Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: Im_Not_Okay    27/10/2013    4 recensioni
E se Frank avesse fatto qualcosa di estremamente sbagliato?
E se Gerard lo stesse coprendo a suo rischio e pericolo?
E se due amici che hanno sempre avuto qualcosa di speciale si ritrovassero ancora più uniti?
Dal primo capitolo: Non sapeva cosa fare, per la prima volta nella sua vita Gerard Arthur Way non aveva la minima idea di come uscire da un casino.
Per quanto si possa essere grandi ci sarà sempre qualcosa di più grande che non sapremo come affrontare.

______________________
Detto ciò... il rating è arancione, ma visto che sono quasi sicura che metterò scene rosse boh, devo decidere se lo cambierò o meno, ecco...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! So ché l'ultima volta vi ho lasciato in sospeso ma adesso mi sdebito per bene ;D
Premetto che quando ho scritto lo scorso capitolo non sapevo cosa scrivere in questo... ammetto che ero un po' spavenata e molto confusa perché non sapevo decidere come proseguire (avevo troppe idee e non riuscivo a scegliere ><) ma poi ho riletto il capitolo e ho deciso per quella che mi sembrava migliore, ecco...
Spero che possa andare anche per voiiii!!! 

Ringrazio:


__Anonymous, LadyDaredevil e Menschen che hanno recensito lo scorso capitolo.
TheScarecrow che ricorda.
Menschen, Moiki_Gerood e  __Anonymous che preferiscono queste storia.
Aino, B l u e, beatenordamned_, LadyDaredevil, Originofmuse e Sunset_Lily che la seguono
An Idea can not die, Billie_LoveLove, Green_Romance, LadyDaredevil, Menschen, Originofmuse, Sambora_, VivaLaGloria_00, xSullivan e __Anonymous che preferiscono ME come autrice *piange*
E ringrazio anche chi fa un saltino e legge, anche solo per noia, tanto le ho viste le traccie del vostro passaggio ^^


Ma, questo capitolo è tutto dedicato ad una ragazza stupenda che conosco da pochi giorni ma che è praticamente il mio clone e/o gemella separata da me alla nascita u.u 
Quindi il capitolo va alla mia
Ness che non vedeva l'ora di leggelo ^^ ti adoro :)


I hope you like it! :P


 
Skyline - Now we're alone














...ve you!




- ...mo.

Era sempre così dolce Frank. E un po' infantile. E Gerard lo adorava quando faceva così perché gli ricordava tanto un cucciolo bisognoso di coccole e biscotti. E in effetti forse un po' lo era e la cosa straordinaria era che riusciva a mantenere la sua aria da micetto innocente e indifeso anche dopo aver appena confessato uno stupro. 
Gerard ridacchiò, intenerito e gli lasciò un bacetto sulla fronte. Dubitava che un bambino di cinque anni fosse in grado di risultare più tenero, primo perché praticamente tutti i bambini di cinque anni sono pesti e secondo perché parliamoci chiaro, aveva di fronte Frank Iero

- Anche io ti amo, Frankie. - sussurrò Gerard stringendo un po' di più il ragazzo a sé e facendo scorrere lentamente le dita sui suoi capelli - Se no perché ti starei coprendo in questo fottuto casino? - ridacchiò ripensando a tutte le volte che aiutando quel piccolo impiastro si era messo nei guai . Eppure non aveva rimpianto nemmeno una di quelle volte - Ti voglio così tanto bene che nemmeno te lo immagini. - ed era vero. Ogni singola parola era vera. Voleva bene a quella piccola canaglia più che a se stesso e si sarebbe impiccato per lui, avrebbe dato la vita solo per essere certo che fosse al sicuro. Sperava che Frank se ne rendesse conto, sperava che sapesse quanto Gerard ci teneva a lui. 
Frank era la persona a cui era più legato emotivamente dopo suo fratello, questo perché semplicemente era come lui. Forse addirittura erano troppo simili. E non è da intendere che si assomigliassero solo come gusti in fatto di musica, di interessi generali e delle solite cose che si elencano sotto la voce "somiglianze". Per loro due era una cosa assolutamente diversa. Loro principalmente reagivano allo stesso modo nelle medesime situazioni e questa era una cosa molto più rara dell'avere entrambi la stessa canzone preferita.

Puntò di nuovo gli occhi sul ragazzino che aveva fra le braccia, quel ragazzino che fino a qualche anno prima era un marmocchio che saltellava da una parte all'altra della città perché non aveva altro da fare, quel marmocchio che quel giorno lo aveva buttato giù alle sette del mattino per confessargli quella cosa orribile. 
Però gli occhi di Frank avevano perso del tutto la luce che avevano quando aveva sussurrato quel "ti amo", ora sembrava sull'orlo delle lacrime, lucidi e arrossati. 

- Gee... - soffiò fra le labbra, tirando su con il naso - Non ha davvero capito? 

No, non aveva affatto capito, a dire la verità. Era confuso, non capiva cosa fosse preso a Frank tutto d'un tratto. Insomma, che aveva detto di sbagliato? 
Gli aveva detto che gli voleva un bene dell'anima, che gliene avrebbe sempre voluto, gli aveva addirittura detto che lo amava, che lo amava come amava suo fratello, come amava la sua famiglia... aveva forse fatto qualche errore? Ma non gli sembrava...
Frank si scostò un poco, sciogliendo l'intreccio dei loro corpi e sistemandosi dal lato opposto del letto a gambe incorciate. Gerard, in quel momento, per la prima volta nella sua vita, non aveva la minima idea di cosa gli passasse per la testa. Zero assoluto. 

- Frankie... cosa c'è che non va? - chiese titubante, cercando di abbracciarlo di nuovo ma fallendo perché l'altro si spostò ancora, alzandosi persino in piedi e iniziando a camminare nervosamente per la stanza. Quel gesto lo ferì abbastanza: Frank non si era MAI sottratto al suo tocco, mai, nemmeno quando era di pessimo umore e non voleva vedere nessuno, nemmeno quella volta che avevano litigato e Gerard stava cercando la riappacificazione. Gerard era sempre l'eccezione alla regola, era sempre il puntino rosso che si distingueva da quella massa nera che era il mondo. 

- Gerard... - sussurrò il più piccolo in tono mortificato, come se si fosse appena accorto di aver sbagliato atteggiamento, riavvicinandosi di qualche spanna, arrivando a sedersi a circa un metro dal moro. Gerard intanto cercava di guardarlo negli occhi. Gli occhi erano lo specchio dell'anima, soprattutto per Frank. Gli occhi di Frank erano stupendi, due pozze verdi che prendevano una tonalità nocciola attorno alla pupilla e lui avrebbe preferito vederli in quel momento, ma il ragazzino continuava a rifuggire il suo sguardo - Gerard... - ripetè. Poi abbassò lo sguardo e si ritrasse, stringendosi le braccia al petto - Lascia perdere, non-non è importante. - terminò. 

Gerard lo guardò, confusissimo e con nessuna intenzione di "lasciar perdere". 
Quello che gli era successo doveva avergli decisamente fottuto il cervello. Non lo riconosceva più, quello non era Frank, il ragazzo con cui aveva fatto le cazzate più divertenti della sua vita, il ragazzo che doveva coprire ogni volta perché prendeva dei brutti voti o delle note comportamentali, non era il ragazzo ribelle e con il corpo pieno di dinamite che amava alla follia fare il bastian contrario con tutti. Il ragazzo che con lui on aveva segreti.  Come aveva potuto pensare che Gerard avrebbe lasciato perdere? Non lo conosceva abbastanza da sapere che una volta innescata la sua curiosità non ci si poteva liberare di lui fino alla fine dei tempi, a meno che non si confessasse? 
Ma probabilmente Frank aveva smesso di essere quel ragazzino quando Gerard lo aveva abbandonato per andare all'università. E quest'ultimo lo aveva appena realizzato. E il senso di colpa iniziava a bruciargli forte nel fegato e lo tormentava. Come sarebbe sopravvissuto a tutto quello?
Gee iniziò a mangiucchiarsi il labbro inferiore - dico "mangiucchiare" perché dire "mordicchiare" sarebbe riduttivo; si stava davvero strappando pezzetti, anche se minuscoli, di pelle. Era nervoso, proprio perché conosceva Frank dieci volte meglio di se stesso. E in quel momento era più indeciso che mai sul come agire. 
Insomma, Frank era quindici volte più complicato e incomprensibile di una ragazza media nel suo periodo no del mese e Gerard in quel momento si stava facendo venire mal di testa perché non sapeva decidersi; non sapeva se Frank si trovasse in uno dei suoi momenti chiedimelo-di-nuovo-e-ti-metto-arsenico-nella-coca-cola oppure in un momento ti-prego-chiedimelo-perché-sono-solo-un-cucciolo-bisognoso-di-coccole-e-attenzioni. 
Quel ragazzo era un fottuto complessato, per Dio! 

Per fortuna c'era una molla nella mente di Gerard che si azionava ogni volta che si trovavano in una situazione del genere, una molla che gli impediva di passare le successive due ore a bruciarsi i neuroni tentando di prendere una decisione: la curiosità. Era un fottuto salvagente in mezzo al mare. 
Gerard era un fottuto curioso che non riusciva a farsi i cazzi suoi nemmeno sotto minaccia di morte e/o bombe a fusione nucleare pronte a cadergli su quella sua testaccia dura. Ma ehi, era un ariete, era una cosa normale!
E anche quella volta la sua curiosità vinse. 

- Frank, su... dimmelo, dai. - provò a insistere, non troppo convinto di quello che faceva. 

- No, no, non è importante, sul serio... - era stato fortunato. Molto, molto fortunato. Grazie a Dio era in uno dei suoi momenti sono-tanto-dolce-e-carino-e-voglio-che-mi-caghi-e-che-ti-preoccupi-per-me. 

- Non mi interessa. - affermò, sicuro - qualsiasi cosa sia, puoi dirmela, davvero. - sussurrò poi compiendo qualche movimento che lo avvicinasse al suo corpo che emanava sempre quel calore tenue e rilassante che gli liberava la mente dai pensieri cupi che spesso gli invadevano senza permesso il cervello - Qualsiasi cosa...

****

Frank non sapeva davvero cosa fare. 

La mente gli era andata in bianco, la vicinanza di Gerard, che gli si era accostato per l'ennesima volta, senza demordere dopo il suo primo rifiuto, lo influenzava troppo. 
Forse avrebbe dovuto restarsene in piedi a fissare la parete. 
Forse avrebbe dovuto restarsene zitto fin da subito.
Forse avrebbe dovuto restarsene a casa quel pomeriggio.
Forse avrebbe dovuto restarsene fuori dalla vita di Gerard. 

Stava stringendo talmente forte le dita sulla pelle delle braccia che quest'ultima si stava arrossando mentre le nocche sbiancavano sembre di più. Sul serio, non era in grado di pensare a nulla di coerente. 
Nel frattempo il moro si stava facendo sempre più vicino, ma ancora non lo stava toccando. Grazie a Dio. 
Prese un respiro profondo.

- No. - rispose, secco. 

- Frank, ti prego...

- Ho detto di no. - lo interruppe. 

- Perché?

- Perché non voglio dirtelo, Gerard.  - ma davvero era così stupido da non capire?! 

- Dimmelo, so che invece vorresti. - certo, certo che voleva dirglielo! Ma non poteva. Non poteva perché semplicemente non era il momento giusto, l'atmosfera si era rovinata e poi aveva una fottuta paura anche se non sapeva proprio il motivo. 

- Non è vero. - affermò, non riuscendo comunque a nascondere il tremito involontario nella voce - Gee, non...

- Sssh. Dillo. 

- Non posso, cazzo! - la pressione aveva un brutto effetto su Frank. La pressione gli faceva dire e fare stronzate, lo condizionava. Non era più se stesso quando era sotto pressione. E la pressione che gli stava facendo Gerard gli era tutt'altro che indifferente. Quel bastardo.

- Allora fammelo capire in qualche modo! - Frank non sapeva il perché di quella frase. Insomma, qualunque persona normale avrebbe interpretato quel "non posso dirtelo" con un "tu non lo puoi sapere"... Gerard no. Ma che cazzo. 
Ma Frank in quel momento sentiva i nervi a fior di pelle, era nervoso come non mai e voleva solo mettersi a dormire ma non poteva. Gli pulsavano le tempie e non sapeva cosa dire o fare per dissuaderlo dal continuare a porgli domande a cui non poteva rispondere e a dirgli di fare cose di cui poi si sarebbe amaramente pentito. 
Ridacchiò istericamente. 

- Gee, dubito che tu voglia saperlo, okay? Lasciami in pace. 

- A me puoi dire tutto e...

- Non questo, okay? Questo non posso dirtelo! - irruppe. 

- Non ti fidi?

- Non voglio rovinare le cose fra noi, Gerard!

- Se non le hai rovinate raccontandomi dello stupro non so in che altro modo tu possa farlo!

- Non capisci. 

- No, Frank, no che non capisco! Come posso capire se non mi spieghi?

- Mi sembra ovvio!

- Dimmelo. 

Quello suonava tanto come un ordine. E a Frank gli ordini facevano venire l'urticaria. 
Si morse il labbro a sangue, poi piantò finalmente lo sguardo in quello verde ialino di Gerard, sfruttando al massimo quel briciolo di coraggio che gli era rimasto in corpo. Anzi, no, non era coraggio. Era quell'ultimo sprizzo di follia che gli faceva fare un sacco di cazzate. 

- Okay. - appunto. Sapeva di essersi appena scavato la fossa, ma non aveva la minima idea di come evitare di dire stronzate quando oltre a essere teso era anche nervosissimo, al limite di un tic all'occhio.

Vide gli occhi del moro spalancarsi, mettendo in risalto il verde ialino delle sue iridi luminose e un sorriso soddisfatto stamparglisi sulle labbra sottili. Dal canto suo Frank non aveva battuto ciglio. Era in quei momenti che la sua parte più instupidita dal restare sempre segregata in un angolo oscuro della sua mente, nel tentativo di non perdere il controllo di essa, usciva e prendeva il controllo. Ma a volte anche la cella granitica in cui era rinchiusa cedeva. Ecco, quella era una di quelle volte. 

Era piuttosto strano come Frank cambiasse quando agiva seguendo quella parte di sé che era così bravo a nascondere, quella impulsiva, quella scellerata, quella che prima gli faceva fare qualcosa e solo poi lo faceva fermare a pensare se avesse fatto un casino o meno. Quella che aveva soppresso da quando aveva capito cosa sentisse realmente nei confronti di Gerard. 

- Davvero? - quest'ultimo non nascose il suo stupore. Probabilmente pensava di dover combattere di più. 

Quella piccola parte di Frank che ancora era in grado di ragionare e formulare pensieri coerenti gli urlava di correre fuori da quella stanza, di fingere di svenire, di fare qualsiasi cosa che avrebbe potuto tirarlo fuori da quella situazione merdosa. 
Ma nulla, la parte cretina dominava la situazione. 

- Sì, davvero. - in ogni caso era titubante. 

Era comunque una confessione grossa, no? Doveva rifletterci un secondo, trovare comunque le parole giuste per dirlo, formulare una frase che stesse in piedi, fare un discorso sensato, insomma. 
Si morse il labbro e sospirò. Ripetergli quel "Ti amo" non avrebbe avuto senso. La sua unica possibilità sarebbe stata fare dei giri di parole più o meno comprensibili fino ad arrivare al punto. Però non era molto bravo con i discorsi lunghi e aveva il terrore di inciampare a metà frase. O di dire qualche stronzata. O di fare scena muta perché non trovava le parole. 
Gli serviva decisamente un piano di azione. 
Avrebbe potuto iniziare con il dirgli che era un sacco di tempo che sentiva quelle cose ma che si era tenuto sempre tutto dentro per paura di rovinare la loro amicizia, avrebbe potuto dire che... che cosa? Cazzo, non immaginava che fare una dichiarazione fosse così fottutamente impossibile!
L'importante era mantenere la calma, non poteva mandate tutto a puttane per un cazzo di impulso. La calma era la chiave di tutto, la chiave per tenere la mente lucida e impedirle di andare in bianco, la chiave per non cedere alla pressione e fare qualche stronzata, la chiave per...

- Allora Frankie? Non me lo dici? - pronunciò facendogli il labbruccio. 

E Frank non resistette. 

In una frazione di secondo, prima ancora che il moro potesse vederlo cambiare espressione, Frank gli fu addosso. 
Caddero sul letto, uno sopra l'altro, con Frank che senza rendersene conto aveva iniziato a strusciare la punta del naso sul suo collo, sulle guancie e sulle tempie. 

- Frank, cosa... - biascicò Gerard, confuso. 

- Taci, cazzo! - ringhiò l'altro, chiudendogli la bocca con una mano mentre con l'altra si sosteneva - Sta' zitto un fottuto secondo. - soffiò. E Gerard non provò nemmeno a divincolarsi. Si fidava così tanto?

Poi spostò in velocità la mano e, prima che il più grande potesse dire qualunque cosa, si fiondò sulle sue labbra appena dischiuse, aderendo ad esse e soffocandogli nella gola ogni tipo di suono che avrebbe potuto fuoriuscirne. Il sapore di Gerard era avvolgente, caldo e indescrivibile quanto il suo profumo. 
Frank chiuse gli occhi e lappò un paio di volte quelle labbra color ciliega così fottutamente eccitanti e sentì i jeans
diventargli più stretti al livello del cavallo, fino a fargli raggiungere un livello di costrizione allarmante. 

- Gee... - affannò, scollandosi un momento per riprendere fiato ma riattaccandosi subito o almeno, abbastanza presto perché il moro non potesse fiatare. 

Non resistette un attimo in più e gli aprì con forza le labbra, ignorando la volontà dell'altro e andando ad intrecciare la lingua con quella di Gerard, che in quel momento era inerte e inerme. Ci strusciò sopra la sua, portando in fretta una mano sul suo fianco e l'altra sulla sua guancia, trattenendolo. Sentiva i palmi del ragazzo posati sul suo petto, che non lo trattenevano e non lo respingevano, ne percepiva il calore altrettanto inerte e inerme.
 
Gerard sostanzialmente lo stava lasciando fare senza muovere un muscolo, ma non sapeva se bisognava interpretare la cosa come un segno positivo. Poteva semplicemente essere sotto shock, dopotutto...
Frank voleva continuare, ma qualcosa nel suo cervello, qualcosa di sano per fortuna, si svegliò, suggerendogli di darsi una calmata prima di arrivare a fare qualcosa di troppo
Così si allontanò di qualche centimetro ed aprì gli occhi, intimorito da ciò che avrebbe potuto vedere.

Di fronte a se trovò solo due iridi liquide e spaventate, confuse e inquiete che lo fissavano. Gli occhi sgranati di Gerard gli fecero scattare un allarme in testa. 
Cosa cazzo aveva fatto?!

Era stato uno stupido, un grandissimo coglione. 
Iniziava a sentire gli occhi pungergli e bruciargli e un grosso nodo chiudergli la gola e lo stomaco. Nonostante tutto non riusciva a muoversi. Nonostante tutto non  poteva muoversi. Se lo avesse fatto, se in quel momento si fosse alzato e fosse scappato da quella stanza piangendo, come dopotutto voleva fare, avrebbe definitivamente perso Gerard. E non voleva. 
Doveva scusarsi, Gee doveva vedere che Frank sapeva di aver sbagliato, sapeva che aveva fatto una stronzata e che non sarebbe successo di nuovo. Anche se lui aveva seri dubbi su questo. Certo, avrebbe fatto di tutto per evitarlo, si sarebbe trattenuto fino allo stremo, avrebbe sopportato di tutto, ma non avrebbe mai potuto dimenticarsi del suo sapore. E cazzo, quello era un grosso problema. 

Era diventata una fottuta dipendenza, esattamente come lo era la nicotina, la droga, l'odore di Gerard e la sua sola presenza in giro per casa... la sua sola presenza nel mondo. 
Era come chiedere ad un alcolista convinto di smettere di bere di punto in bianco. O chiedere ad un eroinomane di non drogarsi più, ad un fumatore incallito di dire basta alle sigarette, come dire ad un malato che non poteva più ricevere le sue cure. 
Per Frank perdere Gerard voleva dire impazzire. 

Sapeva che quello che stava per fare avrebbe solo peggiorato la situazione, che dopo avrebbe avuto qualcosa in più da spiegare, qualcosa in più su cui mentire, sapeva che poi la situazione sarebbe peggiorata in tutti i sensi, ma non poteva farne a meno. Era un fottuto egoista e non poteva evitare di farlo.
Così posò di nuovo  le labbra su quelle del moro, dolcemente, innocentemente, strappandogli ancora un bacio e un altro e un altro ancora. Piccoli, teneri, nel tentativo di riparare a quella cazzata che era stata troppo violenta, come se volesse scusarsi, mentre in realtà sapeva di stare solo facendo altri danni. 
Ma non gli importava, cazzo se non gli importava. 

- Frank... - mormorò Gerard, la voce con una tonalità incredula e un timbro alto, gli occhi ancora aperti e sorpresi, i palmi ancora immobili e abbandonati sul suo petto.

- Gee, zitto, ti prego... non-non dire niente - singhiozzò distrutto Frank, lasciando finalmente che delle goccie salate cadessero, rigando le guance di entrambi. 

Non voleva perderlo, non voleva! Non per una cazzata, non per un fottuto sbaglio - dio, di sbagli ne aveva fatti così tanti! Perché proprio quello doveva rovinargli la vita?
Le labbra di Gerard erano soffici, sorprese e fottutamente inerti. Frank sapeva che non andava bene, non andava bene affatto, ma non poteva farci nulla. Se avesse smesso, se solo si fosse staccato e se ne fosse andato lo avrebbe perso per sempre. 
Fottuto egoismo. 

Non sapeva per quanto tutto quell'amplesso sarebbe potuto durare, se la cosa fosse dipesa da lui probabilmente per sempre, ma, come tutti i momenti in cui ci si concede qualcosa di troppo, le cose volgono sempre al peggio.
E proprio in quel momento, in quel momento capitò una cosa che anche un bambino avrebbe potuto prevedere, talmente banale ed ovvia da riuscire a passare in secondo piano. 

Ma quando Frank se ne accorse era tardi, troppo per poter rimediare. 

Tutto si svolse davvero molto velocemente.

- Cosa cazzo state facendo?!

- Mikey, noi...

- Oddio, la mamma lo sa?

- Miks, ti prego, noi...

-  Cazzo, ora vado a dirglielo!

La porta si richiuse con un tonfo forte. 

E il mondo gli cadde addosso. 

Al diavolo il suo egoismo, Frank scattò in piedi, allontanandosi di colpo da Gerard. 

Lo fissò per qualche istante, sentendosi tremendamente in colpa. Che stupido, idiota e coglione, non avrebbe potuto combinare di peggio. Ora Gee non ne avrebbe più voluto sapere di lui, non lo avrebbe più voluto vedere e ne avrebbe avute tutte le fottute ragioni di questo mondo. 
In quel momento tutto sarebbe andato perduto, tutti gli anni di amicizia, tutte le brutte cose che avevano superato insieme e tutte quelle belle di cui avevano goduto. Tutto. Tutto per una stronzata. 

Frank si appoggiò con la schiena alla parete opposta, il più dolorosamente lontano possibile dal moro e lo guardò alzarsi, sollevandosi con i gomiti. Un'espressione afflitta si fece largo sui suoi lineamenti dolci.
Era colpa sua, tutta colpa sua. Doveva pagare, doveva pagare il prezzo della sua azione avventata e lo avrebbe fatto senza tirarsi indietro. Se quello stava a significare che avrebbe dovuto dire definitivamente addio a Gerard lo avrebbe fatto. Avrebbe fatto anche quello. 

Soffocò il principio della crisi di pianto che stava per avere e prese un respiro profondo. 
Tremava convulsamente. 
Era tutto andato a puttane, tutto quello che aveva. O meglio, tutto quello che aveva di "sano". 
Doveva dire qualcosa, quel silenzio non faceva bene a nessuno. Doveva dire qualcosa e poi scappare, andarsene a casa e restarci. 

Lo sguardo smeraldo di Gerard era ancora confuso, un po' spaventato e mostrava tutto il disagio che provava in quel momento, gli occhi ancora sgranati e il respiro affannato per la mancanza di ossigeno, i capelli corvini e lunghi tutti attorcigliati. 
Era fottutamente stupendo. 
E la parte peggiore era che non poteva averlo. 

Si morse il labbro inferiore fino a sentire il sapore del sangue, che gli fece rivoltare lo stomaco già completamente vuoto. Cosa c'era di sbagliato in lui? 

- Gee, io... non  volevo, io... mi dispiace, cazzo, scusa! 

Aprì la porta e se la richiuse con forza alle spalle, lasciando che il suono potente coprisse i suoi singhiozzi rotti. Scese le scale correndo, setendosi sprofondare ad ogni passo, ad ogni scalino, sentendo già la mancanza del calore di quel corpo sul suo.
Non era mai stata una cosa positiva per lui dipendere così tanto da una singola persona, era un suicidio. Ma non gliene era mai importato. Si era sempre fidato ciecamente di Gerard e aveva fatto la cosa giusta. Aveva solo sbagliato a fidarsi di se stesso. 

Si catapultò fuori dalla casa, la vista offuscata dalle lacrime che gli rigavano le guance, i singhiozzi insistenti che gli squarciavano il petto e il respiro.
L'aria era fredda nonostante fosse estate, segno che a breve sarebbe scoppiato un temporale e il vento gli penetrò attraverso i vestiti, facendolo tremare ancora di più.

Casa sua distava cinque isolati da lì, così si mise a correre per arrivarci il prima possibile. Le sua gambe faticavano a reggere il suo peso, ma non gli importava, non gli importava, doveva solo continuare a correre. 

Era a metà strada quando iniziò a diluviare di punto in bianco. Aveva freddo, sonno, era stanco, stremato, aveva la nausea e non riusciva a stare in piedi. Malgrado tutto continuò ad andare avanti fino ad essere in camera sua. 
Crollò sul letto, tremando tanto da sembrare avere le convulsioni, con i vestiti piombi, i sensi di colpa per tutto a corrodergli lo stomaco e la sensazione irritante di voler picchiare Mikey per la sua infantilità corrergli nelle braccia. 

Anche se Mikey era al secondo anno di università, si comportava come se avesse avuto sei anni. E la cosa era parecchio fastidiosa. C'erano alcune volte in cui davvero non si capiva se fosse serio oppure fosse ironico, proprio come con un bambino di sei anni con zero senso dell'umorismo. 

Singhiozzò frustrato e si sollevò puntellandosi sui gomiti per riuscire a prendere il fottuto taglierino che teneva nel cassetto del comodino a fianco del letto. 
Appena ce la fece ricadde fra le lenzuola che in un secondo si tinsero di un rosso scarlatto. Frank non sentì nemmeno il bruciore del taglio, il pulsare della vena appena tagliata o l'odore nauseante del sangue, non sentì nulla se non il suono della pioggia diventare ovattato e i sensi venire meno. 
















Bien ecco il capitolo tre!
Soddisfatte?? Dubito... anche perché non mi piace come mi è uscito... l'idea non era male, è che non lo ho scritto nel modo giusto, potevo fare meglio ma dopotutto sono più o meno soddisfatta ^_^


ATTENZIONE: volevo solo dire che sto lavorando ai capitoli di "Paura Della Luce" e che quando ne avrò un pochi ricoincerò a pubblicare ^^

Mi scuso se per questo capitolo ci è voluto così tanto, è che con la scuola e gli impegni vari è stato un casino trovare il tempo per scrivere...
MA ho deciso che mi serve essere regolare quando pubblico, percui il giorno in questione sarà il giovedì u.u
Quindi ci vediamo per il compleanno di
Frankie, no?? Bien!


Angolino delle domante inutili:

Domanda di oggi: Cosa combinate ad Halloween??

Risposta mia: A zonzo con le amiche e sulle giostre fino a mezzanotte *-* figo, era ora che mia mamma mi lasciase uscire in piazza :D

Ciao mondo!

xoJas 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Im_Not_Okay