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Autore: Amantide    25/10/2013    7 recensioni
Un storia divertente che vede come protagonisti Harry, Ron e Hermione nel corso del loro quinto anno.
Qualcosa di strano catturerà l'attenzione di Harry che vorrà a tutti i costi far luce su questo mistero. E voi? capirete di cosa si tratta prima di Harry?
Dal testo:
Harry osservava gli amici che battibeccavano, ma c’era qualcosa di diverso nel loro modo di litigare… erano cinque anni che assisteva a scene di quel tipo, eppure questa volta qualcosa non lo convinceva. Aveva come la sensazione che fosse tutta una commedia.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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INCONTRI NOTTURNI
 
 
Era quasi mezzanotte ma, nonostante l’ora tarda, nella sala comune dei Grifondoro regnava ancora il caos. Lee Jordan aveva organizzato un torneo di carte a cui molti ragazzi tra cui Dean e Seamus stavano partecipando, mentre Fred e George stavano sperimentando le loro ultime invenzioni su chiunque fosse così ingenuo da fidarsi di loro. Seduti su un divanetto vicino al camino Harry, Ron e Hermione osservavano la scena divertiti.
“Ma è quasi mezzanotte!” Esclamò Hermione guardando sbalordita l’orologio. “Cavolo, dovevo passare in biblioteca a prendere un libro! Speriamo che Madama Pince non mi butti fuori!” E così dicendo corse fuori dal buco del ritratto.
“Miseriaccia! Perché non chiede direttamente la residenza in biblioteca!” Osservò Ron rivolto al suo migliore amico che scoppiò a ridere.
“Perché Madama Pince non la sopporta più!” Disse Harry ridendo di gusto.
“Beh, io mi sa che me ne vado a letto, domani ci sono gli allenamenti di Quidditch!” Aggiunse stiracchiandosi.
“Buona notte Harry!”
 
Alle due in punto Harry si svegliò di soprassalto. “Ron ma che cavolo…” Disse Harry inforcando gli occhiali e mettendo a fuoco il suo migliore amico che nell’oscurità era inciampato nel baule ai piedi del letto facendo un gran baccano.
“Scusa Harry, non l’avevo visto!” Si scusò Ron massaggiandosi il dito del piede. Harry lo guardò meglio e si accorse solo in quel momento che l’amico era ancora vestito. “Ma sei tornato adesso?” Gli domandò curioso.
“Beh… si.” Ammise Ron che non sapeva come negare l’evidenza. “Sai… Lee mi ha detto che nell’ala ovest del castello… ti ricordi dove tenevano lo Specchio delle Brame al primo anno… beh insomma adesso c’è un torneo segreto di scacchi dei maghi e così sono andato a buttare l’occhio!”
“Un torneo segreto!? Wow, ma quante ne sa Lee?!”
“Già! Buona notte Harry!” E con queste parole Ron s’infilò sotto le coperte ed entrambi si addormentarono.
 
La mattina seguente i tre amici si recarono a Trasfigurazione dove la professoressa McGranitt iniziò a spiegare loro l’importanza dei G.U.F.O. e di come avrebbe aumentato la mole di compiti per consentirgli di arrivare preparati agli esami.
“Fantastico!” Borbottò Ron sconsolato. “Menomale che ci sei tu Hermione!” Disse poi all’amica che iniziò ad arrossire. “Ron finiscila! Sai che il mio aiuto non sarà sufficiente per passare gli esami, devi deciderti a studiare!”
“Lo farei… ma sai, abbiamo gli allenamenti di Quidditch!”
“La sera però potresti passare un po’ di tempo in biblioteca invece di andare a giocare a scacchi!” Lo ammonì Hermione.
“E tu come fai a saperlo?” Domandò Harry sorpreso.
“Silenzio Potter!” Intervenne la McGranitt mettendoli a tacere.
 
Verso le sei Harry e Ron fecero ritorno in sala comune. Angelina li aveva decisamente massacrati, da quando era diventata capitano gli allenamenti erano diventati quasi una tortura.
“Sono a pezzi!” Annunciò Harry lasciandosi cadere sul divano più vicino mentre Ron si sedeva su una poltrona.
“Ma finitela! Sempre a lamentarvi! Non vorrete certo trascurare lo studio perché Angelina ha leggermente intensificato gli allenamenti?!”
“Leggermente intensificato gli allenamenti??!” Dissero Harry e Ron in coro guardando Hermione come se avesse ammesso un amore segreto per Piton.
“Si ok, va bene, siete stanchi, ma vi aspetto entrambi in biblioteca dopo cena, è chiaro!?”
“Chiaro!” Risposero Harry e Ron con poco entusiasmo.
 
“Harry, sono già le dieci, Hermione ci ammazzerà se non ci sbrighiamo!” Disse Ron in piedi sulla porta del dormitorio con i libri sotto braccio.
“Vai tu, io sono cotto, finirei per addormentarmi sui libri facendola arrabbiare ancora di più!” Disse Harry sdraiato a pancia in giù sul letto con la faccia che affondava nel cuscino e gli occhiali tutti storti.
“Come vuoi!”
Ron scese le scale del dormitorio, e poco prima di entrare in sala comune puntò la bacchetta verso i libri e pronunciò “Evanesco” facendoli scomparire. Attraversò la sala comune dove i suoi fratelli giocavano rumorosamente con un frisbee zannuto e uscì dal buco del ritratto dove la signora grassa lo stordì con un acuto dei suoi.
Salì le scale di corsa diretto in biblioteca e appena dentro identificò subito Hermione grazie alla sua indomabile chioma riccia.
“Ci sono!” Annunciò Ron mentre un sorriso malizioso compariva sulla sua faccia.
“E Harry?!” Domandò Hermione posando la piuma sul tavolo.
“Dorme come un bambino! Non mentivamo quando dicevamo che gli allenamenti erano stati pesanti!” Spiegò il rosso.
“Beh, mi auguro che tu abbia delle energie di riserva!” Disse lei con un mezzo sorriso.
“Ce le ho, ce le ho!” Garantì lui facendo il modesto.
 
La mattina seguente Harry fu il primo del dormitorio a svegliarsi.
“Ron! Ron svegliati dai! Abbiamo storia della magia!” Disse Harry al suo migliore amico mentre si vestiva.
“No Harry, non ce la faccio… salto la prima ora!” Bofonchiò girandosi dall’altra parte.
“Rooon! Svegliati, non puoi saltare la prima ora! Forse il professor Ruf non dirà nulla ma Hermione non te lo perdonerebbe mai!”
“Hermione?” Domandò Ron girandosi verso Harry. “Vedrai che capirà!” Aggiunse ridacchiando.
Harry rimase un momento interdetto mentre cercava di comprendere le parole dell’amico. Hermione non avrebbe mai capito… non quando si trattava di saltare lezioni o non fare dei compiti.
“Senti, arrangiati! Io ti avevo avvisato!” E così dicendo uscì dal dormitorio lasciando l’amico a poltrire nel letto.
Arrivò in Sala Grande per la colazione dove trovò Hermione che beveva un caffè. Sembrava piuttosto provata e aveva delle occhiaie parecchio vistose che il trucco non riusciva a nascondere. “Tutto bene Hermione?!” Le chiese mentre si versava del succo di zucca.
“Si, si, sono solo un po’ stanca… sai, ieri sera Lavanda e Calì hanno spettegolato fino a tardi e non riuscivo ad addormentarmi!”
“Capisco.”
“Ma Ron? Dov’è?” Chiese lei tutto d’un tratto.
“A letto! Aveva troppo sonno, ha deciso che salta la prima ora.” Spiegò Harry sperando che l’amica non si alterasse con lui.
“Oh… povero.” Disse lei con aria sognante.
“Povero?” Ripeté Harry incredulo.
“Cioè… è proprio un incosciente!” Disse Hermione con il suo tono più autoritario. “Un giorno si decide a studiare e la mattina dopo salta le lezioni!” Continuò Hermione mentre Harry la fissava sospettoso. “Ma adesso è tardi Harry, dobbiamo andare!”
Finita storia della magia Harry e Hermione uscirono dall’aula e entrarono in quella di incantesimi dove trovarono Ron seduto all’ultimo banco impegnato in un ampio sbadiglio.
“Ronald Weasley! Sei proprio un imbecille! Saltare una lezione per dormire un’ora in più!” Iniziò a rimproverarlo Hermione.
“Hermione, ho solo saltato una noiosissima ora di storia della magia, non c’è bisogno di farne un dramma!”
“Sei tu che ne farai un dramma quando verrai a chiedermi di copiare gli appunti!”
“Ma dai, Hermione!”
Harry osservava gli amici che battibeccavano, ma c’era qualcosa di diverso nel loro modo di litigare… erano cinque anni che assisteva a scene di quel tipo, eppure questa volta qualcosa non lo convinceva. Aveva come la sensazione che fosse tutta una commedia.
I pensieri di Harry furono interrotti dal professor Vitius che iniziò la lezione richiamando la classe al silenzio. Da quel momento in poi Harry si ripromise di tener d’occhio i suoi due migliori amici, era sempre più convinto che stessero tramando qualcosa, qualcosa di cui volevano tenerlo all’oscuro.
 
Il martedì sera successivo si trovavano tutti e tre in Sala comune, Harry e Ron discutevano animatamente di Quidditch e Hermione leggeva un libro vicino al caminetto.
“Beh, io vado.” Annunciò Ron verso le undici.
“Dove vai?!” Domandò Harry sempre più sospettoso.
“Il torneo di scacchi, Harry! Ti ricordi che te ne avevo parlato?”
“Oh si certo!”
“Beh questa sera ci sono in palio trenta galeoni per il vincitore… sai, mi farebbero comodo!”
“Beh in bocca al lupo allora!”
“Crepi!” Esclamò il rosso uscendo dal buco del ritratto.
“Tu non dici niente!?” Domandò Harry ad Hermione che si limitò a fare spallucce.
Ok, qualcosa non quadrava, Harry ne era sempre più convinto e ne ebbe la conferma definitiva quando Hermione, dopo circa quindici minuti, disse di aver dimenticato di riconsegnare un libro in biblioteca e abbandonò anche lei la Sala comune.
Harry rimase sul divano per un po’ leggendo la Gazzetta del Profeta ma poi salì in dormitorio assonnato.
Una volta di sopra, aprì il suo baule alla ricerca di un pigiama pulito e mentre ravanava tra i suoi averi gli capitò tra le mani la soluzione ai suoi problemi.
La mappa del malandrino era sepolta in fondo al baule, erano almeno sei mesi che non la utilizzava e si diede immediatamente dello stupido per non averci pensato prima. Con quella avrebbe potuto scoprire cosa stavano tramando i suoi amici. Posseduto dalla curiosità puntò la bacchetta verso la mappa e disse “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” Subito sulla pergamena iniziarono a delinearsi i confini di Hogwarts e quando la mappa fu completa Harry guardò subito nell’ala ovest dove, secondo Ron, impazzava un torneo di sacchi. La mappa non mentiva mai e questo Harry lo sapeva bene, ma lo stesso non si poteva dire del suo migliore amico, l’ala ovest del castello era assolutamente vuota. Sempre più curioso spostò lo sguardo alla ricerca della biblioteca e quando la trovò la sua teoria venne confermata, Hermione non era in biblioteca. Harry percorse l’intera mappa, torre dopo torre, sotterraneo dopo sotterraneo alla ricerca dei suoi migliori amici, ma quando iniziò a pensare che forse si trovavano nella stanza delle necessità finalmente li vide.
Si trovavano in un angolo remoto del castello al settimo piano. Harry sollevò lo sguardo dalla mappa mentre si sforzava di pensare cosa ci fosse in quel punto del castello e poi gli venne in mente. “Ma certo! Il bagno dei Prefetti!” Disse ad alta voce. Ma subito dopo questa brillante illuminazione iniziò a domandarsi cosa diavolo ci facevano i suoi due migliori amici chiusi insieme nel bagno dei Prefetti a mezzanotte meno un quarto.
Assalito dalla curiosità si gettò il mantello dell’invisibilità sulle spalle e, facendo attenzione a non svegliare i suoi compagni di stanza, abbandonò il dormitorio diretto al settimo piano. Controllò la mappa un paio di volte per assicurarsi di non fare sgradevoli incontri lungo il cammino e quando quella gli confermò che la via era libera corse su per le scale fino al grosso portone in ferro battuto che celava il bagno riservato esclusivamente ai prefetti.
Per sua fortuna Ron non sapeva tenere la bocca chiusa e all’inizio dell’anno gli aveva rivelato la parola d’ordine per poter entrare.
Appena dentro rimase talmente inebriato dai dolci profumi e dai caldi vapori che provenivano dall’enorme vasca che gli venne quasi voglia di fare un bagno. Ma proprio mentre pensava a quanto sarebbe stato rilassante potersi immergere in quella soffice schiuma vide qualcosa che lo lasciò di stucco.
I suoi migliori amici erano insieme dentro la vasca sommersi dalla schiuma e, come se Harry non fosse già abbastanza scioccato da questa visione, Hermione rincarò la dose mettendo le braccia intorno al collo di Ron e baciandolo con passione completamente ignara della presenza di Harry.
Harry vide Ron ricambiare il bacio mentre la abbracciava e poi parlò: “Sai… penso che Harry inizi a sospettare qualcosa…”
“Già… dobbiamo trovare delle nuove scuse!” Convenne Hermione accocolandosi sul petto di Ron.
“E se invece gli dicessimo la verità?”
“La verità?! Ron, no! Non so come la prenderebbe… voglio dire, noi siamo i suoi migliori amici!”
“Appunto!”
“Dai Ron! Perché vuoi discuterne adesso, è già mezzanotte! Abbiamo ancora il tempo per un’altra volta e poi ci converrà tornare altrimenti domani saremo due zombi e non io ti permetterò di saltare un’altra volta la prima ora!” Disse Hermione divertita mentre nella mente di Harry tutto si faceva improvvisamente più chiaro. Le occhiaie di Hermione, il sonno arretrato di Ron, le fughe notturne e le bugie sul torneo e sulla biblioteca, come aveva fatto a non capirlo? Era così evidente!
Hermione e Ron presero a baciarsi di nuovo con passione e Harry, che si sentì improvvisamente di troppo, decise che era giunto il momento di intervenire.
“Fatemi indovinare… Ron ha vinto il torneo di scacchi e avete deciso di festeggiare con un bel bagno caldo?!” Disse Harry sfilandosi il mantello e rivelando la sua presenza agli amici.
“Harry!!!” Esclamarono all’unisono gli amici ancora abbracciati ma sconvolti da quella visione. Hermione s’immerse nella schiuma fino alle orecchie mentre il suo viso diventava di un rosso acceso e Ron continuava ad aprire e chiudere la bocca senza riuscire a dire una parola.
“Harry ma che diavolo ci fai qui!? Come hai fatto ad entrare?!” Domandò Hermione mentre nuotava verso l’angolo della vasca più lontano da Harry. “Ron!” Esclamò poi rivolta al rosso. “Non gli avrai detto la parola d’ordine vero?!”
Ron non disse nulla ma la sua faccia parlava da sola e Hermione gli scoccò uno dei suoi sguardi assassini. “Beh forse mi è scappata all’inizio dell’anno…” Si giustificò lui. “Ma… Harry, da quanto sei qui?!” Domandò Ron preoccupato che l’amico avesse visto qualcosa di troppo.
“Tranquilli, non ho visto nulla di cui potrei ricattarvi.” Disse Harry ridacchiando. “Ma potevate dirmelo subito, non ho nulla in contrario!”
Harry si girò di spalle consentendo agli amici di uscire dalla vasca e di rivestirsi.
“E così adesso mi toccherà coprirvi durante le vostre fughe notturne eh!?” Disse Harry divertito mentre Ron e Hermione cercavano di liberarsi dall’imbarazzo.
“Già ma almeno adesso che sai la verità non dovremo più preoccuparci di trovare delle scuse!” Disse Ron mettendo un braccio intorno alle spalle di Hermione che si sentiva ancora a disagio.
“Giusto, ma forse sarà meglio che mi trovi una ragazza anch’io visto che passerò meno tempo con i miei migliori amici!”
“Beh, ci sono sempre io!” Esclamò una voce acuta che proveniva dal fondo del bagno. Harry, Ron e Hermione si voltarono di scatto. Mirtilla Malcontenta sedeva sul bordo della vasca con i suoi soliti codini e i grossi occhiali squadrati mentre li salutava con la mano. “Come sei diventato alto Harry! E’ un bel po’ che non ci vediamo noi due!” Aggiunse mentre si spostava per raggiungere Harry e si strusciava contro di lui. “Oh, a proposito… io si che ho visto qualcosa di cui potrei ricattarvi!” Disse con un ghigno rivolta a Ron e Hermione che sbiancarono improvvisamente diventando dello stesso colore di Mirtilla. Harry vide i suoi amici scambiarsi uno sguardo mentre ripensavano a tutto ciò che avevano fatto in quel bagno convinti di aver trovato un posto in cui concedersi un po’ di privacy e non riuscì a non ridere. Mirtilla si aggirava indisturbata per tutti i bagni della scuola come avevano fatto a non pensarci.
“E per quale ragione dovresti ricattarci? Non ti abbiamo fatto nulla di male, cosa che non si può dire di te, razza di guardona!” Esclamò Ron toccato sul vivo mentre Hermione avrebbe voluto tuffarsi nella schiuma della vasca per la vergogna senza dover riemergere mai più.
“Ha parlato mister cinque minuti!” Disse Mirtilla acida.
“Hey!” Ribattè Ron stizzito mentre Harry non riusciva a trattenere le risate.
“Mirtilla, se ci prometti che non dirai niente sulle nostre performance, noi ti assicuriamo che Harry verrà a trovarti una volta a settimana!” Intervenne Hermione che non aveva nessuna intenzione di rinunciare all’unico posto in cui lei e Ron riuscivano a stare soli.
“Ehy! Così non vale!” Protestò Harry.
“Dai Harry, almeno finché non avrai trovato una ragazza in carne e ossa potresti fare questo favore ai tuoi migliori amici!” Disse Ron mentre sfoderava gli occhi dolci che riservava a sua madre per ottenere il bis di qualcosa.
“E va bene, ma non mi fermerò qui con te per più di cinque minuti!” Disse Harry rivolto a Mirtilla.
“Non ti preoccupare Harry, in cinque minuti si fanno tante cose, Ron ne sa qualcosa!” Scherzò Mirtilla mentre Ron e Hermione arrossivano.
 
  
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