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Autore: Followme2000    24/10/2013    1 recensioni
Nicole vive in un piccolo paesino vicino ad un bosco. Ha un gruppo di amici con cui passa la maggior parte del suo tempo. il sabato sera escono tutti insieme, vanno a mangiare una pizza, vedono un film horror e vanno a fare un giro a Selva Smeralda. Durante la passeggiata nel bosco accade qualcosa di sovrannaturale che stravolgerà la vita di tutti. I ragazzi saranno costretti a combattere contro le forze del male e contro nemici più terreni.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabato sera, il solito. Usciamo alle sette, poi pizza e film horror al pub e per finire il giro nel bosco. Sono le sette dieci, io e Giovanna, che ha passato il pomeriggio a casa mia, usciamo di casa e troviamo Blake, il mio vicino di casa, nonché migliore amico e compagno di banco. Gli dico: “Hey Blake! Finito con algebra?” Lui, con fare annoiato mi risponde: “No purtroppo. Parecchi esercizi mi hanno fatto andare fuori di testa e non li ho finiti. Non mi interessa se poi quella inizia a fare storie, a minacciare di sospendermi e bocciarmi, tanto poi nessun professore né il preside la ascolta mai. Pensano sia solo una vecchia professoressa che beve troppo caffè.” Giovanna guarda Blake con un sorriso e annuisce. Io mormoro tra me e me un già che forse solo io ho sentito. Ci avviamo per il centro città, mentre parliamo di fatti scolastici e dei professori che abbiamo trovato questo nuovo anno. In Piazza ci sono già tutti: Alex, Ross, John, Anthony, Alexandra, Anne, Willow, Esme e Luc. Non abbiamo tutti la stessa età, ma ci frequentiamo da quando eravamo piccoli. E come avevo immaginato, Esme “ la perfettina” mi si avvicina e con fare minaccioso del tipo << ora ti tiro un pugno che ti lascerà il segno anche quando il tuo corpo sarà in decomposizione sotto terra>> e mi dice:” Ma cavolo!! Cosa non hai capito della parola P-U-N-T-U-A-L-E??? Ma lo sai che avete più di mezz’ora di ritardo tutti e tre?” Io mi limito ad ignorarla, Giovanna la manda a quel paese e Blake le risponde, con un tono molto calmo che non gli si addice minimamente:” Se ti sei stufata tanto, perché non te ne vai e ti fai nuovi amici tutti perfettamente ordinati, composti, intelligenti e puntuali come un orologio svizzero? Cosa pensi che noi possiamo essere perfetti?” Il suo tono diventa sempre più aggressivo. Esme stava quasi per controbattere pesantemente, ma Ross la precede e dice:” Invece di continuare a discutere su queste cazzate, perché non andiamo al pub?” Alex, il più grande del gruppo, risponde:” Ross ha ragione, sbrighiamoci!” Inizia a camminare e noi, come tanti soldatini in fila indiana, lo seguiamo. Mentre camminiamo, Anne mi fa notare che Ross guarda intensamente Giovanna. Ma non si erano quasi mai rivolti la parola. Giovanna è la solita ragazza dal cuore d’oro e molto emotiva, ma risoluta e coraggiosa al momento giusto. E’ abbastanza alta, i suoi capelli sono non troppo corti né troppo lunghi, di colore castano chiaro e con delle striature chiarissime, direi biondo albino. I suoi occhi, sempre luminosi, sono di un colore scuro e intenso, il naso un po’ sporgente e all’insù e la bocca non troppo sottile. Tutto questo era perfettamente incorniciato in un viso dall’ovale perfetto. Ross invece era un tipo estroverso, che non si lasciava affatto impressionare e con un forte senso dell’orientamento. Ha una statura nella media, forse tre o quattro centimetri più di Giovanna, ha la pelle chiara gli occhi di un colore tra il verde e il castano e i capelli scuri. Le poche volte che Giovanna e Ross si erano parlati, erano sempre in contrasto. Se Ross diceva nero, Giovanna diceva bianco. Se Giovanna diceva piume, Ross diceva ferro. Finalmente arriviamo al pub. Entriamo e troviamo i soliti ragazzi più grandi che ci dicono: “ Piccoli, vi siete persi per caso, sono le otto, non dovevate essere a letto già da due ore?” Gli altri ridono. Blake, con aria coraggiosa, gli si avvicina e gli dice:”Hey, bello, finiscila di fare il cretino, o ti spacco la faccia.”Il ragazzo ride, feroce come una iena, e tra una risata e l’altra sputa fra i denti una frase del tipo:” Oho, mammina!” Faccio in tempo a precedere Blake, perché sicuramente avrebbe fatto una delle sue solite scenate e la nostra serata sarebbe andata in fumo: Gli sussurro all’orecchio: “ Non fare cavolate, lascia stare Blake”. Blake mi da retta e rimane in silenzio. Ci giriamo e andiamo verso la porta dell’uscita, sicuri che stasera non saremmo riusciti a sopportare quei deficienti.
 
  
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