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Autore: xharryscurly_    27/10/2013    4 recensioni
"Ti amo,Boo."
"Boo? Che razza di soprannome è?" protestò il maggiore alzando di poco il tono della voce.
"Non è la risposta che ci si aspetta di sentire in situazioni del genere..."
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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E quando Harry aprì gli occhi quella mattina,giurò di sentire la voce di urlare dalla cucina 'Haz,è pronta la colazione'.
Si girò su un fianco,ma chi vide non fu lui.
Nick.
L'ennesima nottata passata in un bordello,conclusasi in una scopata senza significato tra Harry e Nick.
Il riccio sospirò,si alzò dal letto e si guardò allo specchio,maledicendo ogni parte del suo corpo,maledicendo se stesso per essere ancora vivo.
 
 
"Ti amo,Boo."
"Boo? Che razza di soprannome è?" protestò il maggiore alzando di poco il tono della voce.
"Non è la risposta che ci si aspetta di sentire in situazioni del genere..." Sussurrò il minore abbassando lo sguardo,sperando con ogni fibra del suo corpo di non aver sbagliato a confessare il suo amore verso di lui.
"Harry,io..."
Un gruppo si formò nella gola del riccio.
E iniziò a correre,sotto quell'improvvisa pioggia che gli stava inzuppando anche le ossa.
Harry non era mai stato coraggioso.
Scappava.
Sempre.
'Stupido,stupido' si ripeteva nella sua mente.
Corse finchè non sentì due braccia forti stringerlo e la sua voce calda sussurrargli "Ti amo anch'io,Haz.”
 

 
Gli occhi del minore si riempirono di lacrime.
Lacrime calde.
Lacrime soffocanti.
Lacrime odiose.
Lacrime.
Guardò se stesso allo specchio,e l’unica cosa che riusciva a leggere dentro i suoi occhi era la parola ‘distrutto’.
Un pugno contro lo specchio.
Un pugno contro il vetro,che si frantumò in mille,minuscoli pezzi.
Distrutto come quello specchio.
 
 
“Lou,ho paura.” sussurrò il minore specchiandosi negli occhi del suo amato.
“Non devi,Haz. Ci sono io,con te.”
Il maggiore parlò stringendogli la mano,e accennando un sorriso,anche se tra i due,lui era il più spaventato.
Varcarono il cancello di casa Styles,mano della mano,come a darsi forza a vicenda,come a promettersi silenziosamente che non si sarebbero mai lasciati.
“Mamma,papà,vi presento Louis,il mio ragazzo.”
Quelle parole,pronunciate da Harry,fecero venire a Louis i brividi lungo la schiena,che durarono poco,purtroppo.
“Il tuo cosa?!” Urlò il padre furibondo contro il figlio.
“Il mio ragazzo,papa’,il mio ragazzo! Lo amo,papa’!” Urlò più forte il figlio.
“Un figlio gay. Vattene! Sparisci da casa mia,frocio!”
Harry guardò la madre,come per cercare protezione,una parola di conforto,ma tutto ciò che la donna disse fu “Va’,Harold,è meglio per tutti.”
Sua madre non lo chiamava mai con il nome di battesimo,se non quando l’accaduto era grave.
E allora Harry capì.
Strinse più forte la mano di Louis e,così com’erano entrati,sparirono da quella casa.

 
Harry odiava il buio.
Gli ricordava lui.
Gli ricordava il loro primo bacio.
Gli ricordava i loro nomi incisi sull’albero sotto la loro casa,o meglio quella che un tempo che era stata loro,e che ora era troppo grande per essere abitata solo da uno.
Gli ricordava la sera in cui avevano fatto l’amore per la prima volta.
Harry aveva comprato un nuovo specchio,perché senza proprio non sapeva starci.
Non sapeva stare senza ripetersi almeno dieci volte al giorno che era un errore,da cancellare,su cui scarabocchiare,da dimenticare.
Lo specchio rifletteva un ragazzo con uno sguardo vacuo,spento,magro come uno scheletro,con gli angoli della bocca curvati verso il basso da chissà quanto tempo.
Quand’era stata l’ultima volta che Harry aveva sorriso sul serio?
Sapeva esattamente la risposta,ma era troppo difficile persino da pensare.
Si guardò allo specchio,ma questa volta vide Louis.
E finalmente sorrise.
 
 
“Haz,tu ci pensi mai a come saremo fra dieci anni?” domandò senza preavviso il maggiore,continuando a fissare un punto fisso davanti a lui.
Il minore scosse la testa,perché no,non ci aveva mai pensato.
Amava vivere alla giornata,godendo ogni singolo attimo,con Louis.
E allora rispose “Mi basterà essere con te.”
E sorrisero entrambi,perché a volte le parole erano superflue.
 

 
Era sul letto nella stessa posizione da esattamente due giorni,tre ore e quarantasei minuti.
L’unica cosa che aveva fatto era guardare l’orologio,e contare i giorni che lo separavano da Louis.
Era stato esattamente seicentottantasei giorni fa.
Harry guardò il soffitto,notando una crepa,e una morsa gli attanagliò lo stomaco.
 
 
Haz,guarda lì,una crepa!” ridacchiò il maggiore per poi baciarlo.
“Hai Harry Styles accanto,e ti preoccupi di una stupida crepa nel muro?” sbottò contrariato il minore,per poi mordergli una spalla,infliggendogli,secondo lui,dolore.
“Mh… Scusa,Mr. Perfezione.” Sussurrò Louis per poi iniziare a fargli il solletico.
“La perfezione non esiste,LouLou.”
 

 
Harry urlò.
Si guardò allo specchio,e non vide altro se non lui,di nuovo.
Passeggiava lungo la Senna,sorridendogli,di tanto in tanto.
Harry ricordava esattamente quel maledettissimo giorno in cui Louis gli aveva chiesto di sposarlo.
Harry ricordava ogni minimo dettaglio di quella sera maledetta.
Harry poteva ancora sentire le urla di Louis che gli urlavano di rallentare.
Harry svenne.
 
 
“Lou,e se incidessimo i nostri su un albero?” Domandò Harry saltellando felice come un bambino.
“Oh,andiamo,Haz,non abbiamo mica quattro anni.” Si lamentò il maggiore,non accorgendosi della tristezza degli occhi del ragazzo a quelle parole.

 
 
Harry rise.
Una risata amara.
Una cicatrice sulla pelle,come a ricordargli che era colpa sua,come a ricordargli che non potrà mai dimenticare.
Harry giurò di sentire ancora la risata cristallina di Louis.
 
 
Era il ventriquattro dicembre.
E per strada c’erano gli ultimi ritardatari in giro per acquistare gli ultimi regali,e tra questi c’erano Harry e Louis.
“Ti va di andare ad incidere i nostri nomi su un albero?”
Harry a quella richiesta,rallentò il passo,e sorrise.
 
 
HAZ E LOU
24/12/2013
 

 
Harry andava al loro albero,ogni giorno.
Vedere quella scritta lo distruggeva ancora di più,ma a lui non importava.
Chi diceva che i ricordi erano la parte migliore di una persona era un vero coglione,pensò Harry prima di accendersi una sigaretta e rientrare in casa,come un’anima in pena,in cerca del suo posto nel mondo.
 
 
“Haz,stavo pensando ad una cosa…” Sussurrò la sera stessa che avevano inciso i loro nomi sull’albero.
Il riccio lo guardò curioso,incurvando il viso verso di lui,sorridendo.
“Sei per caso incinto,LouLou?”
“VuoisposarmiHarry?” domandò tutto d’un fiato Louis guardandandolo.
Il battito del minore accellerò.
“N-Non credo di aver capito,Louis…”
Il maggiore sospirò,costringendosi a ripetere più lentamente ciò che aveva appena detto.
“Vuoi sposarmi,Harry?”
Lo sguardo più sincero di tutti,le parole più giuste di sempre.

 
 
Harry si guardò allo specchio.
‘Errore’.
Tutto ciò che riusciva a sentire era questa vocina nella sua testa che gli ripeteva in continuazione quella parola.
Quella vocina era l’unica ad essere rimasta,pensò Harry.
 
 
“Lou,ci pensi che tra due settimane saremo sposati?” Esclamò euforico Harry.
“Haz,pensa a guidare.” Lo prese in giro il maggiore,per poi stringergli la mano,facendogli sentire tutto l’amore che sentiva per lui,attraverso un semplice contatto.
“Harry,attento! Rallenta!” Louis urlò nel vedere un camion sbucare improvvisamente davanti a loro.
Sarà stata questione di attimi,di minuti,Harry non sa dirlo con certezza.
L’ultima cosa che Harry vide fu il volto spaventato di Louis.
Poi il buio.
 “Mi dispiace,signor Styles,ma per il suo amico non c’è stato nulla da fare. Era già morto quando abbiamo tentato di operarlo.” Fu questo ciò che un medico dell’ospedale disse ad Harry.
“Stretto tra le mani aveva questo.” Aggiunse infine,porgendogli un anello.
Ed Harry sentì ogni parte del su corpo rompersi,disintegrarsi in tanti piccoli pezzi.
E il cuore di Harry si frantumò.
 

 
Harry aprì l’ultimo cassetto dell’armadio,per poi trovarlo.
L’unica cosa di lui che aveva.
L’unica cosa che gli ricordava che ogni cosa vissuta non era stata solo un sogno,o un incubo.
Andò davanti allo specchio,e allora lo vide.
Bello,bello come il sole,che gli porgeva la mano.
Harry sentiva ormai l’anello che stringeva tra le mani bruciargli la pelle.
Lo lasciò cadere sul pavimento.
Un tonfo,o almeno ad Harry parve così.
E allora si lasciò andare anche lui.
La casa di Harry era dove stava Louis.
Guardò nuovamente lo specchio per poi frantumarlo,come aveva fatto con il precedente,esattamente novantasei ore fa.
Vide l’immagine di Louis sparire,ed Harry con essa.
 
 
24/12/2013
HAZ E LOU.
 
E’ questa l’unica scritta,testimone unica del loro amore.




Salve a tutti quelli che sono arrivati fino alla fine di questa OS.
Non so da dove mi sia uscita,sul serio.
Oggi guardavo video Larry ed eccomi qui.
Sì,lo ammetto,è davvero triste,ma mi piace questo genere di storia.
Sono masochista,I know.
No,apparte tutto credo che l'ispirazione più grande me l'abbia data la mia ragazza,anche se lei non penso lo sappia.

Alla prossima,Erica.

 
  
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