Film > The Big Four
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Autore: Spirit734    13/10/2013    5 recensioni
[FIC IN REVISIONE]
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Jack Frost viene spedito per errore nel passato, causando un inverno perenne. Lungo il sentiero Merida fa conoscenza di Hiccup e Sdentato, atterrati nel suo territorio in seguito ad una brutta tempesta di neve, Rapunzel riceve la "spiacevole" visita di una famosa intagliatrice e chiedendole aiuto per vivere una bella avventura, la strega la spedisce da una sua vecchia conoscenza dai capelli rossi.
Ma un nuovo e potente nemico minaccia di distruggere il clan Dumbrock, riusciranno i quattro ragazzi a collaborare e fermarlo prima che sia troppo tardi?
Spero di avervi incuriositi!
Genere: Azione, Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Sorpresa
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho fatto la revisione dell'intera fic, ho risistemato dei pezzi e per chi se lo fosse perso, ho aggiunto un breve dialogo tra loro nel capitolo di Angus il Folle.
Mi sembrava carino mettere un momento in cui i Big Four chiacchieravano e si raccontavano qualcosa, come inizio della loro amicizia.
E quello era l'unico momento "tranquillo" prima di intraprendere l'avventura contro Fafnir.
Comunque sia, ho sistemato un po' qua e la la fic, aggiunto qualche dialogo.

 

Cap 1:
 

Il guardiano, il domatore, la sognatrice
 



 
“Avanti, prova a prendermi Claire!”
“Tanto lo sai che vincerò di sicuro!”
“Questo è ancora da vedere!”
Era una gioiosa mattinata d'inverno, a giudicare dai bambini che stavano giocando fuori dal cortile, rincorrendosi e lanciandosi qualche palla di neve di tanto in tanto; un bambino era uscito di casa, nettamente stupito nel vedere i suoi compagni ancora in giro a giocare invece che dirigersi a scuola.
“Hey ma che succede? Vi siete dimenticati che oggi abbiamo una prova di storia alla prima ora?” domandò, senza nascondere la sua preoccupazione, evidentemente quel compito lo stava preoccupando parecchio.
La ragazzina si voltò verso di lui con un'enorme sorriso, raccogliendo una palla di neve “Ma come, non lo sai Jamie? Oggi non c'è scuola, è tutto bloccato per la neve!” Detto ciò, lanciò all'amico la palla di neve, colpendolo in pieno “Sai questo cosa significa, vero?” Disse, raccogliendone altra neve tra le mani per farne una seconda palla.
Ma l'altro bambino la precedette “Compito rimandato, e oggi divertimento assicurato!”
“Coraggio” Disse Claire “Vieni a giocare con noi!”
Detto questo i due ragazzini si allontanarono verso la strada, raggiunsero altri amici che nel frattempo crearono un piccolo fortino con la neve. Tutti sembrarono divertirsi un mondo.
Sul volto di Jamie, dapprima preoccupato si formò un'enorme sorriso, senza pensarci troppo recuperò il suo slittino e, mentre si diresse verso i suoi amici, voltò lo sguardo indietro, senza guardare un punto preciso “Grazie Jack” Sussurrò con un lieve sorriso, consapevole del fatto che probabilmente il suo amico si trovasse li, da qualche parte.
“Di nulla, amico”
Come previsto, Jack Frost si trov
ò sopra una staccionata, non molto distante dalla zona di gioco dei bambini, con una mano tenne il suo fedele bastone che da sempre lo accompagnava nelle sue giornate. La settimana scorsa sentì Jamie parlare con i suoi amici di quella “terribile” prova di storia, perciò, pensò bene di aiutarlo a saltarla, e con lui tutta la sua classe.
Avrà modo di rifarsi, dopotutto, se non ci si divertiva da bambini, quando si poteva?
Fu strano pensare che fossero passati solo tre anni da quando divenne un Guardiano a tutti gli effetti, sconfitto Pitch e salvato il mondo, per così dire.
Anche se per Jack il tempo non passava mai, sapeva che prima o poi Jamie e gli altri sarebbero cresciuti, ma questo non lo preoccupava, finalmente si sentiva felice, c'erano dei bambini che credevano in lui.
Quante cose sono cambiate...
Era diventato addirittura amico di Calmoniglio, se glielo avessero detto tre anni fa non ci avrebbe mai creduto, anzi, probabilmente avrebbe riso come non mai in vita sua.
Ormai non si sentiva più solo.
No, quel periodo era finito. E Jack non poteva essere pi
ù felice.
Scendendo dalla staccionata, il giovane Guardiano fece per andarsene, ma qualcosa gli impedì di muoversi, sentì una strana sensazione sotto ai piedi, diversa dalla neve di poco fa. Una volta abbassato lo sguardo, vide delle piccole foglioline d'erba circondarlo, creando un cerchio attorno a lui completamente ricoperto di fiori.
“E questi da dove sbucano?” Decisamente strano trovare dei fiori durante l'inverno, o per lo meno, non disposti in quel modo, formando quasi un cerchio attorno a lui. Jack si accucciò per sfiorarne uno ma, improvvisamente, balzò fuori dal terreno una piccola marmotta, il pelo di colore castano chiaro, due grandi occhioni con due graziosi dentini, se non fosse sicuro che si trattasse di un animale, potè benissimo scambiarlo per un pupazzo.
Gli scappò quasi un sorrisetto, ricordandogli stranamente Calmoniglio quando si trasformò in un innocente batuffolo di pelo.
“E tu chi saresti, piccolina?” Allungò la mano per accarezzarla, ma lo sguardo della marmotta, dapprima dolce e gentile, divenne severo e infuriato.
“PER TUA INFORMAZIONE SONO UN MASCHIO, JACK FROST!” Urlò, in preda dalla rabbia, facendo sobbalzare il Guardiano di fronte a sé per lo stupore. Jack lo fissò per qualche istantane senza dire una parola, probabilmente ancora incredulo alla vista di quello strano animale
“Non guardarmi con quella faccia da pesce lesso!" sbottò furiosa la bestiolina mentre agitava con rabbia le piccole zampe anteriori "Possibile che non hai capito chi sia?!”
Ad un tratto la situazione si fece più chiara, Jack alzò gli occhi al cielo, rendendosi finalmente conto dell"identità dell"animale.
“Non mi dire che sei...LA Marmotta?*” domandò incredulo
L'animale fece una piccola smorfia di disapprovazione e mosse nervosamente la coda “Sì perché? Cosa ti aspettavi, un canguro?!” incrociò le piccole zampe e si mise a squadrarlo minacciosamente
“No no certo che no” si affrettó a dire l'altro, lasciandosi scappare un'innoqua risatina “Non ti avevo mai visto prima d'ora e pensavo fossi...Bhè...più...”
“Più grande?! Non mi sembra ci sia un divieto di altezza!” Rispose acida la Marmotta “Ad ogni modo non sono qui per queste assurde sciocchezze, sono stato mandato dai miei collaboratori per farti il terzo grado, caro Jack Frost!”
“Collaboratori?” Ripeté ironico.
“Zitto e non interrompermi!” Sbottò la Marmotta saltellando per la rabbia, attorno a sé si formarono una serie di rose ricoperte di spine.
Jack sapeva che l'animale era furioso con lui, ma dovette trattenersi nel scoppiargli a ridergli in faccia, nonostante la rabbia, era davvero buffo alla vista.
“Hey calmati, non devi agitarti in questo modo, ti si arriccerà tutto il pelo” Si appoggiò lievemente al suo bastone, creando una palla di neve con la mano libera “Rilassati, dopotutto, tra un po' non dovrebbe arrivare la primavera?”
“Dovrebbe? DOVREBBE?! Razza di idiota, la primavera doveva arrivare DUE giorni fa!”
Le urla furono così forti ed improvvise che Jack si lasciò sfuggire la palla di neve tra le mani. Rivolse dunque un'occhiata superflua all'animale “E con questo? A volte il tempo gioca brutti scherzi” Superò la Marmotta, indicando i bambini in lontananza giocare felici tra loro “Sono sicuro che qualche giorno in più non nuocerà, guardali, si stanno divertendo!”
La marmotta spostò i suoi grandi occhi neri dal gruppo di bambini a Jack “Oh, bhè allora se permetti... NON MI INTERESSA!” Urlò talmente forte che Jack dovette tapparsi le orecchie.
Diamine quanto sbraitava, pensi istintivamente il ragazzo
La marmotta saltellò un paio di volte, si fermò davanti a lui ed alzò le braccia per enfatizzare il discorso “Ho un piano da rispettare, a differenza tua, tengo molto al mio lavoro, la primavera doveva arrivare due giorni fa ma tu hai combinato un pasticcio! Ora dovrò realizzare una nuova tabella per i prossimi DIECI ANNI!” Gli si avvicinò ulteriolmente e gli lanciò un'occhiataccia che non fece trasparire altro che odio “Mi aspetto almeno delle scuse!”
Jack scosse il capo, non riuscendo a trattenere una lieve risata “Non ci penso nemmeno, il mio compito è quello di portare il divertimento, ed è quello che sto facendo!”
“Sei davvero un essere testardo e presuntuoso!” brontoló l'animale
"E tu sei troppo serio!" ribattè l'albino
"Non esiste solo il divertimento, caro Jack Frost!" Lo incalzò "Devi portare rispetto agli altri Guardiani e sopratutto..." Con un balzo fece un salto talmente alto raggiungere quasi la sua altezza "A CHI E' PIU' GRANDE DI TE!"
Jack lo osservò sghignazzando "Più...grande?"
Al suono di quelle parole la Marmotta incrociò le piccole braccia e si mise a fissarlo con fare minaccioso "I tuoi genitori non ti hanno insegnato il rispetto?!"
"Nah" lui alzò le spalle, spostando svogliatamente l'animale con il bastone e facendosi spazio per passare "Spiacente...Sono da solo" 
Quella conversazione cominciò a stufarlo, volle allontanarsi il 
più in fretta possibile da quella situazione, quando pensò che la giornata non potesse andare peggio...
La frase che ne susseguì dopo fece nettamente peggiorare il suo umore.
“Tzè moccioso viziato... La tua famiglia si sarà sentita sollevata nel non averti più attorno”
Sì sentì nuovamente sprofondare nella desolazione più totale.
Non fece in tempo a voltarsi per replicare che la Marmotta scavò una galleria per andarsene via, lasciando il ragazzo da solo.
Jack fissò un punto impreciso davanti a sè, spostando poi lo sguardo verso Jamie e i suoi amici, lo vide ridere e scherzare con loro, seguito poi dalla piccola sorellina, accompagnata dalla madre che si mise a giocare con loro.
Da tanto che non pensò alla sua famiglia, credette ormai di aver superato la separazione.
Ma le parole di quel Guardiano gli fecero tornare in mente quel dolore che tanto cercò di reprimere.
Si sentì nuovamente solo.
 
 
***** ***** *****
 
 
Buio...
Un'ombra scura si trovava di spalle, ben presto l'immagine si fece più nitida.
Non si trattava di un'ombra umana...
Sdentato?”
L'animale si girò di scatto, mostrando la sua solita espressione amichevole, rassicurante...
Sdentato!! Come sono felice di vederti! Dove….Dove ci troviamo?”
Ma il drago si allontanò pian piano nell'oscurità, lasciando il suo padrone da solo.
Il ragazzo provò a chiamarlo, tentando di raggiungerlo, ma sentì le gambe appesantirsi.
Iniziò ad avere paura.
Sdentato! Dove vai?! Aspetta!! Non…Non andart…”
Poi un urlo. Un ruggito.
Si fermò di scatto.
Impossibile.
L’ultima volta che aveva sentito un verso del genere…Era durante l’attacco di…
No…
Impossibile.
Era morta, quella creatura era morta, se lo ricordava bene.
Poi di nuovo tutto buio.
 
“Hiccup!”
“Ah!!”
Il giovane vichingo si risvegliò, sudato e agitato per il terribile sogno appena fatto.
Erano settimane ormai che si risvegliava sempre in quello stato, quel sogno sembrava cosi' reale.
Quando alzo' lo sguardo, vide suo padre, Stoik fissarlo con perplessità “Sicuro di star bene? Si sentivano le tue urla anche fuori dal...”
“S_sicuro! Benissimo!” Balzò fuori dal letto, cercando di individuare nella stanza il suo amico, ma non riuscendo a trovarlo, uscì di casa pensando di vedetlo con Astrid o in giro a combinare qualche marachella. Cercò con lo sguardo la ragazza, dirigendosi immediatamente verso di lei; nonostante non riuscisse più a muoversi come un tempo a causa dell'incidente, quel terribile sogno gli diede tutta la forza necessaria per correre al massimo delle sue forze.
“Astrid!”
“Ma tu guarda, il dormiglione finalmente si è svegliato” Commentò con sarcasmo la bionda, portando le mani ai fianchi.
“Dov’è Sdentato?! Non riesco a trovarlo e ho…”
“E’ proprio lassù” Gli indicò con un cenno della mano il tetto di casa sua, Hiccup si voltò, alzando lo sguardo e tirando un sospiro di sollievo non appena vide il suo drago sopra il tetto.
Astrid lo fissò curiosa, inclinò leggermente la testa di un lato “Ma che ti prende? Sembri un po’ strano”
“No ma che dici! Va tutto bene!” Le sorrise, facendo cenno a Sdentato di scendere.
Il drago obbedì e raggiunse il suo amico, al seguito di altri tre piccoli draghetti alquanto scalmanati che, non appena videro Hiccup, gli saltarono addosso facendogli le feste.
“Hey ragazzi calmatevi!Così mi fate il solletico!”
Ma i tre sembrarono non voler dargli retta, fino all’arrivo di Astrid per lo meno.
“Buoni su, non vedete che così lo distruggete?”
Come se niente fosse accaduto i cuccioli si calmarono, iniziando poi ad inseguire giocosamente un altro passante, Sdentato alzò gli occhi, sospirando, dopo di ché raggiunse il suo amico per salutarlo.
Era un meraviglioso esemplare di Furia Buia, l'unico della sua specie, le sue squame erano di un bel color nero e gli occhi di un giallo ipnotico, ricordava molto quelli di un gatto.
“Vedo che ti stai occupando di loro, bravo!Sei un ottimo fratello maggiore” Lo accarezzò sulla testa, voltandosi poi verso Astrid “Notizie della loro mamma?”
La biondina scosse debolmente il capo con aria rattristata “Nulla" Sospirò quasi rassegnata "Forse non dovevamo portarli via da quel nido"
"Sarebbero morti con quella tempesta"
"Non sappiamo neppure se sia ancora viva"
Hiccup le rivolse un sorriso rassicurante
“Se lo è, di sicuro ritornerà a prenderli”
I due si scambiano un sorriso, ma vennero interrotti dalle continue urla di Skaracchio “Hey hey voi tre! Non si gioca la sopra!”
I draghetti erano balzati sopra ad una statua, alle parole del fabbro due si calmarono, tornando a terra, mentre l’altro, non avendo ancora il pieno controllo del volo, rischiò di andare a sbattere proprio contro la scultura, Sdentato si lanciò in suo soccorso, prendendolo appena in tempo e portandolo accanto agli altri.
“Quei tre mi faranno diventare matto, dobbiamo tenerli per forza?”
“Sono senza la madre, dobbiamo dargli una casa” Rispose Astrid “E poi Sdentato se la sta cavando bene con loro, non è vero?”.
In tutta risposta, il drago tirò un sospiro esasperato, accasciandosi a terra esausto.
In breve raggiunsero il gruppetto anche gli altri, Moccicoso, Gambedipesce, Testaditufo e Testabruta.
Per fortuna Skaracchio sembrò essersi calmato “Va bene va bene. Ma che sia chiaro, quella statua non si deve toccare. Sapete la storia che c’è dietro…”
“Ohh ma certo che la sappiamo! Ehehe” Hiccup precedette tutti gli altri, sperando di risparmiarsi la solita storia che suo padre gli raccontò almeno una quindicina di volte.
“Io non la so” Ammise Testadistufo, ricevendo una gomitata dalla sorella per farlo zittire.
Gambadipesce intervenne a suo solito “Com’è possibile che non conosca la storia di Angus Berkensan I°? E’ stato il fondatore del nostro villaggio”
Skaracchio annuì fiero “Proprio così! E’ forse meglio farsi una ripassata!”
Tutti i ragazzi lanciarono un lamento all’unisono. Tutti tranne Gambadipesce che invece sembrò volerla veramebte ascoltare.
“Ho detto che non la conosco, non che volevo sentire la storia” si lamentò Testaditufo
“Allora la prossima volta vedi di stare zitto!” Gli sussurrò arrabbiata la sorella.
Mentre Skaracchio si preparò a raccontare, Sdentato si unì al gruppo e con un debole ruggito fece cenno ai tre draghrtti di darsi una calmata e raggiungerlo. Inaspettatamente sembrarono dargli ascolto, corsero verso di lui e si sedettero vicino ai vichinghi, forse in parte incuriositi da tutti loro accerchiati. Uno si sedette in braccio ad Hiccup, il secondo raggiunse Gambadipesce mentre l'ultimo preferì la testa della furia buia come pedana. Quest'ultimo brontolò qualcosa ma cercò di non scomporsi per lasciar spazio a Skaracchio e la sua noiosa storia
“Tantissimi anni fa, il nostro villaggio si trovava in un territorio molto lontano e….Governato dai draghi.”
“Eh-ehm….” Hiccup fece cenno con lo sguardo alla presenza delle creature che avevano a fianco, in risposta Skaracchio emise una sonora risata “Ohh ma quelli non erano come il nostro Sdentato” continuò sorridente “Erano feroci, molto più pericolosi di un qualsiasi drago ai giorni nostri!”
I tre draghi si accucciarono a terra, intimoriti dalla storia, Sdentato invece sgranò gli occhi, incuriosito.
“Un villaggio veniva distrutto in meno di un giorno, la popolazione era disperata e il sovrano era incapace di prendere delle decisioni sensate; la speranza sembrava ormai persa, finché un giorno Angus, decise di affrontare i draghi, li portò oltre una barriera di rocce, rinchiudendoli per sempre”
“Un attimo, come per sempre? Non potevano usare le ali e…Volare via?” Domandò esterrefatto Moccicoso afferrando un ala di Sdentato che la ritrasse immediatamente, squadrandolo infastidito.
“Si dice che quei draghi non avessero le ali, ecco perché non sono riusciti a liberarsi” Aggiunse Gambadipesce.
“Proprio così. Con i draghi bloccati da quel passaggio, Angus e il suo popolo affrontarono i mari, le tempeste, giungendo finalmente qui. Dato che quelle creature non sapevano volare, questo posto sembrò perfetto per fondare un nuovo villaggio e questa volta…Per sempre” Aggiunse con ammirazione il vecchio fabbro, lanciando uno sguardo alla statua “Ed è così che nacque Berk, in onore del grande uomo che ci ha salvati” Infine si avvicinò a Sdentato accarezzandolo sulla testa “Ma ora le cose sono cambiate, i draghi non sono più una minaccia e noi possiamo vivere in pace, così come vorrebbe il buon Angus” Dopodiché rivolse un veloce sguardo al gruppetto “Dato che vi vedo così interessati, posso sempre raccontarvi di quella volta che...”
“Ma come si è fatto tardi!” Interruppe Moccicoso, seguito a ruota da Hiccup e Astrid “Devo proprio andare!”
“Anche io!” Aggiunse Testabruta.
“A mai più” concluse il fratello, raggiungendo il gruppetto.
Solo Gambadipesce rimase li, incuriosito dalla prossima storia, finché le urla di Moccicoso lo convinsero a lasciar perdere e seguirli.
Skaracchio li guardò allontanarsi, tirando fuori un mezzo sorriso “I giovani non apprezzano più le buone storie”.
 
 
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“E mentre osservò il vento muovere le nuvole, si sentì incredibilmente fiero di sé stesso e soprattutto libero da...”
Un piccolo camaleonte verde si posizionò proprio sulle pagine del libro, interrompendo così la lettura della ragazza.
“E adesso che ti prende Pascal? Non ti piace questa storia?” Domandò la giovane.
L'animale riprese ad osservarla, incrociando le piccole zampe anteriori, al ché la padrona si rialzò in piedi dal letto “Lo so che l'ho già letta ieri, ma questo è il mio libro preferito!” Disse, toccandosi nervosamente capelli e abbassando di poco lo sguardo “A volte penso che potrei vivere anche io un'avventura simile se solo uscissi da questa torre”
Pascal in tutta risposta, si avvicinò, posando una zampetta sulla sua mano come per confortarla, seppur si trovasse da poco in quel luogo.
Rapunzel era la sua migliore amica, lei lo aveva trovato e accudito fin da piccolo, in pochi giorni divennero amici inseparabili, ormai la conosceva bene, sapeva che ogni giorno la sua padrona si poneva sempre la stessa domanda: "Cosa sarebbe successo se fossi uscita da quelle mura?"
Era sempre la stessa storia, Rapunzel non metteva piede fuori dalla torre da sedici anni, ovvero da sempre, viveva con sua madre Gothel che, a differenza della figlia usciva tranquillamente, impedendole però di fare altrettanto.
Più tempo passava, più la ragazza non riusciva a capire il perché di tutta questa paura verso il mondo esterno...
Mai si sarebbe aspettata che quel giorno le cose sarebbero cambiate... In meglio.
“Sai Pascal, ormai ho quasi diciassette anni, potrei dire di essere abbastanza grande per poter uscire” disse con poca convinzione “Forse questa volta mi lascerà...”
“Rapunzel, mamma deve uscire o farà tardi!”
“S_Sì!” Immediatamente si alzò in piedi e raggiunse la finestra dove, grazie all'aiuto dei suoi lunghi capelli di color grano, permetteva a sua madre di uscire ogni volta lo desiderasse.
Erano passati anni da quando Gothel aveva sbarrato le porte che permettessero l'uscita dalle scale della torre, disse che erano pericolose e avrebbe potuto inciampare, ma Rapunzel sentiva che c'era dell'altro, il motivo era sempre lo stesso: Non-puoi-uscire.
“Mi raccomando, non permettere a nessuno di entrare e soprattutto, non parlare con nessuno”
"Difficile a farlo se sei rinchiusa in una torre" Pensò tra se'.
Ma si fece coraggio, incoraggiata anche dal suo amichetto Pascal, si avvicinò alla donna “Mamma senti, io...Io devo dirti una cosa..”  Balbettò, giocando nervosamente con una ciocca dei suoi capelli “E' importante. Perciò vorrei che tu mi..”
Ma Gothel sembrò presa a guardarsi allo specchio, piuttosto che parlare con la figlia “Hai forse detto qualcosa?”
Rapunzel abbassò leggermente lo sguardo, notando Pascal sotto un tavolo che la incoraggiò a continuare.
“Ne possiamo parlare questa sera? Ho una commissione molto urgente da sbrigare”
“...Posso esserci anche io?”
Quelle parole attirarono completamente l'attenzione della donna “Cosa?” Si avvicinò a Rapunzel, sforzando un dolce sorriso “Che intendi dire tesoro?”
“Che...Non so...Potrei stare con te, uscire d_dalla torre” Inizialmente poco convinta, pian piano si fece più coraggio “Ormai ho diciassette anni...Più o meno" Si corresse "Credo di essere abbastanza grande per poter fare un giro, prometto che non mi farò mangiare da nessun animale, sarò responsabile, dico davvero”.
Gothel inarcò un sopracciglio, portandosi una mano sul mento, Rapunzel la fissò curiosa e un po' agitata, vedendola tentennare in quel modo forse le sue supposizione furono giuste, magari oggi sarebbe stato il giorno in cui sarebbe potuta davvero uscire per la prima volta. Passarono diversi secondi ma lei sembrarono interminabili.
La donna sfoggiò un radioso sorriso, e questo fece presupporre una risposta positiva, ma le successive parole di Gothel le fecero immediatamente sparire l'entusiasmo “Oh ma cara, è proprio questo il punto, tu CREDI di essere abbastanza grande"
Gli occhi verdi di Rapunzel si incrociarono nuovamente con quelli scuri della madre “Ma se mi dessi anche solo una possibilità, io...”
“Non sei pronta, Rapunzel" Disse schietta la donna, vedendola arretrare di poco avanzò di un passo e allargò le braccia per stringerla a sé “Oh cara, il mondo è un posto così pericoloso, se ti succedesse qualcosa non so che farei...”
La biondina si lasciò abbracciare, rispondendo appena alla stretta della madre, nonostante la tristezza, in fondo sentiva che sarebbe finita così.
“Non sono ancora pronta...” Ripeté quasi meccanicamente. La donna annuì senza mollare l'abbraccio, ma riflettendo attentamente su quelle parole, una piccola speranza riapparve nella mente di Rapunzel. Così si staccò di velocemente dalla presa ed un sorriso luminoso le dipinse il volto, spazzando via la tristezza di poco fa “Quindi questo vuol dire che quando sarò più grande potrò uscire?”
Gothel aggrottò la fronte “Non ho detto questo...”
“Hai detto che sono ancora troppo giovane, questo deve pur avere un qualche significato!” disse speranzosa la figlia
“Rapunzel” l'altra si lasciò andare in un lungo sospiro, evidentemente stanca di tutta quella pressione da parte sua “Adesso devo proprio andare, tu cerca di calmarti”
“D'accordo!” ormai la ragazza sembrò euforica.
Quella traccia di allegria fece sparire la preoccupazione di Gothel, era ovvio che non le avrebbe mai permesso di uscire, maggiorenne o meno.
Ma questo pensò che Rapunzel, almeno per ora, non avrebbe dovuto saperlo.
Si avvicinò nuovamente a lei, accarezzandole delicatamente i capelli “Ci vediamo questa sera e ricordati che ti voglio tanto bene”
Rapunzel le sorrise radiosa e la aiutò a scendere dalla torre con i suoi lunghi capelli “Io di più mamma”
“E io più del tuo più” Urlò infine, arrivando a terra.
Rapunzel la guardò allontanarsi, finché si mischiò tra la folta vegetazione della foresta, Pascal la raggiunse, pensando di dover consolare l'amica.
Lei gli lanciò una veloce occhiata divertita “Non preoccuparti, hai sentito mia madre? Ha detto che ne riparleremo quando sarò più grande”
Il camaleonte inarcò un sopracciglio, scuotendo debolmente il capo.
“E va bene, non ha detto esattamente queste parole, ma era ovvio che intendesse questo!” Disse con un'enorme sorriso “Ne sono sicura, tra qualche anno sarà la volta buona” Pascal scosse nuovamente la piccola testolina, non d'accordo con la sua convinzione, ma Rapunzel non ci badò, voltò lo sguardo verso la foresta dove vide sparire sua madre.
Dentro di sé sentì davvero che un giorno o l'altro sarebbe finalmente uscita e avrebbe vissuto un'avventura tanto desiderata.



 
Angolo autrice:
Finalmente sbuco anche in questo fandom, è da un pò che volevo scrivere una storia su Jack Frost, Hiccup, Merida e Rapunzel e oggi mi sembra il momento adatto (poco prima degli esami xD)
* Piccola nota: la Marmotta è un personaggio a parte, presa ovviamente da "il giorno della Marmotta", io l'ho identificata come una sorta di Spirito della Primavera; non è una figura di estrema importanza ma serviva per collegare Jack con il resto dei personaggi, poi vedrete :)
* Seconda piccola nota: Ovviamente, come avrete capito, Rapunzel è più piccola rispetto al film. Prendetelo come una sorta di prequel, l'ho fatto perché così tutti hanno più o meno la stessa età.

Volevo aggiungere anche la parte di Merida, ma sarà più utile dopo, non volevo farla troppo lunga xD
Se siete arrivati fin qui, vi prego di lasciare una traccia del vostro passaggio °__°
Non sò se questa storia verrà apprezzata o meno, ho così tante idee e mi sono immaginata un vero e proprio film quindi...Spetta a voi dirmi se è buona o meno.
A presto!!^___^
  
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