La coscienza di Zayn.
Ringrazio Giada,
colei che mi ha
suggerito il titolo, nato per scherzo. L’ispirazione che ne
è conseguita è
stata immediata come un lampo.
A Zayn non piaceva
l’aria notturna di Londra. Odiava i finti borghesi
che si riversavano nelle strade fuori da quei ridicoli pub dalle
insegne intermittenti
al neon. Per uno come lui, nato e allevato da una famiglia di alto ceto
sociale
ben diversa dalla marmaglia dei bassifondi, uscire la sera era un
privilegio. Quando
non era impegnato tra mostre noiosissime di vecchi cimeli nobiliari e
cene
lussuose e scoccianti di beneficenza, Zayn Malik tirava fuori i suoi
gemelli
dalla scatola di velluto blu Bulgari e decideva che era ora di uscire a
farsi
ammirare. Il suo fisico slanciato e la sua aria di indifferenza pura lo
avevano
sempre favorito con l’altro sesso; poteva anche contare su un
volto dai
lineamenti perfettamente simmetrici e una voce seducente, senza
dimenticare i
suoi capelli neri come la pece. Molte erano coloro che volevano
accaparrarsi
Zayn per la vita e liberarsene al momento opportuno, continuando la
loro vita
da cacciatrici di dote come vedove allegre. Tuttavia, lui era
conosciuto per
essere uno scapolo irraggiungibile e un incallito frequentatore di
locali alla
moda. Per Zayn poter uscire era molto raro, dato che doveva sottostare
alle
regole che l’etichetta imponeva, perciò quelle
poche ore d’aria che gli
venivano concesse dovevano essere sfruttate al massimo. Le serate che
trascorreva
nei night londinesi con gente del suo livello erano sempre divertenti:
bicchieri di whisky a volontà, seguiti da sigarette e sigari
di alta qualità e
musica di classe da piano bar. Quello che agli occhi della gente
sembrava un giovane
riccone viziato e problematico, in realtà i problemi li
aveva davvero. Lo
scheletro che Zayn nascondeva nell’armadio da lungo tempo,
quello che nessuno
poteva immaginare si celasse dietro un giovane ereditiere annoiato e
cinico era
terrificante. Ed eccolo lì. Il suo tormento. Quello che
faceva ritorno non
appena Zayn si ritrovava a pensare, quando rientrava a casa di ritorno
da una
delle sue solite serate. Si sentiva uno schifo, una cattiva persona,
perché
mentre si divertiva e usciva fuori dai binari, c’era una
persona che aspettava
una sua chiamata, un suo messaggio, un suo segnale. Liam Payne, quello
era il
suo nome. Degli occhi scuri e profondi e dei capelli color miele. Zayn
sorrideva ogni volta che pensava a come si erano conosciuti. Lui era
stato
invitato a una mostra d’arte contemporanea e mentre cercava
di capire qualcosa
dell’opuscolo che aveva in mano, questo giovane bel ragazzo
lo urtò
inavvertitamente. Quando Zayn ebbe alzato lo sguardo dal foglio ed
incontrò lo
sguardo quasi spaventato di Liam, avvertì qualcosa. Come un
caldo improvviso,
una sensazione nuova e inspiegabile, qualcosa che non aveva neanche
lontanamente immaginato di poter provare. In quel momento Zayn ne ebbe
la
certezza: si era innamorato. All’istante e follemente. Quel
giorno stesso
accompagnò lo studente a bere qualcosa. Zayn
adorò ogni istante trascorso con
Liam, mentre sorrideva istintivamente di fronte al suo imbarazzo e ai
suoi
movimenti goffi e impacciati. La prima volta che fecero
l’amore fu qualcosa di
veramente inaspettato. Tuttavia i due non potevano urlare apertamente
l’amore
che provavano l’uno per l’altro, ai loro tempi
l’omosessualità era ancora un
tabù. Tutta questa situazione non fece che rendere Zayn
ancora più instabile:
cominciò a fare uso di alcolici pesanti e addirittura di
droghe, era solito
tornare a casa più fatto del solito ogni sera che passava.
Cominciò a
frequentare gente poco raccomandabile e a mettere da parte Liam.
Conobbe Harry Styles,
quattro anni meno di lui ma altrettanto sballato. Lui era entrato nella
vita di
Zayn come un fulmine a ciel sereno e tra i due l’attrazione
fu fatale. Al loro
primo incontro Zayn era rimasto totalmente incantato dagli occhi furbi
e
smeraldini e dai riccioli castani del ragazzino. Sapeva che il suo
comportamento era totalmente immorale e sbagliato, sia a causa della
differenza
d’età tra i due sia nei confronti di Liam, ma non
riuscì a resistere alle
avances del riccio. La sua prima volta con Harry era stata
completamente
diversa da quella con Liam: Harry si era dimostrato pericolosamente
eccitante e
addirittura aggressivo, non come Zayn se l’era immaginato. E
ora si ritrovava
tra due fuochi, incapace di sceglierne uno. Se per Liam ciò
che provava era
amore, per Harry era un senso di appartenenza, un legame che non
riusciva a
spezzare. Zayn era combattuto, pentito, si sentiva colpevole di aver
tradito la
fiducia di Liam. Aveva provato tante volte a lasciare Harry, ma era
più forte
di lui, non riusciva a separarsene, a farne a meno. L’unica
cosa che lo
sollevava – seppur di poco – era il fatto che Liam
e Harry non si conoscevano.
L’uno non sapeva dell’altro e perciò
Zayn non temeva di essere scoperto. Lui
sapeva di sbagliare, era pienamente consapevole di comportarsi male, ma
non
faceva nulla per cambiare, semplicemente non ne era capace. Zayn aveva
bisogno
di aiuto. Aveva frequentato per mesi una psicologa, una donna, sicuro
così che
non si sarebbe interessato anche a lei. Non era stato facile per lui
doversi
recare quasi ogni giorno nello studio di un medico, non gli piaceva
l’idea di
essere considerato un paziente malato e afflitto da chissà
quale strana e
pericolosa malattia mentale. Lui non era un pazzo, aveva soltanto
bisogno di
qualcuno di neutrale che lo ascoltasse, di qualcuno che gli desse dei
consigli
spassionatamente e che lo aiutasse ad affrontare un momento
così difficile.
Ogni volta che Zayn si ritrovava da solo a casa, sapeva che doveva
riallacciare
i rapporti con Liam. Era da tanto che i due non si sentivano e ogni
giorno che
passava era sempre più pesante e triste del precedente. A
Zayn mancava sfiorare
le labbra di Liam e riempirle di baci, stringere le sue mani e
accarezzargli il
petto, dormire tra le sue braccia consapevole che al suo risveglio non
si
sarebbe trovato da solo. Ma quando Zayn ebbe incontrato Liam dopo tanto
tempo,
notò che era cambiato, non era lo stesso Liam di cui si era
innamorato. Lui,
semplicemente, non lo amava più. Liam aveva deciso di porre
fine a una
relazione instabile e tormentata e fu così che Zayn si
sentì morire. Si
maledisse infinite volte per averlo tradito, per essere stato
così stupido e
menefreghista. Fu allora che Zayn prese una decisione. Si
sparò un colpo alla
tempia, il dito tremolante sul grilletto della pistola e le lacrime che
scendevano giù a fiotti. Al suo funerale non c’era
nessuno. Soltanto un ragazzo
dagli occhi castani e i capelli color miele e un altro dai ricci scuri
e gli
occhi verdi. Seppur diversi sotto ogni punto di vista, i due avevano
qualcosa
in comune. Gli occhi straziati dalle lacrime e il cuore traboccante di
amore
per qualcuno che se n’era andato troppo presto.
Ringrazio
chi ha
letto questa os, nata per sbaglio. Mi piacerebbe ricevere una vostra
recensione, ditemi se ciò che avete letto vi è
piaciuto oppure no.
Che
ne dite di
passare dall’altra mia storia, Something
invisible called loneliness,
quella principale?
Potete
seguirmi o contattarmi su Twitter, sono @haroldswatch.