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Autore: Nemia    14/04/2008    29 recensioni
[...]Si mise a bere la cioccolata con impazienza, soffiando perché scottava davvero.
Poi portò la tazza vuota alla signorina dietro al bancone, pagando e facendo per uscire.
Gli venne incontro Matt, con un mezzo sorrisetto sulle labbra.
Lo guardò interrogativo.
Poi sentì le gambe pesanti e la vista si appannò mentre cadeva addormentato tra le braccia di Matt.
[...] Mello aprì gli occhi, con fatica.
Dannazione... ricordava semplicemente di essersi addormentato ed essere caduto come una pera cotta tra le braccia di Matt.
[...]Mosse le mani, per strofinarsi gli occhi.
Sorpreso, si rese conto di non poterlo fare. [...]

Una gita al mare..
Attenzione: linguaggio colorito, tematiche delicate, violenza, lemon yaoi, AU, OOC
MxM, MxN, LxLight.
Genere: Dark, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Matt, Mello, Near | Coppie: L/Light, Matt/Mello, Mello/Near
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Alloraaa eccomi, come promesso ora il capitolo è completo ^^ non posso rispondere a tutti quelli che hanno recensito scusate T_T questo è un periodo critico, sono piena di compiti/interrogazioni e il computer si spegne mentre scrivo ç__ç! Cmq ringrazio ADRYCHAN (adry ti voglio un mondo di bene! T^T), pucci_near, gealach (la mail non m’è arrivata però.. me la rimanderesti? T_T), saru_chan, spleen, vegigirls (mi disp per internet ç_ç  dove sei andata in gita?), shinyachan, crychan, amy_vampire, MellosBarOfChocolate, nekorika,alexychan93, scricciola, uriketta, littlebeaver91, freija, elly_mello

Grazie anche ai 31 che hanno messo ‘sta storia tra i preferiti (mi piacciono parecchi dei vostri nick, raga!! *___*) e quelli che hanno letto photograph e la fabbrica di cioccolata (che procederà, appena sarò un po’ libera dalle interrogazioni T.T)! 

  Grazie a tutti!!! E recensite, mi raccomando :*

 

 

 

 

_ Che gli diciamo a Roger? _

Mello stava tenendo la borsa del ghiaccio che gli aveva dato la ragazza del bar contro l’occhio gonfio di Near, con uno sguardo preoccupato. Il più piccolo si guardava i piedi, in silenzio.

Ma te guarda quei deficienti come lo avevano conciato.. sul torace diceva di sentire dolore. Anche se non doveva esserci niente di rotto.

Nonostante fosse un genio e nonostante la sua intelligenza riusciva a farsi odiare sempre da tutti. Aveva qualche gene che lo predisponeva, magari?

Si avvicinò al suo viso, toccandogli il naso con il proprio e lo guardò negli occhi.

Near alzò lo sguardo, fissandolo a sua volta.

_ Ehi? _

_ Non lo so, Mello _

Sembrava così demoralizzato..

Gli faceva effetto vederlo mostrare emozioni umane. Vederlo soffrire.

Quei bastardi chissà che cosa gli avevano imprecato contro.

Unì le labbra alle sue, leccando il taglio. Near arrossì, gli occhi fissi nei suoi.

Mello sentì il sapore del sangue sulla lingua. Il sangue di lui. Era metallico, pungente. E, anche se non gli aveva detto nulla e non aveva protestato, capì che gli stava facendo male.

Si allontanò, mordendosi la bocca.

_ Perché non me lo dici che ti faccio male? _ chiese sottovoce, un po’ scocciato.

Near rimase in silenzio un attimo.

_ Perché mi piace quando mi baci.. _ sussurrò altrettanto sottovoce l’albino.

Era tremendamente dolce quel rossore sulle sue guance.

Mello sorrise. _ Bè, se vuoi ti bacerò con più impegno quando questo taglio sarà andato via.. _

Near annuì, diventando ancora più rosso.

Il ragazzo biondo lo fissò ancora per un istante, poi si passò le dita tra i capelli, preoccupato. _ Accidenti, non mi hai ancora detto cosa dobbiamo raccontargli al vecchio, quando ti vedrà _

Near stava per arrotolarsi la solita ciocca di capelli attorno all’indice. Mello strinse gli occhi, fermandogli la mano con un gesto di stizza. _ Falla finita sai! _

Il più piccolo rimase immobile per un attimo, sorpreso, poi alzò le dita libere per fare quello che con le altre gli era impedito.

Mello gli aveva quasi afferrato anche quelle ma Near si sporse all’indietro, stendendo il braccio dietro di sé.

_ Mi dai ai nervi!! _ sbottò il biondo, protendendosi verso di lui. Il ragazzino aveva un ghignetto divertito sulle labbra. Si dondolò indietro con la sedia, per sfuggire a Mello che faceva la stessa cosa con la sua.

E, a son di dondolarsi, Near cadde a terra trascinandosi sopra l’altro.

Mello ebbe finalmente la soddisfazione di tenergli ferme le mani e sorrise vittorioso.

Il più piccolo scoppiò a ridere, a bassa voce, e Mello lo seguì, senza rifletterci troppo sopra.

Si chinò su di lui, toccando con le labbra l’incavo del collo.

La giugulare pulsava violenta contro la sua bocca. La sua pelle era così calda..

Avvertì Near trattenere il fiato. Sorrise tra sé all’idea che gli era balenata in testa.

Controllò con una rapida occhiata che nessuno fosse nei paraggi, poi sbottonò la camicia di Near. Lui avvampò, senza avere il coraggio di parlare.

Ma quanto ti preoccupi, Near..!

Mello appoggiò le labbra sul suo capezzolo, succhiandolo. Il più piccolo si tappò la bocca con la manica della camicia, ma l’altro potè avvertire comunque i suoi gemiti. Lo morse. E poi riprese a succhiare quella piccola punta rosea.

Era così caldo e morbido quel ragazzino..

Quando ebbe finito, un succhiotto di dimensioni ragguardevoli circondava il suo capezzolo destro.

_ Questo è il mio marchio, Near _ disse soddisfatto il più grande. Il piccoletto toccò la parte interessata, imbarazzatissimo. _ A meno che tu non abbia una relazione ambigua con Roger non penso lo scoprirà.. _

_ Mello! _ esclamò Near, cercando di chiudersi la camicia. Ma la presa di Mello era ancora salda sui lembi.

Il più grande dilatò improvvisamente gli occhi. Quella posizione..! Gli tremarono le labbra, mollando immediatamente Near. Scattò in piedi, allontanandosi da lui con una mano tra i capelli.

Gli diede le spalle, allontanandosi verso il corrimano. Gli occhi che pizzicavano.

Si coprì la faccia con le mani, appoggiando i gomiti sulla ringhiera mentre le lacrime gli bagnavano i palmi.

Vedeva di nuovo quella scena, quelle immagini che probabilmente non lo avrebbero abbandonato facilmente proiettate sulle palpebre serrate.

Near, dietro di lui, si era messo a sedere, senza una parola. S’era chiuso la camicia, e teneva le dita serrate all’interno delle maniche.

Mi dispiace, Mello. Se solo tu mi dicessi come ti posso aiutare..

Il più grande si morse le labbra, cercando di fermare quelle stupide lacrime. Cosa c’entrava, adesso, Matt? Perché doveva tornargli in mente quell’episodio, ogni volta? Era successo, no? Non ci poteva far nulla…. no?

Stava singhiozzando.

Delle dita gli afferrarono la maglia nera. Dita sottili e gelide che lo tirarono piano ma con decisione per farlo allontanare da lì.

Near..

Mello si lasciò guidare al centro della balconata, in un punto dal quale loro due non erano visibili a quelli in spiaggia. Poi Near lo fece sedere davanti a sé, e gli asciugò le lacrime.

Il più grande rimase in silenzio, singhiozzando ancora un po’.

Cominciava ad abituarsi a quella confidenza, tra lui e il ragazzino. Non sentiva più l’imbarazzo che provava all’inizio.

Near appoggiò le mani sulle sue guance, per far concentrare la sua attenzione su di sé.

_ Mello.. come posso aiutarti? _

Mello sorrise tra le lacrime, scostando le sue dita ridendo. Una risata soffocata. Quasi isterica.

_ Il punto è che non c’è proprio niente da fare..! _ esclamò continuando a ridere. Si coprì gli occhi di nuovo, riprendendo improvvisamente a singhiozzare.

_ Mello? _

_ Non c’è niente da fare, no? Ormai è roba vecchia, è roba passata! _

Le maniche della maglia scura di Mello scivolarono lungo il polso e l’occhio di Near fu attirato dai cerotti. Anche il biondo li notò. Smise di ridere.

Calò di nuovo il silenzio tra di loro.

E le lacrime ripresero a colare lungo le guance di Mello.

Near sentì il cuore farsi piccolo piccolo nel petto. Non aveva mai affrontato una situazione del genere, non aveva mai imparato come doversi comportare in quei casi. Ma la cosa peggiore era che non aveva la minima idea di come aiutarlo. Non aveva mai visto Mello come in qui pochi giorni.

Il ragazzo avrebbe fatto gesti avventati? Avrebbe mai potuto..? Dilatò gli occhi. Stava facendo conclusioni affrettate. Sì. Non voleva neanche pensare ad una simile eventualità.

_ Mi faccio così schifo, Near.. _ Mello teneva le mani premute contro la faccia, i capelli erano scomposti. La sua voce tremava.

_ Ma che stai dicendo? _

_ E’ colpa mia.. Matt non avrebbe mai fatto così se.. sono io, sono io.. è ovvio, è così ovvio.. forse devo averlo illuso, devo avergli fatto credere chissà che cosa e lui..  non è colpa sua, lui.. lui mi vuole bene, farebbe di tutto per me.. Matt.. sì, sì. Sono io, sono io ad essere sbagliato.. che spregevole puttana _ Mello proruppe in una breve risata isterica. Near rabbrividì. _ Sempre a stargli così appiccicato, quei baci per salutarlo, quel prenderlo in giro e ridere sempre.. sì, è colpa mia.. sono un’oca, una puttana bastarda.. sono un idiota e pretendevo anche.. _ rise di nuovo, sottovoce,  piegando le ginocchia e appoggiandoci sopra le braccia. Chinò la testa, sotterrandola lì dentro e Near ascoltò terrorizzato i suoi bisbigli.

I brividi gli avevano invaso la pelle, la percorrevano come scosse. Mello cambiava umore troppo in fretta. Gli era saltato addosso, gli aveva fatto un succhiotto, gli aveva fatto quei discorsi così ambigui, e poi era scoppiato improvvisamente a piangere e ora stava lì, a sussurrare discorsi inconsulti e a piangere.

..

. . .

Era possibile che Mello, piano, inesorabilmente, stesse degenerando nella depressione?

Lo guardò. C’era qualcosa che poteva fare, lui? Gli sarebbe servito il suo sostegno?

La tentazione di chiudersi nella sua maschera di ghiaccio e parlargli lo punse. Ma la scacciò in fretta. Mello avrebbe potuto.. gli s’illuminarono gli occhi.

Così avrebbe abbandonato quei pensieri che lo facevano impazzire..

 

_ Sei ridicolo _ disse a voce abbastanza alta per farsi sentire dal ragazzo più grande.

A Mello s’era troncato il fiato in gola. I singhiozzi lo scuotevano ancora, ma aveva smesso di bisbigliare. Le lacrime gli s’erano congelate sulle guance.

_ Non pensavo che tu saresti diventato pazzo, Mello. E quando piangi sei davvero patetico _ Near continuò, mentre il cuore gli esplodeva nel petto. Sembrava che la sua idea stesse funzionando..

_ Cosa..? _ la voce di Mello, incrinata. Era sorpreso. Incredulo.

_ P-a-t-e-t-i-c-o _

Mello fu scosso da un tremito. Alzò la testa, con uno sguardo furibondo.

_ Quindi mi stavi prendendo in giro..?! Tu.. piccolo bastardo! Non te lo permetto! _ il ragazzo scattò verso di lui, afferrandolo per la camicia e sbattendolo con violenza sulle assi di legno del pavimento. Near gemette, stringendo un po’ gli occhi quando lui lo sollevò per il colletto della camicia. Mello sembrava tornato in sé. Completamente.

Il più piccolo sorrise, e con quel sorriso fece fermare il pugno dell’altro, già a mezz’aria.

_ Perché sorridi..? _ Mello sembrava sconvolto. Infuriato, ma sconvolto. Digrignò i denti. _ Pensi che non sia capace di picchiarti?! _

Near non gli rispose, toccando appena la sua bocca con la propria.

Asciugò le tracce del pianto, stendendosi di nuovo sulle assi.

Mello capì quello che il più piccolo aveva architettato. _ Quindi tu.. l’hai fatto perché..! _

L’albino sorrise di nuovo. _ Scusa, ma un po’ ti conosco, Mello _

_ Piccolo idiota.. _ un sorriso anche sulle labbra del ragazzo. _ ..avrei potuto picchiarti.. _

Si alzò in piedi, aiutando il più piccolo a fare lo stesso.

Aveva avuto.. cos’era stata, una crisi isterica?, e adesso sorrideva.

..

Seguì Near che scendeva le scale.

Lo sguardo gli s’offuscò. Si sentiva sporco.. si sentiva colpevole, di quello che gli era successo. E stava male. Tremendamente male.

Anche se quel piccolo mostriciattolo era riuscito a farlo distogliere da quei pensieri, adesso ci stava nuovamente scivolando. E più pensava, più il suo sguardo si faceva cupo.

..

Near si voltò, poco prima di arrivare in fondo all’ultima rampa di scale.

Protese una mano verso la sua e la strinse con forza. Per portarlo al proprio fianco.

Mello sentì il cuore più caldo, a quel gesto.

Non ti permetterò di cadere, Mello.

 

Roger sedeva ad uno dei tavolini di legno, sorseggiando un tè. Strabuzzò gli occhi non appena li vide.

Posò la tazza sul piattino, mentre i due si fermavano.

_ Che ti è successo Near? _

_ Mi hanno picchiato prima, sulla spiaggia.. _

L’uomo si alzò in piedi, avvicinandosi al ragazzino. Mello lasciò la mano di Near.

_ Che è successo? Perché ti hanno fatto questo? _

_ Non lo so _

Il ragazzo biondo guardò di sottecchi il compagno. Roger stava esaminando l’occhio di Near, per capire più o meno in che condizioni fosse.

In quel momento nel locale fece la sua comparsa anche L. Aveva la crema solare spalmata male che gli faceva chiazze bianche qua e là sulla pelle. Le guance scottate.

Mello lo guardò mentre si avvicinava a loro.

_ Near.. chi ti ha picchiato? _ chiese Roger, preoccupato. L spuntò all’improvviso accanto a lui, facendolo sussultare dallo spavento. Il detective gli rivolse uno sguardo stralunato, mentre si mangiucchiava l’unghia del pollice.

_ L.. mi hai spaventato _ esalò Roger.

_ Scusa _ disse telegrafico L. Voltò con uno scatto la testa e fissò Near, premendo un dito sul livido nero sull’occhio. Near non fece una piega. _ Sono stati quei ragazzi? _

_ Chi, L? _ chiese Roger, stupito.

Il detective continuò a fissare Near, e non si curò di rispondergli.

_ Sì _

_ Perché erano “preoccupati” per Matt scommetto _

Mello si sforzò di non sembrare stupito. Non gli avevano detto nulla, e aveva già dedotto tutto da solo.

D’altronde quello era L.

Near annuì al ragazzo dagli occhi di pece che ancora lo fissava.

_ Roger, sono quei ragazzi _ il detective non spostò lo sguardo dall’albino. Mello notò con un po’ di agitazione che sembrava stesse tentando di leggere nella mente di Near.

_ Adesso hanno davvero oltrepassato i limiti del sopportabile _ disse Roger, uscendo in fretta dal bar e andando in spiaggia.

L rimase con i due ragazzi. E non sembrava intenzionato a scollare gli occhi dal più piccolo.

_ Dimmi, come va tra voi due? _

_ Oggi Mello è venuto in mio aiuto contro quei ragazzi.. _

L annuì, sorridendo. Se lo aspettava?

_ Mello è una testa calda.. scommetto che Roger troverà qualcuno di loro con il naso rotto _

_ Già _ borbottò Mello. Quel domandare a lui ma chiedere a Near non gli piaceva molto.

_ Puntavano Near già da un po’. Anche per questo Roger ti ha sistemato in camera con lui _ L si morse il dito. _ Sapeva che lo avresti difeso se fosse successa una cosa simile _

Si allontanò da loro, andando verso il bancone del bar. Si voltò. _ La volete una cioccolata? _

Entrambi si avvicinarono, e L pagò ancora una volta per tutti.

 

 

  
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