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Autore: Colli58    25/10/2013    9 recensioni
La ragazza scosse il capo. “Mi piaceva di più quando ti teneva a distanza, ma anche lei è finita nel tuo letto come tante altre, solo che tu da quando c’è lei non vedi altro.”
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Martha aveva sentito tutto e la discussione l’aveva amareggiata molto. Immaginava che prima o poi sarebbe accaduto, ma sperava che Alexis nonostante tutto reagisse in modo più maturo. Anche lei si era spaventata, giusto una manciata di settimane prima, per il rischio che Richard aveva corso, non lo negava, però vedeva suo figlio innamorato e pronto a confrontarsi con ogni genere di difficoltà per stare con Kate, poteva solo apprezzarne gli sforzi fatti. Era così inusuale per Richard essere disposto a modificare tanto le proprie abitudini pur di trovare un modo per vivere quella relazione indubbiamente seria e problematica.
Le sue precedenti mogli erano il frutto della sua fama e dei suoi soldi e a parte accontentarle nei loro capricci, il suo stile di vita non aveva subito molti cambiamenti, se si escludeva la nascita di Alexis ovviamente. La cosa non valeva per Kate che era stata una conquista vera, giorno dopo giorno. Martha capiva il valore di quella relazione più di chiunque perché vedeva in quella donna un amore sincero per suo figlio, una storia che si basava su solide fondamenta e non quelle vacue del benessere e della notorietà. Ogni madre sperava di vedere il proprio figlio felice: la sua attesa era stata lunga e lastricata da donne troppo esuberanti ed egoiste prima che nella sua vita approdasse Katherine Beckett. Kate gli faceva bene, lo rendeva un uomo migliore, meno infantile. Era anche in grado di capire che come coppia avevano bisogno di intimità, di privacy anche solo per parlare del loro futuro. Alexis era ancora troppo scossa da quanto era successo a Washington, aveva percepito la novità riguardante il nuovo appartamento quasi come un abbandono, così avrebbe dovuto parlarle con calma per farle capire il vero motivo. Si augurò che Kate non se ne fosse avuta a male per le parole sprezzanti di Alexis, contava sulla sua obbiettività di donna indipendente e matura.
Non la vide abbandonare la stanza di Richard quindi poteva considerarlo un buon segno. Mancavano ancora un paio d’ore alla cena, forse con gli animi più calmi avrebbe potuto fare qualcosa di buono per quelle due anime testarde. Oppure li avrebbe spronati a fare di meglio, perché la situazione stava diventando insostenibile. Tollerando la presenza di Pi che rendeva Richard intrattabile, Alexis invece si muoveva per casa e fuori casa come se la sua vita passata non fosse mai esistita. Kate ovviamente era al centro delle attenzioni di Richard ed Alexis subiva la devozione del padre per la sua compagna come un’intemperanza di un uomo poco maturo e irresponsabile, inoltre reagiva contro di lei colpevolizzandola inconsciamente di averla spodestata dal primato di essere l’unica creatura amata incondizionatamente da Richard.
Richard forse stava crescendo, Alexis stava vivendo una fase turbolenta della sua crescita e la sua famiglia allargandosi diventava molto più complicata da gestire, gli serviva ben più di un bicchiere di vino rosso per affrontare la cosa.

Alexis era entrata in camera sua sbattendo la porta furiosamente e facendo trasalire Pi che se ne stava in panciolle sdraiato sul letto ascoltando musica e leggendo un libro.
“Immagino che quello che mio padre ha detto poco fa non ti abbia fatto piacere…” sbottò vedendolo rilassato, forse troppo.
“Alexis, tuo padre è un padre, hanno sempre qualcosa da dire. Il mio mi criticava sempre per tutto, per i miei gusti, per le mie abitudini, così io mi sono fatto di nebbia.” Rispose posando il libro sul ventre e guardandola con un mezzo sorriso.
Alexis si asciugò gli occhi nervosamente. “Cosa hai fatto?” Chiese non capendo la sua affermazione.
“Me ne sono andato e da allora faccio quel che voglio.” Disse con tranquillità. “Per esperienza ti dico che tuo padre è strano, ma Mister C non è malvagio. Non l’ho mai sentito rifiutarti qualcosa oppure trattarti male.” Aggiunse indicandogli di sedere accanto a lui con un sorriso.
Alexis lo fulminò. “Tranne oggi?” Sbottò mettendo le mani sui fianchi.
Pi alzò le spalle. “Era solo un po’ di sarcasmo, cosa che gli viene proprio alla grande. Si vede che per tuo padre non è un bel periodo: la sua donna non se la sta passando bene, e lui probabilmente è preoccupato. Poi questi malumori vengono fuori nei momenti sbagliati.” Spiegò continuando a ondeggiare il capo a tempo di musica.
“Secondo te prendere un appartamento a Washington senza informarmi della sua decisione di trasferirsi lì non è una cosa che possa farmi male?”
Pi fece un fischio. “Una casa in capitale non è a tutti! Magari ci si poteva andare per qualche giorno. E poi questa casa rimarrebbe mezza vuota, potrebbe fare al caso nostro…” Alexis gli lanciò addosso una sua maglietta, lasciata appoggiata come le altre sulla sedia della scrivania.
“Ma tu non riesci a capire? Ci avrebbe lasciati qui da soli per stare con lei!”
 “Ho lasciato Amsterdam da molti mesi e sono qui con te da due, cosa c’è di così strano? Sta cercando di trovare il suo posto nel mondo. E’ questione di karma.” Pi alzò le spalle.
“Ma tu non hai figli, non hai delle responsabilità su una famiglia!” Replicò dura Alexis.
Pi si corrucciò. “Beh non hai cinque anni e nemmeno Mrs. R. E poi anche tu stai cercando al tua strada, me lo hai detto chiaramente. Quando ci siamo conosciuto in Costa Rica non cercavi anche tu un segno da seguire? Tuo padre ha trovato Miss B e ora sta seguendo il suo destino e noi stiamo pensando alla stessa cosa.” Le parole di Pi erano dirette e semplici e la fecero infuriare di più al solo pensiero che avesse un barlume di ragione.  Sedette sul letto espirando esasperata, sfregandosi di nuovo gli occhi che bruciavano da nuove lacrime.
“Ma lui non può fare così, non può gettare la sua vita. Ha rischiato di morire!”
Pi la guardò pensando a cosa dire. “Perché non può? Ti ha cresciuto, provvede a te, ti protegge e ti vuole bene, ma a parte questo se vuole vivere la sua vita come preferisce credo sia in suo diritto, come quello di tutti…”
Alexis lo guardò stupita dalle sue parole. Ok, il suo spirito libero si stava dimostrando fin troppo comprensivo nelle libertà che si stava prendendo suo padre dalla vita.
“Credi che sia cosciente di quello che sta facendo? La sua infatuazione per Kate lo distruggerà.”
Pi scosse il capo. “Perché Mister C non dovrebbe volerlo? Mi sembra cotto di lei ma non dà l’idea di essere nato ieri, da quanto mi hai detto ne ha avute di avventure nella sua vita.” Rispose annuendo col capo.
“Sei stata tu a dirmi che usciva con un’oca diversa ogni fine settimana…”
“Ma lui non si è mai allontanato da me, non in questo modo…” disse ancora irata ma abbassando il tono di voce.  Pi giocherellò con il bordo del libro.
“E’ solo un cambiamento geografico, il suo cuore non ti lascerà mai comunque. Lo percepisco come una… tua fonte di energia, un chakra fuori dal tuo corpo. Mi hai detto che avete uno speciale legame, vedrai starete sempre bene se vi dite la verità e cosa provate, però meglio che non urli con lui.” Disse gesticolando con le mani, mimando una sfera in espansione.
“Io non ho urlato…”
“Beh visto che hai quasi distrutto la porta...” Commento indicando l'ingresso.”
Alexis sbuffò esasperata.
Aveva descritto la capacità protettiva di suo padre in un modo molto bello, anche se non se lo meritava vista la scarsa considerazione che aveva per lui.
“E’ sempre stato il mio punto di riferimento, mi ha sempre protetto…”
“Quando l’ho conosciuto non l’avevo notato, ma Mister C ha un’aura strana, come uno scudo protettivo per proteggere chi ama.  E’ molto forte.” Descrisse di nuovo.
Alexis rise. “Oh, quello è il potere Jedi, è la forza…” replicò divertita pensando che il padre avrebbe adorato quella descrizione. “Ma guai a te se glielo vai a dire!” Lo riprese minacciandolo.
“Non ti mancano i tuoi genitori?” Chiese quindi guardando il viso disteso del suo ragazzo. Dalla tranquillità con cui si esprimeva sembrava avesse avuto ben altre esperienze nella vita.
“No, mia madre mi fa avere i soldi necessari per vivere come voglio, ma non è mai stata molto presente. Il mio vecchio lo sopportavo appena. No, non mi mancano. Ma tuo padre invece è fico." Spiegò.
“Vedere quel contratto mi ha mandato su tutte le furie…” Ammise parlando più a stessa che a Pi.
“Perché?”
“Ma che diavolo hai nel cervello? Quando lui sta con Kate si infila in un guaio dopo l’altro, ci mancava solo che sparisse con lei a D.C. così era la volta buona che non avremmo più avuto sue notizie! Qui possiamo andare al distretto se non riusciamo a contattarlo, ma al FBI non ci sarebbe stato nessuno a darci risposte.” rispose sfregandosi il viso.
“Ci sarebbe stata Miss B.”
Pi aveva dei pensieri forse fin troppo elementari per il suo umore.
“Si chiama Kate comunque o Detective Beckett…” Lo corresse con un cipiglio da maestrina.
Pi fece una smorfia sotto i suoi baffetti. “Mister C ha del fegato. Per il mio vecchio il massimo del rischio era avventurarsi in metropolitana.”
Alexis si alzò e andò a sedersi alla sua scrivania, non prima di aver liberato la sua sedia dal cumulo di vestiti del ragazzo. Un po’ si sentiva in colpa per aver aggredito suo padre, ma quante cose doveva sopportare prima che lui capisse che la sua vita stava andando a rotoli.
“Andiamo dolcezza, vieni qui rilassati, non puoi fare granché se questa è la sua scelta…”
La ragazza non rispose. Persino Pi la stava irritando, lui non capiva davvero la situazione e forse non aveva nemmeno le basi familiari per poter comprendere il suo stato d’animo.
“Puoi lasciarmi da sola?” Disse guardando il ragazzo in modo deciso.
Pi si alzò e annuì ciondolando. “Accenditi una candela profumata, fai un po’ di yoga…”
Alexis si alzò. “Ok, ok ma ora puoi andartene per un po’? Vorrei restare sola.” Replicò aprendo la porta.
Il suo stile New Age in quel momento era completamente fuori luogo e non avrebbe aiutato lei a ritrovare il buonsenso nel padre.
Il ragazzo se ne andò portando con se il libro che stava leggendo alzando le spalle con noncuranza.
Alexis si tuffò sul letto supina e si perse a guardare il soffitto, proiettando con la mente i suoi ricordi più belli vissuti con il padre. La sua presenza continua, tutte le cose che avevano vissuto insieme, i progetti, le avventure al museo e le grandiose feste di compleanno. E poi i lavori scolastici, le feste di natale a pattinare e la cioccolata calda dopo. Le sedute di scherma in soggiorno, le lunghe battaglie verbali su chi fosse il personaggio più intrigante di Harry Potter, ed il laser tag in giro per casa spostando mobili e suppellettili. Persino le carrucole mobili dal soffitto per calarsi a sorpresa. La sua presenza era stata così avvolgente che aveva lenito la mancanza di sua madre.
Il tempo per quei giochi era finito, stava cercando la propria strada, ma il suo era stato un padre che aveva vissuto con lei e per lei ed il distacco si stava dimostrando particolarmente doloroso. Pensava di essere la prima a fare un passo per allontanarsi ed invece suo padre stava vivendo un amore importante ed era stato il primo ad allontanarsi. Non lo aveva mai visto così, non aveva mai visto quello sguardo prima. Le altre sue donne non avevano mai significato nulla al confronto di Kate e da che i suoi sentimenti erano diventati palesi in famiglia, lo aveva percepito sempre più distante.
Nonostante fosse stata più giovane e ingenua non le era stato difficile capire che Gina non aveva rubato il suo cuore veramente, c’era stato affetto e comprensione per un po’. Ma amore no e le altre bionde esplosive e sciacquette in cerca di notorietà non le aveva mai nemmeno prese in considerazione.
Non sapeva che cosa fare. Un tempo le sarebbe bastato poco per dirottare le sue attenzioni su di lei, ma qualcosa era cambiato radicalmente e si ricordava con fin troppa chiarezza il giorno in cui era successo. Kate era stata ferita e stava rischiando di morire e suo padre stava morendo con lei, nella sua anima. Si era creato un legame così forte senza che nemmeno i due sapessero di amarsi, e la loro reciproca dipendenza era diventata quasi una simbiosi. Era una cosa così surreale e romantica allo stesso tempo tanto che sembrava uscita da un libro.
Nessuno oltre lei si era accorto che, nonostante la lontananza che ne era seguita, suo padre aveva stretto un nodo intorno al proprio cuore così forte da renderlo refrattario alle attenzioni degli altri? Era andato avanti a testa bassa trattenendo quel dolore chiuso in sé per mesi e poi lei era tornata da lui come se niente fosse e se l’era ripreso. Non aveva avuto più dubbi sui suoi sentimenti nei confronti di Kate, ma non era in grado di capire cosa veramente animasse lei, almeno fino a che il padre gli aveva confessato che stavano insieme. Kate era un incognita e non era prevedibile. Aveva previsto che le cose con Gina non avrebbero funzionato a lungo, perché suo padre in sua compagnia si annoiava, a meno che non organizzasse cose assurde per passare il tempo e lo shopping non lo aveva distratto a lungo. Per suo padre la noia era il primo sintomo di malessere e non si era mai annoiato stando con Kate, se si escludeva il periodo in cui si era rotto il ginocchio sciando, però lo scherzo che tutti insieme gli avevano fatto come regalo di compleanno era stato grandioso.
Doveva ammettere che Kate era in gamba e lo aveva saputo capire al volo, nessuno aveva mai ideato qualcosa di tanto perfetto per suo padre. Lei era in grado di capirlo, di affascinarlo e farlo divertire. Non era in cerca del suo denaro, era fiera e indipendente. Diversa dalle precedenti donne Alexis riusciva a capire che nelle mani di una donna così forte suo padre non aveva scampo, ma romanticamente parlando era anche la donna giusta per lui. Era molto bella, intelligente, intrigante e vivace, probabilmente passionale quanto lui visto il tempo che passavano insieme.
“Già, è perfetta per lui…” mormorò sfregandosi gli occhi.
Quella consapevolezza non la aiutava però a sciogliere il dilemma che la dilaniava: non voleva perdere suo padre, l’unico genitore di cui si fidava davvero, ma saperlo innamorato di una donna stupenda era una lama a doppio taglio. Come riuscire ad essere felice per lui quando vedeva anche il rischio che correva? Se non avesse funzionato che ne sarebbe stato del cuore di suo padre? Si sentiva in balia di sentimenti così contraddittori che non riusciva a trovare pace. Prese il cuscino e se lo mise sulla faccia emettendo un altro grido di rabbia soffocato. Il guaio era che Beckett piaceva molto anche a lei.
 
 
La borsa di Kate era abbandonata ancora sul pavimento, così come i suoi vestiti e quelli di Rick.
Erano distesi entrambi sotto le lenzuola.
Alcune volte il sesso leniva temporaneamente il dolore, e per Castle era stato un momento di sollievo in quel pomeriggio che si preannunciava difficile. Aveva chiuso la porta d’ingresso, l’aveva sollevata e poi distesa sul letto, le aveva chiesto amore senza dire una parola in più. Si erano amati in silenzio, con movimenti sensuali e dolci allo stesso tempo. Si erano abbandonati al semplice contatto della loro pelle e delle loro anime. Un’ora dopo erano ancora nel letto, giocherellando con le loro mani, scambiandosi tenerezze.
“Sei più romantica di quanto vuoi ammettere…” mormorò Castle dopo che lei gli aveva posato un bacio sul torace. Kate gli diede un piccolo morso. “Ti è tornato l’uso della parola.” Rispose con un mezzo sorriso.
“Avevo le labbra occupate…” disse facendo scorrere le dita della sua mano destra sul segno rosso sul seno di Kate, dove aveva a lungo trattenuto la sua bocca. Lei si guardo.
“Fortunatamente è poco visibile.”
Risero entrambi. Castle inspirò e poi chiuse gli occhi.
“Tu riesci a farmi bruciare l’anima, riesci ad esasperarmi, ad eccitarmi, e a calmarmi…” Espirò tornando a guardarla.
“Tante cose.” Rispose Kate compiaciuta da quella esternazione. “Preferisco eccitarti, però anche le altre cose possono andare.” Riuscì ancora a farlo ridere. Ma il viso di Caste tornò a corrucciarsi, e poté chiaramente vedere le nuvole nere andare ad oscurare nuovamente i suoi pensieri tormentati.
“Vedi che avevo ragione?” Mormorò accarezzando il viso del suo uomo.
Lui respirò forte annuendo. “E’ mia figlia, e non la riconosco più…” Scosse il capo. “Grazie per avermi impedito di scappare via. Se fossi stato lontano avrei voluto tornare.” Lei sorrise.
“Mi conosci così bene? Non rischierò di essere troppo prevedibile per te?” Gli domandò cercando il suoi occhi bassi sul suo torace.
Lei negò. “Sei un buon padre e l’amore per tua figlia non può essere né banale né prevedibile, solo importante.” Rispose alzando lo sguardo verso di lui.
“Le cose che mi ha detto…” cominciò a dire. Kate si sollevò e si mise a sedere.
“Per quanto mi riguarda non mi sono offesa, te lo assicuro, anche se le sue parole sono state piuttosto dure. E' tormentata da qualcosa, è evidente. Tu parlale e non lasciare passare la giornata.” Disse infine alzandosi e allungando una mano verso di lui per invitarlo a fare altrettanto. “Tra poco è ora di cena, dovremmo fare una doccia e rivestirci.”
“Mi dispiace per gli Hemptons.” Replicò Rick, contrito.
Kate raccolse il suo intimo e gli regalò un sorriso malizioso. “Considero l’invito ancora valido per un altro week-end.” Aggiunse trascinandolo verso il bagno. “Muoviti prima che entri qualcuno!”
“Non ti sei posta questo problema prima…” mugugno Castle sospinto dalla sua veemenza.
“Non ci ho nemmeno pensato. O meglio… non volevo farlo.”
 
Kate fu la prima ad abbandonare la loro stanza, speranzosa di trovare Martha in cucina e fu così. Si scambiarono un’occhiata di comprensione.
Poi notò Pi seduto sul divano assorto nella lettura e completamente isolato dal mondo grazie al suo ipod.
“E’ qui da molto?” Chiese Kate, e Martha scosse il capo.
“La sua giornata è andata peggio della tua tesoro…” Rispose con leggerezza. “Alexis lo ha buttato fuori dalla stanza!” La solita perspicace Martha. Era quello che sperava di sentire.
“Ti aiuto…” aggiunse Kate avvicinandosi.
“Grazie cara. Credo che per una sera farò a meno della sola frutta e mi dedicherò a qualcosa di meno salubre! Et voilà! Maiale!” Disse mostrando a Kate alcune piccole salsicce da cucinare con il vino bianco che stava sorseggiando. Kate immaginò volesse rabbonire Castle preparando una cena con qualche vizio per lui. Notò anche le formine per i muffin al cioccolato.
“Come state tu e Richard?” Chiese quindi con un mezzo sorriso. Martha cercava di essere leggera però immaginava che il momento fosse critico.
Kate le sorrise di rimando. “Non l’ha presa molto bene, però vuole parlarle di nuovo.” Rispose prendendo alcune verdure per preparare un’insalata mista.
“E tu?” Martha la guardò fermandosi un momento. Kate scosse il capo. “So che è stato un momento di rabbia, posso capire la reazione di Alexis. Spero solo non persegua la strada che ha intrapreso…” disse continuando ad affettare le carote.
“Lo spero anche io darling, non vorrei mai vedere una cosa del genere. Sarebbe terribile.”
Kate le sorrise. Martha era sempre molto gentile, nonostante tutto quello che le aveva fatto passare. Si chiedeva quanto lei la capisse e comprendesse il suo legame con il figlio.
“Martha io…” Disse evitando il suo sguardo, ma la donna si girò e prese le sue mani.
“Lo so, non sarei qui ora se non pensassi che lo ami veramente. Ti confesso che il mio atteggiamento verso Meredith e Gina non è stato nemmeno lontanamente gentile o accomodante.” Kate sorrise ricambiando lo sguardo divertito e un po’ colpevole della donna. Martha alzò la mano. “Mai stata in cucina con una delle due, troppo primedonne per me e qui la star voglio comunque restare io…”
“Non ho intenzione di spodestare il tuo primato.” Replicò Kate. La donna le fece l’occhiolino. “Tu potresti, ma non vuoi, è ben diverso.”
Martha era davvero una donna in gamba, nascondeva abilmente la sua intelligenza e il suo acume dietro alle vesti dell’attrice consumata e frivola, ma non le sfuggiva nulla. Ed il buon cuore doveva essere genetico.
In quel momento Alexis scese le scale e si trovò di fronte alle due donne. Arrossì violentemente nel vedere Kate sorriderle. Si sentiva in imbarazzo e non sapeva che fare. O meglio lo sapeva ma ignorava quanto Kate sapesse o avesse sentito e quindi fino a che punto spingersi.
“Pi è fossilizzato sul divano da una mezz’ora…” le disse Martha indicando la sua posizione con un moto del capo. Alexis si voltò e lo raggiunse in soggiorno senza dire niente, non era ancora dell’umore giusto per riprendere a discutere. Si sedette e accese la tv.
Martha guardò Kate e alzò gli occhi. “Castle…” disse sbuffando. “Non farti mai assimilare dalla loro testardaggine.” Mormorò per evitare che Alexis sentisse. Kate fu grata a Martha del suo atteggiamento comprensivo. Quella discussione andava ad aggravare il suo già cattivo umore a causa del lavoro.
Grande settimana…” pensò continuando a prendere il necessario per la cena.
Si mise a preparare la tavola per cinque, quando Pi la raggiunse, considerato che Alexis lo stava ignorando e non ne capiva la ragione. La tensione che aleggiava in tutta la casa era così palpabile che persino per un indole disinteressata come la sua stava diventando fastidiosa.
“L’aiuto io Miss B.” Disse prendendo piatti e guardando inorridito la padella con le salsicce al vino e le patate croccanti. Si guardò intorno e Martha gli indicò il frigorifero. “C’è tutta quella meravigliosa frutta Pi, preparane un po’, ma ti avverto…” Fece una pausa ad effetto. “Per il bene di tutti in questa casa, sarà meglio non fare commenti sbagliati sul contenuto di carne di questo piatto.”
Pi annuì aprendo la bocca ma Martha lo bloccò facendogli il segno di stare in silenzio. Alexis continuava a guardare distrattamente la televisione, ignorando tutti i presenti.
La tavola fu preparata, Pi pulì e affettò la frutta e Martha si occupò del vino mentre Kate finiva di cuocere la pasta e preparare un soffritto a base di verdure. Martha sorrise. “Ottimo compromesso tesoro…” e Kate annuì. “La verdura la preferisco in questa forma piuttosto che in centrifuga…” rispose a bassa voce.
Castle riemerse infine dalla sua camera, vestito in jeans e camicia. Si era rasato e sembrava tranquillo, ma quando passò davanti al divano in cui era seduta Alexis i loro sguardi si incrociarono in modo fugace per poi tornare ad ignorarsi. Kate notò quel comportamento e ne fu dispiaciuta, non era un buon segno.
Entrambi sembravano in difficoltà, tesi ed imbarazzati. Dovevano rompere il ghiaccio ma Kate non sapeva proprio come fare e non era dell’opinione che fare battute fosse il modo giusto.
“La cena è servita” dichiarò Martha asciugandosi le mani dopo averle lavate. “Katherine puoi regolare il timer per i muffin?” Le chiese e lei regolò la sveglia del forno.
Castle sorrise a Kate e da sua madre ricevette un sorrisino di circostanza ma cercò di concentrarsi sulla cena.
“Finalmente della carne!” Disse apprezzando il profumo delle salsicce al vino.
Andò a sedersi al suo posto a capotavola, mentre Kate, accanto a lui, gli diede un’occhiata seria e lui annuì. “Ok, ok…” mormorò a bassa voce.
L’ultima a sedersi a tavola fu Alexis che sedette accanto a Pi, nel posto più lontano dal padre.
Martha sospirò. “Bene, direi che la cena sarà un successo…” aggiunse con sarcasmo rivolta a Kate che le donò un sorriso forzato. Mangiarono in un silenzio inusuale per loro, interrotto solo dal chiacchiericcio di Martha con Pi e Kate. Di tanto in tanto Castle cercava gli occhi della figlia senza esito, e quando lui tornava a concentrarsi sul piatto, lei faceva altrettanto.
“Come mai hai cucinato carne nonna? Lo sa che Pi ed io non ne mangiamo.” Disse con tono freddo.
Martha sorrise. “Mi andava di fare qualcosa di diverso, ma c’è frutta e verdura a volontà tesoro.” Rispose con garbo mentre Castle scuoteva la testa.
“Fino a pochi mesi fa non hai ma disdegnato un bel filetto al pepe…” replicò Castle e lei alzò le spalle.
“E con questo? Fino a pochi mesi fa eri più divertente…” replicò Alexis pungente.
Castle la guardò ingoiando un pezzo della sua salsiccia. “Anche tu, eri decisamente più divertente.”
Kate cercò di restare impassibile, ma quella discussione stava diventando imbarazzante.
“Certo una cena democratica non è più contemplata nel tuo nuovo stile di vita? O dovremmo tutti essere assimilati…” aggiunse con sarcasmo.
“Ah! Nonna ha cucinato per te per tenerti buono, ma forse non sei più in grado di notarlo.”
Castle sorrise con sarcasmo. “Che sono pur sempre il padrone di casa?”
“Vuoi rinfacciarci anche quello?
“Forse dovrei visto che te lo stai dimenticando.”
Martha osservò il loro comportamento cercando di capire se avesse prima o poi avuto un termine, ma quando i loro sguardi si incrociarono ed entrambi distolsero lo sguardo indispettiti, l’attrice pensò di aver raggiunto il massimo della sua sopportazione.
“Oh, andiamo voi due vedete di finirla. Non so chi dei due è più infantile!” Disse alzandosi.
“Ma guardatevi, state tenendo il muso come due scolaretti!” Disse spostando la sedia per allontanarsi dalla tavola. Poi tornò sui suoi passi e sorrise a Kate e a Pi. “Voi cari potete restare se volete, ma devo dire una cosa un po’… schietta a questi due.” Cercò di apostrofarli ma non gli venne nulla di abbastanza valido per descriverli.
Pi fece per alzarsi ma Kate gli fece cenno con la testa di tornare a sedere. Entrambi facevano parte del problema ed entrambi dovevano restare e capire cosa ne sarebbe stato di loro in quella discussione.
“Nonna non ho intenzione di ascoltare la tua predica su cosa io debba pesare di mio padre!” Alexis si alzò e Martha la fulminò con lo sguardo. Castle dal canto suo era piuttosto abituato alle discussioni con sua madre e non aveva accennato a contraddirla, forse anche lui era troppo stanco della situazione e Kate gli donò un mezzo sorriso per incoraggiarlo a restare calmo. Quando era nervoso il suo sarcasmo diventava tagliente e la discussione a tavola ne era un esempio lampante.  
“Non so che vi sta capitando, non so dove è finita tutta la vostra complicità, ma adesso davvero state esagerando. Avete buttato alle ortiche tutta la vostra capacità di dialogo solo perché state cambiando la vostra vita e non siete in grado di gestirla? Io di cambiamenti ne ho visti così tanti che potrei scriverci un libro, ma sono ancora qui con voi.” Sbottò passando lo sguardo di volta in volta dal viso della nipote al viso del figlio. “E mi meraviglio di entrambi per essere così infantili da non provare a fare di meglio.” Disse indicandoli con il dito indice della mano. “Con tutte le arie che vi date mi state deludendo…”
“Madre…” Castle la riprese con tono scocciato.
“Attenta nonna, potrebbe buttarti fuori di casa, è lui il padrone no?” Castle si girò verso Alexis indispettito.
Martha sbuffo. “Ti conviene non fiatare cara, adesso intendo parlare io!”
“Tu sei suo padre, il primo passo sta a te…” Disse rivolta a Rick. “E tu signorina… mi deludi molto se pensi di aprire una guerra così senza una ragionevole spiegazione.” Aggiunse rivolta ad Alexis.
La ragazza si girò verso sua nonna. “Non dovresti nemmeno intrometterti, la mia ragione io l’ho data è lui che non si sta comportando da padre!”
Castle buttò il tovagliolo sul tavolo. “Da padre? Fino ad ora mi sembra di averti sempre assecondato, di averti protetto e di aver cercato di capire le tue scelte ma certe… beh certe non mi sono per niente chiare!” rispose con veemenza indicando Pi.
“Lui cosa c’entra in tutto questo? Il problema non è certo Pi!” replicò Alexis tornando a sedere sotto lo sguardo vigile della nonna.
Castle la guardò stupito. “Allo stesso modo in cui c’entra Kate. Fa parte delle nostre vite. Tu sai cosa significa lei per me e nonostante tu lo sappia non hai intenzione di volermi perdonare per essermi innamorato!”
Alexis sussultò sulla sedia per la ferocia con cui il padre le stava parlando.
“Tu non lo conosci!” replicò Alexis quasi urlando.
“Esatto. Non so nemmeno chi sia Pi. Da dove viene, cosa cerca e soprattutto cosa cerchi tu in lui! Me l’hai portato a casa e mi hai imposto di accettarlo. E ho anche cercato di farlo, ma tu a parte criticarmi delle mie scelte di vita hai forse dato spiegazioni? Tu puoi criticare me ed io non posso fare il contrario?” Il tono di entrambi si stava alzando. Kate strinse il ginocchio di Castle con una mano sotto il tavolo e lui la guardò comprendendo il suo stato di alterazione.
“Mister C”
“Zitto Pi!” Replicarono all’unisono padre e figlia.
Il Ragazzo sbuffò e cercò un appiglio in Martha che gli diede un buffetto sulla spalla.  “Non te la prendere, non sei tu il vero problema…” gli disse amabilmente.
Kate si appoggiò allo schienale della sedia guardando Martha consolare Pi. Lei scosse il capo esasperata.
Alexis si alzò di nuovo di scatto. “Sono adulta papà, posso fare quello che voglio. Non è poi quello che fai tu? Fare quello che ti pare senza chiedere, senza avvertire?” Disse per poi voltarsi e salire le scale di corsa.
“Maledizione!” sbottò Castle alzandosi a sua volta e dirigendosi verso il suo studio.
Pi guardò verso Kate e verso Martha chiedendo il permesso di assentarsi. “Potrei…” Martha disse di sì e poi lo redarguì: “fai in modo che quella ragazza non esca da questa casa è chiaro?”
Forse la presenza del coltello da carne in mano alla donna era stato più convincente delle parole, ma di fatto Pi annuì e si diresse verso le scale per raggiungere Alexis.
“Mi dispiace, non è andata come volevo…” ammise Martha tornando a sedere sconsolata.
“Direi di no” rispose Kate, guardando preoccupata verso l’ufficio di Rick.
Martha prese il suo bicchiere e lo riempì. “Non li sto capendo più. Tu ci riesci?”
Kate annuì. “Si purtroppo credo di capire…” Martha la invitò a continuare con uno sguardo mesto ed un cenno col bicchiere pieno.
“Quando mia madre è morta, con mio padre le cose sono diventate difficili. Con lui non avevo lo stesso legame che avevo con mamma. Eravamo entrambi feriti e a modo nostro credevamo di essere i soli ad esserlo, così non riuscivamo a parlare. Quando mio padre ha iniziato a bere le cose sono degenerate. Sono passati anni prima che riuscissimo ad avere un vero chiarimento. Tutti e due sapevamo che cosa stava succedendo ad entrambi e nonostante tutto non ci siamo capiti.”  Disse alzandosi e iniziando a sgomberare la tavola.
Martha si bevve il suo bicchiere in un sorso. “Almeno tu hai la situazione chiara…”
“Mi dispiace per Washington, so che è in parte colpa mia, di ciò che ho chiesto a Rick. Non immaginavo che saremmo arrivati a questo punto.”
Martha si alzò e la raggiunse in cucina. “Tesoro, tu e Richard siete in una fase delicata del vostro rapporto, sta provando a gestire la situazione e… beh ha sofferto molto la tua lontananza. Ha voluto fare un passo in più. Se il tuo lavoro avesse funzionato, un cambiamento si sarebbe reso necessario.”
Kate posò i bicchieri sporchi sul lavandino. “Lo avrei voluto con me.”
“Lo so, cara.”
“Lo avresti accettato?” La donna annuì vigorosamente.
“Una madre sa quasi sempre quando è il momento di lasciar andare un figlio. Spesso però un figlio non sa quando è il momento di lasciare andare un genitore. Non lo vorremmo mai.” Rispose serena.
Kate pensò al tempo in cui aveva vissuto solo in funzione del desiderio di dare giustizia a sua madre. Anche lei non aveva voluto lasciarla andare per anni. Lo aveva fatto solo quando Rick era entrato prepotentemente nel suo cuore e aveva cercato aiuto per superare quel muro che gli impediva di amarlo come desiderava.
“E’ proprio vero Martha…” rispose continuando a sistemare la cucina.
Entrambe si voltarono nel vedere Pi scendere le scale.
“Ok, vado a farmi un giro per un po’…” disse con un sorriso spento.
Martha gli sorrise. “Ti ha cacciato eh? Non stare fuori troppo e sta attento.” Quando il ragazzo lasciò la casa, Martha si voltò verso Kate. “Alexis deve essere davvero fuori di sé.”
Kate la osservò muoversi con tranquillità, non sembrava preoccupata come lo era lei, presa un po’ alla sprovvista da quella nuova sfuriata. All’improvviso le azioni di Martha gli sembrarono più chiare e più drastiche che mai.
“Li hai portati all’esasperazione perché sai che capitolano in meno tempo?” Le domandò incerta sulle parole da usare. La donna si voltò gongolando.
“Di solito il senso di colpa funziona su enrambi, stavolta sono arrivati ad un picco sorprendente, ma sono convinta che fosse necessario.”
Lo sguardo stupito di Kate la invitò a continuare.
“Se li conosco abbastanza ora se ne staranno tutte due a crogiolarsi nei bei ricordi del passato e si sentiranno in colpa per le cattiverie che si sono scambiati.  Due coccole e Richard si scioglierà come un gelato al sole, raggiungendo Alexis. Ma questa incombenza spetta a te, mia cara ragazza!” Le disse facendo l’occhiolino. “E che la fortuna ci assista!”
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Adoro Martha, un po' pazza e un po' saggia.
  
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