Film > Coraline e la Porta Magica
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Autore: alix katlice    27/10/2013    3 recensioni
Sono passati anni dalle vicende narrate in "Coraline".
Una nuova famiglia si è trasferita a Pink Palace.
Riusciranno a non cadere nella tela del ragno? Riusciranno ad uscirci?
*Tematiche delicate*
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altra Madre, Gatto, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Tredicesimo Capitolo.
Dove ci si prepara.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

- Nathan?
Alexa non urlava.
Guardava il corpo del ragazzo steso a terra, il volto contro il pavimento: i capelli blu sembravano impiastricciati di sangue e sudore, i vestiti erano strappati, c’era ancora sangue per terra.
C’era tanto  sangue per terra.
Si inginocchiò accanto a lui, continuando a mormorare il suo nome, come se non fosse cosciente del fatto che non fosse sola.
Sentì dei ticchettii di piedi sul pavimento, e fu certa che provenissero dall’Altro Mondo.
- Chiudete la porta – sussurrò, e subito una figura dietro di lei eseguì l’ordine, anche se non capì chi fosse –era concentrata su altro-.
Sfiorò con la punta delle dita la schiena del ragazzo, i punti in cui i vestiti non c’erano.
Osservò il suo petto alzarsi e abbassarsi…
Alzarsi e abbassarsi?
Era vivo.
 
***
 
La giornata era passata senza intoppi: Coraline e Wybie si erano occupati di curare Nathan, mentre Julia aveva passato il resto del tempo abbracciata a Alexa, cercando di tranquillizzarla accarezzandole dolcemente la testa.
- Mamma, stiamo perdendo tempo.
Julia la guardò in viso, cercando di capire se sua figlia stesse sragionando.
Giunse alla conclusione che non era così.
- Che vuoi dire, Alexa?
- Voglio dire che Avrile è dall’altra parte mentre noi siamo qui, a non fare niente.
- Tesoro, stiamo solamente aspettando che Nathan si riprendi, per poi decidere cosa fare.
Alexa sbuffò, allontanandosi dalla donna.
- Se Avrile è tenuta prigioniera dove lo ero io –un brivido le corse lungo la schiena- non è per niente una buona cosa.
Improvvisamente, la porta si aprì.
Entrarono Nathan, Coraline e Wybie, e prima che potessero dire qualsiasi cosa, Alexa gli era corsa incontro e aveva abbracciato il ragazzo.
- Ale, stai stringendo troppo.
- Scusa.
La ragazza si staccò da lui, per sondarlo visivamente, per vedere la sua condizione fisica.
Era pieno di cerotti e bende, persino in faccia, ma tutto sommato non era così grave come le era sembrato quando aveva visto il sangue per terra.
Gli sorrise, e si sedettero sul divano.
 
***
 
- Come facciamo a tirare fuori Avrile ad lì, e ad uccidere l’Altra Madre?
Alexa fu la prima a parlare, gli occhi di tutti puntati su di lei. Non aveva nessuna voglia di tornare nell’Altro Mondo, soprattutto perché non sapeva ancora come Nathan si fosse ridotto così, praticamente in punto di morte, ma dovevano salvare Avrile.
E, a saperla da sola, nelle grinfie dell’Altra Madre, stava lentamente impazzendo.
Si guardò intorno, gli adulti e Nathan che continuavano a guardarla senza parlare.
Da Nathan se lo aspettava, nelle ultime ore era stato praticamente sul filo tra vita e morte… ma dagli altri? Dagli adulti? Non avrebbero dovuto trovare loro una situazione?
Non è questo che fanno i genitori?
- Non lo sappiamo.
- Cercate una soluzione, allora. Mia sorella è lì dentro, da sola, con l’Altra Madre e…
- Aspetta, cosa cosa cosa? Cosa stai dicendo, Alexa? Avrile è stata rapita? – chiese Julia, in volto un’espressione confusa.
Alexa la guardò, e iniziò a ridere, pensando fosse uno scherzo: smise immediatamente, constatando che non lo era.
- Non le avete detto niente? – mormorò, rivolgendosi a Coraline e Wybie che erano rimasti in silenzio da quando erano entrati nel salotto.
Coraline scosse la testa.
- Non le avete detto niente? – ripeté Alexa, gli occhi sgranati e il tono di voce più alto.
- Non ci posso credere! – esclamò, alzandosi in piedi e dando per sbaglio una botta a Nathan.
- Ahi…
- Scusa, Nate. Non ci posso credere! Mia sorella ed io siamo state rapite da una megera che attira i bambini nel suo mondo per mangiarseli, e mia madre credeva che fossimo semplicemente scomparse? – gridò questa volta, gesticolando rivolta verso Coraline e Wybie.
- Scusa, come? Alexa, ti senti bene? Stai farneticando!
- NO! Non mi sento bene! Perché qui si parla di cose serie, non di semplici scappatelle da ragazzini cazzo!
- Modera il linguaggio, Alexa!
- NO! Non me ne frega un cazzo, in questa casa gli adulti si comportano da ragazzini, e siamo noi quelli che ne soffrono! Ma andatevene tutti a quel paese! – gridò, per l’ultima volta.
Poi si diresse correndo verso le scale, precipitandosi velocemente al piano superiore e buttandosi sul suo letto, mentre lacrime dispettose cominciavano a voler bagnare le sue guance.
Il salotto fu invaso dal silenzio, Coraline e Wybie che si guardavano colpevoli, e Julia, Jack e Roberta che si scambiavano sguardi silenziosi, chiedendosi cosa fosse appena accaduto.
Nathan si schiarì la voce.
- Vado da Alexa.
 
***
 
- E questo è tutto quello che dovete sapere.
Coraline spiegò tutto in meno di una decina di minuti.
Orrori, amore, scelte sbagliate, bambini abbandonati…
Tutto questo in dieci miseri minuti.
Julia continuava a fissare il pavimento, non del tutto certa di aver capito bene il discorso: stava iniziando ad accettare quelle che, in un primo momento, le erano sembrate delle favole per bambini, e questo era già tanto per lei.
Non si accorse del gesto d’intesa che si scambiarono Jack e Roberta.
- Noi andiamo.
Spostò lo sguardo su Jack, il quale aveva appena parlato, e non fu sorpresa di quella scelta.
L’aveva sempre saputo che era un vigliacco.
- Cosa? – chiese Coraline, che non conosceva l’uomo.
- Io e il mio uomo ce ne andiamo. Non vogliamo immetterci in questa faccenda – disse Roberta, prendendo a braccetto Jack e dirigendosi verso la porta.
Sentirono il rumore di ques’ultima sbattere, e furono sicuri del fatto che li avessero davvero abbandonati.
- Ed ora cosa facciamo?
 
***
 
- Beldam.
Alexa sussurrò quell’unica parola, gli occhi sgranati a fissare lo schermo del computer.
- L’Alta Madre è una Beldam – ripeté, così da essere sicura che Nathan fosse riuscito a sentire.
- Una cosa?
- Una Beldam. Una strega.
Lo guardò, certa che non avesse capito.
- E sai come si uccidono le streghe? – continuò, sentendo il silenzio dietro di sé.
- Bruciandole.

 
 
 
  
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