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Autore: _ChaMa_    26/10/2013    1 recensioni
Ero sempre stata una ragazza semplice, piena di sogni. Dopo la morte di mia madre, avevo deciso di andare alla ricerca di mio padre: troppo grande per comportarsi come un ragazzino e troppo immaturo per fare l'uomo. Poi qualcosa è cambiato. Lui è cambiato.
Anche se vivevo in un mondo di bugie, non avevo mai perso la speranza. Quella stessa speranza che mi aveva portato a Mystic Falls.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Lockwood, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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≈≈ IL SUO NOME È BECKY≈≈

 

Era buio.

Stavo corredo e non sapevo dove il mio corpo avesse trovato l'energia per correre così velocemente.

Sentivo il cuore scoppiarmi nel petto e il respiro affannoso.

Quel bosco sembrava non finire mai, mentre i rami si spezzavano sotto i miei piedi.

Sentii chiaramente il rumore del lupo dietro di me. Stava guadagnando terreno.

Cercai di voltarmi ma persi l'equilibrio e caddi a terra, inciampando in una radice.

Sentii un forte calore invadermi, partendo dalla caviglia sinistra.

Mi voltai velocemente, ma non trovai nessuno.


*


<< Cos'è tutta questa roba? >>

Guardai Lex con la coda dell'occhio e continuai a riempire il borsone.

<< È per stasera >> spiegai << Appena la luna sarà alta nel cielo mi rinchiuderò nelle vecchie prigioni dei Lockwood >>

<< Catene. Strozza-lupo. E quelle sono trappole per conigli? >>

Annuii << Le metterò avanti all'entrata. In modo da non poter scappare >>

<< Sei preoccupato? >> mi chiese, sedendosi su uno sgabello

Alzai le spalle << Mi sono trasformato solo una volta e non è stato piacevole >>

Faceva male. Dannatamente male e una volta completata la trasformazione perdevo completamente il controllo delle mie azioni.

<< A tutti fa bene lasciarsi andare qualche volta >> disse ironico

<< Sarò un animale >>

<< Sarai istinto >>

Lex era così orgoglioso di essere quello che era. Lo invidiavo: avere il pieno controllo di sé quando non si è se stessi doveva essere molto più che istinto.

<< Anche se sarò incatenato in un sotterraneo, voglio essere prudente >>

Lui tossì, come se si stesse schiarendo la voce << A proposito, non è che avresti una catena in più? >>

<< Credevo che avessi il pieno controllo... >>

<< Io sì >> disse << Ma Gen...ha qualche difficoltà >>

Annuii silenzioso e gli indicai una cassa ai suoi piedi << Lì dentro dovrebbe esserci qualcosa >>

<< Grazie >>

<< Ehi...dove andrete? Sta notte, intendo >>

Lui alzò le spalle e si mise a cercare nella cassa << Nel bosco. È lontano abbastanza >>

<< Ti fa ancora male? >> gli chiesi di getto.

Avevo un sacco di domande senza una risposta e avere due licantropi che giravano per casa aveva riacceso la mia curiosità. Io non ero così da molto, loro, invece, sembravano conviverci alla grande.

Lui ridacchiò, senza rispondermi. Poi si alzò con una catena in mano << A volte, più di altre >>

<< Ho tante domande. Come posso fare per riuscire a controllarmi come fai tu? >>

<< Ci vuole tempo, Ty >> disse << Per ora quello che devi fare è solamente seguire il tuo istinto >>

<< Potrei uccidere qualcuno >>

<< Il tuo istinto, Tyler. Non quello del lupo >>

<< Che differenza fa? Io sono il lupo >>

Rise ancora e si avviò verso l'uscita. Da quando era così enigmatico? Oppure ero io che non capivo quanto fossero divertenti le cose che non sapevo?

 

*

 

<< Siamo sicuri che funzionerà? >> chiese Elena, armeggiando con il cellulare

<< No >> risposi sinceramente Melissa << Ma dobbiamo almeno provarci >>

<< Ma perché nel bosco? Tra poco la luna sorgerà e nessuno di noi sarà al sicuro >>

Elena sembrava la più preoccupata tra tutti. Il fatto di dover scendere a patti con Katherine la rendeva particolarmente nervosa. Era stata Melissa a chiedere quell'incontro e io ed Elena ci eravamo offerti di accompagnarla. Ma l'ora stabilità era passata da un pezzo.

<< Arriverà >> cercai di rassicurare Elena, che annuì silenziosamente.

<< Veramente sono già qui >>

Tutti e tre ci voltammo. Katherine ci guardava con il suo solito sorrisetto malizioso e aveva le braccia incrociate.

<< Ma che avrà sempre da sorridere...? >> borbottò Melissa, che subito dopo si fece avanti.

<< Siamo qui per un accordo... >>

Katherine si lasciò andare ad una risatina sommessa e sincera << Un accordo? E che tipo di accordo vorreste fare? >>

<< Bonnie non ti serve più. Ha fatto l'incantesimo che le hai chiesto, adesso libera >> proruppe Elena

Katherine sembrò riflettere sulla sua proposta, poi avanzò i qualche passo << E in cambio, avrò quello che voglio? >> chiese << Stefan? >>

Quando sentii il mio nome, alzai lo sguardo e incontrai quello della donna che un tempo aveva amato << La scelta non è mia >>

Spostai subito lo sguardo su Melissa. Il piano che avevamo escogitato era buono, anche se non aveva molte probabilità di successo.

Melissa sarebbe andata con Katherine e con i primi raggi della luna, Lex trasformatosi in licantropo avrebbe attaccato Katherine. Il piano non era quello di ucciderla, almeno non ancora. Se Klaus stava davvero per arrivare, era meglio averla dalla nostra.

<< Si >> disse sicura Melissa << Tu libera Bonnie e io verrò con te >>

<< Bene >> disse << Aspettami qui >>

Si voltò e cominciò a camminare, senza darci altre spiegazioni

<< Dove stai andando? >> chiesi io

<< A prendere la strega che spezzerà l'incantesimo >> disse senza voltarsi

<< Io ancora non so sicura di questo piano >> disse Elena, quando Katherine fu sparita dalla nostra visuale

<< Hai un'idea migliore? >> chiesi io

Elena rimase zitta, guardandomi come se l'avessi appena sfidata. Le cose tra noi non si erano ancora risolte e c'era della tensione. Parecchia tensione.

<< Anche se l'avesse, ormai non possiamo tornare indietro >> concluse Melissa

 

*

 

Cercavo di stare calmo, ma il richiamo della luna era più forte di me e non riuscivo a controllarlo. Posai l'unica mano ancora libera dalle catene sul petto, all'altezza del cuore.

Lo sentivo. Batteva velocemente, tra respiri sommessi e sguardi preoccupati. Una mano fredda sfiorò la mia. Non avevo bisogno di aprire gli occhi per sapere che Caroline era al mio fianco.

Sentii uno spiffero d'aria tra i capelli e il rumore di una porta chiudersi.

<< Andrà tutto bene, Tyler >>

Le sue labbra si mossero vicine al mio orecchio e il suo alito caldo mi pizzicò la pelle.

Stava per succedere.

I miei respiri scandivano il tempo che mi separava dalla trasformazione. Cercavo di prepararmi al dolore e alle sofferenze che avrei provato, ma l'unica cosa che riuscivo a percepire era l'anima di ghiaccio della luna. Anche se i suoi raggi non mi colpivano direttamente lo sentivo, attraverso quelle fredde mura.

Tutto intorno a me era freddo.

Avevo paura.

Le ossa cominciarono a scomporsi, muovendosi lentamente nella carne, disegnando un nuovo corpo. Un corpo più robusto. Più elegante. Più affamato.

 

*

 

Il cuore mi martellava nel petto e tremavo. Tutto mi faceva male: non sentivo più né mani né piedi.

Non riuscivo più a reggermi sulle gambe. Caddi a terra e l'impatto con il suolo facilitò la rottura delle ossa.

<< Devi stare calma >> disse Simon

Lui non capiva quanto male faceva. Il dolore arrivava improvviso e mi travolgeva senza darmi un attimo di tregua. Nella mia mente tutto quello che conoscevo andò lentamente sfumando.

<< Guardami >> urlò mio fratello

Immagini, suoni, odori e sensazioni che conoscevo, che il mio corpo conosceva, stavano sparendo.

<< Guardami, Becky >>

Con uno sforzo inimmaginabile aprii gli occhi e li puntai in quello di mio fratello. I suoi occhi cominciavano a cambiare solo adesso. Erano gialli, proprio come i miei.

Guardai con che eleganza riusciva a trasmutare il suo corpo. Neanche una smorfia di dolore, nessun gemito di paura.

Un altro osso che si spezza. Non riuscivo nemmeno più a distinguere quello che provavo: avevo freddo e mi sentivo nuda, ma allo stesso tempo avevo caldo.

La rabbia cominciò a prendere il controllo su di me. E il mio corpo esplose. Tutto tremava, fremeva, si agitava. Iniziai a lottare contro me stessa. Sentivo un manto caldo ricoprirmi e guardavo gli artigli che completavano le mie dita.

In me non c'era più niente di umano e con i miei fiammeggianti occhi gialli, guardai il corpo di mio fratello.

Avrei voluto attaccarlo e dimostragli che io ero la più forte. Volevo correre, sfogarmi. Essere libera. Ma lui gridò e bastò il suo ululato per sottomettermi.

 

*

 

Il bosco assunse immediatamente un aspetto differente.

La luna non era più una maledizione, pallida e lontana; era vicina e mi guidava come una maestra.

Avevo le zampe posteriori incatenate ad un robusto albero e davanti a me c'era Lex, accovacciato al suolo.

Lui riusciva a resistere all'impulso della caccia, io no. Scalciavo, lottavo contro me stessa e contro quelle catene che mi imprigionavano.

Poi si udii un ululato.

 

*

 

<< È inutile che continui a guardarti intorno. Non c'è alcuna via di scampo >> ripetei per l'ennesima volta a quella strega

<< Ma che cosa vuoi ancora da me? >> piagnucolò

Mi portai una mano sulla tempia e la spinsi ad andare avanti.

Le streghe sapevano proprio come farti venire il mal di testa!

<< Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto. Hai detto che mi avresti lasciato andare >>

<< Lo farò >> dissi sfinita << Ora chiudi quella bocca e cammina >>

<< Cos'è stato? >>

Entrambe ci fermammo ad ascoltare. Un ululato: potente, acuto e vicino. Assottigliai lo sguardo, cercando la luna nel cielo.

<< Un licantropo >>

<< Un cosa? >> chiese stupida la strega

<< Un licantropo >> ripetei, dandole una piccola spinta per farla riprendere a camminare << Sai, come un cane ma più grande. E più affamato >>

 

*

 

<< Che sta succedendo? >> chiesi saltando gli ultimi scalini

<< Non lo so, Matt >> ammise Caroline << All'inizio andava tutto bene, poi c'è stato quell'ululato e ha cominciato ad agitarsi >>

La affiancai subito e, come lei, mi appoggiai con la schiena al portone.

<< È riuscito a spezzare le catene? >>

Caroline annuì, spaventata

<< E le trappole davanti all'entrata? >>

<< Le ha saltate >> disse guardandomi << Quando ha sfondato il cancello >>

Il mio sguardo, che già faceva trasparire la mia preoccupazione, si riempì improvvisamente di goccioline << Dobbiamo andarcene >>

Caroline annuì << Vai >>

Io la guardai << Non vado senza di te >>

<< Se entrambi lasciamo andare, Tyler ci metterà meno di due secondi a fondare anche questa di porta >>

<< Per la prossima luna piena dobbiamo ricordarci di comprare portoni di ferro >> cercai di scherzare, ma Caroline pur avendo accennato ad un sorriso non sembrava meno spaventata.

<< Il fucile >> dissi dopo qualche secondo di silenzio << Il mio fucile è di sopra. Riesci a resistere finché non torno? >>

Caroline mi lanciò un'occhiataccia

<< Hai un'idea migliore? >> le chiesi

<< Appena la luna sarà sparita, Tyler tornerà normale >>

<< Non possiamo aspettare tutta la notte >>

Caroline sembrò incerta, ma sapeva che avevo ragione. Ci eravamo già passati. Non era certo mia intenzione fare del male a Ty, ma dovevamo fermarlo. Lui sarebbe stato il primo a non perdonarsi se avesse fatto del male a qualcuno.

<< Brigati >> disse in un sussurro

 

*

 

Era più di un'ora che io ed Elena avevamo lasciato Melissa. Lei non aveva ci aveva ancora fatto sapere nulla, il che significava che Katherine non era ancora ritornata.

Faceva uno strano effetto stare con lei senza parlarle. Ci eravamo messi ad aspettare io seduto da una parte, lei dall'altra. Nessuno aveva più aperto bocca.

<< Per quanto continueremo così? >> chiese all'improvviso

Io alzai lo sguardo su di lei << Così come? >>

<< Oh, Stefan >> si alzò di scatto << Non credi che dovremmo parlarne? >>

<< Non c'è nulla di cui parlare, Elena >> ribadii io

<< Stefan, io ti amo >> disse, inginocchiandosi davanti a me << E niente potrà mai cambiare questo >>

Ogni volta che doveva convincermi della sua sincerità, pretendeva che io la guardassi negli occhi. Voleva che i nostri sguardi s'incontrassero, proprio come in quel momento. Con delicatezza, tolsi le sue mani dal mio volto << Anche io ti amo >>

Il sentimento che provavo per lei era ancora vivo e bruciava dentro di me. Non sarebbe mai sparito.

<< So che ti ho ferito, ma io ci tengo davvero tanto a te >> disse << Perdonami >>

<< Non si tratta di perdono, Elena, ma di fiducia. E io non riesco a fidarmi di te, se so che che Damon è nella tua vita >> le risposi sinceramente

Elena era una delle persone che più meritavano fiducia e amore. Per qualsiasi cosa, io mi sarei fidato di un suo parere e di un suo giudizio.

Mi alzai e raggiunsi mi appoggiai con una mano al primo albero che trovai << So che sarebbe impossibile immaginare una vita senza Damon, per te come per me, ma se non riesci tu per prima a fidarti delle tue emozioni quando stai con lui, come posso farlo io? >>

 

*

 

Avevo annusato attentamente l'aria. E non mi era sfuggito quell'odore dolciastro.

Silenziosa avevo seguito quell'invito fino a quando non avevo udito dei rumori. Voci: una più flebile, l'altra più decisa.

Mi ero acquattata tra i cespugli e avevo osservato con pazienza. Sapevo che Simon non mi avrebbe concesso molto tempo: prima o poi mi avrebbe trovata. E sapevo che sarebbe stato più prima che poi.

Alzai gli occhi su quelle due figure che camminavano a pochi metri da me. Erano due femmine: la prima sembrava essere molto sicura di sé e anche sforzandomi non riuscivo a percepire nessun odore. Solo il suo profumo. La seconda, camminava davanti, ed era spaventata.

Solo allora che decisi di attaccare. Entrambe si voltarono verso di me, ed io indecisa su chi attaccare per prima mostrai i canini e ringhiai. Fu in quel momento che accadde qualcosa di inaspettato. La prima femmina, quella di cui non percepivo l'odore, scomparve. Si era mossa talmente veloce che a malapena mi ero resa conto della sua fuga. La poveretta che era rimasta, scoppiò in lacrime e tentò di scappare. Ma lei non fu così veloce.

 

*
 

Stefan si alzò e mi diede le spalle << So che sarebbe impossibile immaginare una vita senza Damon, per te come per me, ma se non riesci tu per prima a fidarti delle tue emozioni quando stai con lui, come posso farlo io? >>

Abbassai lo sguardo, sentendomi colpevole. Aveva ragione. Come poteva fidarsi di me? Avevo resistito il più a lungo possibile, ma alla fine i sentimenti che provavo per Damon erano saltati fuori.

<< Stefan... >> lo chiamai. Volevo che guardasse, volevo potermi specchiare di nuovo nei suoi bellissimi occhi verdi.

Lui si voltò, ma appena lo fece sul suo volto comparve un'espressione di terrore

<< Non muoverti >> disse

<< Che succede? >> gli chiesi, raddrizzando la schiena

<< Non. Muoverti >> ribadì

Restai immobile, osservando i suoi gesti lenti.

<< Elena, quando te lo dico corri >> disse << Corri il più lontano possibile >>

<< Stefan, che succede? >>

Il ringhio di un lupo mi diede la risposta.

<< È troppo presto >> balbettai << Lex non dovrebbe essere già qui >>

<< Quello non è Lex >> disse

Non sapevo come aveva fatto a riconoscerla, ma capii subito che quella era Gen. Lex aveva il pieno possesso delle sua capacità anche quando era un lupo, per questo si era offerto lui di attaccare Katherine.

L'unica cosa che riuscivo a vedere era il corpo di Stefan, che sembrava cercasse qualcosa.

Lo vedevo aggrottare le sopracciglia e stringere gli occhi.

<< Che stai facendo? >> chiesi ancora, presa dal panico

Lui si piegò leggermente e mi tese una mano. Il lupo ringhiò ancora e lo sentii muoversi. Poi, proprio quando presi la mano di Stefan, lo sentii guarire. Mi alzai in fretta e finii tra le braccia di Stefan, che come me guardava la scena senza fiatare. Un altro lupo era intervenuto e teneva una zampa sul collo dell'altro.

<< Corri >> disse Stefan.

E io corsi.

 

*

 

Non ne potevo più di aspettare.

Anche se quello stupido piano era stato mio, mi rendevo conto che Elena aveva ragione: non era stata una buona idea. Tanto per cominciare me la stavo facendo addosso, tra tutti quegli ululati e i rumori del bosco. E poi si era improvvisamente alzato il vento.

Mi passai entrambe le mani sulle braccia e ricominciare a fare su e giù in quei quattro metri quadri in cui avrei dovuto incontrare Katherine.

Il vento soffiò più forte, scompigliandomi in capelli. Alzai gli occhi al cielo, dove le stelle erano la mia unica fonte di luce.

Le nuvole si spostavano lentamente, cullando dolcemente la luna. Come se fosse una perla, mentre il cielo nero il suo guscio.

Sentii un altro ululato e mi voltai di scatto, fermandomi.

<< Non c'è niente di cui aver paura >> ripeto, pur guardandomi intorno sospettosa. Mi sembrava strano che Katherine non fosse ancora arrivata.

<< Deve essere successo qualcosa >> dissi, cercando il cellulare

Composi il numero di Katherine, che squillò a vuoto. Ma proprio quando terminai la chiamata vidi qualcosa avanzare. Non ero sicura se stesse correndo o semplicemente camminando, sta di fatto che me la ritrovai di fronte in pochi secondi.

<< Katherine? >>

Lei si piegò sulle ginocchia e prese fiato << Lupi >>

<< Cosa? >> chiesi, fingendo di non capire

<< Non fare finta di niente >> mi scoprì subito << Qual'era il vostro geniale piano? Farmi sbranare da Tyler? >>

<< Più o meno >> le dissi accennando ad un sorriso

<< Beh, non ha funzionato. È stata un'idea davvero stupida >>

<< Sei ancora qui >> dissi << Quindi hai ragione: è stato stupido >>

<< Ti diverti? >> chiese, indurendo lo sguardo << Quel licantropo poteva davvero uccidere anche me >>

<< Sei un vampiro, Katherine >>

<< Già. Lo sai cosa succede ad un vampiro che viene morso da un licantropo? >>

<< Sei forte e veloce. E agile >> le ricordai << E sei scappata >>

<< Per poco >> sbuffò << La prossima volta sarò io a fare le trattative >>

<< Sapevi che c'era la luna piena. Se avevi così paura di restarci secca, perché hai accettato? >>

<< Perché me lo hai chiesti tu >>

Mi bloccai e abbassai lo sguardo, arrossendo e sentendomi colpevole. Di certo non volevo che Katherine morisse, ma non volevo neanche che pensasse di avere il pieno controllo su di me. Non mi piaceva il fatto che lei credesse di poter entrare ed uscire dalla mia vita come più le facesse comodo.

<< Aspetta >> riflettei << Hai detto “uccidere anche me”, che vuol dire? >>

Mi guardai intorno e mi resi conto che la strega che doveva liberare Bonnie non era arrivata con lei << D-dov'è la strega? >>

Lei appoggiò con forza le mani in vita << Come ho detto: questo è stato un piano davvero stupido >>

 

*

 

Me ne stavo tranquillamente appoggiata alla parete della cripta, aspettando che qualcuno venisse a farmi visita. Speravo che qualcuno, qualsiasi persona – perfino Damon - venisse a raccontarmi qualcosa.

Volevo uscire da quel buco umido e puzzolente.

<< C'è qualcuno? >> chiesi, dopo aver sentito un rumore

L'unica cosa che mi consolava era che a causa di quella barriera nessuno poteva entrare e farmi del male.

<< Elena? >> chiamai << Melissa? >>

Nessuno mi rispose. Mi alzai in fretta, togliendomi dai pantaloni un po' di polvere.

<< Caroline? >> riprovai

La risposta che ricevetti, non fu esattamente quella sperata. Davanti ai miei occhi apparve un enorme lupo grigio. Saltai indietro dalla paura e mi appoggiai ad una delle pareti. Avevo le gambe che tremavano e il fiato corto. L'animale mosse qualche passo in avanti, mostrandomi le zanne ricoperte di sangue.

Indietreggiai lentamente, nonostante fossi sicura che la barriera non avrebbe permesso all'animale di raggiungermi.

Mi sbagliavo.

Il lupo superò la soglia della cripta e si preparò all'attacco. Mi concentrai il più possibile e tentai di usare la magia su di lui, ma non ero abbastanza forte da poterlo fermare per molto.

Quando l'effetto dell'aneurisma terminò, il lupo mi ringhiò ancora contro. Io cominciai a correre, pur sapendo che non c'erano altre uscite. Arrivai infondo alla cripta, con il lupo a pochi metri da me. Distrattamente inciampai e vidi l'animale spiccare un salto.

Chiusi gli occhi e, istintivamente, mi portai le mani sopra la testa.

Bang. Un colpo. Un solo colpo sordo e potente.

<< Bonnie? >> sentii una voce chiamarmi preoccupata. Non avevo il coraggio di aprire gli occhi e scoprire di essere smorta sbranata da un lupo mannaro.

<< Bonnie? >>

Conoscevo quella voce, e quando sentii le sue mani sfiorarmi capii di essere ancora viva

<< J-Jeremy? >>

<< Stai bene? Sei ferita? >> chiese, prendendomi il volto tra le mani

Senza pensarci oltre mi sporsi per baciarlo. Le nostre labbra combaciarono perfettamente.

Restarono pressate le une contro le altre per qualche secondo, fino a quando lui non le dischiuse leggermente. Io mi lasciai guidare da lui: sentii le sue mani accarezzarmi il viso, mentre io mi aggrappavo alla sua maglietta.

Poi Jeremy sorrise contro le mie labbra << Devo salvarti più spesso, se è questa la mia ricompensa >>


 

*

 

Corsi a perdi fiato per tutta la radura, con la paura di non riuscire ad arrivare in tempo. Tutto intorno a me si era improvvisamente ammutolito, o forse ero semplicemente io che non riuscivo a sentire altro se non il mio fiato corto.

Quando arrivai davanti alla cripta, ma precipitai giù per le scale, gridando il nome di Bonnie e sperando che il lupo non l'avesse raggiunta, come aveva suggerito Katherine.

<< Melissa...>> esclamò Jeremy, quando mi vide arrivare

<< Grazie al cielo stai bene >> dissi accasciandomi contro una parete. Sentivo che il cuore avrebbe potuto scoppiarmi da un momento all'altro. Solo nei miei sogni correvo così velocemente.

<< Credevo che il lupo ti avesse raggiunta... >> dissi

<< Infatti >> disse lei, facendomi strabuzzare gli occhi << Ma, per fortuna, Jeremy è arrivato in tempo >>

<< Come hai fatto? >> chiesi sovrappensiero

<< Ho ricevuto il tuo messaggio >> disse alzando le spalle

<< Quale messaggio? >>

Lui prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni e io cercai il mio, ma senza trovarlo.

<< Io non ti ho mandato nessun messaggio >> dissi << E in più credo di aver perso il cellulare nel bosco >>

Lui mi mostrò il display e mi resi conto che il messaggio era stato mandato, appena Elena e Stefan mi avevano lasciato.

<< Katherine >>

Era stata furba. Aveva chiesto a Jeremy di andare alla cripta e di tenerla d'occhio.

<< E il lupo? >> chiesi io

Jeremy mi indicò il tunnel dietro di loro << Gli ho sparato con un proiettile d'argento. Non l'ho ucciso, ma era cosparso di un sonnifero pesante >>

Allungai lo sguardo e intravidi dei piedi. Mancava poco all'alba e anche se la luna non s'era ancora andata, il proiettile d'argento doveva in qualche modo aver accelerato il processo di trasformazione.

<< La conosci? >> chiese Bonnie, vedendo la mia espressione

<< Il suo nome è Becky >> 

  
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