Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: justinsgirl    26/10/2013    17 recensioni
«Ma che cazzo fai, parli con gli uccelli adesso?»Justin. Riconosco il suo passo, la sua voce.
«Demi.. Devi guardarmi, quando ti parlo» Dice, e sembra arrabbiato. «E siccome mi hai fatto arrabbiare, adesso mi calmerai anche» Dice facendo combaciare le nostre labbra. Non voglio Justin. «Justin, per favore»Dico ancora sentendo il suo fiato sul collo. «Mi stai rifiutando?» Il mio sguardo parla da solo.
«No Demetria, rifiutare Bieber.. è sbagliato» Dice semplicemente, allontanandosi da me.
Cazzo.
Genere: Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 7

 

  Ogni notte, da parecchio tempo ormai, rivivo lo stesso sogno. Come se il tempo si bloccasse, e si ripetesse la stessa straziante agonia ogni volta.
Come se fossi destinata a ricordare quegli attimi per tutta la vita. Vedo mia madre, con i suoi capelli biondo cenere, le sue labbra sottili e rosee, e le sue guance pallide. La vedo, mentre prende una pentola e la mette sul fuoco. Poi, prende un paio di giornali, e mi dice che sta per cucinarli. Io le sorrido, il tipico sorriso di una bambina, che un po' spera che la madre le cucini qualcosa di buono, che un po' è curiosa di quello che stanno per cucinarle.
Mette i giornali nella pentola e finge di girarli. Poi li toglie dal contenitore, e li passa due volte sul fuoco, fin quando iniziano a bruciare. Me ne lancia uno addosso, e con l'altro inizia a far prendere fuoco al legno del tavolo della cucina, e poi del salotto, e della camera da letto. E sento la porta che si chiude. La sento, come se si chiudesse veramente, ogni notte, nel mio sogno. E vedo lei che va via, e il mio petto che inizia a bruciare sempre di più. Poi il vuoto. Solo bianco. E quando riesco ad aprire gli occhi, sono in un letto, ed un ragazzo, mi sta portando via tutto ciò che mi è rimasto.
La purezza. E quel ragazzo, lo riconosco. Quel ragazzo è Justin.

"Io non mi fido di te" Continuo a ripetermi mentalmente le parole che gli ho detto.
Come posso fidarmi di qualcuno che mi ha perseguitata per anni? Dicendo che le mie cicatrici sono orribili? Di qualcuno che si mette nei guai e diventa buono e gentile con me?
Semplice, non posso.

Le giornate a scuola sono sempre lunghe e noiose, e questa non fa eccezione. La Dickens, vantandosi delle sue dieci ore, continua a sbraitare e a lamentarsi, ma fortunatamente la sua unica ora, finisce subito, almeno oggi.
Vado nei corridoi, verso il mio armadietto, e lo vedo. Sembra tornato alla normalità. Come se il discorso di ieri non fosse mai stato fatto. Come se non mi avesse mai chiesto di aiutarlo.
Si avvicina, e con un
«Ciao Miss Cicatrice» Mi saluta. Com'è possibile? Lo guardo con la bocca aperta, e mi chiedo il motivo del suo comportamento così stupido.

Primo, non mi fido di lui.
Secondo, continua a trattarmi una merda.
Terzo, facendo finta di aiutarlo, potrei anche vendicarmi. E' troppo tempo che fa lo stronzo con me, troppo tempo.

«Demetria» Papà mi saluta. «Come va?» Mi chiede, ed il suo sorriso è triste. Certo, un sorriso triste è migliore di un sorriso inesistente, ma un sorriso triste non è un sorriso.
Chi sorride, ed è triste, ha solo bisogno d'aiuto, e lo chiede semplicemente sorridendo. Come se fosse tutto okay. Come se tutto andasse per il verso giusto.
«A me bene, papà» Sussurro, ed aspetto la sua risposta, che non arriva. «A te?» Lo incito, ma resta in silenzio. «Bene, ma c'è un problema al lavoro» Dice ad occhi bassi. «Qualche spostamento?» In passato abbiamo cambiato città più volte, e forse sarebbe un bene per tutti cambiarla nuovamente. Mi avvicina un foglio bianco, piegato a metà. Lo apro, e capisco perchè è così preoccupato. «Mi hanno licenziato» Mormora, si alza, mi stampa un bacio sulla fronte, e va nella sua camera.
E' sempre triste il momento in cui si chiude lì dentro, coi suoi ricordi, i suoi scheletri. E' sempre triste sapere che è triste.


Non posso più stare chiusa in casa. Ho bisogno di non pensare.
Vado al bar  più lontano che conosco, e decido che tornerò a casa solo quando avrò il cervello a pezzi. Mentre cammino, infilo le cuffiette, ma ciò non mi aiuta a distrarmi.
"How to love" è così bella. Nessuno ha davvero capito come fare ad amare, finora.
C'è chi ama a modo suo, e questo è speciale. Sono convinta che mio padre ami mia madre, nonostante tutto. Sono convinta che il sole ami la luna, nonostante ogni notte è costretto a sparire per farla brillare nel cielo, come se fosse lei la più importante.


«Cosa desidera, signorina?» Il barista mi guarda come se fossi appena scelta dalle nuvole. «Uhm.. Io..» Balbetto. Non ne capisco nulla di queste robe. Ma dicono che serva a non pensare, e dato che ogni metodo per non farlo, io l'ho sperimentato, tantovale sperimentare anche questo. «..faccia lei» Sussurro e quell'uomo sulla quarantina mi prepara dell'acqua colorata alcolica, o almeno mi sembrava questo. Acqua colorata. Che brucia.
Sembra che funzioni. Non penso a nulla che non sia il bruciore che provo mentre scende lungo la gola. E così ne chiedo un'altra, ed un'altra ancora.
Quando decido che è abbastanza, mi trascino fuori. Ci sono diversi ragazzi, che mi offrono sigarette e robe di cui non sapevo neanche l'esistenza. Quando mi avvicino per prenderne una, sento una mano calda che mi avvolge i fianchi, e mi prende la mano che stavo porgendo al ragazzo.
«Demi» Sussurra, ma non riesco a riconoscere di chi sia quella voce.
«Te l'avevo detto che potevi fidarti di me» Apro gli occhi per guardare meglio la persona che mi stringe. Justin.




Hallelujah
Non posso credere di aver terminato già il settimo capitolo!
In una sola settimana, sono la vostra persecuzione, lo so.  Scusatemi..hahahaha
man mano che vado avanti diminuiscono le recensioni, ma scrivo per chi mi ascolta, per le 40 persone che hanno inserito la storia nelle seguite e per i 16 preferiti.
Mi rendete davvero felice, ed è un prezzo che non sarò mai in grado di pagarvi.
Adesso mi sto drogando del live in rio di demi, e sono davvero gasata alle stelle.
spero che vi piaccia.
se così non fosse, non preoccupatevi, accetto le critiche.
grazie, con tutto il cuore.

con amore,
me

 

 

  
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