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Autore: Spregias    26/10/2013    4 recensioni
Gwen è una delle top model del momento: ha fama, successo, bellezza e una vita che fa invidia. Eppure è una ragazza alla mano, benvoluta da tutti nel suo mondo.
Matt è un cantante che ha raggiunto successi incredibili ma che si comporta male: fuma, beve e soprattutto ogni sera è in un letto diverso e tutto questo non piace alle sue fans.
L'agente di Gwen e quello di Matt propongono ai due ragazzi di fingere di stare insieme, per pubblicità e per restaurare l'immagine del ragazzo. Ma Matt non è esattamente il principe azzurro: è arrogante, offensivo, stronzo, presuntuoso e tremendamente affascinante.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao, sono vergognosa. Perdonatemi ma ho passato un brutto periodo, e non avevo voglia di scrivere.
Non so più di cosa parlare, Matt e Gwen non mi rispecchiano più, non riesco più a capirli e parlare di loro.
Non so quanto andrà avanti la storia, che ho accorciato di due capitoli. Non ne potevo più dei loro litigi.
Voi?
Spero che continuiate a seguire, lo spero tanto! Scusate e a presto, spero J
 
 
 
CAPITOLO 16- NOT BECAUSE
 
 
 
Lui mi fissa, con quello sguardo che amo così tanto, e posso leggere la sorpresa e l’incredulità nei suoi occhi.
“Come?” chiede, e io capisco la sua domanda posta con un tono così basso leggendo le sue labbra.
Faccio un passo verso di lui, avvicinandomi tanto basta da sentire il suo profumo.
“Io ti amo” ripeto passandogli una mano sul volto liscio, senza barba, e lui chiude gli occhi, poggiando la sua mano sulla mia.
“Come posso crederti?” ribatte lui con tono sofferente, e io non so cosa rispondere. Come può credermi? Non lo nemmeno io.
Poggio la mia fronte sulla sua, assaporando tutto ciò che il mio cuore che batte così forte sta cercando di dirmi: non potrei mai stare senza di lui.
“Può non credermi?” chiedo, sperando che capisca che non c’è altra spiegazione al mio volere rimanere attaccata a lui.
Lui sospira, mentre il suo respiro così dolce si mescola al mio. Oh, Matt. Quanto sei mio, fino a che punto lo sei, neanche lo sai.
“In effetti sì” sospira lui, prima di staccarsi da me, e andarsene.
Un crak.
Può un po’ di tempo rimettere insieme un cuore rotto in un’infinità di pezzi senza forma?
Io penso di no.
 
 
 
“It’s you, it’s you,
it’s all for you”
 
 
 
 
Tour mondiale di Matt Spencer, prima tappa, ottobre 2013.
 
 
Pensavo che non avrei più commesso un errore del genere, pensavo che mi volessi almeno un po’ di bene, invece mi sbagliavo, non sapevo neanche di quanto.
Cosa ci faccio qui, in piedi, in mezzo a questa folla di persone che evidentemente ci tiene a lui?
Loro lo guardano e ci trovano così tanto da adorare, ma se sapessero che di lui c’è anche così tanto da disprezzare.
Matt, ti odio eppure ti amo così tanto che dopo mesi passati a piangere, lontano dalla mia famiglia, a New York a girare un servizio, non sono riuscita a dimenticarmi di te.
Eccomi qui, ad ascoltare la prima tappa del suo tour, tour che è vitale per la sua carriera.
Non vedo Matt da tre mesi e in questi tre mesi il suo volto non è uscito per un istante dalla mia testa.
Il dolore che mi fa il suo ricordo, il modo in cui mi ha spezzato il cuore, mi tormenta.
Non riesco a scacciarlo in un angolo.
 
Ancora prima di vedere il suo volto, il mio cuore risponde al richiamo del suo padrone e Matt appare così, sul palco, con la sua aria trasandata.
Indossa dei semplici pantaloni neri, una maglietta bianca aderente, la barba nera un po’ incolta e i suoi occhi scintillanti..li posso vedere anche da qua, e mi trapassano pur senza vedermi.
Fa così maledettamente male, e la prima tentazione è quella di scappare e di non tornare più indietro, di tornare a New York e lasciare Londra per sempre, perché è tutto così doloroso e sbagliato.
Ma cosa c’è mai stato di giusto in me e lui? Niente.
 
“Buonasera Londra!” urla Matt nel microfono e io sento quanto è felice. Questo tour mondiale è la cosa più importante di tutte, per lui, e mentre lo realizzo la morsa allo stomaco stringe. Io quanto contavo?
 
“Grazie per essere qui, ragazzi. Questo è per tutti voi, è per tutti voi!” urla e la folla accoglie le sue parole con un boato.
La sua gioia mi riempie e spezza il cuore allo stesso tempo.  Matt, ma cosa mi hai fatto?
 
Parte la canzone e la sua voce riempie l’arena, e il ricordo della prima volta che l’ho sentito cantare mi inonda come un fiume di cemento, portandomi a terra.
 
-Ah, canta la canzone- lo prego, saltellando e cadendo di nuovo.
-Ceeerto- dice afferrando malamente la chitarra.
-Sei pronta?-
Annuisco battendo le mani come una ritardata.
Non l’ho mai sentito cantare. Penso sia qualcosa che mi farà crollare del tutto. Sono pronta a questo?
 
 
 

I’m just afraid, 
it’s fear, it’s fear
Because you left once,
You broke me,
And I can’t be fixed,
Oh I can’t, oh no.


 
 
Ascolto rapita la sua voce: cristallina, pura, sincera.
Guardo rapita i suoi maledetti occhi: così belli, così..suoi.
Cerco di capire ogni singola parola che esce da quella bocca tentatrice.
Ripone la chitarra, guardandomi in preda alla sbronza, senza difese.
Solo Matt,
Solo Gwen.

 
 
Devo andarmene, non riesco a respirare, e il mio cuore impazzito mi lancia segnali che non posso ignorare: Matt è una malattia da cui non posso guarire. E io non posso averlo, non posso avere lui che è l’unica cura. Malattia e cura, che insieme non vanno e uccidono e basta.
 
Mi volto, ma la musica cessa improvvisamente e il boato di delusione che si leva dalla folla mi fa capire che è qualcosa che non doveva succedere. Mi volto e vedo Matt in piedi sul palco che ridacchia, in preda alla pazzia.
 
“Niente è più importante di questo tour, eppure sto mandando tutto a puttane…” inizia, parlando verso un punto vuoto, indefinito e sento che sta parlando con me. Voglio crederlo, perché ne morirei, se così non fosse.
 
“Niente era più importante della musica, prima che arrivassi tu, e niente è stato più importante, neanche dopo che te ne sei andata..” soffia sul microfono, mentre il pubblico protesta, ma debolmente.  Si chiedono se c’è o ci fa. Tutti tranne me.
 
Continua Matt o giuro che me ne vado per sempre.
 
“Ma tu lo sei più importante. Chissà poi perché…” dice ridacchiando, poi finalmente alza lo sguardo. “Non è perché tu sia particolarmente carina, anzi, quando mi guardi con quelli occhi da cucciola impaurita sei un po’ anonima, non è neanche perché sei chissà cosa. Sei una banale modella. Eppure, tu riesci a sorprendermi. Tu riesci ad essere la banale modella e un secondo dopo la persona più incredibile dell’universo. È perché tu sei solo una sciocca ragazzina insicura ma nella mia vita piena di sregolatezze sei riuscita a darmi l’unica certezza della mia vita.”
 
La sua voce segue i miei passi frenetici verso il palco, mentre mi faccio largo tra la folla ammulita e mentre l’assurdità di questa situazione non mi sfiora neanche. Il dolore è svanito. Sono arrabbiata.
 
“Matt!” grido sotto il palco, dove molte persone mi hanno già riconosciuta. Stanno bisbigliando, perché la nostra storiella estiva era già finita nel dimenticatoio. Beati loro, perché per me era un’orrido presente, un dolore che non mandavo via.
 
Lui si volta, e mi guarda sorridendo, ma si rabbuia e mi fissa con sguardo perso. Lascia il microfono e viene verso di me.
Eccoli, finalmente, i suoi occhi nei miei. Mai visto niente del genere.
“Quale sarebbe questa certezza?” chiedo con un filo di voce, non concependo di poter sentire una risposta diversa da quella che mi aspetto, da quella che voglio.
 
“Tu mi ami, come ho potuto non crederti?” dice con un filo di voce, facendomi una carezza sulla guancia rigata di lacrime.
“Non basta” rispondo io, mentre il mio cuore tenta di uscire dal petto. Dillo, Matt, dillo o mi perderai per sempre.
 
“E io amo te” risponde prima di poggiare le sue labbra sulle mie “e sono tuo, perché niente vale quanto te”
 
 
Cause you and I,
we were born to die
  
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