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Autore: Kenhyuk    24/10/2013    10 recensioni
[Vixx]
"Fai i bagagli." mi girai verso mio padre: il viso serio e gli occhi scuri che mi fissavano con disapprovazione mi facevano sentire un dolore allo stomaco. Cercai di soffermarmi sulla frase, che mi sorprese; i bagagli?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5
L.O.V.E
 
Questo strano, strano sentimento che provo per te
Riesci a sentirlo?
Ho bisogno di te, ti amo

 
Ken
 
Ora di educazione fisica:
Si sentivano dei respiri soffocati, piccoli gemiti uscire dalle labbra, le NOSTRE labbra. No, non stavamo correndo. O almeno, sempre se per correre non si intende stare negli spogliatoi della scuola a baciare il proprio ragazzo.­
Appena tutti uscirono dallo spogliatoio per andare a fare lezione, Leo mi prese per il polso e spingendomi contro la porta, la bloccò. Prese il mio viso e, inclinandolo leggermente, iniziò a baciarmi. Bloccato tra la porta e il suo corpo, non potei fare a meno di accettare quelle speciali attenzioni e avvicinarlo ancora di più a me, ridacchiando alla sua idea.  Un leggero brivido iniziò a scendermi lungo la schiena quando improvvisamente quelle sue morbide labbra si spostarono sul mio collo. Un gemito uscì dalla mia bocca e, inaspettatamente, Leo sorrise malizioso.
<< Mh, ma allora sei capace anche tu di sorridere~ >> Lo stuzzicai. Lui rispose mordendomi con più forza il lembo di pelle sul collo, e io mi morsi le labbra per celare un altro gemito.
<< Niente segni rossi... non ho niente con cui coprirmi... >> dovetti avvertirlo a malincuore.
<< Non hai niente per coprirti? Ho capito... >> si allontanò leggermente e senza che me ne resi conto mi tolse la maglietta. Divenni improvvisamente tutto rosso. Un po’ per l'imbarazzo, un po’ per l'eccitazione che piano, piano stava salendo. Mi coprii imbarazzato; dov'era finito il ragazzo timido e taciturno che ho conosciuto?
<< Tae-Taekwoon! >> Con la mano mi accarezzò il collo, per poi scendere verso il petto e delineare ogni forma; fece lo stesso con le labbra, lasciandomi baci umidi. La maglietta cadde dalle mie mani che iniziarono ad intrufolarsi tra i suoi capelli neri, mentre la sua lingua esplorava più e più volte la mia bocca. Dopo poco si staccò e si diresse poco sopra l'inizio dei miei pantaloni. << Se lo faccio qui non si vedrà >> non riuscii a replicare perchè iniziò a succhiare in quel punto. Gemetti incontrollato, cercando di non distogliere lo sguardo dalla sua figura china su di me e dalla sua lingua e i suoi denti sulla mia pelle, che lavoravano in un punto così sensibile. Intrecciai nuovamente le dita fra i suoi capelli, spingendolo a non fermarsi. Si rialzò in piedi e, mentre riprese a baciarmi più energicamente, la sua mano prese a scendere lungo il mio corpo e a fermarsi sui miei pantaloni che improvvisamente slacciò. Tremai con un'improvvisa violenza, e lo guardai incredulo.
<< Y-ya, hyung! Che fai?.... >> Avvampai completamente, il mio incarnato non era mai stato così rosso in tutta la mia vita. Leo iniziò ad accarezzare l'erezione sopra i pantaloni per poi infilare la mano all'interno, mentre continuava a giocare con la mia lingua non lasciandomi il tempo di respirare. Quel ragazzo così audace fu una novità per me: nessuno mi aveva mai toccato in quel modo se non SangHyuk, ma non pensai nemmeno a lui in quel momento. Non potevo, non riuscivo; Leo mi stava stregando anima e corpo. Spinsi i fianchi verso la sua mano, aiutandolo nei movimenti, mentre catturai la sua lingua in un dolce morso.
Ad un certo punto qualcuno cercò di aprire la porta che rimase chiusa grazie a nostri corpi appoggiati su di essa. Ci allontanammo e corsi a sedermi su una delle sedie dello spogliatoio incrociando le gambe e guardando da un’altra parte dopo essermi rimesso i pantaloni goffamente. Leo rimase immobile dove si trovava, guardandomi serio.
A quel punto la porta si spalancò; un mio compagno di classe fece irruzione nella stanza, guardandoci dubbioso.
<< Ehm, ragazzi… vi stanno cercando tutti! Che ci fate qui? >>. Guardai Leo, che diversamente da me era calmo, come suo solito.
<< Jaehwan si sentiva male. Gli facevo compagnia. >> e alzò le spalle. << Dì pure che adesso arriviamo… >>. Il ragazzo fece cenno di sì con la testa e andò a rovistare nella sua borsa alla ricerca dell’acqua, per poi uscire lasciandoci di nuovo soli.
<< Adesso dovremmo andare… >> dissi alzandomi velocemente, quando improvvisamente mi sentii afferrare per un braccio. Mi voltai allarmato.
<< No, Leo, no! Ci stavano per scoprire, meglio non andare avanti! >>.
<< … >>.
<< No Leo, ti ho detto di no! Non mi guardare in quel modo! >>.
<< … Ken. >>.
<< Leo! Mi dispiace, ma non voglio rischiare… >>.
<< Ken! >> insistette. Gli posai un dito sulle labbra per sviarlo dalle sue intenzioni.
<< La prossima volta. Promesso. >> e annuii vigorosamente. Lo vidi abbassare lo sguardo verso la mia virilità e io arrossii imbarazzato coprendomi con una mano. << L-Leo… >>.
<< Ken. . . >> incominciò inginocchiandosi e alzando la testa per far incontrare i nostri sguardi. << .. Hai la scarpa slacciata. >> un silenzio imbarazzante si frappose tra noi. Si alzò di nuovo e, dopo aver guardato la mia stringa, se ne andò con un sorrisetto sul viso, lasciandomi solo. Mi buttai sulla scarpa per allacciarla il più velocemente possibile, per poi rincorrerlo.
<< Leo~ aspettami! >>.
 
***
 
Il tempo passò in fretta insieme a Leo e le cose tra noi andavano di bene in meglio. Piano, piano ero riuscito a strappargli sorrisi e risate che mi rendevano sempre più felice. Alla fine la scuola finì e l'estate cominciò. Dopo diversi tentativi riuscii a convincerlo ad uscire con me. Finalmente un vero appuntamento.
Trascinandolo da un braccio, lo portai al cinema, dove mi lasciò scegliere il film. Avrei voluto vedere un thriller, ma conoscendone le conseguenze come intere notti in bianco e attacchi di cuore ad ogni mezzo minuto per ogni minimo rumore, optai per una storia avventurosa, che non guasta mai. Prendemmo popcorn e coca-cola. Mi sembrava ad essere ad un vero e proprio appuntamento, finalmente; non ci potevo credere.
<< Ken, entriamo. >> mi disse mettendo una mano attorno al mio fianco e, cercando di non fare cadere niente di quello che avevo in mano, mi feci trascinare dentro la sala. Preso posto, le luci si spensero e un grande rombo annunciò che il film era ormai incominciato. Contento incominciai a sgranocchiare i popcorn, facendo attenzione a non finirli tutti nella prima mezz'ora, mentre con l'altra mano cercavo quella di Leo. Preso posto, le luci si spensero e un grande rombo annunciò che il film era ormai incominciato. Contento incominciai a sgranocchiare i popcorn, facendo attenzione a non finirli tutti nella prima mezz'ora, mentre con l'altra mano cercavo quella di Leo. Eppure lui era immobile, incantato dal film come un bambino di 5 anni. . . Passai così la maggior parte del tempo a fissarlo, mentre faceva buffe espressioni sulla faccia. Espressioni che non mi sarei mai immaginato capace di fare.
Terminata la prima parte del film, misi un po' il broncio. Non ci potevo credere che con me non avesse mai utilizzato quelle espressioni; ero quasi invidioso del film.
<< Vedo che ti piace il film, eh?! >> dissi guardando, arrabbiato, lo schermo davanti a noi. << Sì. . . >> si girò per guardarmi ma io feci finta di niente continuando a guardare di fronte a me, indignato. << Sai una cosa però? >> disse avvicinandosi al mio orecchio, serio come sempre. << La cosa che mi è piaciuta di più eri tu che continuavi ad osservarmi. >> sussurrò così piano che mi fece sentire un brivido percorrere tutta la schiena. Arrossii bruscamente. Mi diede un lieve bacio sulla guancia, come per chiudere in bellezza il discorso, e mi sentii letteralmente avvampare; nascosi il viso tra le mani, e pensai a tutte le persone che lo avevano visto. << Ehm, si, io... devo... andare in bagno! >> ero terribilmente imbarazzato, volevo solo nascondere il mio viso che non smetteva di diventare sempre più rosso. Andai in bagno per sciacquarmi la faccia nella speranza di tranquillizzarmi. Non era possibile che ogni volta che diceva qualcosa io finivo per eccitarmi così tanto. Non era normale! Dopo aver passato 10 minuti in bagno decisi di tornare al mio posto. Così dopo essermi fatto spazio tra le altre persone che erano sedute nella nostra stessa fila mi sedetti di nuovo vicino a lui. Questa volta decisi di non guardarlo, per evitare la scena di prima. Improvvisamente, però, sentii il suo braccio avvolgermi le spalle. Non disse niente e io feci lo stesso.
Ben presto il film finì; non avevo visto praticamente niente, troppo perso nel pensare al braccio di Leo.  Altro che "il film d'azione non guasta mai!". Non ricordavo nemmeno che trama avesse. Uscimmo dalla sala, e portandomi una mano sullo stomaco, mi resi conto di avere ancora fame.
<< Andiamo a mangiare! >> dissi guardandolo negli occhi << Take away, ok? >> proposi. Acconsentì e così, dopo aver preso le ordinazioni, ci dirigemmo verso un parchetto e ci sedemmo sull'erba, sotto un albero, pronti per mangiare. Aprii la mia confezione e tolsi l’involucro che ricopriva il mio panino: aveva un aspetto così invitante! Addentai un pezzo, per poi volgermi verso Leo.
<< Il famimo è feramemphe puono! >>. Mi guardò per qualche secondo e poi si decise a parlare.
<< … Come? >>. Masticai e mandai giù il mio boccone.
<< Dicevo che il mio panino è veramente buono. Il tuo invece~? >> guardai intensamente la sua cena, che sembrava altrettanto invitante.
<< Devo mangiare anche io, quindi stai lontano dal mio cibo. >> e addentò il panino. Arricciai il naso, offeso.
<< Non volevo mica mangiarlo! >> come no, Jaehwan.
Rimanemmo per diversi minuti in silenzio in quel piccolo parco. Esso era illuminato dal sole che, lentamente, stava scendendo, e schiariva l’altalena e lo scivolo su cui c’erano ancora dei bambini che giocavano animatamente.
<< Leo. . . >> dissi una volta finito il panino. << Perché sei nella mia stessa classe se hai due anni in più di me? >> domandai curioso.
<< Lunga storia. . . >> e si mise a bere la sua bevanda guardando i bambini.
<< Ti ascolto. Mi piace ascoltare! >> gli diedi un buffetto sulla spalla, invogliandolo a parlarmi.
<< Di solito sei tu quello che parla e io ti ascolto… Continuiamo così. >>.
<< No! Perché devo sempre costringerti a dirmi le cose? Farò quello che vuoi però dimmelo… Mmh? >> proposi inginocchiandomi e prendendo le sue mani.
<< Problemi familiari… >> incominciò. << I miei genitori continuano a cambiare città per lavoro. È sempre stato così, e io fino all’anno scorso ero costretto a seguirli. Continuavo a cambiare scuola e così, per ben due volte sono stato costretto a ripetere l’anno nonostante avessi voti discreti. Troppe assenze, troppi cambi di scuole e non sempre ero in linea con il programma. Questo è quello che mi hanno detto gli insegnanti… >> spiegò senza distogliere lo sguardo dallo scivolo. Gli strinsi le mani, rivolgendogli un sorriso confortante.
<< Visto? Nessuno che giudica o commenta, ci sono solo io. Puoi dirmi qualsiasi cosa. >>. Rimasi davvero contento che si fosse aperto con me, anche se ero dispiaciuto per gli avvenimenti. << Guarda il lato positivo: ci siamo conosciuti. >> sottolineai le ultime parole.
<< Chi ti ha detto che sono triste per quello che è successo? >> si alzò dal suo posto, e dopo essersi tolto l’erba dai pantaloni si andò a sedere sull’altalena. Lo seguii in silenzio e mi avvicinai piano, piano, mentre mi guardava negli occhi, seduto immobile.
<< Certe volte vorrei sapere proprio che cosa ti passa per la testa. >> continuai ad osservarlo << Ma poi finisco sempre per pensare che lo so già. >>. Gli accarezzai piano una guancia e mi sporsi per dargli un dolce bacio sulle labbra.
Mi sedetti sull’altalena a fianco della sua e, dopo esserci presi per mano, iniziammo a dondolarci come se fossimo due bambini.
Passammo non so quanto tempo in quel modo, fino a quando un pensiero non balzò nella mia testa.
<< Hyuk! In questi giorni deve aver avuto gli esami! >> esclamai alzandomi di scatto << Chissà come gli sono andati… >> mi rimisi a sedere, preoccupato per quel ragazzo che ormai non vedevo da mesi.
<< Mi spieghi chi è? Ogni tanto lo tiri fuori dal nulla, ma non mi spieghi mai chi sia sto Hyuk… >>. Raggelai per un secondo. Il suo ricordo mi fece rattristare; ma decisi che ora toccava a me aprirmi. Presi un respiro profondo, e non feci giri di parole.
<< È stato il mio primo ragazzo. Sono stati i nostri genitori a separarci, altrimenti a quest’ora non mi sarei trasferito e starei ancora con lui. >> non notai immediatamente il suo cambiamento di espressione, assorto dai pensieri come ero. << Ora come ora non penso più a lui >> mi diedi una spinta e mi sembrò quasi di poter volare. << Almeno non sempre. Un po’ mi manca, non posso negarlo. Lo conosco da quando avevo 7 anni! >> ammisi << Però ormai mi sono arreso. Lo so che non lo vedrò più e poi ho te! >> mi girai e gli sorrisi, ma lui non mi stava guardando.
<< E se invece lo incontrassi di nuovo? >> domandò, impassibile, almeno così sembrava. Feci fermare l’altalena piantando i piedi per terra e rimasi in silenzio per qualche secondo.
<< Non so, sinceramente, cosa farei. . . Non ci ho mai pensato. >> abbassai lo sguardo rattristato da quel discorso.
<< Avresti dovuto pensarci prima. >> Lo guardai: la sia espressione era dura, il suo viso tirato e stringeva con un po’ troppa forza le catene dell’altalena.
<< Leo. . . >>.
<< Se non te ne fossi accorto, ora siamo in due in questo rapporto. Sapere che i tuoi pensieri sono rivolti ad un altro ragazzo che non sono io… >> strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche. Mi spaventai. Non sapevo che fare o che dire. Non volevo ferirlo, credevo che dire la verità fosse la cosa giusta; non ne ero più sicuro . . .
Si alzò di scatto, pronto per andarsene. Cercai di fermarlo, afferrandolo per il polso, ma scivolò via dalla mia presa e prese a camminare con le mani nelle tasche e la testa bassa. Lo sguardo che mi rivolse in quel momento mi spiazzò completamente. Sentivo di averlo perso, anche lui se ne stava andando e avevo paura fosse per sempre. Sentii un suono stridulo e capii che proveniva dalle mie labbra; solo in quel momento mi accorsi che il mio respiro continuava a spezzarsi e che stavo singhiozzando. Mi tappai la bocca con in palmo di una mano, incredulo, sperando di non farmi sentire attirando così l’attenzione dei passanti. Le lacrime iniziarono a scendere silenziose lungo le mie guance, e non potei fare niente per fermarle.
<< Perché? >> sussurrai flebilmente, << Perché devo far soffrire tutte le persone a cui voglio bene? >> mi accovacciai sull’altalena, cercando di nascondere il volto. Non riuscivo ad alzarmi. Le gambe tremavano e le lacrime rigavano il mio volto.
In quel momento desiderai che Hyuk sparisse una volta per tutte dai miei pensieri.


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Grazie a tutti quanti per le recensioni~~!! ^^ Che dire di questo capitolo . . . Per la prima parte *coff coff* è la prima volta che ne scriviamo una quindi siamo inesperte ahaha xD Non sapete quanto abbiamo sclerato per scrivere quella parte >.< Per il resto spero sia piaciuta! :D - HyukMin

La scena iniziale. Davvero, parliamone! Fhfrhouhuvg . . . Per quella finale invece: Ken dannazione rincorrilo e bacialo come solo tu sai fare! Okay, le mie perle di saggezza sono terminate. Continuate a recensire, non sapete quanto ci fate contente! Io e HyukMin scleriamo per una buona mezz'ora per ogni vostro minimo commento, ahaha :'' Al prossimo capitolo, continuate a seguirci -KenJi
  
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