CAPITOLO 1:Incontri
Ogni giorno percorrevo quella salita…
Inerpicandomi a
fatica raggiungevo il punto più alto dove sorgeva la mia scuola: un vecchio
castello dall’aria spettrale al cui interno stanze inesplorate attendevano di
essere aperte.
E come ogni mattina lui era là…sul bordo della scogliera dove
si allenava silenziosamente concentrato in quelle che dovevano essere
difficilissime tecniche kendo.
Cullato dal vento e dal rumore delle onde il
suo corpo era immobile, teso ad ascoltare ogni minima vibrazione proveniente dai
colpi che la sua katana sferzava…e ogni colpo era un sussulto per il mio cuore,
che si frantumava ogni volta che lo vedevo…glielo avrei donato, gli avrei aperto
le porte della mia anima se si fosse “accorto” di me…ma magari fosse stato solo
per questo! Qualcosa di più grande ci univa e solo io ne ero a conoscenza…
Era una bellissima giornata di sole…il vento scompigliava i capelli e accarezzava il viso, i caldi raggi aurei scaldavano il cuore…e gioia per i miei occhi potevo ammirarlo! Senza farmi vedere mi accoccolai dietro a un maestoso ciliegio in piena fioritura, sebbene in alcuni punti i boccioli si facessero attendere, donava al paesaggio uno spirito di saggezza e purezza…era tutto perfetto e romantico…
Ma come dicevo qualcosa di più grande mi
attendeva…un’improvvisa fitta, un dolore lancinante allo stomaco mi riportò alla
realtà…era lo stesso dolore che si insinuava in me ogni giorno, in un preciso
momento…quando lui mi guardava…bastava semplicemente che posasse su di me i suoi
occhi blu cobalto! Ed era ciò che aveva appena fatto, sebbene lui non mi vedesse
poteva avvertirmi e di certo aveva sentito il lieve starnuto che mi provoco un
petalo di ciliegio…ed eccolo arrivare dall’angolo più profondo del mio
animo...qualcosa si ridestava!
“Ci siamo” pensai prima che le gambe mi
cedessero e il buio mi cullasse nelle sue forti ma oscure braccia…
“Benvenuta” bisbiglio una voce fuori dal mio campo
visivo, “spero tu abbia fatto buon viaggio. Chiedo scusa per la scortesia con la
quale ti invoco ogni volta, ma fatti inattesi e inspiegati iniziano ad accadere
nelle segrete del Nightmare, e mi serve che tu entri in azione” con un tono di
urgenza fini la frase e aspettò una mia reazione che non tardò a venire:
“Come!?” un urlò mi si fermò in gola più per la sorpresa che per la paura. “ Ma
avevi detto che sarebbe stato per il prossimo quarto di luna rosso e manca più
di un anno!”
“Lo so, ma come ho detto fatti accaduti a Nightmare hanno
accelerato i tempi ed è ora che tu ti prepari, lui sta per uscire. Credo che tu
l’abbia avvertito più forte che mai prima, ebbene lui è pronto e ti sta
aspettando!”
“Ma come farò?! E’ pur sempre un essere umano!? No! Non sono
pronta! Non posso”la voce mi si incrinò e una lacrima mi rigò il viso ma svelta
l’asciugai per non mostrare la mia debolezza al maestro…non l’avrebbe permesso,
non l’avrebbe accettato…
Dopo una lunga pausa in cui entrambi eravamo immersi
nei nostri pensieri, lui si limitò a guardarmi con occhi pieni di compassione
per il destino che mi era capitato, ma certo che non si sarebbe più ripetuto
perché con me la leggenda avrebbe avuto fine. Sospirò a fatica, stanco ormai
della vita che aveva vissuto, stanco di combattere contro il male generatosi
dalla sua parte gemella, stanco di vedere ripetersi ogni secolo la stessa
battaglia e gli stessi sacrifici…si avvicinò e mi appoggio una mano sulla
fronte “Ora via! torna alla tua realtà, vivi la tua vita, ma consapevole di ciò
che sta per accadere. Ti richiamerò se avrò bisogno di parlarti. Arrivederci
figlia mia!”
E così facendo il buio si diradò e la luce mi
riaccolse…
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