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Autore: Carooooool    25/10/2013    1 recensioni
La mamma mi accarezzò la testa. "Aspettatemi qui, care. Sarò indietro tra un attimo". Mi allungò la mia sorellina di un paio di anni circa, e la presi in braccio come mi aveva insegnato. Avevo 7 anni.
Era strano che la mamma ci avesse portato così lontano. In quel bosco c'eravamo state una volta con papà. Ma ora papà non c'era più e la mamma era molto triste ultimamente.
"Tranquilla cara, giusto il tempo di due secondi" mi rassicurò di nuovo. Prima di voltarsi si chinò ad abbracciarmi, e baciò la testolina di May dolcemente. Ritornò sui suoi passi e salì in macchina.
L'auto che si allontanava fu l'ultimo ricordo che ho di lei.
Non tornò più a prenderci.
Genere: Avventura, Azione, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grattai e scostai con le dita incrostate di terra il terriccio, scavando una piccola buca. Ci deposi poi piano le castagne che avevo trovato e ricoprii il tutto. Dovevo fare alla svelta, e compiere tutto il giro per controllare le trappole per conigli. Oramai era autunno, e dovevo accumulare parecchie scorte prima dell'inverno. Corsi veloce verso la prima trappola che avevo piazzato la prima mattina, ma la trovai vuota. Era dura attraversare a piedi nudi tutto il bosco, ma oramai le piante dei miei piedi erano decisamente più spesse. 
Fantastico, un'altra trappola vuota. Era così difficile riuscire a mangiare ultimamente.
Nella terza finalmente era rimasta incastrata una bella lepre, dal pelo morbido. Ero rincuorata, avrei potuto sfamarmi, e il pelo mi avrebbe aiutato contro il freddo mattutino. 
Un paio di ore dopo la mia cintura era piena di animali, incastrati sotto la testa. Rallentai la corsa, e mi concedetti un minimo di riposo. Oramai il pasto era assicurato, e avevo anche delle scorte. Presi a guardare il terreno fangoso in cui affondavano i miei piedi nudi. Era stranamente caldo, e dava sollievo al fastidio delle schegge conficcate nelle dita. 
Mi bloccai, quando vidi l'orma a terra. Il cuore si fermò, e cominciai a sudare. 
I ricordi mi balenarono nella mente, confusi, vividi, angoscianti. 
Le fauci, il panico, il sangue. La mia gamba, i buchi, larghi e profondi, che avevano lasciato i denti. La puzza, l'orrore. La sensazione lancinante della forza che metteva nel lacerare il mio polpaccio. 
Orme di lupo. Fresche. 
D'istinto mi arrampicai sul primo albero alto che trovai, e mi misi a scorgere in lontananza. Non vedevo bene, le foglie marce sul terreno mi confondevano la vista. Mi calmai, la puzza di paura si sentiva da chilometri. Scesi, cauta, e mi cosparsi il viso, il collo e la pelle di fango. Avrebbe tolto l'odore, e mi avrebbe aiutata a mimetizzarmi. 
L'adrenalina era tanta. Il cuore batteva, forte, rumoroso, e non potevo fare nulla per soffocare quel rumore così molesto, così individuabile.
Arrancai a quattro zampe, tenendo le gambe molleggiate, pronte a schizzare via. 
Mi diressi verso la trappola, ed era lì. Il muso sporco di sangue, arrossato dal pasto appena consumato. Ai suoi piedi c'erano i resti del corpicino della lepre, dilaniato. 
Indietreggiai, abbassandomi sempre di più a terra. Ma la mia mano finì sulle foglie secche, e il lupo si voltò verso di me. 
Eravamo distanti una cinquantina di metri. 
Rimasi immobile. Trattenni il respiro.
Fiutò l'aria. 
Il suo naso si muoveva sempre più forte, mi stava cercando, mi aveva sentita. 
Alzai solo un braccio...
Accadde tutto nel giro di un minuto.
Scattai all'indietro e cominciai a correre, mentre il lupo ringhiava dietro di me. Cercavo l'albero di salvataggio, quello che mi avrebbe permesso di arrampicarmi e di passare da un ramo all'altro. 
Ma il lupo si stava avvicinando, e dovevo scappare. 
Salii su uno molto alto, e mi spinsi fino a metà. Ero a 15 metri da terra. 
La bestia cominciò a ringhiare ed a ululare. Stava chiamando gli altri. Non c'erano rami abbastanza spessi da permettermi di spostarmi. 
Prima che arrivassero gli altri componenti del branco feci la prima cosa che mi saltò in mente. Staccai una lepre dalla mia cintura e, sporgendomi il più in la possibile, la lanciai con tutta la forza che avevo.
Il corpo cadde a una decina di metri da li. 
Il lupo fece quello che speravo. Si avventò sulla lepre e velocemente cercai di scendere dal lato opposto. 
Ebbi solo il tempo di trovare l'albero che mi avrebbe permesso di muovermi tra i rami e mi ci arrampicai il più velocemente possibile. 
Ero salva, almeno credevo.
  
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