Alloraaa eccomi, come promesso ora il
capitolo è completo ^^ non posso rispondere a tutti quelli che hanno recensito
scusate T_T questo è un periodo critico, sono piena di compiti/interrogazioni e
il computer si spegne mentre scrivo ç__ç! Cmq ringrazio ADRYCHAN (adry ti
voglio un mondo di bene! T^T), pucci_near, gealach (la mail non m’è arrivata
però.. me la rimanderesti? T_T), saru_chan, spleen, vegigirls (mi disp per
internet ç_ç dove sei andata in
gita?), shinyachan, crychan, amy_vampire, MellosBarOfChocolate, nekorika,alexychan93, scricciola,
uriketta, littlebeaver91, freija, elly_mello
Grazie anche ai 31 che hanno messo
‘sta storia tra i preferiti (mi piacciono parecchi dei vostri nick, raga!!
*___*) e quelli che hanno letto photograph e la fabbrica di cioccolata (che
procederà, appena sarò un po’ libera dalle interrogazioni T.T)!
Grazie a tutti!!! E recensite, mi
raccomando :*
_
Che gli diciamo a Roger? _
Mello
stava tenendo la borsa del ghiaccio che gli aveva dato la ragazza del bar contro
l’occhio gonfio di Near, con uno sguardo preoccupato. Il più piccolo si
guardava i piedi, in silenzio.
Ma
te guarda quei deficienti come lo avevano conciato.. sul torace diceva di
sentire dolore. Anche se non doveva esserci niente di rotto.
Nonostante
fosse un genio e nonostante la sua intelligenza riusciva a farsi odiare sempre
da tutti. Aveva qualche gene che lo predisponeva, magari?
Si
avvicinò al suo viso, toccandogli il naso con il proprio e lo guardò negli
occhi.
Near
alzò lo sguardo, fissandolo a sua volta.
_
Ehi? _
_
Non lo so, Mello _
Sembrava
così demoralizzato..
Gli
faceva effetto vederlo mostrare emozioni umane. Vederlo soffrire.
Quei
bastardi chissà che cosa gli avevano imprecato contro.
Unì
le labbra alle sue, leccando il taglio. Near arrossì, gli occhi fissi nei suoi.
Mello
sentì il sapore del sangue sulla lingua. Il sangue di lui. Era metallico,
pungente. E, anche se non gli aveva detto nulla e non aveva protestato, capì
che gli stava facendo male.
Si
allontanò, mordendosi la bocca.
_
Perché non me lo dici che ti faccio male? _ chiese sottovoce, un po’
scocciato.
Near
rimase in silenzio un attimo.
_
Perché mi piace quando mi baci.. _ sussurrò altrettanto sottovoce l’albino.
Era
tremendamente dolce quel rossore sulle sue guance.
Mello
sorrise. _ Bè, se vuoi ti bacerò con più impegno quando questo taglio sarà
andato via.. _
Near
annuì, diventando ancora più rosso.
Il
ragazzo biondo lo fissò ancora per un istante, poi si passò le dita tra i
capelli, preoccupato. _ Accidenti, non mi hai ancora detto cosa dobbiamo
raccontargli al vecchio, quando ti vedrà _
Near
stava per arrotolarsi la solita ciocca di capelli attorno all’indice. Mello
strinse gli occhi, fermandogli la mano con un gesto di stizza. _ Falla finita
sai! _
Il
più piccolo rimase immobile per un attimo, sorpreso, poi alzò le dita libere
per fare quello che con le altre gli era impedito.
Mello
gli aveva quasi afferrato anche quelle ma Near si sporse all’indietro,
stendendo il braccio dietro di sé.
_
Mi dai ai nervi!! _ sbottò il biondo, protendendosi verso di lui. Il ragazzino
aveva un ghignetto divertito sulle labbra. Si dondolò indietro con la sedia,
per sfuggire a Mello che faceva la stessa cosa con la sua.
E,
a son di dondolarsi, Near cadde a terra trascinandosi sopra l’altro.
Mello
ebbe finalmente la soddisfazione di tenergli ferme le mani e sorrise vittorioso.
Il
più piccolo scoppiò a ridere, a bassa voce, e Mello lo seguì, senza
rifletterci troppo sopra.
Si
chinò su di lui, toccando con le labbra l’incavo del collo.
La
giugulare pulsava violenta contro la sua bocca. La sua pelle era così calda..
Avvertì
Near trattenere il fiato. Sorrise tra sé all’idea che gli era balenata in
testa.
Controllò
con una rapida occhiata che nessuno fosse nei paraggi, poi sbottonò la camicia
di Near. Lui avvampò, senza avere il coraggio di parlare.
Ma
quanto ti preoccupi, Near..!
Mello
appoggiò le labbra sul suo capezzolo, succhiandolo. Il più piccolo si tappò
la bocca con la manica della camicia, ma l’altro potè avvertire comunque i
suoi gemiti. Lo morse. E poi riprese a succhiare quella piccola punta rosea.
Era
così caldo e morbido quel ragazzino..
Quando
ebbe finito, un succhiotto di dimensioni ragguardevoli circondava il suo
capezzolo destro.
_
Questo è il mio marchio, Near _ disse soddisfatto il più grande. Il piccoletto
toccò la parte interessata, imbarazzatissimo. _ A meno che tu non abbia una
relazione ambigua con Roger non penso lo scoprirà.. _
_
Mello! _ esclamò Near, cercando di chiudersi la camicia. Ma la presa di Mello
era ancora salda sui lembi.
Il
più grande dilatò improvvisamente gli occhi. Quella posizione..! Gli tremarono
le labbra, mollando immediatamente Near. Scattò in piedi, allontanandosi da lui
con una mano tra i capelli.
Gli
diede le spalle, allontanandosi verso il corrimano. Gli occhi che pizzicavano.
Si
coprì la faccia con le mani, appoggiando i gomiti sulla ringhiera mentre le
lacrime gli bagnavano i palmi.
Vedeva
di nuovo quella scena, quelle immagini che probabilmente non lo avrebbero
abbandonato facilmente proiettate sulle palpebre serrate.
Near,
dietro di lui, si era messo a sedere, senza una parola. S’era chiuso la
camicia, e teneva le dita serrate all’interno delle maniche.
Mi
dispiace, Mello. Se solo tu mi dicessi come ti posso aiutare..
Il
più grande si morse le labbra, cercando di fermare quelle stupide lacrime. Cosa
c’entrava, adesso, Matt? Perché doveva tornargli in mente quell’episodio,
ogni volta? Era successo, no? Non ci poteva far nulla…. no?
Stava
singhiozzando.
Delle
dita gli afferrarono la maglia nera. Dita sottili e gelide che lo tirarono piano
ma con decisione per farlo allontanare da lì.
Near..
Mello
si lasciò guidare al centro della balconata, in un punto dal quale loro due non
erano visibili a quelli in spiaggia. Poi Near lo fece sedere davanti a sé, e
gli asciugò le lacrime.
Il
più grande rimase in silenzio, singhiozzando ancora un po’.
Cominciava
ad abituarsi a quella confidenza, tra lui e il ragazzino. Non sentiva più
l’imbarazzo che provava all’inizio.
Near
appoggiò le mani sulle sue guance, per far concentrare la sua attenzione su di
sé.
_
Mello.. come posso aiutarti? _
Mello
sorrise tra le lacrime, scostando le sue dita ridendo. Una risata soffocata.
Quasi isterica.
_
Il punto è che non c’è proprio niente da fare..! _ esclamò continuando a
ridere. Si coprì gli occhi di nuovo, riprendendo improvvisamente a
singhiozzare.
_
Mello? _
_
Non c’è niente da fare, no? Ormai è roba vecchia, è roba passata! _
Le
maniche della maglia scura di Mello scivolarono lungo il polso e l’occhio di
Near fu attirato dai cerotti. Anche il biondo li notò. Smise di ridere.
Calò
di nuovo il silenzio tra di loro.
E
le lacrime ripresero a colare lungo le guance di Mello.
Near
sentì il cuore farsi piccolo piccolo nel petto. Non aveva mai affrontato una
situazione del genere, non aveva mai imparato come doversi comportare in quei
casi. Ma la cosa peggiore era che non aveva la minima idea di come aiutarlo. Non
aveva mai visto Mello come in qui pochi giorni.
Il
ragazzo avrebbe fatto gesti avventati? Avrebbe mai potuto..? Dilatò gli occhi.
Stava facendo conclusioni affrettate. Sì. Non voleva neanche pensare ad una
simile eventualità.
_
Mi faccio così schifo, Near.. _ Mello teneva le mani premute contro la faccia,
i capelli erano scomposti. La sua voce tremava.
_
Ma che stai dicendo? _
_
E’ colpa mia.. Matt non avrebbe mai fatto così se.. sono io, sono io.. è
ovvio, è così ovvio.. forse devo averlo illuso, devo avergli fatto credere
chissà che cosa e lui.. non è
colpa sua, lui.. lui mi vuole bene, farebbe di tutto per me.. Matt.. sì, sì.
Sono io, sono io ad essere sbagliato.. che spregevole puttana _ Mello proruppe
in una breve risata isterica. Near rabbrividì. _ Sempre a stargli così
appiccicato, quei baci per salutarlo, quel prenderlo in giro e ridere sempre.. sì,
è colpa mia.. sono un’oca, una puttana bastarda.. sono un idiota e pretendevo
anche.. _ rise di nuovo, sottovoce, piegando
le ginocchia e appoggiandoci sopra le braccia. Chinò la testa, sotterrandola lì
dentro e Near ascoltò terrorizzato i suoi bisbigli.
I
brividi gli avevano invaso la pelle, la percorrevano come scosse. Mello cambiava
umore troppo in fretta. Gli era saltato addosso, gli aveva fatto un succhiotto,
gli aveva fatto quei discorsi così ambigui, e poi era scoppiato improvvisamente
a piangere e ora stava lì, a sussurrare discorsi inconsulti e a piangere.
..
.
. .
Era
possibile che Mello, piano, inesorabilmente, stesse degenerando nella
depressione?
Lo
guardò. C’era qualcosa che poteva fare, lui? Gli sarebbe servito il suo
sostegno?
La
tentazione di chiudersi nella sua maschera di ghiaccio e parlargli lo punse. Ma
la scacciò in fretta. Mello avrebbe potuto.. gli s’illuminarono gli occhi.
Così
avrebbe abbandonato quei pensieri che lo facevano impazzire..
_
Sei ridicolo _ disse a voce abbastanza alta per farsi sentire dal ragazzo più
grande.
A
Mello s’era troncato il fiato in gola. I singhiozzi lo scuotevano ancora, ma
aveva smesso di bisbigliare. Le lacrime gli s’erano congelate sulle guance.
_
Non pensavo che tu saresti diventato pazzo, Mello. E quando piangi sei davvero
patetico _ Near continuò, mentre il cuore gli esplodeva nel petto. Sembrava che
la sua idea stesse funzionando..
_
Cosa..? _ la voce di Mello, incrinata. Era sorpreso. Incredulo.
_
P-a-t-e-t-i-c-o _
Mello
fu scosso da un tremito. Alzò la testa, con uno sguardo furibondo.
_
Quindi mi stavi prendendo in giro..?! Tu.. piccolo bastardo! Non te lo permetto!
_ il ragazzo scattò verso di lui, afferrandolo per la camicia e sbattendolo con
violenza sulle assi di legno del pavimento. Near gemette, stringendo un po’
gli occhi quando lui lo sollevò per il colletto della camicia. Mello sembrava
tornato in sé. Completamente.
Il
più piccolo sorrise, e con quel sorriso fece fermare il pugno
dell’altro, già a mezz’aria.
_
Perché sorridi..? _ Mello sembrava sconvolto. Infuriato, ma sconvolto. Digrignò
i denti. _ Pensi che non sia capace di picchiarti?! _
Near
non gli rispose, toccando appena la sua bocca con la propria.
Asciugò
le tracce del pianto, stendendosi di nuovo sulle assi.
Mello
capì quello che il più piccolo aveva architettato. _ Quindi tu.. l’hai fatto
perché..! _
L’albino
sorrise di nuovo. _ Scusa, ma un po’ ti conosco, Mello _
_
Piccolo idiota.. _ un sorriso anche sulle labbra del ragazzo. _ ..avrei potuto
picchiarti.. _
Si
alzò in piedi, aiutando il più piccolo a fare lo stesso.
Aveva
avuto.. cos’era stata, una crisi isterica?, e adesso sorrideva.
..
Seguì
Near che scendeva le scale.
Lo
sguardo gli s’offuscò. Si sentiva sporco.. si sentiva colpevole, di quello
che gli era successo. E stava male. Tremendamente male.
Anche
se quel piccolo mostriciattolo era riuscito a farlo distogliere da quei
pensieri, adesso ci stava nuovamente scivolando. E più pensava, più il suo
sguardo si faceva cupo.
..
Near
si voltò, poco prima di arrivare in fondo all’ultima rampa di scale.
Protese
una mano verso la sua e la strinse con forza. Per portarlo al proprio fianco.
Mello
sentì il cuore più caldo, a quel gesto.
Non
ti permetterò di cadere, Mello.
Roger
sedeva ad uno dei tavolini di legno, sorseggiando un tè. Strabuzzò gli occhi
non appena li vide.
Posò
la tazza sul piattino, mentre i due si fermavano.
_
Che ti è successo Near? _
_
Mi hanno picchiato prima, sulla spiaggia.. _
L’uomo
si alzò in piedi, avvicinandosi al ragazzino. Mello lasciò la mano di Near.
_
Che è successo? Perché ti hanno fatto questo? _
_
Non lo so _
Il
ragazzo biondo guardò di sottecchi il compagno. Roger stava esaminando
l’occhio di Near, per capire più o meno in che condizioni fosse.
In
quel momento nel locale fece la sua comparsa anche L. Aveva la crema solare
spalmata male che gli faceva chiazze bianche qua e là sulla pelle. Le guance
scottate.
Mello
lo guardò mentre si avvicinava a loro.
_
Near.. chi ti ha picchiato? _ chiese Roger, preoccupato. L spuntò
all’improvviso accanto a lui, facendolo sussultare dallo spavento. Il
detective gli rivolse uno sguardo stralunato, mentre si mangiucchiava l’unghia
del pollice.
_
L.. mi hai spaventato _ esalò Roger.
_
Scusa _ disse telegrafico L. Voltò con uno scatto la testa e fissò Near,
premendo un dito sul livido nero sull’occhio. Near non fece una piega. _ Sono
stati quei ragazzi? _
_
Chi, L? _ chiese Roger, stupito.
Il
detective continuò a fissare Near, e non si curò di rispondergli.
_
Sì _
_
Perché erano “preoccupati” per Matt scommetto _
Mello
si sforzò di non sembrare stupito. Non gli avevano detto nulla, e aveva già
dedotto tutto da solo.
D’altronde
quello era L.
Near
annuì al ragazzo dagli occhi di pece che ancora lo fissava.
_
Roger, sono quei ragazzi _ il detective non spostò lo sguardo dall’albino.
Mello notò con un po’ di agitazione che sembrava stesse tentando di leggere
nella mente di Near.
_
Adesso hanno davvero oltrepassato i limiti del sopportabile _ disse Roger,
uscendo in fretta dal bar e andando in spiaggia.
L
rimase con i due ragazzi. E non sembrava intenzionato a scollare gli occhi dal
più piccolo.
_
Dimmi, come va tra voi due? _
_
Oggi Mello è venuto in mio aiuto contro quei ragazzi.. _
L
annuì, sorridendo. Se lo aspettava?
_
Mello è una testa calda.. scommetto che Roger troverà qualcuno di loro con il
naso rotto _
_
Già _ borbottò Mello. Quel domandare a lui ma chiedere a Near non gli piaceva
molto.
_
Puntavano Near già da un po’. Anche per questo Roger ti ha sistemato in
camera con lui _ L si morse il dito. _ Sapeva che lo avresti difeso se fosse
successa una cosa simile _
Si
allontanò da loro, andando verso il bancone del bar. Si voltò. _ La volete una
cioccolata? _
Entrambi
si avvicinarono, e L pagò ancora una volta per tutti.