perché era smemorato, ma perché non gli importava, però il nome di quel ragazzo lo ricordava meglio di qualunque altro, meglio anche del suo forse. Quel ragazzo si chiamava Louis Tomlinson, ed aveva tre anni più di lui.
Era un ragazzo strano, non studiava, ma non faceva neanche lo sbruffone, aveva un sacco di amici, in classe lo amavano tutti.
Era bello, bellissimo, occhi azzurri color del cielo, capelli sbarazzini di un marrone chiaro/scuro; e poi due labbra perfette, Harry era solito a notare le labbra delle persone, e pensava che labbra più belle di quelle di Louis non ne avesse mai viste.
Provava quasi un amore platonico per quello stupido ragazzo dannatamente bello. Ma Harry non era gay, o almeno credeva di no, alle medie aveva tantissime fidanzate, era il più bello della scuola, tutte le ragazze volevano fidanzarsi con lui, il liceo invece l'aveva cambiato completamente, non sapeva neanche più chi fosse e da dove venisse, non sapeva più niente su di lui e aveva paura, paura di non essere abbastanza per la società.
Il mattino seguente a quello stupido giorno in cui nuovamente Anne aveva provato a capire qualcosa di più su suo figlio, Harry si svegliò presto, più presto del solito, non riusciva a dormire, era turbato, ma neanche lui sapeva il motivo. Mancavano tre ore all'inizio della scuola, però Harry si preparò ed uscì di casa lo stesso. Prese il solito autobus e scese alla fermata di fronte la scuola, stette lì per qualche minuto, a guardarla, gli sembrava bella da fuori, una bella scuola, eppure dentro era completamente diversa, tutto ciò che era dentro quella scuola stava lentamente uccidendo Harry e lui ne era al corrente. Superò la sua scuola e si avviò verso una vecchia fabbrica chiusa da anni ormai, era il suo nascondiglio, ci andava spesso per stare un po' solo. Aprì il cancello ed entrò, c'era puzza di petrolio in quel posto, una puzza che Harry odiava, ma che doveva sopportare per avere un po' di tranquillità. Salì le scale interne che portavano alla terrazza e finalmente sbucò in quell'enorme spiazzo da cui si vedeva tutta Londra.
La scuola di Harry era leggermente fuori la città, ma da lì si riconoscevano persino le case e le strade. Harry si avvicinò al cornicione, chiuse gli occhi ed allargò le braccia, gli piaceva sentire il vento addosso, tra i capelli, sul petto, si sentiva libero, cosa che non era di solito.
Mentre si stava rilassando sentì un rumore, si girò di scatto: la porta si era chiusa sbattendo e c'era un ragazzo davanti. Era basso, molto più basso di lui, portava dei jeans strappati blu chiaro, una maglia bianca e delle scarpe da ginnastica bianche completamente scassate. Harry sapeva chi era quel ragazzo, ricordava il suo nome, era lui, quel ragazzo era Louis Tomlinson.
"Ehi secchione" Harry non pensava che Louis sapesse chi fosse, nessuno lo conosceva a scuola, mentre Louis lo conoscevano tutti, ma il problema era che sapeva il suo soprannome, probabilmente non aveva mai sentito neanche nominare il suo nome.
Harry stentò a sorridere, solo per fare un bel gesto, ma gli avrebbe volentieri tirato un pugno in faccia, aveva un nome anche lui, come tutti.
"Come mai qui?" chiese Louis. In quel momento Harry si rese conto di tremare, il cuore gli era accelerato e probabilmente era diventato rosso, in genere diventava così alle medie quando parlava con le ragazze che gli piacevano, ma in quel momento perché stava succedendo? Era per quel ragazzo? Ad Harry piaceva quel ragazzo? Impossibile, neanche lo conosceva, e poi Harry non era gay, no che non lo era! Gli erano sempre piaciute le ragazze, fin da piccolo.
"Allora, che ci fai qui?" chiese di nuovo il ragazzo avvicinandosi ad Harry. "Niente io..io prendevo aria" rispose completamente insicuro di se stesso, delle sue parole, della sua voce, di tutto ciò che era, non si era mai sentito così, Harry era fragile ma non si sentiva inferiore, a nessuno, non si sentiva insicuro mai eppure in quel momento stava accadendo.
"Ah capito" sussurrò poi Louis, come se fosse insicuro anche lui, era così strano, per tutti e due, era la situazione più imbarazzante in cui entrambi fossero mai stati. E non sapevano come uscirne.
"Beh io vado" disse poi Harry, sarebbe restato, se non ci fosse stato nessun altro. Odiava le persone, odiava stare a contatto con le persone, odiava parlare con le persone. Chiunque esse fossero.
"Se è per colpa mia, posso andarmene io!" rispose Louis avvicinandosi alla porta che dava sulle scale. Anche Louis sembrava insicuro, impaurito. Ma da cosa? Da quel ragazzo più piccolo di lui di tre anni? Aspettate, mi correggo, da quel bellissimo ed affascinante ragazzo più piccolo di lui di tre anni? No, impossibile, assolutamente impossibile.
"N-no no, non preoccuparti io..v-vado a scuola" insicurezza, ancora tantissima insicurezza nella voce del riccio. Non se ne andava più quel maledetto tremolio, Harry non lo controllava più. "A scuola? Harry ma la scuola comincia tra due ore!" H A R R Y. Aveva detto Harry. Nel cervello del riccio cominciarono a scoppiare i fuochi d'artificio, non capiva più niente, stava per mettersi a piangere, a ridere, a ballare, a cantare. Non sapeva più niente, non sapeva più per cosa era lì, non sapeva neanche il perché di quella reazione al sentir pronunciare il suo nome. Forse era per quella voce così perfetta e candida che l'aveva pronunciato, forse per quelle labbra così sottili e carnose del ragazzo che l'aveva pronunciato, forse perché il suo nome era bello. Harry pensava per l'ultima, solo per non convincersi di essere così contento a sentir pronunciare il suo nome da quel ragazzo, quel ragazzo di cui forse era innamorato da due anni, ma non se n'era mai reso conto.
Non aveva mai parlato con Louis prima d'allora, e forse era arrivato il momento di capire di chi fosse innamorato Harry, perché tutti quei disturbi, perché ogni giorno soffriva, forse era per quello, ma lui neanche lo sapeva.
Harry si buttò a terra e cominciò a piangere, Louis lo fissò per due minuti mentre il riccio si disperava, piangeva come mai avesse fatto in vita sua. Louis non capiva, non capiva cosa dovesse fare, se avrebbe dovuto dirgli qualcosa, abbracciarlo. Ma soprattutto non capiva perché stava piangendo.
L'aveva sempre considerato un ragazzo strano, il più strano della classe, tutti lo consideravano così a scuola, era parecchio strano. Ma lui aveva solo detto che la scuola sarebbe cominciata dopo due ore, niente di male insomma! Però gli faceva pena a Louis quel ragazzo così distrutto, così fragile, così piccolo, gli sembrava così simile a lui.
Gli si avvicinò e lo strinse al petto. Non aveva mai fatto niente del genere, mai, con nessuno.
Louis non era affettuoso, Louis era tutt'altro che affettuoso, odiava tutti, fingeva con tutti, non abbracciava e neanche baciava nessuno, le persone gli facevano schifo, ma fingeva che fosse il contrario per farsi accettare in giro, dalla gente, dai compagni.
Cominciò a piangere anche lui, poi. Anche lui senza un perché, senza un motivo preciso, ma forse non ne trovava uno solo perché ce n'erano troppi. Harry tremava, Louis lo calmava e intanto piangevano insieme, stretti l'uno all'altro, come se si conoscessero da una vita.
Eppure quella era la prima volta che si parlavano
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: 5secsoflarrysmemories