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Autore: Soul of Paper    26/10/2013    2 recensioni
Il mio finale della quinta serie. Cosa sarebbe successo se dopo aver ricevuto quella telefonata notturna a casa di Madame Mille Lire nella quinta puntata ed essersi seduti su quel divano, le cose fossero andate diversamente? Cosa sarebbe successo se Gaetano non avesse permesso a Camilla di "fuggire" di nuovo? Da lì in poi la storia si sviluppa prendendo anche spunto da eventi delle ultime due puntate, ma deviando in maniera sempre più netta, per arrivare al finale che tutte noi avremmo voluto vedere...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 “Lucid Dreamer”


Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà dei rispettivi proprietari/detentori di copyright. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



Si sveglia di soprassalto, sentendosi quasi stretta in una morsa e avvertendo un forte calore che le pervade tutto il corpo.

Cerca di voltarsi, ma si accorge di essere bloccata da qualcosa, che con il tatto scopre essere due braccia forti e muscolose. E, soprattutto, nude.

“Camilla…” un sussurro nell’orecchio la fa sobbalzare e rabbrividire: riconoscerebbe il proprietario di quella voce ovunque.

“Gaetano?” chiede lei sconvolta, sentendo l’abbraccio di lui sciogliersi quel tanto che basta per permetterle di girarsi e guardarlo in volto, “che ci fai qui? Sei pazzo?”

“Sono pazzo ma di te, professoressa,” risponde lui, fulminandola con lo sguardo, mentre Camilla avverte le sue mani forti e grandi scendere pericolosamente lungo la schiena, “e poi, sei tu che mi hai fatto entrare qui.”

“IO?” esclama Camilla, senza capire più niente, “ma se stavo dormendo? Oddio non è che sono sonnambula adesso? E comunque non puoi stare qui, cosa succederebbe se Renzo ti trovasse? E ci sono Livietta e mia madre!”

“Loro non ci disturberanno, a meno che tu non lo desideri. Desideri che Renzo ci scopra, Camilla? Magari vuoi farlo soffrire, rendergli pan per focaccia…”

“MA CERTO CHE NO, Gaetano, MA CHE CAVOLO STAI DICENDO?”

“Lo sai benissimo cosa sto dicendo,” le sussurra di nuovo lui, mordicchiandole il lobo e strappandole, suo malgrado, un gemito, “e comunque anche io preferirei non avere interruzioni, anzi…”

E dicendo questo comincia a baciarla prima dietro l’orecchio, poi lungo il collo, mentre Camilla cerca di spostarsi e di protestare, anche se ogni singola terminazione nervosa del suo corpo è in fiamme.

“Gaetano… mi avevi promesso… che non avresti… fatto nulla… che io non voglio,” riesce a mormorare a scatti, sotto l’assalto dei baci di lui, che si avvicinano pericolosamente alla scollatura del pigiama.

“Infatti Camilla, sto facendo esattamente quello che tu vuoi. Perché tu mi vuoi professoressa, è inutile che lo neghi ancora, altrimenti non potrei essere qui… e non potrei fare questo,” sussurra lui con voce roca, cominciando a sbottonarle il pigiama.

“Gaetano, ti prego,” implora lei, bloccandogli le mani, senza essere nemmeno sicura di che cosa gli stia chiedendo. Sente il cuore in gola, il battito a mille ed è così difficile resistere.

“Camilla, guardami negli occhi e dimmi che non mi vuoi, dimmi di sparire e io lo farò, letteralmente,” afferma deciso Gaetano, tenendole il mento con la mano destra e impedendole di sfuggire al suo sguardo.

Lei cerca di parlare ma non può, non riesce, non ancora, la sua bocca si rifiuta di aprirsi.

“Lasciati andare, amore mio, lasciati andare,” sussurra lui prima di avvicinare le labbra alle sue.

E il contatto è qualcosa di esplosivo, travolgente: Camilla sente brividi correre per tutto il corpo, mentre ogni resistenza la abbandona. Il bacio in pochi secondi diventa appassionato, quasi disperato, mentre le mani si incrociano e si muovono ovunque, senza alcuna meta, o meglio, verso una meta comune.

Camilla non sa bene in che modo, ma si ritrova nuda sotto di lui, pelle a pelle: sentire le sue mani tracciare scie di fuoco sul suo corpo, sentire il suo petto forte e muscoloso contro il suo seno è qualcosa di talmente intenso che la vista le si annebbia e perde ogni controllo, ogni pudore.

“Gaetano, ti prego…” riesce solo a mormorare, quasi in un delirio, allacciando le gambe intorno alla sua vita, e questa volta sa benissimo che cosa vuole.

E quando lui la fa finalmente sua, quando si infrange l’ultima barriera tra di loro, Camilla viene investita da una deflagrazione di piacere talmente intensa da perdere il senno, mentre un grido quasi primordiale sale dalla sua bocca, senza che possa fare niente per impedirlo.

“AAAHHHH!”

Camilla apre gli occhi e si ritrova seduta nel letto, con il battito del cuore nelle orecchie e il corpo madido di sudore, che le scende a rivoli lungo il viso. Ancora sconvolta si guarda intorno con gli occhi spalancati, come a voler verificare di essere davvero sola.

Non sa se sia possibile essere svegliati dal proprio stesso grido, ma è sicura di avere urlato e, mentre si stropiccia gli occhi con le mani, prega mentalmente che nessuno abbia sentito, e soprattutto di non essersi lasciata sfuggire niente altro nel sonno.

Si rende conto di stare ancora indossando il maglione di lui, quasi attorcigliato intorno al suo corpo e il cui calore è ormai insopportabile. Se lo sfila, rossa in volto e, con passi incerti e tremanti, si avvia in bagno, dove si lava il viso con acqua gelata, fino a calmarsi.

Guarda la sconosciuta riflessa nello specchio - guance rosate e occhi che brillano in mezzo ad un vortice di capelli arruffati – e si chiede come sia possibile che l’esperienza erotica più intensa di tutta la sua vita sia stata solo un sogno. E la solita vocetta maliziosa si fa largo nella sua mente, portandola a interrogarsi su come potrebbe essere in realtà fare l’amore con Gaetano.

Un’altra manata di acqua gelida cerca di cancellare questo pensiero inappropriato ma che lotta e scalpita e non si lascia ricacciare indietro così facilmente.

Il ritorno in camera è sempre lento, cauto, quasi spaventato, come se avesse paura che lui possa davvero essere lì. O forse di desiderare che lui sia lì.

Ritrova il maglione, in uno stato pietoso, vicino al cuscino. Il profumo di Gaetano si è ormai mischiato indelebilmente con il suo e non sa come potrà restituirlo al vicequestore senza morire di vergogna. Non sa come potrà di nuovo guardarlo negli occhi senza morire di vergogna – o forse di desiderio? – soggiunge la stessa vocetta infida che non vuole lasciarla in pace.

Con mani ancora traballanti appoggia alla bell’e meglio l’indumento su una sedia, per poi raggiungere, quasi sospinta da una forza invisibile, la finestra.

Le luci ovviamente sono tutte spente e un misto di delusione e sollievo l’assale, mentre appoggia la fronte al vetro, che le offre un po’ di agognato refrigerio.

Nella sua testa le emozioni e i pensieri contrastanti si susseguono senza soluzione di continuità, ma di una cosa, di una cosa sola Camilla è sicura: non può più continuare così.
   
 
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