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Autore: Menma__    25/10/2013    1 recensioni
Emily scopre di essere una strega dopo aver vissuto per 11 anni tra i babbani, passa ad Hogwarts sette anni facendo nascere nuove amicizie e qualcosa di più...
Compagna di corso del 'golden trio' ma con diverse peripezie, sarebbe come rileggere i romanzi sotto la prospettiva di una nata-babbana.
Questa fanfiction parla di tutti e sette gli anni scolastici di Emily.
Spero che vi piaccia e che continuiate a seguirla :)
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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L’anno scolastico finì con calma, Grifondoro aveva vinto la coppa delle case grazie allo strepitoso contributo di Harry, Ron e Hermione, e anche Neville, a modo suo.
Fred era stato dimesso un paio di settimane dopo l’incidente, giusto in tempo per la partita seguente che riuscirono a vincere.
 
Tutti gli studenti si stavano dirigendo verso il treno per fare ritorno a casa.
Emily prese posto nello stesso scompartimento di Fred e George, insieme a Lee Jordan.
Fecero scoppiare tutti i fuochi che erano avanzati ai gemelli e approfittarono del viaggio per scagliarsi gli ultimi incantesimi.
L’ultimo giorno era stato stupendo, centinaia di coriandoli Rosso e Oro avevano cominciato a piovere dal soffitto incantato non appena Grifondoro fu decretata vincitrice della Coppa delle Case.
Tutti i ragazzi delle altre case si erano andati a congratulare con loro (fatta eccezione per i Serpeverde, scossi ancora dal ribaltamento delle posizioni), gli fecero i complimenti e venne consegnata a Grifondoro anche la Coppa del Quidditch, passarono la notte al castello, il giorno dopo venne speso per ripreparare le valigie e salutare gli amici.
I ragazzi del settimo e del quinto anno erano la gioia fatta persona, gli esami erano finiti ed erano davvero pochi quelli che non li avevano superati che si distinguevano perché erano gli unici fermi e immobili sulle poltroncine della Sala Comune.
 
Era ormai sera quando il treno giunse a destinazione.
Una folla molto numerosa attendeva estasiata i ragazzi e cominciò a sbracciare alla vista del treno.
I ragazzi finirono a scambiarsi gli indirizzi per potersi mandare delle lettere via gufo durante l’estate e scesero.
Fred e George tenevano Emily per mano per evitare che si perdesse.
-Oh Emily, quanto ci sei mancata, sentivamo la mancanza delle tua urla per casa- disse la signora Stone avvicinandosi di corsa ai ragazzi seguita a ruota dal marito.
Entrambi stritolarono in un abbraccio Emily e l’aiutarono a portare le valigie, una volta allontanata dalla folla andarono a cercare Nathaniel.
-Ehi Emily, ci stavamo chiedendo…- cominciò George.
-Se volessi venire da noi quest’estate- concluse Fred leggermente imbarazzato.
-Io… non so, devo chiedere ai miei, magari vi mando un gufo, va bene?-
-Certo, noi adesso andiamo a cercare nostra madre, appena puoi facci sapere-
-Ci vediamo Emily- salutò Fred abbracciandola, lo stesso fece George per poi allontanarsi sorridendo.
I genitori di Emily si avvicinarono accompagnati da Nathaniel.
-Bene Emily, sei pronta a tornare a casa?- chiese il signor Stone sorridendo.
-Certo!-
Si avviarono tutti e quattro verso casa, Emily e Nathaniel si fecero una doccia e andarono a cenare.
 
Nathaniel aveva appena finito il sesto anno quindi al successivo avrebbe avuto i M.A.G.O, si mise a studiare direttamente il giorno dopo il rientro a casa.
I signori Stone fecero una marea di domande ad Emily su come fosse andato l’anno scolastico, lei gli parlò dei gemelli, di Lee, di Neville e di quello che era successo a Harry, Ron e Hermione.
Nathaniel non usciva dalla sua camera quasi mai e quando lo faceva aveva delle occhiaie che facevano paura, i genitori cercarono di convincerlo a calmarsi e a smettere di studiare da subito ma non gli diede molto ascolto.
Qualche settimana dopo il rientro a casa Nathaniel disse che avrebbe passato il resto dell’estate con la sua ragazza, la Corvonero che Emily aveva visto seduta accanto a lui allo smistamento, e che avrebbe studiato con lei per i M.A.G.O.
Emily si era tenuta in contatto con i gemelli e con Neville, aveva chiesto ai suoi genitori il permesso di passare l’estate con Fred e George e loro avevano detto che dovevano pensarci.
 
Una settimana dopo la partenza di Nathaniel una Ford Anglia azzurra atterrò nel giardino della famiglia Stone.
Entrambi gli adulti corsero in giardino allarmati ma dopo un po’ chiesero ad Emily di scendere.
Emily li raggiunse e fu sopraffatta dall’abbraccio dei gemelli.
-Ehm… si, anche voi mi siete mancati tanto ma penso che mi ucciderete stringendo un altro po’- sussurrò con voce strozzata la ragazza.
I signori Stone invitarono i genitori di Fred e George a prendere un caffè occasione che, ovviamente, il signor Weasley non si fece sfuggire.
Emily accompagnò i gemelli in camera sua per poi cominciare a chiacchierare.
Parlarono della parte di estate appena trascorsa e Fred e George le parlarono di Ginny, di Percy, di Ron, di Charlie e Bill, della più che numerosa famiglia e delle cose più divertenti successe in quell’ultimo periodo.
-Sai, volevamo venire da soli…-
-Ma la mamma ci ha sgamati e ha preteso di accompagnarci.-
-Oh, penso sia meglio così, in fondo i nostri genitori potranno parlare tranquillamente e magari vostra madre riuscirà a convincere la mia a lasciarmi venire.-
Circa un’ora dopo la signora Stone salì in camera e invitò tutti e tre i ragazzi a scendere per mangiarsi una fetta di torta, scesero in cucina e trovarono il signor Weasley in fase ‘Nirvana’, si guardava attorno elettrizzato e faceva domande su ogni tipo di elettrodomestico che vedeva.
Emily gli mostrò come funzionava la televisione e ne rimase a dir poco strabiliato.
-Temo di dover andare a casa, Emily ti verremo a prendere domani mattina ve bene? Prepara l’occorrente per Hogwarts perché non penso che ti riaffaccerai a casa prima di partire. Grazie infinite dell’accoglienza- disse la signora Weasley rivolta ai genitori di Emily –ci vediamo domani.- salutò infine trascinandosi via i figli e il marito deluso dal dover tornare a casa.
 
La mattina dopo, appena finito di fare colazione, la Ford del signor Weasley atterrò in giardino.
Emily si precipitò fuori a salutare i gemelli.
-Ma, stavate guidando voi?- chiese lei.
-Ovvio, papà lavora e la mamma detesta guidare l’auto volante, quindi ha lasciato guidare noi.- rispose solare George.
-Oh Emily, cara, hai preparato le valigie? Portale qui così le carichiamo sull’auto- salutò la signora Weasley.
-Certo, vado subito!-
Emily corse su per le scale e portò a fatica le valigie al piano terra. I genitori la aiutarono a caricarle sull’auto e si fermarono a salutarla.
Emily salì sull’auto e Fred si mise al volante, si sporse dal finestrino e continuò a salutare i genitori.
L’auto si alzò in volo e divenne invisibile.
Il signore e la signora Stone erano ancora in piedi davanti alla porta sul retro.
-A quanto pare sono andati via di casa prima del previsto, no?- affermò la signora Stone sorridendo guardando il punto in cui l’auto era scomparsa.
 
L’auto viaggiava già da un po’, Fred e George si erano dati il cambio e la signora Weasley era seduta sul sedile posteriore insieme a Emily e chiacchieravano.
-Emily, eccola lì- disse all’improvviso Fred puntando il dito verso una casa molto alta poco sotto di loro.
Atterrarono lentamente e George andò a parcheggiare sul retro della casa, tutti scesero e Fred e George aiutarono Emily a scaricare le valigie, la signora Weasley diede un abbraccio stritola-ossa a Emily e si diresse dentro casa a preparare la colazione.
Fred e George fecero fare un giro intorno alla casa ad Emily mostrandole ogni particolare, le aiuole con gli gnomi, le colline poco distanti su cui si allenavano a Quidditch e le montagne che si vedevano in lontananza per poi entrare in casa.
-Ehm, grazie signora Weasley ma io ho già fatto colazione- disse Emily vedendo la donna affaccendarsi tra i fornelli.
-Chiamami pure Molly cara, suvvia, non fa male fare una colazione sostanziosa di mattina e poi tra un po’ dovrebbero scendere anche gli altri, ragazzi non toccate quei pasticcini, FRED, SMETTILA DI CORRERE PER CASA, HAI TUTTE LE SCARPE SPORCHE!-
-Lui non è Fred, io sono Fred.-
-Parola mia, insomma, e dici di essere nostra madre-
-NON PRENDETEMI IN GIRO! CORRETE A CHIAMARE GLI ALTRI- ordinò la signora Weasley con la faccia paonazza.
Fred e George cominciarono a correre ridendo su per le scale portandosi dietro anche Emily.
-Dai, ti facciamo conoscere gli altri- disse Fred continuando a salire le scale e arrivando fino ad una porta tra i piani più alti.
Fred aprì la porta silenziosamente e fece segno a Emily di non parlare.
Ron dormiva tranquillamente, il letto era proprio sotto la finestra e a terra regnava il caos.
-Sveglia Ron, ci sono ragni ovunque. RAAAGNIIIIII- cominciò ad urlare George mentre Fred lanciava dei piccoli ragni di gomma addosso al fratello.
Ron saltò per aria e cominciò ad urlare lanciando a destra e a manca i ragni di gomma che gli piombavano addosso.
Fred e George stavano ridendo a crepapelle e Ron era pronto per saltargli addosso ma appena vide Emily si portò le coperte fino al collo.
-Ehm, buongiorno Ron- salutò lei a metà tra il divertito e l’imbarazzato.
Le orecchie di Ron presero a diventare rosse mentre balbettava cercando di ricambiare il saluto.
-Va bene Ronnino, noi andiamo, la mamma vuole che scendi a fare colazione- disse Fred.
-Noi ti aspettiamo fuori e occhio ai ragni- continuò George facendo un occhiolino ad Emily.
Ron fece per alzarsi, irritato, ma i gemelli e Emily si erano già richiusi la porta alle spalle.
-Beh, lui purtroppo già lo conoscevi, ora andiamo da Ginny, starai in stanza con lei- disse George scendendo le scale.
Si fermarono davanti ad una porta e stranamente non l’aprirono.
-La mamma vuole che bussiamo sempre prima di entrare in camera di Ginny…- cominciò George guardando la porta.
-Ma tanto noi non l’ascoltiamo mai!- continuò Fred spalancandola.
Ginny era seduta su una scrivania e sembrava molto concentrata a scrivere qualcosa tanto che appena la porta si aprì lei saltò in aria per lo spavento e si affrettò a mettere dei libri su quella che sembrava una lettera.
-Dovete bussare!- disse lei irritata ai gemelli ma poi guardò incuriosita Emily.
-Chi è lei?- chiese.
-Ah, lei? Ma come, non lo sai? Mamma e papà l’hanno adottata, ora sarà nostra sorella.- rispose George soffocando una risata.
Ginny assunse un’espressione pensierosa scrutando prima Fred e George per vedere se mentivano, cosa inutile essendo più che bravi nel tenere nascoste questo genere di cose, poi si soffermò a guardare Emily.
-Voi mi prendete in giro!- affermò lei guardano fissa Fred e George mandando delle occhiatine a Emily.
-Accidenti, ci ha sgamati… pazienza, vorrà dire che la porteremo via da questa brutta stanza… troppo pulita… non se ne parla, cara Emily, tu ti stabilirai in camera con noi- disse con finta aria melodrammatica Fred guardando prima Ginny poi Emily.
-No, aspetta, volete dire che starà da noi?- chiese Ginny sempre più curiosa.
-Solo se farai la brava con la nostra cara allieva- rispose George.
-Allieva? No, non rispondere, non voglio sapere.- disse lei portandosi una mano a coprirsi gli occhi esasperata.
-Peccato, se è così noi adesso portiamo le valigie qui, voi fate amicizia ma non esagerate, insomma, i Weasley preferiti di Emily dobbiamo essere solo io e George, non soffiarci il posto Ginny.- disse Fred uscendo dalla stanza seguito da George.
-Ehm, piacere, io sono Ginny, come avrai capito.- disse la ragazza dai capelli rossi tendendo la mano verso Emily.
La guardò bene e la riconobbe come la bambina che all’inizio del suo primo anno era corsa dietro al treno.
-Io sono Emily- rispose l’altra stringendole la mano.
-Ah, allora sei tu. Sai, Fred e George hanno parlato per tutta l’estate di te. Sono contenta di conoscerti- disse lei sorridente.
Emily si guardò intorno e vide che la stanza era tappezzata da foto di Quidditch, le pareti erano lilla e il pavimento molto ordinato, al contrario di quello di Ron.
-Vieni, la mamma ha fatto comparire un letto giusto questa mattina ma non ha voluto dirmi il perché… se vuoi puoi mettere le tue cose qui- disse Ginny indicando un piccolo comodino.
-Tu vai ad Hogwarts?- chiese Emily.
-Non ancora, comincerò quest’anno e sono parecchio agitata…-
-Perché? Hai ehm…- cominciò Emily contando sulle dita - sei fratelli, ti aiuteranno no?- concluse.
-No, Bill e Charlie non vanno più ad Hogwarts, Percy tiene troppo al suo compito di prefetto per badare a me, Fred e George, insomma li hai visti… e a Ron non penso importi molto di come mi trovo.-
-Beh, in tal caso ci sono io, e Neville, Hermione ah e Harry-
A quelle ultime parole Ginny arrossì violentemente girandosi di spalle.
-Stai bene, Ginny?- chiese Emily preoccupata.
-Si, è tutto a posto- la rassicurò voltandosi ancora notevolmente imbarazzata.
-Ho visto che scrivevi qualcosa prima che entrassimo, di che si tratta?-
-Niente, niente di importante.- rispose arrossendo sempre di più.
A Emily sembrò scortese insistere così lasciò perdere.
La porta si aprì lentamente e ne sbucarono Fred e George arrossati dallo sforzo, portavano la valigia di Emily che si precipitò ad aiutarli.
Posarono la valigia vicino al letto e i gemelli cominciarono a riprendere colore.
-Alla mamma basta fare un incantesimo per spostare un baule su per le scale, ma no, lasciamo fare i lavori pesanti ai figli- borbottò George.
-Scendete, è pronta la colazione.- disse con un urlo la signora Weasley dal salotto.
Tutti e quattro i ragazzi scesero le scale e si precipitarono affamati a tavola.
-Emily, cara, cosa vuoi mangiare?- chiese la signora Weasley gentilmente.
-Va benissimo questo grazie- rispose lei guardando la montagna di cibo nel suo piatto.
-Quando torna papà?- chiese Ron che si era appena seduto.
-Tra poco, tra poco- assicurò la signora Weasley riempiendo il piatto di Ginny.
La porta si aprì e il signor Weasley  entrò dirigendosi verso la sedia a capo tavola, la signora Weasley riempì il suo piatto e, mentre lui la ringraziava, notò Emily seduta poco lontano.
-Oh Emily, buongiorno, come va? Quando sei arrivata?- chiese.
-Proprio questa mattina, signor Weasley-
-Bene bene, senti, devo farti una domanda.- disse sporgendosi verso di lei con la forchetta in mano.
-Lo chiedo sempre a tutti ma ancora nessuna sa darmi una risposta, tu sei cresciuta con i babbani giusto?-
-Ehm, si-
-Eccellente eccellente, dunque, sai dirmi qual è, l’esatta funzione, di una papera di gomma?- chiese ficcandosi la forchetta in bocca.
-Lo chiede a tutti quelli che hanno a che fare con i babbani, lascia perdere…- sussurrò George alla sua sinistra.
-Mmh… penso che… insomma, è carino vederla galleggiare quindi…- cercò di rispondere.
-Oh nessun problema, proverò con qualcun altro- disse sorridendo lui rimettendosi a sedere per bene.
Poco dopo anche Percy li raggiunse e si mise a sedere accanto al padre.
Dopo parecchio sforzo Emily riuscì a finire la sua colazione.
-Squagliamocela, prima che le venga in mente di assegnarci qualche orribile compito- sussurrò Fred a Emily tirandola per un braccio, tutti e tre salirono le scale e si fermarono.
-Noi di solito andiamo a volare, vuoi venire? Ce l’hai una scopa?- chiese George.
-Si ma l’ho dimenticata a casa- disse con uno sguardo depresso.
-Puoi mandare Midnight- propose Fred.
-Si, è un’ottima idea-
-Vieni, ti procuriamo noi una pergamena- disse George salendo le scale.
Si trovarono davanti ad una porta qualche piano più su, George si mise ad aprire i lucchetti che ricoprivano gran parte della superficie poi appoggiò la mano sulla maniglia.
-Non ti scandalizzare, ok?- disse Fred.
Aprì la porta, il caos si stagliò davanti a loro.
Il pavimento era quasi invisibile, una marea di panni, sporchi e non, lo ricopriva, c’erano ampolle sparpagliate ovunque e altrettanti libri. In alcuni punti i muri erano bruciacchiati così come il pavimento.
-Ma create armi nucleari qui dentro?- chiese la ragazza sbalordita.
-Una certa specie, tieni, ecco una pergamena.- disse George porgendole un foglio.
Emily scrisse una lettera sbrigativa ai genitori, la mise nel becco di Midnight e la fece partire.
Dopo un’oretta Midnight tornò alla Tana con la scopa.
Emily, Fred e George si diressero in fretta su una collina lì vicino, i gemelli sapevano già volare molto bene ma la ragazza non ne era ancora esperta, all’inizio le insegnarono un po’ come fare e per il resto del pomeriggio l’avevano fatta volare con loro.
Emily andava per un po’ sulla scopa con George e per un po’ con Fred, non era abituata a reggersi quindi era costretta ad appoggiarsi al ‘guidatore’, cosa che le faceva piacere soprattutto quando era con Fred, era dalla prima volta che aveva visto il rosso volare che voleva andare con lui, finalmente aveva la possibilità di volare sotto la sua guida, gli cingeva la vita con le braccia e si lasciava accarezzare la faccia dal vento, anche Fred arrossiva spesso ma, ovviamente, Emily non poteva vederlo.
Verso l’ora di cena tornarono a casa e, finito di mangiare, si chiusero nella camera dei gemelli.
-Amy, che ne dici di aiutarci con le pozioni?- chiese Fred.
-Amy?- chiese lei voltandosi con un sopracciglio alzato.
-Già, Amy, che ne pensi? È il soprannome perfetto, se non ti piace possiamo usarne uno più stupido- rispose George.
-No, va bene questo, mi piace-
-Perfetto, allora che fai? Ci aiuti?-
-Niente affatto, per ora questa camera ha bisogno di una pulita, quando avrò finito vi aiuterò-
Emily si dedicò per tutta la serata a pulire la stanza mentre i gemelli facevano esplodere gli strani liquidi nei pentoloni.
-Finalmente ho finito, io ho sonno, continuiamo domani va bene?- chiese lei.
-Certo, se vuoi ti scortiamo fino alla camera…-
-…non sia mai venissi rapita.-
-Molto gentili ma non ne ho bisogno, penso che fuori da questa camera potrei solo salvarmi da virus transgenici o mestoli killer. Notte Fred, notte George- salutò lei dando un bacio sulla guancia a entrambi.
-Notte Amy- risposero loro in coro mentre usciva.
Si diresse in fretta verso la stanza di Ginny e aprì silenziosamente la porta, la ragazza era seduta, molto concentrata, alla scrivania, non la sentì entrare quindi continuò come nulla fosse.
Emily avanzò silenziosamente, nell’avvicinarsi pestò una palla di carta e si rese conto che ce n’erano una marea sparse a terra.
Ne prese una e l’aprì, c’erano scritte un paio di righe, era una poesia abbastanza orribile.
Si avvicinò e vide che anche Ginny era circondata da palline di carta.
Ginny parve sentirla perché saltò dallo spavento e nascose subito il foglio dietro la schiena.
-La poesia è per Harry, vero?- chiese Emily senza giri di parole.
-Ehm…si- sussurrò imbarazzata lei.
-Se vuoi ti aiuto-
-No, voglio che sia solo opera mia.-
-Va bene, ma è tardi, penso sia meglio addormentarsi ora-
-Già- confermò la rossa mettendo a posto alcuni fogli e buttando nel cestino alcune palline.
-Sei stata nella stanza di Fred e George?- chiese.
-Si, perché?-
-Non lasciano entrare mai nessuno sai? La mamma non la pulisce da non so quanto e io l’ho vista solo un paio di volte, non si può entrare neanche quando non ci sono perché hanno messo una strana serratura, devi essergli davvero molto simpatica, non hanno lasciato entrare neanche Lee Jordan più di un paio di volte, anche se non viene spesso… com’è?-
-Beh… un caos, l’ho ripulita un po’ oggi… ma in fin dei conti non è affatto male- rispose leggermente in imbarazzo.
Ginny finì a buttare le palline aiutata da Emily.
Entrambe si cambiarono e si misero a letto.
-Buona notte Emily- augurò Ginny.
-Notte Ginny- ricambiò l’altra.
Emily si accoccolò sotto le coperte e si fermò a pensare che lei e Fred erano distanziati da un solo piano.
 
NOTE: Si, lo so, ho tipo saltato la metà dell’anno ma non potevo certo scrivere le cose scritte già nel libro °-°
Scriverò solo delle cose più importanti sia per non rendere esageratamente lunga la fanfiction e sia per evitare di annoiarvi scrivendo cose che sapete già ^-^
Bè, grazie mille dell’attenzione :D al prossimo capitolo ^-^
Menma__
  
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