Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: SHUN DI ANDROMEDA    26/10/2013    3 recensioni
[OriginalShipping/MasaraShipping][HunterShipping/PreciousMetalShipping]
Two-Shots, ho un po' romanzato talune parti dei giochi e rimaneggiato la continuity, i nomi sono quelli originali giapponesi, sia dei pg, sia delle città che dei Pokèmon mentre la timeline segue quella dei remake RF, GL, HG e SS.
"Certo, il Monte Shirogane non era un posto accogliente neppure in estate – e c'era un motivo per cui il professor Ookido non permetteva a chiunque di vagabondare per le sue pendici o per le sue impervie grotte – figuriamoci in inverno, ma Hibiki, che per primo aveva ricevuto il permesso di andare fin lassù, sapeva che sarebbe stata un'avventura, forse la più importante, della sua vita."
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gold, Green, Red, Silver
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Life of Heroes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fandom: Pokèmon Games (HeartGold/SoulSilver)
Rating:
Per tutti
Personaggi/Pairing:
OriginalShipping/MasaraShipping(RedxGreen), HunterShipping/PreciousMetalShipping (Hibiki/GoldxSilver)
Tipologia:
ThreeShot
Genere:
Sentimentale, Fluff, Shonen-ai, Angst
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Satoshi Tajiri e Nintendo, che ne detengono tutti i diritti.
Note:
Ho un po' romanzato talune parti dei giochi e rimaneggiato la continuity, spero di non essermi presa eccessive libertà... I nomi sono quelli originali giapponesi, sia dei pg, sia delle città che dei Pokèmon. La timeline segue quella dei remake RF, GL, HG e SS.

SULLA VETTA

CAPITOLO 3

IL SORRISO CHE NON SE NE ANDRA' MAI PIU'

Scrollandosi di dosso la neve e sistemandosi meglio la sciarpa, Green richiamò Pigeot nella Monster Ball dall'interno della grotta in cui avevano trovato fortuito rifugio, grotta che era collegata al cuore della montagna da un intrico di gallerie.

Chissà, magari da lì sarebbero riusciti ad arrivare fino in vetta.

"Tutto bene, ragazzino?" chiese il Capopalestra, rivolgendosi al suo torvo compagno di viaggio che era seduto su di una larga roccia con un PokèGear in mano.

"Ho un nome, signor Capopalestra dei miei stivali." borbottò con voce roca Silver: "Sto cercando di contattare Hibiki ma il segnale non c'è."

Green sbirciò lo schermo del dispositivo: "Dove l'hai preso quello?" chiese curioso.

"Affari miei..." ribattè secco il rosso.

"L'hai rubato?" incalzò Ookido con un sorrisetto cattivo sulle labbra; l'attimo dopo, dovette evitare per un pelo una pietra lanciata contro di sè: "Solo perchè l'ho fatto una volta non vuol dire che lo faccio abitualmente!" gridò l'altro, alzandosi in piedi.

Poi, calmatosi, Silver si risedette: "Me lo ha regalato Hibiki dopo aver battuto la Lega. Quel mollusco ha voluto farmi questo regalo con parte del premio in denaro che ha ricevuto." disse, riponendolo in tasca.

Green scrollò le spalle e raccolse il proprio zaino: "Andiamo, la strada da fare è ancora lunga." concluse, recuperando dalla tasca una torcia elettrica.

§§§

Quando i due ragazzi si staccarono, Bakufun fu veloce ad avvolgerli in un abbraccio caldo: "Grazie Baku." disse Hibiki con riconoscenza mentre anche Red, visibilmente stanco, si lasciava avvolgere dal calore del Pokemon di fuoco, "Red-san, ho bisogno di chiederti ancora alcune cose. Posso?" domandò titubante il più giovane.

Red aprì debolmente gli occhi, tra le braccia aveva ancora Pikachu, e annuì.

Facendosi coraggio, il nativo di Wakaba si avvicinò ancora: "Perchè te ne sei andato? Devo saperlo, so che ho promesso di non forzarti ma devi dirmelo."

Sapeva che quella domanda doveva nascondere una risposta estremamente dolorosa, da dire e da sentire, ma Hibiki voleva spingere Red a parlare perchè sentiva che aveva bisogno di sfogarsi, di sfogare in qualche modo quei tre anni di solitudine.

"Io... Io non volevo..." iniziò Red a voce bassa: "Io volevo restare, sul serio. Avevo... Avevo realizzato il mio sogno." sembrava così piccolo e fragile, notò Hibiki, "Ma poi..."


"Green, cosa stai facendo?"

Red era stupito: entrando nella Palestra di Tokiwa, aveva trovato l'amico e rivale di sempre intento a fare i bagagli.

"Non lo vedi, tonto?" l'aveva apostrofato Green da dietro una pila di vestiti sparsi sul pavimento: "Sto partendo."

Red sbuffò: "Questo l'ho capito ma per dove?"

"Sono stato incaricato dalla Lega di effettuare alcune indagini. Non so quando tornerò." continuò il ragazzo, chiudendo infine la zip dello zaino ormai pronto.

"Che tipo di indagini?" chiese ancora il Campione, vedendosi però rivolgere un'occhiata di fuoco da parte dell'altro: "Non lo so, devo andare a prendere servizio per ricevere le istruzioni tra tre ore e tu mi stai rallentando." aggiunse.

Red fremette ma si spostò e fece un passo indietro: "Posso parlarti un attimo? Prima che tu parta?" precisò.

Green sbattè per terra il piede: "Red, ho un sacco di preparativi da fare, probabilmente starò via per parecchi mesi, se non perfino un anno. Se non è qualcosa di vitale importanza, parla, altrimenti sparisci." sbottò.

Red fece un respiro profondo: doveva dirglielo ora, altrimenti non avrebbe più avuto la possibilità di farlo.

"Green, io... Io devo confessarti una cosa... Ne ho parlato anche con Nana-neesan e..."

Green lo fissò intensamente, in attesa.

Per un attimo, a Red mancò il fiato nei polmoni.

"Allora? Ti ho detto che sono di fretta!" incalzò nervosamente il Capopalestra: " Non tutti sono come te, che ozi in attesa che arrivi un qualche sfidante! Io ho un sacco di lavoro da fare e non ho tempo da perdere!"

Non ce la faceva...

"Sc-Scusami..." disse debolmente Red: "Ho scordato di avere un appuntamento... Fai buon viaggio..." mormorò prima di voltarsi e uscire dalla porta.

Non si guardò mai più indietro.

§§§

"Sei sicuro, Red-kun?"

Nanami guardava il ragazzino che era come un secondo fratellino per lei mentre, con lo zaino sulle spalle, aspettava suo nonno nella casa in cui lei abitava.

"Sì, Nana-neesan, sono sicuro." disse con una voce atona, monocorde, e gli occhi privi di luce: "Ho parlato con Lance-san e ha accettato di sostituirmi per tutto il tempo che mi occorre."

"Io non parlo della Lega!" la ragazza più grande lanciò per terra lo strofinaccio con cui stava asciugando i piatti: "Io parlo di quell'idiota di mio fratello! Sei sicuro che non vuoi parlargliene?"

"E a cosa servirebbe? Lui è partito e non ha avuto tempo di ascoltare."

"Non puoi aspettarlo?" chiese speranzosa lei.

Red scosse la testa: "Un anno intero? Per poi ricevere una cocente delusione?" chiese lui: "Preferisco andare lassù. Se mai vorrà parlarmi, dovrà salire lui. Sono stanco di inseguirlo..." aggiunse, dandole un foglietto: "Quando tornerà, dagli questo, per favore."

Nana annuì, riponendo il foglietto nella tasca del grembiule, poi lo abbracciò di slancio: "Sicuramente il nonno te lo dirà, ma voglio che tu sappia che, quando tornerai, troverai sempre questa porta aperta. Ti aspetterò, otooto." sussurrò, nascondendo il volto nell'incavo della spalla del ragazzino più giovane, "Anche per quello stupido di mio fratello."


"E io l'ho aspettato a lungo, per tutti questi anni. Speravo sempre che sarebbe comparso a sfidarmi e a portarmi via di qui.”

Una volta concluso il racconto, Hibiki restò a bocca aperta: quanto era tardo Green-san?

Red non disse più nulla, socchiuse gli occhi e si abbandonò semplicemente alla stanchezza ma, e Hibiki lo sapeva, era senza dubbio più leggero il peso che gravava sul suo animo adesso che si era aperto un po' con lui; il più giovane rimboccò la coperta al Campione e si rannicchiò in un angolo a fissare il fuoco scoppiettante: "Ah, accidenti!" borbottò tra sè e sè, "Green-san, non pensavo fossi così stupido..." disse amaramente a bassa voce, il volto di Red era emaciato e stanco, forse troppo.

"Spero che tutto si risolvi..." mormorò mentre una lacrima scendeva lungo la sua guancia.

§§§

"Nonno, sono Nanami, posso entrare?"

Vedere la maggiore dei suoi nipoti era sempre un toccasana per l'anziano ricercatore: la ragazza era tranquilla, affettuosa, premurosa e soprattutto ci teneva particolarmente a entrambi i suoi pestiferi fratellini, "Certo cara, entra pure." disse lui, seduto alla scrivania del suo studio.

Lei entrò, nella luce soffusa della lampada da tavolo sembrava più adulta che mai: "Come mai qui?" chiese l'uomo.

"Ho saputo che mio fratello, sai, quello tonto, ha aggredito i custodi del Monte Shirogane e che alla Lega sono partite le scommesse sulle probabilità di successo nel tirare giù da lassù il mio fratellino intelligente." disse lei con un sogghigno prima di riprendere una parvenza di serietà: "Credi che ce la farà? Red-kun era abbattuto, molto. Non ho sue notizie da tempo e sono preoccupata..."

Ookido si levò gli occhiali e fece cenno alla ragazza di avvicinarsi, accogliendola sulle sue ginocchia come quando era piccola: "Nana-chan, ricevo continuamente da Red-kun brevi messaggi sulle sue condizioni e lo monitoro costantemente con le forniture che gli faccio avere lassù. Ho mandato Hibiki perchè anche io sono molto preoccupato per lui e sono certo che lui e Green riusciranno a riportarlo a casa. E poi non sono soli."

"In che senso?" domandò lei confusa.

"Ho saputo che Green-kun non ha aggredito materialmente i guardiani ma è stato un altro ragazzo, con un Ordile." precisò.

"Che sia...?" chiese lei stupefatta.

"Sì, è lo stesso ragazzo. " confermò l'uomo.

"Allora dal marcio del Team Rocket può venire fuori anche qualcosa di buono!" notò lei con un scorriso: "Silver-kun, vero?”

Ookido annuì, confermando le parole della nipote: “Dalle mie ricerche, quel ragazzo è stato abbandonato dal padre criminale tre anni fa, dopo una vita di continui abusi. Anche per questo motivo abbiamo deciso di lasciargli Waninoko: la nostra scommessa era che forse qualcosa di buono sarebbe successo e Hibiki ci ha dato conferma di questo. Ordile adesso è un Pokemon che ama il suo allenatore, e sono certo che quel ragazzo gli è affezionato allo stesso modo. Sono certo che si stia lasciando alle spalle il suo passato travagliato.”

Nana si alzò dalle ginocchia del nonno e lo abbracciò: “Credo che anche Hibiki-kun ne sia felice.” trillò lei, uscendo dallo studio.

§§§

Col cuore in gola, Green s'inerpicò su per l'ultima, ripida parete che li separava dalla fioca luminescenza proveniente da quella grotta in alto, irraggiungibile in apparenza ma non per lui: lassù c'era Red e avrebbe fatto qualunque cosa per gridargli addosso quanto idiota era stato.

E quanto idiota era stato il proprio comportamento.

Dietro di lui, Silver si arrampicava agilmente e in silenzio, mordendosi il labbro inferiore e ugualmente frustrato e in ansia: a breve avrebbe visto faccia a faccia colui che era stato il responsabile, almeno era quello che aveva sempre pensato, della sconfitta del padre e del suo conseguente abbandono.

Ma il suo cuore cominciava a pensarla diversamente: forse era solo la sconfitta di Sakaki l'unica responsabilità che Red aveva ma l'abbandono... No, quello era solo colpa di suo padre e della sua incapacità nell'essere un buon genitore.

Dopotutto, i soprusi erano stati continui fin dalla sua nascita, quella era stata solo la conseguenza naturale delle cose.

Forse... era stata unicamente la sua rabbia...

Silver scosse violentemente la testa e accettò di buon grado la mano che Green, già in cima, gli tendeva per tirarsi oltre il bordo del burrone e poi lo seguì lungo lo stretto e corto sentiero: infine, sbucarono in una grotta tiepida, illuminata, col fiato corto e i battiti cardiaci considerevolmente accelerati.

Bakufun, percepito il loro arrivo, alzò la testa e, lanciato un basso verso di approvazione, col muso cercava di svegliare i due ragazzi stretti nel tepore del corpo del pokemon di fuoco.

Green rabbrividì: Red era dimagrito tantissimo, a malapena riusciva a distinguerlo nel mucchio di pelliccia e braccia; era pallido come un morto e sembrava avesse pianto, e lui non l'aveva mai visto piangere dal giorno in cui suo padre era venuto a mancare.

Svelto, abbandonò lo zaino a terra e cominciò a frugarci dentro: le sue dita si strinsero attorno ai blister di medicinali che vennero tirati fuori con espressione trionfante, “Ragazzino, occupati di Hibiki, io penso a Red.” disse mentre alzava lo sguardo.

Ma era evidentemente inutile perchè Silver, con attenzione, aveva preso tra le braccia il rivale, spostandolo in un angolo per lasciare spazio al maggiore, che lo sorpassò rapidamente; Green si chinò sul Campione, accarezzandogli la guancia e facendosi colpire dalle piccole scossette elettriche di Pikachu, svegliatosi al loro arrivo, che non sembrava molto felice di vederlo.

Oh beh, era un pokemon intelligente, dopotutto.

Red venne preso in braccio senza tante cerimonie e portato presso il sacco a pelo, totalmente ignorato da Silver che aveva fatto distendere Hibiki sulle proprie ginocchia: “Nel mio bagaglio ce n'è uno di riserva, prendilo e usalo per tenerlo al caldo.”

Il rosso non se lo fece ripetere due volte.

A causa di tutto quel trambusto, ancora assonnato, lo stesso nativo di Wakaba aprì infine gli occhi; la sua vista annebbiata non gli permise di distinguere granchè ma la capigliatura color rubino che gli danzava davanti era inconfondibile: “S-Silver...” bofonchiò emozionato.

Fai ancora una cosa del genere e ti riporto giù da questo monte a calci.” replicò secco questi, aiutandolo a stendersi al caldo.

Hibiki sorrise sollevato: “Green-san è con te?” chiese a bassa voce.

Si sta occupando dell'altro tizio.”

Grazie di essere venuti...”

Umpf... Non ringraziare me.”

Ma sei venuto qui con lui...”

Ma certo non per quell'eremita.”

E allora perchè...?”

Silver sbuffò frustrato: possibile che quel mollusco non capisse fino a quel punto?

Non ti riguarda adesso.” replicò con tono seccato: “Ne riparleremo.”

Hibiki annuì e si rannicchiò al caldo, addormentandosi nuovamente quasi subito; Silver gli si sedette accanto e non si mosse più.

Con la coda dell'occhio, Green aveva osservato il concitato scambio di battute tra i due ragazzi ma non l'aveva toccato particolarmente, concentrato com'era sulle condizioni di Red, sulla sua febbre e sugli incubi che parevano tormentarlo senza che lui potesse fare nulla per alleviarli: la temperatura era troppo alta, e malgrado avesse trovato dei pezzi di stoffa ancora umidi e freddi, segno inconfondibile degli impacchi di neve fatti dal più giovane, non erano stati sufficienti.

Idiota, se muori qui giuro che vengo a prenderti a calci fino all'inferno.” ringhiò tra sé e sé mentre scioglieva nella borraccia una polverina argentata: “E ora bevi.” ordinò, avvicinandogliela alle labbra.

Con le pupille dilatate e appannate, Red sollevò leggermente le palpebre, confuso e ancora per metà addormentato: probabilmente non lo aveva riconosciuto, perchè Red l'aveva chiamato “Hibiki-kun...” e ciò poteva solo significare che le cure costanti del più giovane, oltre ad essere state in qualche modo efficaci per non farlo peggiorare, erano anche state un balsamo per l'anima del Campione.

In quel momento, Green sentì distintamente il cuore creparsi mentre si faceva strada in lui la consapevolezza di quanto significasse la presenza di Red nella sua vita e di quanto tenesse a lui e quanto non volesse perderlo.

Ma perchè si era giunti fino a quel punto?

Perchè non lo aveva voluto ascoltare quel giorno?

Perchè si era comportato così?

D'accordo, Red gli aveva rubato il sogno di diventare Campione ma aveva lavorato a lungo per diventare ciò che era diventato, e comunque erano sempre stati uniti, amici, come erano arrivati a quello?

Nel giro di qualche ora, complici anche le nuove e adeguate cure portate dal rissoso duo di soccorritori, la febbre era scesa considerevolmente, facendo tirare un sospiro di sollievo al Capopalestra di Tokiwa, che si era ritrovato a tenere stretta nella sua la mano di Red.

E' bello vederti.”

La voce impastata di sonno di Hibiki lo fece sobbalzare: il ragazzo gli si sedette accanto e lui non fece neppure in tempo a ritirare la mano che questi, vedendola, sorrise.

Red-san aveva davvero bisogno di parlare con qualcuno, questi ultimi anni sono stati difficili per lui.”

Green non rispose.

Ha detto di averti aspettato, Green-san. Perchè non sei mai venuto qui?” domandò il più giovane con espressione questa volta molto più seria, “Avresti potuto farlo in ogni momento.”.

Io... io non lo sapevo.” ammise Green con lo sguardo basso: “Sono rimasto lontano da casa per parecchio tempo e, quando sono tornato, credevo fosse stato solo un suo capriccio quello di andarsene. Mia sorella non mi ha detto nulla sulle motivazioni e non ho mai ricevuto altre notizie, quasi mi ero convinto che fosse morto.” disse con un filo di voce.

E perchè non sei mai venuto sin qui a sincerartene di persona?” incalzò ancora Hibiki, sedendosi al suo fianco accanto al fuoco.

Silver stava dormendo, notò Ookido.

Green quindi rimase a lungo in silenzio, con le dita ad accarezzare la guancia tiepida di Red; quando poi alzò lo sguardo, i suoi occhi erano lucidi alla luce del focolare: “Forse non volevo averne la conferma o forse non volevo affrontarlo.” sussurrò.

Il Campione addormentato si mosse nel sonno ma non si svegliò.

E ora cosa hai intenzione di fare?” indagò il più giovane.

Appena sarà in forze, scenderemo da questo posto anche a costo di legarlo. Poi decideremo il da farsi una volta tornati a casa. Non resterà ancora qui.”

Compiaciuto dalla risposta del Capopalestra di Tokiwa, Hibiki sorrise: “Io credo che prima dovreste parlare tra voi e chiarirvi. Secondo me non aspetta altro che poterti parlare col cuore in mano. Green-san, Red-san prova molto per te, cerca di non deluderlo ancora o potresti anche perderlo definitivamente.” lo avvertì prima di alzarsi nuovamente e raggiungere Silver nel suo angolo.

Il silenzio cadde nuovamente nella grotta ma l'unico sveglio rimase, per molte ore, Ookido che non sarebbe comunque riuscito a prendere sonno in nessun caso: troppo preoccupato, troppo frustrato e soprattutto voleva sorvegliare personalmente le condizioni del Campione.

Fu solo verso l'alba che sentì Red muoversi sulle sue ginocchia e ne vide gli occhi aprirsi lentamente, sentendosi il cuore in gola battere forsennatamente.

Il giovane sbattè più volte le palpebre, confuso e stanco, poi allungò una mano tremante che venne afferrata da quella forte e ferma di Green: “Ciao...” sussurrò con voce arrochita e un vago sorriso a increspargli le labbra arrossate; l'altro frugò febbrilmente nella borsa ed estrasse la borraccia contenente la medicina rimasta, avvicinandogliela alle labbra, “Bevi, su.” ordinò lui con voce perentoria.

Red obbedì, bevve, poi si lasciò ricadere all'indietro: “Grazie...” rispose fievolmente: “Dov'è Hibiki-kun...” rantolò poi, cercando di mettersi seduto; Green lo bloccò e lo sguardò torvamente, “Alzati e ti picchio.” ribattè con voce furente, “Hibiki è là che dorme.” replicò, allungando il braccio per alimentare il focolare.

Quando sei arrivato...?” domandò il ragazzo.

Stanotte.”

Ti ha chiamato Hibiki-kun...”

Chi altri? Non è che tu abbia mai dato tue notizie.” lo rimproverò Green, stringendo la presa sulla sua mano: “Sei stato un autentico idiota a venire quassù, mi verrebbe voglia di prenderti a calci.” ribatté il Capopalestra mentre gli sistemava il cuscino e lo copriva meglio, “Scenderai con noi e non fare storie!” si sentiva come se stesse avendo a che fare con un bambino capriccioso e poco collaborativo.

Red restò in silenzio per qualche minuto, Green si era convinto che si fosse addormentato, ma poi la sua voce roca si fece sentire, anche se il viso era nascosto, voltato su di un fianco: “E' quello che veramente vuoi?” chiese il Campione con voce bassa ma seria, “Non sei costretto a fare nulla, lo sai.”

Green sentiva la rabbia sostituirsi al panico e alla preoccupazione per i suoi errori: “Non è una costrizione, idiota! Non puoi restare ancora quassù!”

L'hai deciso tu?”

Sì.”

Non mi sembra che tu ne abbia il diritto.”

Ah! Ma cosa vuoi ancora?!” sbottò il Capopalestra, alzando la voce: “Sono salito fin quassù per cercarti, cosa devo fare di più?!”

Red lo scostò e si mise faticosamente seduto per poi alzarsi in piedi.

Green lo imitò, allungando istintivamente le braccia per sorreggerlo, data la sua visibile debolezza; ma il Campione si spostò e, alzando lo sguardo, col fiato corto, lo fissava ansimando: “Cosa vuoi tu?” chiese con aria estremamente seria, “Vuoi che io torni davvero oppure è solo un tuo capriccio. O ancora ti senti colpevole per qualcosa? Cosa vuoi che io faccia?” proseguì.

Coi pugni stretti e le braccia lungo il corpo, Green strinse i denti per bloccare la furia, purtroppo senza troppo successo: il pugno che colpì Red giunse inaspettato, mandandolo a cozzare contro i due più giovani, che ne attutirono lo schianto.

Hibiki e Silver si svegliarono di botto ma Green fu più veloce, afferrando il Campione per il bavero della maglietta e sollevandolo alla propria altezza: “Non è un mio capriccio, razza di idiota!” ringhiò lui.

E allora cos'è?”

Silver, che aveva aiutato Hibiki a mettersi in piedi, lo fissava con aria truce: “Cos'è, Ookido-san? Un tentativo di azzittire i tuoi sensi di colpa?” disse con voce seria e arrabbiata, “Non serve a nulla, e lo sai.” ribattè il Campione di Johto, avvicinandosi di un passo, “Prendertela con Red-san, intendo.” aggiunse, poggiando la mano su quella di Green, che mollò la presa.

Il Campione di Kanto si accasciò a terra tossendo.

Ammettere le cose è troppo difficile?” intervenne Silver con il pugno stretto al fianco.

Red, ancora a terra, teneva lo sguardo ostinatamente basso e tremava.

Frustrato, Green si inginocchiò al suo fianco e gli mise sulle spalle, in un moto di compassione, la coperta che Hibiki stesso gli passava: “Senti...” iniziò, mordendosi il labbro inferiore, “Mi dispiace, è solo che non...”

Red scosse la testa: “A-Avrei dovuto aspettare... P-Parlarti... E' solo che mi s-sentivo...”

borbottò tra un accesso di tosse e un altro.

Green sospirò, allungando le braccia per stringerlo a sé: “Possiamo parlarne adesso...” tentò, sentendo Red annuire nella sua stretta; sciolse l'abbraccio e gli fece sollevare il viso, lo vide piangere e si sentì il cuore a pezzi.

V-Volevo parlarti prima c-che tu partissi...” sussurrò il Campione, cercando di asciugarsi gli occhi: “M-Ma me n'è mancato il coraggio...”

Green ricordò il suo atteggiamento in quella giornata di tre anni prima e capì dolorosamente che l'occasione di impedire tutto quello era stata in mano sua e lui non l'aveva capita: “Cosa volevi dirmi?” chiese ancora a voce bassa.

Red scosse la testa, rintanandosi nelle spalle.

Non sapeva cosa pensare, Ookido, se non che...

Red, devo saperlo...” disse, con la mano poggiata sulla sua spalla; forse cominciava a capire quel che intendeva Hibiki e a fare luce in sé stesso.

Il timido bacio che Red usò come risposta semplicemente accecò la sua consapevolezza.

Green lo strinse a sé, ricambiando il bacio e il tempo parve congelarsi attorno a loro per parecchi secondi; anche quando si staccarono, non dissero nulla, rimasero semplicemente a fissarsi negli occhi con le mani intrecciate.

§§§

Pigeot e Ho-Oh, ognuno dei quali portava le due coppie di allenatori, scesero dolcemente verso Masara Town, percorrendo le correnti ascensionali con estrema leggerezza; ambedue lanciarono un alto grido di approvazione mentre i rispettivi allenatori li guidavano agilmente verso il loro obiettivo: “Ormai ci siamo!” gridò allegro Hibiki: “Ehi, Red-san! Siamo arrivati!”.

Il Campione alzò la testa, assonnato, e gli sorrise mentre si sporgeva dal dorso di Pigeot e osservava, col cuore in gola, la città dove era nato e dove era cresciuto: “Mamma...” singhiozzò, riconoscendo il cortile di casa.

Green annuì, sorridendo.

I due Pokemon atterrarono infine nel bel mezzo della piazza principale della cittadina, suscitando non poco stupore: e non solo perché Green e Red erano balzati giù dalla schiena del volatile assieme ma soprattutto per la comparsa dell'imponente fenice.

Ookido-hakase era in testa alla folla di curiosi che si era assiepata attorno a loro e, al suo fianco, c'era la nipote.

E ancora, alla sinistra del professore, c'era sua madre, con gli occhi lucidi e il grembiule ancora sporco di salsa; Hibiki e Green affiancarono Red, che venne spinto in avanti tra le braccia della donna in trepidante attesa.

Da quel momento in poi, tutti ne erano certi, il sorriso non sarebbe più andato via dal volto di Red.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: SHUN DI ANDROMEDA