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Autore: XGRE    27/10/2013    0 recensioni
Le menti umane sono facili da controllare, soprattutto quelle dei bambini.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  • mamma? Papà? Dove siete?! Non mi piace qui voglio tornare a casa.

Urlava, ma nessuno poteva sentirla. Solo il pupazzo, che se ne stava seduto in un'angolo, poteva udire il suo straziante lamento.

Quei muri sembravano soffocarla, l'aria era pesante e il puzzo di tabacco e muffa le impastava la bocca, non c'era anima viva. Era sola e le sue parole echeggiavano nel silenzio.

L'avevano abbandonata? Sicuramente no, sua madre le voleva troppo bene per lasciarla sola.

Se fosse stato un incubo. No, non poteva essere così, per quanto si sforzasse a crederlo un sogno tutto quello che vedeva era reale: poteva toccarlo, odorarlo, sentirlo; se fosse stato un'incubo si sarebbe svegliata e la mamma sarebbe andata a coccolarla come faceva sempre, invece i minuti passavano e lei ancora "dormiva".

Magari era uno scherzo e tutti sarebbero usciti con tanti regali; come quando al suo compleanno tutti si nascosero per farle una sorpresa. Come sarebbe stato bello se tutti fossero sbucati fuori dal nulla, anche se sapeva che non sarebbe successo; non era il suo compleanno e nemmeno un bel posto in cui festeggiare. Di certo sua nonna Anne avrebbe scelto una località migliore come la sala delle palline o il ristorante dei pongo, non una cantina buia e puzzolente, tra l'altro senza finestre.

Voleva andarsene non la divertiva tutto questo aveva paura, quello spazio piccolo e angusto. C'era un grande vetro che occupava quasi tuttu un muro, aveva cercato di romperlo, ma le sue piccole manine non fecero nemmeno una crepa. In un angolo c'era una branda con una coperta piena di buchi e un orsacchiotto gigante dall'aspetto inquietante. L'orasacchiotto aveva un solo occhio, scolorito al posto le''altro c'era una toppa, aveva un sorriso maligno e la fissava, quel giocattolo aumentava in lei la voglia di andarsene. Una via di uscita c'era; un portone in metallo, ma era chiuso a chiave.

Forse aveva capito l'avevano rapita, dopotutto i fatti combaciavano. Magari è stato l'uomo nero, pensò. Sua madre diceva sempre: " le bambine come te sono quelle che l'uomo nero preferisce, Lulù. Le bambine cattive che non ascoltano i genitori e li fanno arrabbiare". L'uomo nero era cattivo come le avevano detto James e Daniel? " l'uomo nero ti farà a pezzetti e ti metterà in frigor, oppure ti mangerà, no mi sbaglio venderà i tuoi organi interni per far vivere un bambino più ricco di te.".

Stava scacciando dalla sua mente quelle parole, i suoi fratelli erano stupidi e bugiardi,. Una volta le avevano detto che babbo natale voleva cinquanta sterline apposta dei biscotti così la piccola mise tutti i suoi risparmi in una busta e li mise sul tavolo vicino all'albero; menomale che non era vero, e quel Natale babbo natale non regalò nulla a James e Daniel. Sapeva che l'uomo nero l'aveva messa semplicemente in castigo e che presto avrebbe riabbracciato i suoi cari.

Tutti quei ricordi la stavano facendo sorridere si ricordava benissimo tutti gli avvenimenti, la sua famiglia e tutti i bei giochi, i divertimenti. Si addormentò in posizione fetale con il pollice destro in bocca con la convinzione che presto avrebbe rivisto tutti.

 

La sveglia indicava le nove, si poteva sentire l'odore delle frittelle. Mentre si strofinava gli occhi fu colta da un'improvvisa sensazione di felicità. Era domenica era per questo che sua mamma stava preparando le frittelle? Non le importava, frittelle significava festa, si alzò in piedi e si guardò attorno. Quella però non era camera sua, era un'enorme stanza rosa illuminata alla perfezione come nei film. Le piaceva parecchio, le piacevano anche le centinaia di baribie vestite da principesse messe in una vetrina. Era stato solo un'incubo? Forse era al sicuro.

Scese le scale a chiocciola di corsa, giunse in un salotto enorme, aveva perso il senso dell'orientamento, da quanto era grande quella casa. Così decise di visitarla, era enorme sarà stata quattro o cinque volte la sua casa. Dopo averne osservato minuziosamente i particolari si imbattè nella cucina, proprio da lì proveniva l'odore delle frittelle.

Una donna bellissima stava ai fornelli, alta slanciata e bionda. Sembrava finta, gli occhi azzurri parevano due diamanti. Se l'uomo nero l'avesse uccisa ed era in paradiso? Quella donna magari era un angelo.

Si sedettte e senza indugiare iniziò a fare domande.

  • Dov'è mamma? È bello qui, ma senza di lei me ne vado...- disse mentre addentava voracemente la frittella.

  • Sono io tua madre Vanessa.

La piccola se la rideva, quella donna credeva veramente di essere sua madre. Sua madre era sua madre e la conosceva benissimo. Non era lei sua madre ci poteva scommettere il suo ciondolo con il delfino.

  • Signora lei si sbaglia mia madre è Barbara Giotte e io mi chiamo Lulù.- esclamò con la bocca piena la bambina.

  • Te lo avevo già spiegato, ancora con quell'incubo vero. Vanessa, piccola mia vedrai che finiranno.

Quale incubo, lei aveva una famiglia ne era sicura. Doveva chiamare la polizia, peccato che non si ricordasse il numero. Quella era come la strega di biancaneve bella fuori, ma cattiva dentro, la voleva condizionare? Di certo quella donna non voleva il suo bene.

  • Signora io non ho incubi, questo è un'incubo. Io voglio solo la mia mamma.

  • Cara sono io la tua mamma e basta con le bugie hai ancora quell'incubo. Vediamo se lo azzecco, ok?

  • Ok, ma poi rivoglio la mia vera mamma.

  • Allora prima avevi una famiglia felice due fratelli di nome James e Daniel. Una madre di nome Barbara e un padre che faceva l'idraulico; poi qualcuno ti ha presa e ti ha lasciato in uno scantinato.

  • Come lo sai tutto questo? Sei stata te ha prendermi perchè non puoi avere bambini?! Te sei il diavolo. Io me ne vado.- disse urlando istericamente la bambina.

Che razza di persona era quella? E come sapeva dei due suoi fratelli e di sua madre? E se fosse stata lei l'uomo nero, e se l'avesse uccisa? Non poteva più restare in quella casa doveva ritrovare sua madre e tornarsene dalla sua vera famiglia.

  • è da quando hai avuto l'incidente che fai così. Devi smetterla o prima o poi mi vedrai morta! Vanessa piccola mia vedrai che risolveremo tutto io e tuo padre.

Cosa voleva quella donna? Di quale incidente stava parlando? E se l'incidente fosse stato quello di quell'uomo. Quell'uomo alto e magro, pallido. Se lo ricordava benissimo, daltronde come poteva dimenticarlo. Fino a quel momento aveva pensato che fosse stato un brutto sogno, ma ormai aveva la certezza che centrasse qualcosa.

Erano tre giorni che si trovava in quella prigione fatta di "piccola", "cucciola", "amore". Si sarebbe voluta impiccare, le mancavano gli "stupida","idiota","mentecatta" dei suoi fratelli, gli abbracci di sua madre, le mani callose del padre. Non sapeva come andarsene, e quell'uomo pallido continuava a comparire in sonno e a terrorizzarla. La donna continuava a raccontarle di quell'incidente, anche se lei non le credeva affatto. Chissà come stava la sua "vera" madre, chissà se si ricordavano di lei.

Era passato un mese, non le dispiaceva più così tanto stare in quella casa. La trattavano come una principessa e la psicologa le aveva fatto capire tutto. Anche se spesso sorgeva il dubbio ormai ne era sicura, lei non era Lulù lei era Vanessa, sua madre non era Barbara era Cristina e suo padre non faceva l'idraulico bensì era amministratore delegato di una grande multinazionale.

Stava bene non avrebbe cambiato la sua condizione per nulla al mondo, perfino l'uomo alto e pallido era diventato suo amico. Tutto era stato frutto della sua fantasia

 

Erano passati quindici anni, non si ricordava più nulla di quello strano avvenimento. Non si ricordava più dell'uomo alto, pallido e dalle lunghe braccia, non si ricordava più della sua altra famiglia. Non aveva nessun rimpianto nella sua vita, ormai si sentiva realizzata: aveva un fidanzato fantastico. James oltre ad essere il suo ragazzo era anche il fratello che non aveva mai avuto. Lo aveva conosciuto alle superiori: un biondino fisicato dagli occhi azzurri. Quello che l'aveva colpita era però la storia della sua vita, ne aveva passate tante: la sorellina era scomparsa quando aveva otto anni, sua madre era impazzita e suo padre si era suicidato. Da quando lo aveva conosciuto lei era diventata membro attivo della associazione "ritroviamo la piccola Lulù". Sapeva che James era la sua metà e che con lui avrebbe trascorso il resto della sua vita. Ormai quei giorni di quando era bambina facevano parte del suo subconscio dal quale non ne avrebbe mai più tratto informazioni. Ormai l'uomo alto dalle lunghe braccia era solo un pallido ricordo.

 

  
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