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Autore: Akane92    26/10/2013    7 recensioni
"Io avevo sempre avuto una cotta per Tom, fin da quando ero una bambina. Ed ora me lo sarei ritrovato a pranzo a casa mia, come accadeva anni prima, come se nulla fosse cambiato. ( ... ) « Tom, reciterai in un film di mia sorella! » esclamò Jane, mettendo una mano sulla spalla del migliore amico.
« Beh, se lei lo vorrà » rispose, guardandomi con la coda dell’occhio."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Surprise
 
 
Dopo i primi cinque, dieci secondi di stupore, di sorpresa vera e propria, sussurrai a Tom « Una cena solo io e te, eh? », mentre tutti gli invitati, o quasi tutti, ridevano e cominciavano a venire verso di noi.
Tom sorrise, alzando le spalle e spostando la sua mano dalla mia spalla. Mia sorella fu la prima a venire verso di me ed abbracciarmi.
« Riuscita la sorpresa? »
« Assolutamente! »
Anche Frank mi abbracciò, facendomi di nuovo gli auguri. Era tornato quello di sempre: non indossava più il perfetto completo del suo matrimonio, ma i soliti jeans larghi e una delle sue tante magliette con dei disegni sopra, in quel caso Kermit la Rana dei Muppets.
« Pensavi che ci fossimo dimenticati di te? » domandò mia madre, mentre sia lei che il mio papà mi stringevano in un caloroso abbraccio e mi baciavano le guancie.
« Buon compleanno, piccolina » esclamò mio padre.
« Mi avete fatto rimanere male, oggi! Pensavo non voleste vedermi nel giorno del mio compleanno » confessai, imbarazzata. Come avevo potuto minimamente pensare ad una cosa del genere?
« Noi volevamo portarti una torta, ma Jane ce l’ha impedito! » disse mio nonno, poggiandomi una mano sulla spalla e facendomi voltare verso di lui e verso mia nonna, che sorrise ed esclamò « Buon compleanno, piccola scrittrice ».
Abbracciai entrambi, chinandomi per arrivare a mia nonna. Dopo di loro, fu la volta di Nat che mi abbracciò ed urlò « Auguri, migliore amica! ». Mi fece ridere, mentre mi stritolava con le sue braccia avvolte intorno al mio collo. « Non avrai davvero pensato che io non volessi organizzare qualcosa per te, no? Tua sorella mi ha avvisata in tempo! »
Notai che accanto a noi c’era anche Adam, il ragazzo di Nat, che subito dopo di lei mi fece gli auguri baciandomi le guancie. « Bob non è potuto venire, ma ti fa tantissimi auguri » mi spiegò Nat, mentre tutti ormai si trovavano intorno a me.
« Cassie, possiamo farti gli auguri? » domandò Diana, la mamma di Tom, arrivata anche lei al mio fianco.
« Ovviamente! » fu lei ad abbracciarmi per prima, seguita da James e dalle sorelle di Tom che mi abbracciarono insieme, sussurrandomi i loro auguri. Emma mi disse anche che mi trovava stupenda, facendomi arrossire.
Sciolto l’ultimo abbraccio, spostai lo sguardo verso la mia sinistra e notai Tom, ancora lì accanto a me. Era rimasto lì, durante tutto quel tempo di saluti ed auguri vari non si era mosso di una virgola, restando al mio fianco, sorridente. Sembrava felice nel vedermi circondata da tutto quell’amore.
« Posso iniziare a mangiare quelle leccornie che si trovano sul tavolo? » domandò Frank, facendo ridere tutti quanti.
Tom spostò lo sguardo, da me a Frank, ridendo anche lui. « Certo! » rispose, facendosi largo in quella piccola folla ed avvicinandosi al lungo tavolo pieno di cibo e bevande. « Ma prima .. » continuò, alzando un po’ la voce e prendendo una bottiglia dal tavolo « .. vogliamo fare un brindisi? Per Cass? »
Ci fu una risposta generale di « Sì! » e tutti quanti cominciarono a munirsi di bicchieri mentre Tom, Jane e Frank versavano loro il prosecco. Mi avvicinai a Tom, che mi porse un bicchiere e me lo riempì, senza smettere un attimo di sorridere.
« Grazie »
« Figurati. Allora, ci siamo? » chiese, rivolto a tutti. Quando fu sicuro che tutti avessero i bicchieri pieni, alzò il suo, ricominciando a parlare, mettendosi la mano libera sul cuore « Beh, ho voluto organizzare questa piccola festa, insieme a Jane, perché non sono stato presente agli scorsi compleanni e volevo esserci oggi, perché so che Cass adora le sorprese .. » mi rivolse uno sguardo veloce, come se volessi ricordarmi il fatto che lui mi conosceva bene « .. e soprattutto perché penso che la nascita di questa piccola scrittrice ventisettenne debba essere festeggiata, sempre. Quindi, buon compleanno a Cassandra! » concluse, alzando ancora di più il bicchiere mentre tutti quanti lo imitavano.
Bevvi anche io un po’ di prosecco e poi sentii Jane esclamare « Ora potete mangiare, bon appétit! », sebbene sembrasse rivolgersi soprattutto a suo marito.
« Quindi, avete organizzato tutto voi due? » chiesi a Tom, che stava terminando di bere.
Annuì. « Sì, ehm .. » mi indicò con l’indice qualcuno dietro di me.
Mi voltai e trovai il sorriso di mia zia, che mi abbracciò. « Auguri, nipotina mia! ». Le sorrisi, ringraziandola.
« Auguri, Cassandra » esclamò invece mia cugina, facendo un lieve sorriso.
Non mi abbracciò, non si avvicinò, niente. « Grazie » risposi, mentre lei mi superava per rivolgersi a Tom.
« Hai una bellissima casa, Tom. Grazie per l’invito »
Lui sorrise ed aprì un po’ la bocca, pronto a risponderle, ma non ne ebbe il tempo. Jane fu tra loro, rispondendo per Tom. « Figurati. E’ stato un piacere invitarti, Amanda. Comunque, devo rubarti mia sorella e Tom per un attimo, scusami »
Con entrambe le mani, prese la mia e quella di Tom, portandomi vicino alla porta di un’altra stanza, probabilmente la cucina.
« Cosa c’è? » domandò Tom a mia sorella.
« Oh, nulla. Vi ho solo salvato dalle grinfie di Amanda. Quindi, prego »
Entrambi ridemmo. « Allora, com’è che avete organizzato tutto, voi due? » chiesi.
« L’idea è stata di Tom. Mi ha detto tutto ieri mattina e ci siamo messi subito a lavoro »
« Ah, quindi ieri mattina dovevi incontrare un collega, eh, Tom? » domandai all’attore, che sorrise imbarazzato.
« Beh, tua sorella è una specie di collega. No, Jane? »
« Certo che si! E comunque, l’importante è che siamo riusciti a sorprenderti! Non mi ricordavo che ti piacessero le feste a sorpresa, invece Tom sì! Così abbiamo preparato tutto quanto, stamattina abbiamo anche fatto la torta a casa mia »
Sorrisi immaginandomi quei due mentre tentavano di fare un dolce insieme, mentre Tom tossì appena, come se volesse far notare qualcosa a Jane.
« Devo dirglielo? Adesso? » sussurrò lei, come se io non fossi presente o non potessi sentirla.
Tom alzò le spalle.
« Dirmi cosa? »
Tutti e due i loro sguardi furono su di me.
Jane sospirò. « Ok, tanto prima o poi dovrò dirtelo. Oggi, mentre eravamo a casa mia e preparavamo la torta, mi ha chiamato David »
Sgranai gli occhi. Non poteva essere vero. « Cosa? »
« David mi ha chiamato, sul cellulare. Era un numero anonimo, ho dovuto rispondere »
« Cos.. Come?! Come poteva avere il tuo numero? »
« Abbassa la voce. Non lo so. Forse lo aveva da quando stavate insieme o l’ha cercato, non lo so »
Chiusi gli occhi, facendo un respiro profondo. Riaprendoli, domandai a Jane cosa le avesse detto.
« Mi ha detto che tu non rispondevi ai suoi messaggi. Io gli ho detto di lasciarti in pace, ovviamente e lui ha detto che voleva solo darti il suo regalo di compleanno. Così, lo abbiamo incontrato di fronte al locale vicino casa mia »
« Abbiamo?! Abbiamo chi? Tu e Frank? »
Tom si schiarì la voce. « No, lei e me »
« Tu? Tu sei andato con lei? »
« Frank non era in casa. Non potevo lasciarla andare sola » mi spiegò, mentre la testa cominciava a girarmi.
« Non ci posso credere »
« Senti, ha solo parlato con me. Ha detto che voleva semplicemente darti il regalo e ti augurava buon compleanno. Non gli ho permesso di dirmi altro, ce ne siamo andati subito »
Respirai ancora profondamente, visto che sembrava che l’aria fosse diventata improvvisamente pesante. « E dov’è questo maledetto regalo? »
« In camera mia » rispose Tom « Vuoi ..? »
All’improvviso si alzò la musica dallo stereo che si trovava in salotto e tutti e tre fummo colti di sorpresa. Io per poco non saltai. Ci voltammo, guardando Frank imbarazzato ma sorridente allo stereo « Scusate, ma siamo ad una festa, no? »
Jane sorrise e fu seguita subito da Tom.
« Senti, goditi la festa. Non pensare a David, ne riparliamo dopo. Va bene? »
Annuii a mia sorella, che raggiunse suo marito. Feci un passo in avanti per raggiungere gli altri invitati, ma Tom mi prese la mano, tirandomi a sé.
Alzai lo sguardo ed incontrai i suoi occhi. « Non volevo turbarti. Forse era meglio dirtelo dopo »
« Sto bene. Piuttosto, grazie »
Lui corrugò le sopracciglia. « Per cosa? »
« Per tutto questo. Sei stato gentilissimo ad organizzare tutto a casa tua »
Sorrise, lasciandomi la mano libera. « E’ un piacere »
Lasciai per un po’ Tom, passando un’oretta con Nat e la mia famiglia e parlando un po’ con tutti quanti. Frank, che non riusciva mai a stare buono, mi prese per il braccio, tirandomi via da mio padre e dicendomi che dovevo ballare.
« Devi aprire le danze, la festa è tua! » esclamò.
« Spero tu stia scherzando! »
« Oh, avanti! » alzò ancora il volume e cominciò a battere le mani. Jane lo seguì, ma io ero terrorizzata dal ballare da sola, di fronte a tutti.
« Non ballerò, Frank! » dissi, ma invece di avere un tono serio ed arrabbiato come desideravo, quella mia esclamazione fu più che altro una risata. Nel frattempo, all’attenzione di tutti era ormai su di me e a quanto Frank non era il solo a volermi vedere ballare.
Ero abbastanza in imbarazzato, sebbene divertita, e quando alzai gli occhi incontrai quelli di Tom che rideva e avanzava a grandi passi verso di me. « Balla con me! » esclamò, mentre cominciava a muoversi a ritmo di musica.
« Cosa? No! »
Lui mi porse la mano, come se io non gli avessi detto di no. Vedendomi non intenzionata a prendergli la mano e seguirlo nella danza, decise di trascinarmi. Letteralmente. Mi prese il braccio e, ridendo insieme a me e non smettendo un attimo di ballare, mi portò vicino allo stereo, mentre tutti quanti battevano le mani.
Tom, da bravo ballerino, cominciò a muovere i piedi, le gambe, le braccia a ritmo di musica, a girare su se stesso, a ballare come solo lui sapeva fare. Mentre lo guardavo divertita, decise che era arrivato il momento di coinvolgere anche me nella sua performance improvvisata. Mi cinse la vita con un braccio e mi attirò a sé, muovendosi in modo tale che anche io fui costretta a farlo, imitando i suoi passi.
« Avanti, sciogliti! » mi ordinò, sorridendo. Lascio la mia vita solo per prendermi la mano e farmi fare due giravolte, e poi mi afferrò di nuovo, stringendomi a sé per farmi fare un piccolo casché. E non si fermo lì. Continuo a girare, a ballare e a farmi ballare, guidandomi nei passi e non lasciandomi libera neanche per un secondo.
Avevamo ballato insieme anche al matrimonio di mia sorella, ma quella volta fu diverso. Eravamo solo noi al centro dell’attenzione, solo noi a ballare di fronte a tutti. Eppure, invece di sentirmi imbarazzata, mi resi conto che non mi divertivo così tanto da tempo. Quando la prima canzone terminò Tom si fermò e fermò anche me, bloccandomi con le sue mani il bacino. Avevano entrambi il fiatone. Tutti applaudirono, divertiti, e non appena finirono i tre secondi di pausa ed iniziò la canzone successiva, iniziarono a ballare. Mi divertii a vedere i miei genitori “scatenarsi”, per non parlare di Frank e Jane.
« Tutto bene? » mi domandò Tom, ancora col fiatone.
Ci allontanammo dallo stereo dove qualcuno ballava, qualcuno applaudiva o rideva guardando chi ballava, e così potei riprendere fiato prima di rispondere a Tom. « Sì. Mi hai fatto divertire. Sei un bravo ballerino! »
Lui rise, annuendo. « Grazie. Come mai non volevi ballare? Sei brava anche tu »
« Non sono brava, mi hai guidato tu. E poi, mi vergognavo »
« Non lasciare che la tua timidezza ti impedisca ti divertirti »
« Mi sono divertita solo grazie a te »
« Beh, allora ti porterò a ballare più spesso »
La mia risposta fu un sorriso. Imbarazzato. La vergogna mi stava mangiando viva, altroché.
« Ora che tutti sono impegnati, vuoi venire in camera mia? »
Inizialmente non capii. Perché saremmo dovuti andare in camera sua? Perché in quel momento? La mia espressione confusa fece accigliare Tom, che si affrettò a spiegarmi il motivo.
« Per il regalo di David! E’ in camera mia. Se vuoi posso portarlo qui »
« No, no! Me ne ero dimenticata. Andiamo »
Seguii l’attore, lasciando il salotto, in un lungo corridoio e mi fermai di fronte ad una grande vetrata, che si trovava poco prima della porta della sua camera.
« I tuoi premi? » domandai.
Tom si voltò, non si era accorto che io mi ero fermata. Sorrise, annuendo.
« Sono tantissimi! Complimenti! Adoro quello degli Mtv Movie Awards »
« Ti piacciono i popcorn? »
« Già! »
In quella vetrata c’erano premi di ogni genere, per ogni cosa, di ogni tipo. E tutti per lui, per quel grande attore che avevo la fortuna di conoscere fin da quando aveva iniziato a recitare a scuola. Mi sentii orgogliosa di lui. Era diventato un attore eccezionale.
« Vieni »
La camera di Tom era esattamente come il resto della casa, almeno per quello che ero riuscita a vedere: grande, elegante, semplice. Un grande letto matrimoniale con tanti cuscini, due comodini, un armadio, una cassettiera con delle foto incorniciate, una piccola libreria ed uno specchio, tutto in legno. La finestra era grande e contornata da tende blu, e c’era anche una porta che probabilmente portava in un bagno.  Tom socchiuse la porta dietro di noi e si avvicinò ad un comodino per prendere una piccola scatola impacchettata con una carta da regalo verde, il mio colore preferito. Almeno David qualcosa se la ricordava. Mi porse la scatola, ma io esitai a prenderla.
« Nono sono sicura di volerlo fare » confessai, con un filo di voce.
« Non sei costretta »
« Cosa .. cosa ha detto lui? Quando l’ha data a Jane? »
« Solo che desiderava che la ricevessi. Jane ha tagliato subito corto »
« E a te non ha detto nulla? »
Scosse il capo. « No. Sembrava soltanto sorpreso di vedermi. In realtà, penso che mi abbia lanciato un’occhiataccia »
Sbuffai, prendendo la scatola fra le mani. « Vediamo, allora »
Scartai il regalo. Rimasi sorpresa, ma non positivamente. Erano due piccole cornici per le fotografie: una era piena e dentro c’era una nostra vecchia, vecchissima foto, e nell’altra invece c’era un biglietto. “Con la speranza di riempire presto questa cornice con una nostra nuova foto. Ti amo ancora, Cassie, buon compleanno. David”.
Ti amo ancora? Ma se non mi aveva mai amata.
Sospirai, alzando lo sguardo su Tom, che si era seduto sul bordo del letto. « C’è una pattumiera, da queste parti? »
L’attore soffocò una risata, ma poi tornò subito serio. « Sul serio? Ne sei sicura? »
« Non voglio sue foto, non voglio nostre foto. Non voglio suoi bigliettini pieni di parole vuote. Quindi sì, sono sicura »
« Se non vuoi passare dal salotto per arrivare alla spazzatura in cucina, lì, in bagno, ce n’è una piccolina. Poi butto tutto io »
Annuii, procedendo verso il bagno. Non mi sarei aspettata di ritrovarmi in un bagno così grande, con una vasca da bagno che avevo visto solo nei film. Non esitai troppo, gettando le due cornici nella pattumiera sotto il lavandino e tornando nella stanza di Tom. Lui, nel frattempo, si era rimesso in piedi vicino al letto e stringeva fra le mani una piccola scatolina blu.
Mi sorrise non appena incontrò i miei occhi curiosi.
« Visto che ci siamo, vorrei darti il mio, di regalo. Spero solo non faccia la stessa fine » scherzò, facendomi ridere.
« Tom, non dovevi farmi un regalo »
« In realtà, è avvenuto per caso. Ti avrei comunque fatto un regalo, ma quando ho visto questo .. Aprilo, e poi potrò spiegarti » mi porse la scatolina.
« Grazie »
Sciolsi il fiocco che avvolgeva la scatola e poi, cercando di non far tremare le mie stesse mani, la aprii. Questa volta, restai sorpresa in maniera positiva. E restai anche a bocca aperta. Era un braccialetto. Un braccialetto meraviglioso. Sottile, elegante, come quelli che piacevano a me. « Oh, Tom. E’ bellissimo, davvero. Ti ringrazio. Tu, cioè, .. è stupendo! »
« Davvero? Se non ti piace, possiamo andare a cambiarlo, o .. »
« Scherzi, vero? »
Rise. « Sono contento che ti piaccia! Aspetta .. » prese delicatamente la scatolina ed estrasse il braccialetto. Si voltò un attimo per poggiare sul comodino la scatola e poi tornò a me, avvicinandosi ancora. « .. te lo metto ».
Gli porsi il polso sinistro. Dovetti solo alzarlo appena, senza allungare il braccio, per quanto eravamo vicini. Forse era una mia sensazione, ma mi sembrò come se fossero le mani di Tom a tremare, mentre cercava di mettermi il braccialetto.
« Sai, l’altro giorno ero in giro con mia madre ed Emma e siamo passati davanti ad una gioielleria … » cominciò a spiegare, mentre armeggiava ancora con il gioiello « .. e l’ho visto, così, senza neanche farci troppo caso. Poi mi sono reso conto che sarebbe stato perfetto per te. Mi ricorda te. Perché è piccolo, delicato .. » riuscii a mettermelo, e con le mani ormai libere strinse la mia « .. e brilla se lo metti sotto la luce.. » tenendo stretta la mia mano sinistra con una delle sue, mi sollevò il mento con la mano libera «.. proprio come i tuoi occhi ».
Il mio cuore non aveva mai battuto così velocemente in tutta la mia vita, ne ero sicura. Né avevo mai visto i suoi occhi così da vicino. Solo in quel momento mi resi conto come era felice perdersi dentro quel meraviglioso blu. E, solo in quel momento, mi resi conto che dentro di me, c’era una voglia immensa di posare le mie labbra sulle sue, così vicine, così perfette.
Infine, la porta fu spalancata da mia sorella. « Ehi, Tom! »
Istintivamente, entrambi ci allontanammo l’uno dall’altra. Io ripresi a respirare.
Jane, invece, sembrava essere sorpresa e quasi spaventata. « Oh, scusate, non volevo interrompere nulla. Ehm .. Cassie, è il momento della torta. Cercavo Tom per una mano »
« Arrivo » esclamò lui, facendo un passo verso la porta.
Mia sorella sorrise e scomparve dalla nostra vista, e Tom si voltò ancora verso di me. Il suo sorriso nascondeva un velo di imbarazzo. « Andiamo? »
Annuii, seguendo l’attore.
 
Furono Jane e mia madre a portarmi la torta mentre tutti quanti mi cantavano “Buon compleanno”. Spensi le ventisette candeline non appena terminarono, e subito dopo fu il momento delle foto. Prima con mia sorella, poi con mia madre e mio padre, poi di nuovo mia sorella e Frank, i miei nonni. Quando fu il turno di Tom, a lui si unirono Emma, Sarah e Jane, ma fu lui a mettersi accanto a me. Facemmo tre foto, ed alla terza sentii il suo bacio nei miei capelli. Sperai di non arrossire.
Non appena finimmo con le foto potemmo mangiare la torta che Jane e Tom avevano preparato per me, la mia preferita. Era deliziosa. La madre di Tom, Diana, si avvicinò a me mentre ancora terminavo la mia fetta.
« Ti è piaciuto il regalo di Tom? » domandò, indicando con un piccolo movimento del capo il braccialetto al mio polso.
Annuii. « E’ stupendo »
« Oh, sono contenta. Lui temeva non ti piacesse »
Sorrisi a Diana, alla migliore amica di mia madre, che tornò da suo marito.
Ricevetti altri regali, per lo più libri, dvd, cd, qualche vestito, ma io non avevo altri pensieri se non per il braccialetto che brillava.
L’altra, unica, persona che notò il braccialetto fu mia nonna. « E’ bellissimo, piccola. Posso indovinare chi te l’ha regalato? »
Sorrisi a mia nonna, che invece rise. « E’ un ragazzo tanto gentile. Lo vedo, sai. Ti vuole molto bene »
« Anche io a lui »
« Oh, sì, vedo anche questo »
Quando gli invitati cominciarono ad andarsene, gli unici a restare fummo io, Jane, Frank, i miei genitori, che si erano offerti di accompagnarmi a casa in modo che Tom non uscisse proprio per me, e le sorelle di Tom. Ripulimmo la casa di Tom, sebbene lui continuasse a ripetere che non ce n’era bisogno, e quando fu tutto in ordine le prime ad andarsene furono Emma e Sarah, che presero l’ascensore insieme ad i miei genitori.
« Ti aspettiamo in auto, Cassie » aveva detto mia madre prima che le porte si chiudessero.
Jane, guardando me e Tom alla porta, prese Frank dal braccio. « Ho voglia di fare le scale » esclamò, trascinando suo marito. A nulla valsero le sue proteste.
Restai sola con Tom. Di nuovo. Entrambi facemmo qualche passo verso l’ascensore. Qualcuno doveva pur iniziare a parlare, no? Mi schiarii la voce.
« Ti ringrazio ancora per tutto, Tom. La festa è stata bellissima, mi sono divertita. Ed il tuo regalo è stupendo »
Lui aveva entrambe le mani in tasca. « E’ stato un piacere. Sono stato bene anche io »
« Allora, ehm.. Ci sentiamo? »
Le porte dell’ascensore si aprirono di fronte a me, i miei dovevano averlo rimandato sopra.
« Certo »
L’attore liberò la mano destra e la posò delicatamente sulla mia schiena, avvicinandosi a me per baciarmi la guancia, con la stessa delicatezza di sempre. « Buonanotte, Cass »
« Buonanotte Tom »
Aspetto che le porte dell’ascensore si chiusero. L’ultima cosa che vidi fu il suo meraviglioso sorriso che mi faceva battere il cuore più del dovuto.
Non mi tolsi il braccialetto quando arrivai a casa, lo lasciai lì, al polso. Mi addormentai guardandolo, ripensando a quello che era accaduto, al modo in cui Tom mi aveva messo il gioiello, al modo in cui mi aveva parlato, alle cose che mi aveva detto, al suo respiro su di me, ai nostri corpi che si sfioravano, ai suoi occhi che mi facevano sognare. 



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Ciao a tutti! :)
Vi chiedo immensamente scusa per il ritardo, sono un mostro, lo so >.< L'università mi toglie sempre più tempo ed energie, spero davvero di riuscire ad aggiornare più velocemente! 
Ringrazio La_Polly, shadowonthewall, Queen_VD e alesmiley per aver recensito lo scorso capitolo *-* Grazie anche a tutti coloro che seguono e leggono la storia, grazie davvero! <3
Alla prossima, spero presto! :**

 
  
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