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Autore: Persefone3    24/10/2013    3 recensioni
Ciao!!!! Eccoci qua con una nuova pazza idea!!!! La storia che sto per raccontarvi si colloco idealmente come seguito della precedente FF, Unintended, per cui vi rimando ad essa per eventuali chiarimenti. Il titolo prende il nome da una bellissima canzone di Janis Ian, che consiglio a tutti di ascoltare. Un avvenimento molto importante si sta per abbattere sui nostri protagonisti, che cambierà la loro vita, senza contare che forse per alcuni di loro ci saranno delle nuove o vecchie situazioni da affronatre .... Buona lettura e grazie per l'attenzione!
Genere: Romantico, Song-fic, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carissimi, a voi il sesto capitolo!  come prenderà Emily la notizia? lo scoprirete solo leggendo!! Buona lettura Persefone p.s come sempre dubbi, ansie e traumi saranno da me fugati

VI.
 
Seduti nella sala d’aspetto del St Margaret Hospital attendevano il loro turno. Entrambi avevano timore anche solo ad accarezzare l’idea che fosse proprio tutto vero.

- Foster? – chiamò l’infermiera
- Eccomi, mi aspetti qui?
- Certo – le baciò la mano
La vide allontanarsi nel corridoio e poi tornò a sedersi. Stava per diventare padre per la seconda volta. Ripensò al giorno in cui l’ostetrica gli avevo messo in braccio Emily appena nata. Aveva provato un’emozione immensa di totalità. Ed ora stava per succedere di nuovo. Con timore pensò alla reazione che avrebbe potuto avere Emily. Doveva parlarle il prima possibile.
Gli tornarono in mente gli occhi di Gillian, sarebbe stata una madre eccezionale, ne era sicuro. E lui? Lui sarebbe riuscito a gestire il tutto?
Rimase lì seduto a pensare per quello che credeva fosse un’era geologica. Poi ad un certo punto riconobbe il passo della sua donna. La vide comparire nel corridoio. Una volta che le fu davanti le chiese con tono impaziente:

- Allora?
- Il medico mi ha confermato la gravidanza, sono di 6 settimane. Mi ha segnato le analisi di routine.
- Ma è bellissimo!! Sono davvero felice – la abbracciò.
- Allora se non hai cambiato idea, ci imbarchiamo in quest’avventura?
- Certo! Anzi, non vedo l’ora!
- Il medico mi ha solo detto di non fare sforzi e di non sollevare pesi, ma tanto lo sai meglio di me come vanno queste cose!
- Bene è esattamente quello che faremo!
- Cal, sei sicuro che sia la cosa giusta?
- Gillian ci amiamo e quello che ci sta per succedere ce lo dobbiamo godere fino in fondo
- Ok – lo prese per mano – se mi resterai accanto, io non avrò paura
 - Non succederà
Uscirono dall’ospedale. Giunti alla macchina si avviarono verso casa.

- Mangiamo strada facendo?
- Io sarei un po’ stanca, ti spiace se andiamo a casa?
- Assolutamente no. Ti preparo qualcosa mentre ti sdrai un po’.
Una volta rientrati, mentre Gillian si sdraiava Cal decise di ordinare due pizze. Seduti sul divano consumavano la loro cena in silenzio. Entrambi volevano parlare del bambino ma non osavano farlo per primi. Fu Gillian a rompere il ghiaccio.

- Mi sembra ancora tutto così strano … in ufficio come facciamo?
- Aspettiamo questi primi tre mesi che sono i più delicati e poi se ne accorgeranno da soli
Lasciarono sul tavolo i cartoni della pizza e cominciarono a parlare e a confidarsi le loro paure e i loro sogni. Si addormentarono così: in un solido abbraccio a tre molto coinvolgente.
Quel pomeriggio Cal era andato a prendere Emily all’aeroporto di ritorno da Chicago. Aveva deciso di metterla al corrente delle novità mentre Gill li aspettava a casa.

- Papà eccomi! Non c’era bisogno che mi venissi a prendere!
- Non c’era molto lavoro oggi e quindi ho staccato prima
Salirono in macchina. Cal non riusciva a trovare le parole per cominciare il discorso.

- Papà perché sei così silenzioso? Non dirmi che avete già litigato e Gill già non ti sopporta più? – disse ironica
- Non essere impertinente!
- Allora come mai sei così taciturno?
- Ecco …. Cosa penseresti se …. Diciamo …. Non so ….. se … insomma cosa ne diresti se si ventilasse l’idea di  avere … ecco un compagno di avventure???
- Papà fammi capire bene, tu e Gillian state pensando di avere un figlio?
- Non è che ci stiamo proprio pensando …
- Ohh, non dirmi che ci stai pensando tu? E Gillian cosa ne pensa?
- Tu che ne pensi?
- A dir la verità non mi dispiacerebbe affatto … almeno condividerei le tue stranezze con qualcuno!
- Emily, ti prego, sto parlando seriamente!
- Anche io!
- Insomma non voglio che ci siano incomprensioni e voglio che tu sappia che per te ci sarò sempre.
- Papà lo so! Non ho mai avuto questo dubbio! Ti ripeto io ne sarei felice … ora però devi solo dirlo a Gillian … - sorrise
- Em, ti dico questo perché in realtà non stiamo parlando di un’ipotesi … Gillian ed io aspettiamo un bambino, ora …
Emily rimase sorpresa.

- Ah non avete perso tempo vedo … fermati qui per favore. Torno subito
- Em aspetta non prenderla così, parliamone con calma
- Gillian è a casa vero?
- Si ma non prendertela con lei, possiamo affrontare la cosa serenamente noi tre insieme, parlarne
- Parlare di cosa? Senti, accosta qui un momento e aspettami in macchina
- Emily …
 - Fidati di me! Torno non scappo da nessuna parte

Cal non seppe come reagire. Gillian gli diceva sempre di fidarsi di Emily e questa volta decise di farlo.

- Emily, mi fido di te, non farmene pentire
La ragazza uscì dalla macchina e Cal la vide sparire nel mall. Furono 10 minuti interminabili. Emily ricomparve apparentemente come quando era entrata. Risalì in macchina.

- Andiamo
- Emily tutto bene?
- Papà metti in moto e andiamo – disse energica
- Ok tesoro – era preoccupato
Cal ripartì e fino a casa non si scambiarono una parola. Gillian si stava tenendo occupata nell’attesa che i due tornassero. Sentì la porta aprirsi.

- Gillian, siamo noi! – disse Cal
La donna si avvicinò all’ingresso. Emily  prese lo zaino e la valigia e schizzò di sopra nella sua stanza.

- Voi aspettatemi in salotto – disse dalle scale

Gillian guardò Cal. Era preoccupato, segno che nel tragitto le cose non erano andate come previsto.

- Non l’ha presa bene vero?
- Non lo so, all’inizio sembrava contenta all’idea ma poi quando le ho detto che il bambino c’era veramente, mi ha chiesto di fermarci. È sparita in un mall per 10 minuti e poi siamo ripartiti. Non so cosa abbia in mente
- Accidenti, per il momento non possiamo fare altro che aspettarla

Si sedettero sul divano. Dopo due minuti furono raggiunti da Emily. Fu Cal il primo a parlare.

- Emily, ti prego, noi, Gillian ed io, non avevamo nessuna intenzione di ferirti
- Tuo padre ha ragione, non volevamo agire alle tue spalle è successo, neanche noi ce lo aspettavamo …
- Basta! Ora se permettete vorrei dire una cosa io – estrasse un pacchettino dalla tasca della felpa e lo porse a Gillian.
La donna lo aprì e vi trovò un ciuccio verde.

- Io sono contenta di questa nuova nascita e sono sicura che le cose andranno per il meglio.
Cal si alzò ed abbracciò sua figlia

- Ti voglio bene Emily
- Anche io papà – lo strinse forte. Poi si diresse verso Gillian e abbracciò anche lei.
- Grazie Emily – disse la donna stringendola – sono sicura che gli piacerà tantissimo!  -
- Posso fare una carezza?
- Ma certo!!
Emily si inginocchiò e posò una mano sulla pancia.

- Ciao piccolo o piccola, io sono tua sorella. Non abbiamo la stessa mamma ma non importa, abbiamo lo stesso papà. Col tempo imparerai a conoscerci. Ti aspettiamo.
Ora sarebbero stati per sempre una famiglia, particolare, ma pur sempre una famiglia.
  
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