Film > The Big Four
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Autore: Spirit734    24/10/2013    5 recensioni
[FIC IN REVISIONE]
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Jack Frost viene spedito per errore nel passato, causando un inverno perenne. Lungo il sentiero Merida fa conoscenza di Hiccup e Sdentato, atterrati nel suo territorio in seguito ad una brutta tempesta di neve, Rapunzel riceve la "spiacevole" visita di una famosa intagliatrice e chiedendole aiuto per vivere una bella avventura, la strega la spedisce da una sua vecchia conoscenza dai capelli rossi.
Ma un nuovo e potente nemico minaccia di distruggere il clan Dumbrock, riusciranno i quattro ragazzi a collaborare e fermarlo prima che sia troppo tardi?
Spero di avervi incuriositi!
Genere: Azione, Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Sorpresa
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 2:
 

Desideri
 

 


La tua famiglia si sarà sentita sollevata nel non averti più attorno”
Jack non poté fare a meno di pensare alle parole della Marmotta, fu incredibile che, fino a poco tempo prima di sentì così in pace con se stesso, ed ora, per colpa di uno stupido animale non riuscì a togliersi quella dannata sensazione di vuoto.
E per quanto si sforzasse, iniziò a sentire terribilmente la mancanza della sua famiglia.
Ma come fermare quel senso di sconforto? Rivederli sarebbe stato pressoché impossibile.
Ma forse...
Improvvisamente gli venne un'idea, riprese in mano il suo inseparabile bastone e, spiccando il volo si diresse nell'unico posto dove avrebbe potuto ottenere le risposte che cercava...Al Polo Nord.


 
*************************

 
“Allora Pascal, che ne pensi?” Domandò entusiasta la giovane, indicando la parete di camera sua, il camaleonte osservò il muro con incredulità, lanciando uno sguardo perplesso alla padrona.
“Che c'è? Lo so che non è ancora pronto, per ora ho solo dipinto lo sfondo...” mormorò tra sé, osservando la parete che aveva di fronte, l'interno della sua stanza fu ormai ricoperto di dipinti realizzati nel corso degli anni.
Rapunzel adorava dipingere, aveva coperto ogni angolo della stanza, tranne un piccolo spazio nella parete vicino alla finestra, quell'angolo l'aveva lasciato in sospeso per così tanti anni, voleva creare qualcosa di veramente speciale, anche se fino ad ora non le venne in mente nulla di nuovo.
“E se dipingessi un tuo ritratto?”
L'animale indicò un altro angolo della parete, dove in mezzo al dipinto di un giardino, sbucò un piccolo camaleonte, Rapunzel scosse il capo, sorridendo imbarazzata “Giusto, già fatto...”
Passò qualche istante a rimuginare “Ci sono! Potrei dipingere il mare, con delle barche e tanti...” ma Pascal la bloccò, indicando in un altro punto della stanza un dipinto molto simile,, a quel punto la ragazza si arrese, si sedette esausta sulla sedia, facendo cadere il pennello con i colori “Credo che anche oggi salteremo pittura...”
Vedendola così affranta, l'amico le si avvicinò, appoggiandole una zampa sulla sua spalla, ma quel momento di sconforto venne interrotto da una voce del tutto sconosciuta.
“C'è nessuno?!”
Rapunzel si alzò di scatto, facendo cadere la sedia e spaventando Pascal, entrambi si scambiarono uno sguardo incredulo, avvicinandosi alla finestra e sporgendosi appena.
Una signora si trovò accanto alla torre, guardandosi attorno con la speranza che qualcuno risponda alla sua chiamata, Rapunzel riuscì a vederla appena, a vederla sembro molto anziana, con i capelli di un grigio, tendente al bianco e sopra alla sua spalla vide un corvo.
“Allora?! Non c'è nessuno che possa ospitare una povera signora?!”
La bionda fece per rispondere, ma Pascal le portò una zampa sulla bocca e le fece segno di zittirsi.
“Lo so che non dovrei parlare a nessuno, ma se questa signora ha veramente bisogno di aiuto? Non possiamo abbandonarla” Sussurrò.
La vecchietta intanto sembrò non demordere “Hey!! C'è nessun...”
“Oh ma non vedi che questa torre è disabitata?” Disse il corvo, agitando nervosamente le ali “Chi mai abiterebbe in un posto del genere! Lo sapevo che dovevo tenere io la cartina!”
“Vuoi stare zitto?!”
Rapunzel sgranò gli occhi per lo stupore, non riuscendo a trattenersi “Quel corvo ha... Appena PARLATO!”
Come previsto, venne notata, ormai inutile nascondersi, si sporse per vedere meglio l'estranea, indecisa se aiutarla o meno.
“Che ti dicevo? Immaginavo ci fosse qualcuno” brontolò la vecchia, schiarendosi la voce.
Rapunzel guardò un ultima volta Pascal, che le fece nuovamente cenno di lasciar perdere, lei fece le spallucce, rivolgendosi un po' incerta alla signora “Ehm...Mi dispiace molto, ma non mi è permesso parlare con nessuno...”
“COME?!” Urlò la vecchia
“NON MI E' PERMESSO PARLARE CON GLI ESTRANEI!” Pascal si tappò le orecchie, infastidito dalle urla delle due.
“Oh ma io non sono un'estranea, sono un'umile intagliatrice, ti andrebbe di fare qualche acquisto?”
“Mi dispiace, ma l'ho promesso a mia madre...E...”
“COME?”
“MI DISPIACE, MA NON POSSO, MIA MADRE...”
“Ah...D'accordo” Disse sconsolata, abbassò lo sguardo, portandosi una mano sulla schiena dolorante “Allora meglio rimetterci in cammino, chissà se incontreremo qualche altra persona...O chissà....La foresta è così spietata a volte, avranno pena per una povera vecchia signora...?”
Sentendo quelle parole, Rapunzel si sentì terribilmente in colpa, non poteva lasciare che quella donna vagasse da sola per tutto il tragitto.
“Forse...”
Pascal la guardò incredulo.
“Oh andiamo, si tratta di una innocua e dolce vecchietta, non penso sarà un problema ” Gli sorrise, sporgendosi nuovamente dalla finestra “Signora, aspetti!! Forse la posso ospitare per un po', sempre se lei voglia...”
“Oh ma che gentile! Accetto volentieri l'invito cara!”
Il corvo sulla sua spalla sbatté le ali con agitazione “Lo sapevo che la carta della vecchietta in difficoltà funziona sempre!”
“A chi hai dato della vecchia? Stupido uccellaccio”
Intanto Rapunzel fece sciogliere i suoi capelli, facendoli cadere giù dalla torre per permettere ai due di salire, questi ultimi osservarono la chioma con perplessità.
“Si aggrappi ai miei capelli e si tenga forte mi raccomando!”
“Strana alternativa alle scale”
Dopo averli fatti salire, la biondina fece per parlare ma venne preceduta dalla vecchietta “Ti ringrazio tanto...Ehm...Com'è che ti chiami?”
“Rapunzel” Le sorrise “La prego si sieda, vuole un thé?”
“Ti ringrazio...Ma vedi preferirei...” sfortunatamente l'attenzione di Rapunzel puntò sul corvo, che tentò di punzecchiare, sicura di averlo sentito parlare poco fa.
“Ah no!” La bloccò la vecchia “E' abbastanza suscettibile, non ti conviene farlo arrabbiare”
“Ma prima l'ho sentito parlare!”
L'anziana fece una risata un po' forzata, cercando di sviare il discorso “Ahahaha, sciocchezze! Hai davvero una fervida immaginazione, i corvi con parlano! Ehm...Piuttosto...” Fece voltare la ragazza, facendole notare di fronte a sé un tavolo con una serie di oggetti.
“E queste cose come sono finite qui?”
“Vedi io sono un'intagliatrice e questi sono tutti oggetti interamente realizzati a mano”.
La ragazza osservò con attenzione gli animali in legno, prendendone uno a caso “Che cosa sarebbero?”
“Non sai cosa sono?!” Domandò esterrefatta, prendendone un altro “Sono dei draghi, non li vedi? Ali enormi, squame aguzze, denti sporgenti” Le si avvicinò, come per rivelarle un segreto “Vedi, prima intagliavo solo orsi, ma ora sono i draghi la vera tendenza!”
Rapunzel parve rapita dal suo racconto “Come? Intende dire che i draghi esistono davvero?”
“Ma certo che esistono!" Disse l'anziana, capendo di aver fatto centro "Non ne hai mai visto uno, vero?”
La giovane abbassò di poco lo sguardo, cercando di forzare un sorriso “Bhè....Non ho poi visto molto, tutto quello che so l'ho letto dai libri" Sospirò, avanzando lentamente di qualche passo "Io...Non sono mai uscita da questa torre...”
Quelle parole lasciarono esterrefatta la vecchia.
“Ora mi commuovo” Disse il corvo.
Sentendo quelle parole, Rapunzel si voltò nuovamente verso i due ospiti “Ah! Lo sapevo!” La tristezza sparì improvvisamente, sul volto della giovane si formò un'enorme sorriso, indicando il volatile.
“Non è come pensi” Disse l'anziana
“Ero sicura di aver sentito giusto! Quindi è una specie di corvo magico? Allora questo significa che tu sei...una...”
La vecchia tirò un sospiro, preparandosi alla rivelazione.
“UNA MAGA!”
“Cosa?!”
“Ma certo! Questo spiega tutto, il corvo, quegli oggetti arrivati all'improvviso, la tua conoscenza sui draghi...” La donna provò a ribattere, ma Rapunzel la bloccò “I maghi esaudiscono i desideri giusto? Quindi potresti...”
“No no e NO!” Ribatté la signora “Innanzitutto non sono una maga, tzè...Ma fammi il piacere!”
“I maghi fanno le magie” Disse Rapunzel
“Anche le streghe, e lo fanno decisamente meglio”
“Quindi sei una strega?”
“Sì! Ehm cioè...No! Insomma...Mettiamo il caso che lo fossi, non esaudisco i desideri, quelli sono i geni”
“Allora ti chiedo un incantesimo” Farfugliò la giovane, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli “E' un po' diverso da un desiderio, no?”
In tutta risposta la strega tirò un altro sospiro, il corvo invece si spostò, appoggiandosi con le zampette sulla sulla testa della bionda “Avanti concediamole un incantesimo!”
“Ora ti metti anche dalla sua parte?”
“Ti ricordo che è stata l'unica gentile con noi durante tutto il viaggio”
“Non posso vivere facendo favori a chiunque incontri! Anche gli incantesimi hanno un costo”
“Allora lo comprerò!” Aggiunse la ragazza “E....E compro anche quella statuetta laggiù!” Indicò un piccolo drago fatto di legno di olmo, con due grandi occhioni, prendendolo successivamente in mano “Può andar bene?”
La strega ci pensò qualche minuto, cedendo infine alle due suppliche “Oh d'accordo!” Dopodiché, con un veloce cenno delle dita fece sparire dal tavolo tutti gli oggetti intagliati a mano, sostituendoli con una grande pentola “Allora, cosa desideri? Una torre più grande? Vedere dei draghi dal vivo?" Con una mano le sfiorò i capelli "Un nuovo taglio?”
Rapunzel ritrasse la chioma dalla sua presa "Cosa?! No!"
“Beh contenta tu”
La giovane cercò di ignorare il commento di quest'ultima, pensando invece all'incantesimo da chiedere “Io vorrei...Vorrei poter vivere un'avventura!”
“Come? Non è un po' vago?”
“E' proprio questo il bello” Esultò, prendendo Pascal in mano e saltellando contenta “Se sapessi già cosa mi attende, questo renderebbe tutto meno interessante!” si fermò, posando il piccolo animale sopra un tavolo “Vorrei vivere un'avventura, conoscere nuovi posti! Non so se mia madre manterrà la promessa di farmi uscire un giorno, ecco perché ti chiedo questo incantesimo. Ti prego!”
Vedendo il suo sguardo pieno di speranza, la strega si convinse “D'accordo, bhé...A questo punto direi che non serve neanche preparare l'intruglio” E con un ennesimo schiocco delle dita fece sparire nuovamente tutti gli oggetti che aveva portato all'interno della torre, ma prima che Rapunzel potesse domandare il perché, ebbe la risposta.
“Ti spedirò da una mia vecchia amica, di sicuro con lei non ti annoierai”
“Come farò a riconoscerla?”
“Ha dei capelli rossi riconoscibili, non ti puoi sbagliare” Le porse una bottiglietta.
“Che cosa sarebbe?” Domandò la biondina, aprendola e annusandone il contenuto “Succo?”
“Non è un succo qualsiasi, bevilo e ti condurrà verso la tua avventura e bla bla... Le solite cose”
“Ma io...”
“Avanti bevilo!”
Non se lo fece ripetere due volte e in men che non si dica bevve tutto il liquido della bottiglia, storcendosi in una smorfia di disgusto “Bleah! E' amara...E...” ma improvvisamente, notò una strana luce avvolgerla, si sentì stranamente leggera e solo pochi minuti più tardi notò che stava fluttuando come una libellula “Ma che succede?!”
Pascal osservò la scena, strofinandosi incredulo gli occhi sotto lo sguardo divertito della strega “Tranquilla, fa parte del tuo viaggio!”
“A_aspetta! Come farò a... A tornare indietro?” Domandò, ad un passo dallo sparire.
“Una volta che la tua avventura sarà finita, tornerai a casa...” Ma non fece in tempo a terminare la frase che la ragazzina sparì in un lampo di luce, stordendo leggermente sia il corvo che il camaleonte.
“Dannati flash!”
“Dovevi chiudere gli occhi” Ribatté la strega.
Passarono diversi minuti, finché la voce del corvo non spezzò il silenzio.
“Hey. Ti sei resa conto che l'abbiamo lasciata andare senza esserci fatti pagare?”
 

 
*******************



In Scozia l'inverno stava ormai per giungere al termine, molti non vedevano l'ora di lasciarsi alle spalle il freddo, per sostituirlo al calore della primavera, chi più di tutti la principessa del regno di Dumbrock.
“Ottimo tiro figliola!”
La ragazza dai capelli rosso fuoco aveva appena lanciato la sua prima freccia dopo un lungo periodo di “assenza”, colpì il bersaglio in pieno centro, sotto lo sguardo divertito del padre, Re Fergus, anche lui dalla chioma rossa, corporatura robusta e la gamba sinistra in legno, dovuto ad uno spiacevole incontro col famigerato Orso Mor' du “Però, detto tra noi, il bersaglio è un po' troppo vicino”
“Nessun problema, allontanalo e vedrai che lo centro comunque” Disse la figlia, mostrando un sorrisetto compiaciuto, ma non fece in tempo a riprendere nuovamente la mira che sua madre arrivò, portando con sé tutta la sua preoccupazione (nonché ulteriori prediche).
“Merida! Cosa stai facendo?”
“Oh Mamma!” La ragazza puntò i piedi, indicando il bersaglio “Non vedi che ci stavamo allenando?”
“Sì donna” Sorrise il re, andandole incontro “E' solo un piccolo eserciz...” ma la moglie lo fulminò con lo sguardo, tant'è che il marito si ritrasse immediatamente, lasciandole spazio.
“Ricordi la promessa che ci siamo fatte?”
“Sì” Borbottò la rossa.
“Quando l'inverno sarà terminato, potrai tornare ad esercitarti col tuo arco”.
“Ma l'inverno è praticamente finito! Il mio braccio è guarito...Guarda!” fece muovere a zig zag il braccio destro, scatenando la preoccupazione della madre.
“Attenta!” La bloccò “Non dovresti forzarlo tanto, e se ti ricominciasse a far male?”
“Ma sto bene” Sospirò “Tu esageri sempre, non ero ridotta in fin di vita”
“Sei caduta in quella sottospecie di burrone, se non fosse stato per Angus tu....” ma la regina si bloccò, tentando di non far scivolare le lacrime sul suo volto, il solo pensiero di aver quasi perso sua figlia non le dava pace. Da sempre fu molto autoritaria e tenace anche nei confronti di Merida, ma dopo l'avvento dell'anno scorso decise di darle più spazio e di rispettare completamente le sue scelte.
Non voleva rimangiarsi la parola data, tuttavia si sentiva in parte responsabile per quello che le era successo, avrebbe dovuto essere li con lei quel giorno.
“Aspetta ancora qualche tempo, almeno fino al primo giorno di primavera”
Merida alzò gli occhi al cielo, se sua madre era cocciuta, lei riusciva a superarla, ma sapeva che andando avanti così non avrebbe risolto nulla, così cercò un compromesso “D'accordo, ma almeno lasciami tirare un ultima freccia” , dopo una breve esitazione, la madre annuì, congedandosi assieme al marito per l'ora di cena.
Dopotutto l'inverno era quasi finito, Merida avrebbe aspettano ancora qualche giorno come minimo, poteva resistere. Appena i suoi si allontanarono, puntò lo sguardo verso il bersaglio, parecchio distante rispetto a prima, ma in fondo questo era pane quotidiano per lei, sarebbe stata in grado di fare un centro perfetto, niente l'avrebbe fermata.
Prese bene la mira, respirando a fondo, ma prima che potesse scagliare la freccia, una fitta improvvisa al braccio destro le fece perdere di vista l'obbiettivo, la freccia colpì appena il bersaglio.
Forse il dolore non era del tutto passato, in quel momento la giovane principessa ebbe davvero paura di non poter ritornare più quella di prima.


 
*****************

 
Dopo il pessimo incontro con la Marmotta, Jack decise di dirigersi a casa di Nord, ormai Natale era finito da un po', non sarebbe stato sommerso dal lavoro.
Entrare fu facile, dopotutto era una Leggenda, ma se gli Yeti insistevano, c'erano pur sempre delle scorciatoie che aveva scoperto grazie ad alcuni folletti un po' imbranati.
Jack passò con noncuranza accanto agli yeti lavoratori e piccoli folletti che tentavano si realizzare qualche giocattolo anche se inutilmente, fino ad arrivare nella stanza di lavoro del grande capo, Babbo Natale.
Notò che North era impegnato a giocare con un aeroplanino piuttosto che lavorare “Natale è appena finito e vedo che ne approfitto per riposarti”
“Jack Frost” Sorrise l'uomo, prendendo in mano un soldatino “Ti hanno fatto entrare, o sei di nuovo sgattaiolato senza farti vedere?”
“Che ci posso fare” Si portò una mano in tasca, mentre con l'altra si grattò nervosamente il capo.
Quel gesto non passò inosservato al vecchio Nord “Allora, qual buon vento ti porta qui?”
Jack appoggio' il bastone, guardando un punto fisso della parete “Non posso fare visita ad un amico senza avere un buon motivo?”
“Sempre che questo amico non sia la Marmotta!” Rise, Jack rimase spiazzato.
“Come fai a...”
“Saperlo? Voci circolano...Alcuni più pettegoli di altri” Detto ciò si alzò dalla sedia, sorpassando il ragazzo “Lo hai fatto proprio arrabbiare, eh?”
“E' stato lui che mi ha aggredito! Cavoli se è insopportabile!”
L'uomo ridacchiò “Lo dice sempre Calmoniglio, non ti dico che sguardi si lanciano ogni volta!”
“Posso immaginarlo” Ghignò Jack, ricordando gli anni in cui lui e il coniglio pasquale non la smettevano mai di litigare “Ma non è per questo...”
Nord si accorse del suo malumore, chiuse la porta e si sedette vicino al ragazzo, iniziando a preoccuparsi. Jack era sempre stato allegro e spensierato, sentiva che c'era qualcosa che non andava, si vedeva dal suo sguardo “C'è qualcosa che non va. Vuoi parlare?”
“Ti è mai...” Si soffermò per un breve istante “Ti è mai mancata la tua famiglia? Quella che avevi prima di diventare...Babbo Natale
Anche lo sguardo di Nord si fece più serio, capendo il problema che affisse il ragazzo, dopo una breve pausa, rispose “Ma certo! Come a chiunque altro, dopotutto...Era mia famiglia”
“Non hai mai desiderato rivederla?”
“Sì Jack” Sospirò, portandosi una mano sulla folta barba “E' normale sentire loro mancanza”
Quelle parole non furono decisamente un grande conforto per il giovane.
“Anni fa, come te desideravo talmente tanto rivedere mia moglie e figli che avrei fatto qualunque cosa in mio possesso per stare con loro almeno un ultima volta”
Jack lo capì, quella situazione fu la stessa che stava vivendo in quel preciso momento.
“Così ho chiesto a Padre Tempo di spedirmi indietro, in modo da rivedere mia famiglia ancora una volta”
Quella frase attirò completamente l'attenzione del ragazzo “Che cosa? Padre Tempo?”
Nord ridacchiò leggermente, alzandosi dalla sedia “Come dice suo nome, è il padrone assoluto del tempo, passato, presente e futuro. Ahaha ma non preoccuparti, pochi lo conoscono, è un tipo molto solitario”
“Gli hai chiesto di farti tornare indietro nel tempo? E...ha funzionato? L'ha fatto?” Jack sembrò talmente stupefatto, da dimenticarsi delle preoccupazioni. Questo fece sorridere Nord “Certo che ha funzionato! Ho potuto rivedere mia famiglia, anche se loro non hanno visto me, sono stato comunque felice, sapevo che stavano bene, ho visto anche i miei nipotini!”
“Quindi se chiedessi a questo Signore del Tempo di fare la stessa cosa, potrei...”
“Oh no Jack! Questo è impossibile”
“Perché?”
“Vedi, Padre Tempo non è più lo stesso da anni” Gli si avvicinò, sussurrandogli all'orecchio “Ha poco sale in zucca ora”
“Non mi spaventa un matto" Disse l'albino "E poi l'hai detto anche tu che non si fa vedere da molto”
“Perché è difficile capire dove abita”
Jack inarcò un sopracciglio, non capendo la sua risposta.
“Viaggia nel tempo in continuazione” Precisò l'uomo “La sua abitazione si sposta ogni due minuti, è impossibile trovarlo”
“Ma se noi...”
“E' fuori discussione” Nord si voltò, portando le mani sulle spalle dello spirito “Ascoltami Jack Frost, a tutti noi manca la propria famiglia, ma è ciò che si paga vivendo per sempre e non possiamo farci nulla" Ci fu una breve pausa prima di continuare " Tuoi genitori e sorella ti hanno voluto bene ed è questo l'importante” Sorrise “non scordarlo mai”.
Jack abbassò lo sguardo, fu grato a Nord per averlo ascoltato, ma delle semplici parole non poterono fermare il suo desiderio, e, quando l'uomo si allontanò per fermare due yeti che stavano litigando sul colore del giocattolo, il ragazzo notò sul tavolo di legno una sfera natalizia che Nord usava per teletrasportarsi in qualunque luogo. Al ché pensò: Se la sfera poteva portarlo ovunque desiderasse, avrebbe potuto anche condurlo nel luogo esatto del presunto Padre Tempo.
E questa volta niente lo avrebbe fermato.

 

 

 

  
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