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Autore: Shirokuro    26/10/2013    1 recensioni
{ dawnshipping | raccolta di one-shots | incomplete | au | romantico-angst-comico }
#Singer - Rome: In un bar di Roma, ci si può aspettare di tutto: risse, prime volte, baci rubati, incontri inaspettati e qualsiasi altra cosa passi per la mente dell'essere umano. A volte questi bar sono giganteschi, fino a poter mantenere un piccolo palcoscenico dove si esibisconoo aspiranti cantanti, attori o comici - il tutto per essere pagati pochi spiccioli, ma non interessava molto.
#Painter - New York: «L'inverno, l'inverno! Amo l'inverno con tutta me stessa!» proclamava a gran voce la donna dai vispi occhietti mentre finiva di sistemare la tela nel cuore di Central Park. Doveva finire quel dipinto, sarebbe stato l'ultimo della sua nuova collezione, successivamente avrebbe avuto due mesi di pace da passare con la sua bambina.
#Teacher - Tokyo: I libri che pesavano un macigno si trovavano nelle braccia a pezzi di Olga. Aveva sbagliato aula tre volte ed era in enorme ritardo, immaginare le condizioni della classe la faceva raccapezzare e sopratutto l'idea che la principale artefice del potenziale disastro fosse sua figlia assieme a quel gruppetto di amici...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Lucinda
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Anime
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Non ci credo, siamo davvero all'ultima one-shot. La terza se vogliamo essere pignoli - dovevano essere quattro ma per varie ragioni ho eliminato l'ultima. Per quanto l'unica recensione sia della Ale e quindi a cagare la Dawn è stata solo lei - ma un giorno sarete tutti sotto il suo giogo - voglio comunque sperare che nelle future pubblicazioni avrò più successo. Ad essere sinceri non so quanto sia "comica" questa storiuzza - perché teoricamete lo è -, ma se buttate una risata mi piacerebbe saperlo <3 E' senz'ombra di dubbio molto stupida, ma qui c'è un accenno Ikari e quindi perfetta nel suo piccolo e se lo dico io che mi schernisco da sola! La icon non c'entra un tubo ma mi piace. Olga veste i panni di un'insegnante di un qualche liceo giapponese da qualche parte nel Giappone, sposata con il preside e fottutamente ingenua. Amiamola, pleeza. Come al solito però, temo l'OOC e sopportatelo nel caso perché senza non vedrete nemmeno questa cosa. Quindi amen e buona lettura.


Teacher - Tokyo
I libri che pesavano un macigno si trovavano nelle braccia a pezzi di Olga. Aveva sbagliato aula tre volte ed era in enorme ritardo, immaginare le condizioni della classe la faceva raccapezzare e sopratutto l'idea che la principale artefice del potenziale disastro fosse sua figlia assieme a quel gruppetto di amici e un senpai che ha il compito di sorvegliare la classe fino al suo arrivo - aveva scelto Paul proprio per il carattere pacato, ma per qualche motivo i suoi studenti riuscivano a metterlo di mezzo alle situazioni più improbabili. Senza rendersene conto era arrivata alla classe che cercava: secondo anno, corso due. 
Prese un gran respiro e espirò profondamente. Facendo pressione col gomito sulla maniglia e spingendo con la spalla, aprì lentamente la porta dell'aula. Lo sapeva.
Lo scenario non le era per nulla nuovo, se non per Paul il quale si ritrovava tra Ash e Barry che lo stavano tirando per ambedue i bracci mo' di tiro alla fune - il poverino comunque, dal canto suo, non se la vedeva così male, dopo cinque minuti ci aveva preso l'abitudine. Quanto avrebbe voluto urlare a tutti quanti di smetterla, ma purtroppo era la professoressa meno presa in considerazione, un suo richiamo valeva nulla e la storia si ripeteva. Presa dall'esasperazione cominciò a dirigersi lentamente verso la lavagna e segnare qualche appunto per la lezione di giapponese del giorno in modo sbrigativo, quando finalmente finì battè le mani, per attirare l'attenzione, con forza. Niente. I parassiti non la degnarono di uno sguardo, tranne Kenny che rideva per l'ingenuità di Olga, così mentre giravano bigliettini, le urla si intensificavano, qualche alunno cominciava a rincorrersi, i manga e le riviste venivano sfogliati, Paul giurava vendetta silenziosamente, la povera donna si esasperò più dell'umano possibile.
Prese il libro di testo, un po' di coraggio e lo lasciò cadere dal più alto possibile sulla cattedra. Il gran tonfo zittì improvvisamente - e si potrebbe dire miracolosamente - ogni essere vivente e non, tanto ormai anche le penne e i banchi avevano iniziato a ballare. Sospirando, si rivolse con lo sguardo alla classe «Paul, puoi tornare in classe. Grazie». Con una piccola irreverenza, il ragazzo se ne andò decisamente sollevato mentre Lucinda lo seguiva con lo sguardo.
«Mi chiedo come faccia a sopportare un branco di bisonti casinisti come voi!» si lamentò la figlia della professoressa - in modo alquanto ingiusto si dovrebbe dire -, mentre Kenny fulminava la figura ormai lontana dall'aula del viola. «Parla quella che aveva lanciato l'astuccio in faccia al sottoscritto» contrabattè Barry allontanandosi da Ash. «Zitti tutti, ora!» richiamò nuovamente Olga «Osservate attentamente l'aula» gridò indicando la fila centrale anche se palese era che nessun oggetto lì dentro faceva eccezione; la scena - quasi fosse un film di guerra - era addirittura stomachevole, mentre i banci erano storti e le cartacce sparse ovunque, qualche pacco contenente cibo ormai indentificabile - ora capiva perché in quella scuola le macchinette automatiche erano Paradiso - era a terra, senza contare diari e astucci a caso sui banchi. «Devo ricordarvi che oggi è l'ultimo del mese o ci arrivate da soli?» la finta aggressività della donna, però, era quasi sentita trasformata in inquietudine negli sguardi degli alunni.
«Papà fa il giro della scuola...» sussurò Lucinda mentre il terrore si dipingeva nelle sue iridi color cielo notturno. Trentuno Ottobre, come hanno fatto a non arrivarci prima? «Abbiamo solo due ore e dovrete dividervi in gruppi perché chiamerò alcuni per le domande, mentre questi ripasseranno - o studiando proprio - io temporeggerò col Preside. Buon lavoro. E lavorate o sono cazzi vostri» per poi tapparsi la bocca stupita uscendo dall'aula, intanto s'era alzato un risolio generale e non tanto per il termine poco raffinato, ma bensì per il "temporeggiare" -  qualche battutina sulla relazione di Olga e Bellocchio era sfuggita spesso - che aveva acceso una voglia matta di sfottere. 

«Caro?» nemmeno bussare aveva sconcetrato l'uomo dal lavoro. Tra poco sarebbe iniziata l'ispezione e doveva cercare di ramentare molti nomi, quindi si era buttato sui registri; Olga l'aveva già capito, ecco la scusa perfetta per seguirlo! «Tesoro, se vuoi posso accompagnarti in modo da consigliarti i nomi degli alunni, per non fare figuracce» con un sorriso smagliante si accomodò sulla sedia rivestita di pelle nera, attendendo lo sguardo del marito - che fu immensamente sollevato -, un lavoro fatto bene ha bisogno di tempo e lui non ne aveva di certo. 
«Grazie, Olga, grazie mille» si sentì in dovere d'aggiungere. «Oh, tranquillo. Piuttosto, Paul ha avuto problemi a scuola?» chiese temendo che i suoi ritardi fossero causa di ricadute sulla sua media. «Paul Pearl, dici? No, anzi, ultimamente ha raggiunto voti incredibili» per poi mostrargli un registro che teneva proprio sotto il naso. A leggere un novantotto rosso penna accanto al nome del giovane a stento non gridò per lo stupore, per fortuna si era chiaramente messo in pari e in modo eccellente - forse il fatto che Reggi fosse l'insegnante d'inglese lo aveva avantaggiato nella lingua. «Quindi... direi di iniziare dalla seconda classe del secondo corso...» nella mente di Olga si erano materializzati i peggiori disastri della classe, sicuramente erano ancora in alto mare e senza la già poca influenza di Paul non avrebbero mai finito in dieci minuti, presa di conseguenza dal panico totale cercò di dissuadere il suo amato «Ma non sarebbe bene iniziare dalle terze?» 
«No, al contrario, essendo la frequenza non obbligatoria nel secondo trimestre sarà più semplice perché meno numerose» rispose tranquillo e quasi sognante.
«Allora le prime!» contrabattè con finta risolutezza e in modo abbastanza goffo. «Non vorr-»
«Aah! Sono sempre un disastro, spesso confusionarie e l'ultima fila indescrivilmente sporca» interruppe sperando di convincerlo - con effetti positivi e gradevoli. 
«Questa volta cos'è successo?» chiese, dimostrando ancora una volta il suo spirito deduttivo. Olga cercò di mascherare l'agitazione mormorando un "Niente". «L'ultima volta Kenny è scivolato con tutta la sedia pur non dondolandosi perché poco prima avevano messo del sapone liquido sotto la sedia e prima delle vacanze estive - dopo la mia uscita - si è sentito un gran Tutti al mare da parte di Ash. Dimmi, quanto è disastrosa la situazione?»
«A volte penso che tu abbia sbagliato lavoro...» cercando di cambiare discorso. Bellocchio sorrise melifluo alzandosi. La classe della moglie aveva bisogno di una visita.

 
   
 
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