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Autore: bik90    26/10/2013    9 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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<< Come dobbiamo vestirci per stasera? >> chiese Claudia con un misto di ironia e serietà nella voce << Metto l’abito lungo? >>.
Chiara scoppiò a ridere anche se aveva provato a trattenersi mentre Eleonora le lanciò contrò lo strofinaccio. Da quando aveva saputo dell’invito a cena di Martina non aveva voluto saperne di non partecipare.
<< Non sei stata invitata tu! >> rispose la sorella provando a rimanere seria.
<< Secondo me dobbiamo stendere un tappeto rosso, far entrare in scena tre pavoni che fanno la ruota e poi apparire! >> disse la ragazza dai lunghi capelli neri.
Il trio scoppiò a ridere di gusto.
<< Tre pavoni che fanno la ruota? >> ripeté Eleonora << Vipera, ma come ti vengono certe idee? >>.
<< A parte gli scherzi, io non ho intenzione di mettere i tacchi >> affermò seriamente Chiara.
<< Nemmeno io >> fece eco l’amica.
<< Ah, okay! >> esclamò sua sorella sollevata << Allora, cosa ceniamo? >>.
<< Ordiamo giapponese >> proclamò Eleonora.
<< Meno male, Ele! >> urlò Claudia correndo ad abbracciarla << Sei una pessima cuoca, per fortuna te ne rendi conto >>.
<< Il tuo supporto è sempre fondamentale, Cla >>.
La quindicenne sorrise strizzandole l’occhio.
<< Vado a fare una doccia! >>.
<< Non starci un’ora! Abbiamo bisogno del bagno anche noi! >>.
 
Eleonora le aveva proposto di andarla a prendere a casa ma Martina aveva rifiutato dicendo che l’avrebbe accompagnata la madre. Non aveva aggiunto che da quando era tornata a casa con il fascio di rose, la donna non l’aveva lasciata in pace un attimo decidendo di accompagnare lei stessa la figlia per vedere coi suoi occhi dove abitasse questa famosa ragazza. Era stata tutto il pomeriggio indecisa su cosa indossare per quella cena ma si era subito tranquillizzata quando la sua fidanzata le aveva comunicato di non andare vestita in modo elegante perché era una cosa molto informale. Così, senza pensarci troppo, aveva infilato un jeans pulito, una maglietta con la stampa di uno dei sette nani e le scarpe della Converse.
<< C’è bisogno anche che ti venga a prendere? >> domandò Sofia rallentando per fermarsi.
La figlia l’aveva guardata alzando l’attimo dopo gli occhi al cielo.
<< E’ tutto okay, mamma. Non saremo da sole >> rispose sapendo quale pensiero occupasse la mente della signora Capasti in quel momento.
<< Certo, me l’hai detto >> disse la donna facendo finta di non essere preoccupata << C’è anche una sua amica >>.
<< Esatto >>.
<< Ma sua madre non c’è >>.
<< Ti ho già spiegato il perché >>.
<< Sì, Marty. Non sto dicendo nulla >> ribatté Sofia facendo una breve risata isterica.
Martina scosse il capo sapendo che stava spudoratamente mentendo e che avrebbe nettamente preferito che ci fosse anche un adulto con loro.
<< Allora io vado, ti chiamo se devi venirmi a prendere >>.
<< Non fare tardi, domani hai scuola! >>.
Suonò al citofono ed entrò solo quando la madre si fu allontanata con l’auto. Attraversò tutto il vialetto col cuore in gola chiedendosi se non si fosse vestita un po’ troppo sportiva e, proprio quando stava per spingere il dito sul campanello, la porta di casa venne aperta da una ragazza che non era Eleonora. Chiara le sorrise l’attimo prima di tendere la mano in segno di saluto.
<< Ciao Martina >> disse come se non fossero completamente estranee << Piacere di conoscerti >>.
L’altra rimase un attimo frastornata dalla bellezza della più grande prima di reagire e rispondere. Chiara indossava un paio di scarpe della Nike completamente bianche, un jeans semplicissimo e una camicia verde ma aveva lo stesso una certa sensualità.
<< Chiara? Sono contenta anch’io di conoscerti >>.
Entrò e la porta fu chiusa alle sue spalle. Martina notò immediatamente il tavolo del salone apparecchiato per quattro persone e la sua attenzione fu richiamata dall’entrata nella stanza di Claudia.
<< Ciao! >> esclamò la quindicenne avvicinandosi << Come va? >>.
<< Bene, grazie >> disse la ragazza dai capelli rossi << Tu? >> aggiunse mentre si guardava intorno e si domandava se Eleonora l’avesse messa al corrente di come stessero le cose tra loro.
Sarebbe stato uno strazio se non avesse potuto nemmeno sfiorare la sua mano per tutta la sera.
<< Eleonora è di sopra, stava finendo di prepararsi >> fece Claudia strizzandole l’occhio << Puoi anche andare da lei se vuoi >>.
Martina non se lo fece ripetere due volte e si diresse verso le scale. Si prometteva un’ottima serata.
Trovò Eleonora in camera intenta a infilare un orecchino e non si accorse della sua presenza. Le si avvicinò e quasi la travolse nel suo abbraccio. L’odore familiare della sua pelle le arrivò immediatamente.
<< Ehi, bimba! >> la salutò la più grande con un sorriso << Non ti ho sentita suonare >>.
<< Mi hanno aperto Claudia e Chiara >> rispose Martina cercando le sue labbra per il bacio tanto desiderato.
L’altra la accontentò immediatamente avendolo agognato molto anche lei. Sentì le braccia della ragazza circondarle la vita e chiuse gli occhi. Le piaceva quando la più piccola prendeva l’iniziativa come in quel caso.
<< Mi sei mancata, sai? >> bisbigliò Eleonora mordendole subito dopo il lobo dell’orecchio senza farle male.
Un brivido percorse la schiena di Martina.
<< Anche tu >> le disse a un soffio dalle sue labbra << E non ti ho ancora ringraziata per le rose >>.
Detto, la baciò nuovamente con più passione facendola arretrare di qualche passo verso il letto. Eleonora sorrise contro la sua bocca e le sfiorò il naso col suo. Quando era con Martina, il resto perdeva d’importanza e rimaneva solo lei al centro dei suoi pensieri. Come aveva fatto a sentirsi soddisfatta della sua vita se non l’aveva ancora incontrata? La sua esistenza era stata vuota, ora riusciva a vedere la netta differenza tra il prima e il dopo. E quello che aveva adesso era di gran lunga superiore a qualunque cosa avesse avuto. Prima di accettare e contraccambiare l’amore di Martina, non aveva vissuto veramente, faceva finta di essere felice, beveva in compagnia per non pensare a niente mentre ora era diverso. C’era qualcuno cui pensare costantemente, anche se all’inizio aveva avuto paura di quello che sarebbe accaduto se avesse accolto nel suo cuore la ragazza più piccola.
<< Ho parlato con Chiara e Claudia >> disse Eleonora arrossendo leggermente senza smettere di guardarla negli occhi.
L’altra le accarezzò una guancia. Non c’era bisogno che le spiegasse in merito a cosa, lo intuiva.
<< E? >>.
<< E’ andata bene. Loro…loro sono contente >>.
Martina le diede un altro bacio.
<< Sei felice? >> le domandò mentre il suo cuore gioiva.
<< Sì, penso di sì >> rispose la più grande sorridendo.
<< Ragazze, venite! È appena arrivato il giappo… >> Claudia si bloccò sulla soglia della camera e si mise una mano sugli occhi << Oh, cazzo! Scusate! Ma cavolo, prendetevela una stanza! >> esclamò.
Sia Martina che Eleonora scoppiarono a ridere.
<< Scema! >> fece la sorella alzandosi << Eccoci >>.
Scesero in salone dove Chiara aveva già preparato sul tavolo il cibo.
<< Leo, ti eri nascosta per non apparecchiare? >> scherzò l’amica.
<< Ti piace il giapponese? >> chiese invece Eleonora alla ragazza dai capelli rossi.
Martina scosse il capo.
<< Non l’ho mai assaggiato >>.
<< Oh, ma ti piacerà tantissimo >> fece Claudia con enfasi << E’ una cosa fantastica! >>.
<< Quanto entusiasmo >> commentò Martina ridendo.
<< E’ davvero buono, Marty >> rispose Eleonora << Anche a me piace un casino >>.
<< Disse quella che impiegò due ore prima di convincersi ad assaggiarlo >> sottolineò prontamente Chiara facendo ridere sia Martina che Claudia.
La sua migliore amica divenne rossa a quella battuta.
<< Adesso non iniziare a mettermi in imbarazzo di fronte alla mia bimba! >> esclamò ancor prima di rendersi conto di ciò che aveva detto.
Il suo viso divenne paonazzo mentre la ragazza più alta rideva di gusto indicandola. Anche Martina si sentì in imbarazzo per quello che aveva detto, anche se ne era molto felice, e abbassò lo sguardo verso il pavimento di marmo.
<< La tua bimba? >> ripeté << Cavolo Leo, sembri quasi dolce! Potrei cambiare il tuo soprannome in zuccherino a questo punto! >>.
<< Non ci provare! >> rispose con aria falsamente minacciosa Eleonora << Ti odio quando fai così! >>.
La sedicenne guardò la sua fidanzata e fu come se la vedesse per la prima volta. Mai l’aveva vista così rilassata in compagnia di amici e parenti in sua presenza. Sia Chiara che Claudia esercitavano un’influenza positiva su di lei, un po’ come Valentina ma loro due erano indubbiamente più forti. Eleonora le adorava entrambe, si vedeva chiaramente da come scherzava con loro e da come avevano preso bene la notizia della sua relazione con una ragazza. L’amica dai capelli scuri sorrideva spesso con complicità all’altra quasi non fossero state divise per due anni ma avessero condiviso ogni singolo giorno. Si domandò se anche lei sarebbe mai arrivata a vedere quella luce così ridente negli occhi di Eleonora. Era uno sguardo diverso da quello che le aveva mostrato fino a quel momento; così spensierato e privo di preoccupazioni. Forse era perché finalmente aveva condiviso il suo segreto con qualcuno di cui si fidava e che non l’aveva giudicata per le sue scelte. Era contenta che le cose stessero prendendo la giusta piega. Le si avvicinò accarezzandole una guancia.
<< Quindi… >> bisbigliò vicino al suo orecchio << Io sono tua? >>.
Eleonora si allontanò da lei improvvisamente a disagio mentre avvampava e cercava di dire qualcosa di sensato.
<< Ho una fame terribile >> mormorò sentendosi enormemente stupida per aver detto solo quello.
Martina rise insieme alle altre due ragazze e si misero a tavola.
 
Claudia sbadigliò e Chiara controllò l’ora prima di stiracchiarsi. Era abbastanza tardi considerando che tutte e tre il giorno dopo dovevano andare a scuola. Si voltò verso Eleonora che era seduta vicina a Martina e sorrise nel vedere le loro dita intrecciate. Erano carine insieme e, dalla breve conversazione che aveva avuto con la più piccola, era dell’idea che fosse perfetta per l’amica. L’avrebbe tenuta lontana dai guai e da Davide, ne era convinta. Durante la cena, le aveva osservate a lungo ed era rimasta contenta di vedere Eleonora felice mentre il suo viso si addolciva ogni volta che guardava l’altra ragazza. Era contenta di vederla finalmente presa da un’altra persona che non fosse il suo amico, era giusto che si staccasse e avesse una sua vita indipendente da lui.
<< Io vado a letto >> proclamò Claudia alzandosi dal divano dove fino a quel momento erano state capendo che altrimenti si sarebbe addormentata lì << Domani mi dai uno strappo a scuola? >>.
Eleonora annuì senza smettere di tenere una gamba di Martina tra le sue. Il suo calore le dava sollievo. Anche se non avevano avuto molto tempo per stare da sole, entrambe erano contente di come si era svolta la serata. Era stata tranquilla, avevano riso e scherzato senza sentirsi a disagio per ciò che erano e avevano preso in giro spesso la diciottenne dai capelli biondi.
<< Notte Claudietta >> salutò affettuosamente Chiara dandole un bacio sulla fronte << Mi raccomando, sempre in gamba >> aggiunse strizzandole l’occhio.
<< Ti accompagno? >> chiese la padrona di casa posando delicatamente una mano sul ginocchio dell’altra.
<< Okay >> rispose Martina reprimendo uno sbadiglio.
Nonostante la stanchezza, era enormemente contenta di come si fosse svolta la serata e d’aver conosciuto Chiara. Scoprire inoltre che era felicemente fidanzata con un certo Ryan, le aveva procurato non poco sollievo. Tra loro, a parte la forte amicizia, non c’era stato mai nient’altro e quella gelosia che l’aveva invasa nei giorni precedenti, si era completamente dissipata. Eleonora era solo sua.
<< Se vuoi, ti accompagno io >> si propose la diciottenne dagli occhi scuri.
Martina guardò prima Eleonora e poi Chiara senza sapere cosa dire. Si vergognava un po’ di andare in macchina con una persona che aveva conosciuto quella sera ma in quel modo, avrebbe evitato all’altra ragazza di uscire e poi ritornare.
<< Non è un problema per me >> fece Eleonora alzandosi in piedi.
<< Dai, Marty vieni con me! >> insistette Chiara prendendo dalla borsa le chiavi dell’auto << Anch’io tanto devo tornare a casa >>.
<< Va bene >> accettò infine la più piccola sperando che quella scelta non le si ritorcesse contro.
Si infilò il giubbotto e si voltò verso Eleonora che la stava fissando. Le loro dita s’intrecciarono nuovamente mentre con la mano libera la più grande a sfiorarle il viso. Si sorrisero brevemente.
<< Allora a domani >> le sussurrò dandole un leggero bacio a fior di labbra << Mi raccomando >> aggiunse riferendosi all’amica << Trattamela bene >>.
<< Tranquilla! >> esclamò ridendo l’altra mentre indossava la sua sciarpa << Ci sentiamo domani, okay? >>.
Eleonora annuì ricordandosi che in mattinata sarebbero tornati anche sua madre e Federico. E questa volta per il ragazzo sarebbe stata una cosa abbastanza definitiva. Si domandò come sarebbe stato vivere con lui prima di chiudere la porta di casa.
 
<< Mi piaci, Martina >> disse Chiara non appena entrarono in auto.
La più piccola arrossì per quelle parole capendo che erano riferite alla sua relazione con Eleonora.
<< Grazie >> mormorò indossando la cintura di sicurezza.
L’altra ragazza mise in moto e si immise nella strada dopo aver guardato che non ci fossero macchine ad ostacolarla.
<< Non farle del male >> continuò senza guardarla << Per favore >>.
Martina stava per rispondere che mai sarebbe accaduta una cosa simile ma Chiara la precedette.
<< Immagino che probabilmente è stata lei a fartene ma Eleonora…è così. Sembra tanto tosta e invece è solo un esserino spaurito >>.
Entrambe si permisero di sorridere di fronte a quell’affermazione.
<< Cerca di non farla soffrire, prova a proteggerla da chi non ha a cuore la sua felicità >> proseguì la più grande << Nei suoi diciotto anni, Ele ha sofferto parecchio e non voglio vederla ancora triste. Suo padre, per esempio, è stata una delle persone che più le ha fatto del male >>.
Martina si fece attenta a quelle parole mentre Chiara fece una pausa per guardare fuori dal finestrino. Eleonora non le aveva mai parlato molto dei suoi genitori, ascoltare un parere esterno l’avrebbe aiutata.
<< Ele non mi ha mai raccontato niente >> disse a mezza voce sapendo che tra lei e Chiara c’era un abisso sotto quel punto di vista.
La vide annuire mentre si fermava a un semaforo rosso.
<< Prima o poi lo farà, vedrai. Puoi promettermi che le starai sempre accanto anche se non ti darà le dovute spiegazioni? Te lo sto chiedendo perché se non sei in grado di farlo allora ti consiglio di lasciar perdere subito. Eleonora ha l’abitudine di chiudersi a riccio quando c’è qualcosa che la fa stare male e non è per niente semplice riuscire a farla parlare >>.
Le gettò una breve occhiata per assicurarsi che Martina avesse compreso pienamente quello che le stava dicendo e la vide annuire con aria seria. Infatti, la ragazza dai capelli rossi ricordava quanto fosse stato difficile riuscire a farsi raccontare da Eleonora perché provasse rancore nei confronti di Federico, non stentava a credere che avesse ancora parecchie cose irrisolte alle spalle.
<< Io non la lascerò mai >> rispose << Non voglio farlo >>.
Chiara questa volta sorrise e si fece dare il suo indirizzo per portarla a casa.
<< Brava ragazza >> aggiunse subito dopo << Ci sono argomenti che sono ancora fortemente delicati nonostante siano trascorsi anni >>.
<< Come suo padre? >>.
La ragazza dagli occhi e i capelli scuri annuì.
<< Come suo padre >> ripeté << Augusto è andato via di casa quando lei aveva dieci anni e si è ripresentato dopo quattro dicendo di aver avuto un altro bambino a Miami, in Florida. Ti lascio immaginare la reazione di Eleonora. Non sono riuscita a mettermi in contatto con lei per oltre un mese e non ho idea di quale tipo di supporto possa averle dato Davide in quel momento >>.
Martina costatò con piacere che a Chiara il ragazzo non stava molto simpatico. Si ritrovò concorde con lei sul fatto che Davide era totalmente incapace di aiutare una persona con un problema del genere e subito dopo pensò a quale shock doveva essere stato per tutta la famiglia Domenghi veder tornare l’uomo dopo un arco di tempo così vasto. Si ritrovò ad ingoiare un groppo di saliva. Non avrebbe dovuto sconvolgerla minimamente il comportamento di Eleonora avendo simili figure genitoriali.
<< E suo nonno invece? >> chiese mentre l’auto si fermava << Lui le voleva bene sul serio? >>.
<< No, Ennio l’adorava. Non ho mai visto un rapporto così bello tra nonno e nipote. Su di lui Eleonora ha sempre potuto contare e la sua morte ha scosso parecchio anche me. In quel periodo mia madre era stata operata e non potei partecipare al suo funerale, mi dispiacque molto. Ho dovuto lasciare che se ne occupasse Davide per la seconda volta >>.
Nella sua voce Martina avvertì una punta di risentimento. Per essere solo un rapporto di amicizia, Chiara era parecchio protettiva nei confronti dell’altra, doveva tenerci davvero molto a lei e la consapevolezza di non esserle stata accanto quando più ce n’era bisogno, le aveva fatto provare un gran senso d’impotenza. Le sarebbe piaciuto aver trovato anche lei un’amica così, a Genova aveva lasciato ragazzi che aveva considerato amici ma che, quando la storia con Greta era saltata fuori, le avevano voltato le spalle lasciandola sola. Con Simona, invece, era un’amicizia nuova, non ancora maturata e quindi non all’altezza di quella che legava Chiara ed Eleonora.
<< Ora però ci sei tu, giusto? >> domandò retoricamente la più grande con un mezzo sorriso << Non dovrò più preoccuparmi ora che sto per tornare a Los Angeles? >>.
<< Giusto >> rispose prontamente Martina intuendo che quella fosse la prima e forse l’ultima volta che la vedeva << Stavolta la lasci nelle mani giuste >>.
 
Davide stava per mettersi a letto quando il suo cellulare aveva iniziato a squillare. Guardò il display sperando che fosse Eleonora e una leggera delusione si dipinse sul suo volto quando lesse che era Diego. Attivò la conversazione sapendo che c’era un unico motivo per il quale il ragazzo lo chiamava.
<< E’ da parecchio che non ti fai vivo >> disse.
<< Ho provato a mettere a posto il casino che avete combinato >> rispose prontamente il ragazzo più grande ricordando che nell’ultima corsa avevano perso miseramente << Per questo sei rimasto fermo per tutto questo tempo. Nessuno voleva più puntare su di voi >>.
A quelle parole, Davide serrò la mascella con rabbia. Non era stata colpa sua, era Eleonora quella che aveva sbagliato.
<< E adesso? >>.
<< Adesso avete una gara. Ci vediamo giovedì, solito posto, solita ora. Chiaro? >>.
<< Cristallino >> rispose il diciottenne fremendo di voglia di rimettersi in gioco.
<< Se perdete anche stavolta, siete fuori >>.
Senza attendere risposta, Diego riagganciò bruscamente lasciando Davide a fissare lo schermo del suo iphone. Questa volta non avrebbero perso, non se lo poteva permettere. L’avrebbero deriso tutti altrimenti. Eleonora non poteva farlo sbattere fuori, glielo doveva.
 
 
 
 
 
 
  
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