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Autore: CEFFY93M    27/10/2013    0 recensioni
"Alza un pò lo sguardo Herondale!Buon compleanno!"
Non appena alzò la testa a Will mancò il fiato. Erano sul Blackfriars Bridge,il meraviglioso ponte di Londra, luogo preferito di Jem. Lui non lo aveva mai confessato a Will ma al ragazzo era bastato vedere lo sguardo con cui Jem si tuffava a guardare il ponte ogni volta che vi passavano per capire quanto amasse quel posto.
Era un luogo magico: il Tamigi si estendeva imponente davanti a due ragazzi,lasciandoli senza fiato.
Will sorrise,tanto intensamente da spingere Jem ad avvicinarsi a lui.
"Ti piace?" chiese mettendogli una mano sulla spalla.
Will lo guardò deciso "Sì,è bellissimo. E' qui che vieni quando esci di nascosto,non è vero?"
Jem distolse lo sguardo e andò a sedersi per terra. Will lo imitò,il cuore che gli martellava nel petto.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti!Ecco un altro missing moment Heronstairs.
Tengo moltissimo a questi momenti, perchè per me Will e Jem sono molto più che semplici personaggi di un libro.
Qualsiasi recensione è ben accetta :)
Saluti,
CEFFY

                                                              2.JEM,NON ESISTE MONDO SENZA DI TE.

"Per l'Angelo, non ci credo!Abbiamo ucciso un demone.Abbiamo davvero ucciso un demone!" 
Will fissò incredulo la sua spada angelica, coperta della sostanza gelatinosa che rilasciavano i demoni una volta uccisi.Gli occhi gli brillavano, e Jem fu felice di notarlo: era raro che Will fosse felice o anche solo vagamente sereno. 
"Sì, Will ce l'abbiamo fatta!" Jem gli mise una mano sulla spalla e fu allora che si accorse del taglio che Will aveva sul collo.
"Will, sei ferito" gli disse preoccupato tirando immediatamente fuori il suo stilo
Will si toccò il collo, stupito: aveva del sangue ed effettivamente anche la testa cominciava a girargli.
Scosse il capo "Non è niente Jem, niente."
Ma Jem aveva già cominciato a tracciargli un iratze sul collo; Will rabbrividì leggermente al tocco dello stilo freddo sulla sua ferita. Strinse i pugni lungo il fianco.
"Ho fatto" disse Jem aprendosi in un sorriso. Will espirò l'aria precedentemente trattenuta e guardò Jem: sembrava ancora più pallido alla luce del sole ma aveva un'aria felice, nonostante tutto. Era la prima volta che riuscivano a sconfiggere un demone da soli, come due veri parabatai. Will sapeva che quella forte emozione, quel senso di appartenenza l'uno all'altro che sentiva al petto in corrispondenza della runa parabatai, era vivo tanto in lui quanto in Jem.
"Adesso possiamo esserne certi: ci apparteniamo, anche sul campo di battaglia" disse fieramente Will.
"Non ne ho mai dubitato Herondale" sorrise Jem; poi continuò "Anche se, a giudicare da come lanciavi i coltelli la prima volta che ti ho incontrato, temevo saresti stato un pessimo Shadowhunter" ridacchiò e Will divenne paonazzo 
"Ancora con questa storia?Mi avevi preso alla sprovvista, tutto qui." ribattè sbuffando Will mentre Jem lo guardò con l'aria di chi la sapeva lunga.
"Sarà.Ma ora mi sembra chiaro: sei bravo quanto e più di me. Non potrei avere parabatai migliore." Il cuore di Will martellò forte nel petto, emozionato da quelle parole: non esisteva mondo senza Jem, non esisteva vittoria senza Jem, non esisteva lui stesso senza Jem.
Si avvicinò all'amico e con le mani che gli tremavano, lo abbracciò. Jem inizialmente rimase impietrito: erano rare le volte in cui Will dimostrava affetto, soprattutto con gesti fisici. Sapevano entrambi che il loro legame era unico e speciale, ma Will non amava esternarlo fisicamente.
Jem si stupì ma dopo poco vinse la sorpresa e ricambiò calorosamente l'abbraccio. Will sapeva di sudore, sangue e calore. Il calore umano che emanava il parabatai fece quasi girare la testa a Jem che disse all'orecchio dell'amico "Sembriamo quasi pronti per baciarci, stretti così" 
Sentì Will ridere sulla sua spalla e dire "Lo so che l'hai sempre sognato Cairstairs, non negare."
Jem rise di rimando "Chi non hai mai sognato di baciare William Herondale? Persino le mondane, quando possono vederti, ti guardano imbambolate. E dire che il tuo abbigliamento dovrebbe.."
Ma Jem non finì la frase: un forte colpo di tosse lo fece piegare leggermente sulle ginocchia, un braccio ancora ancorato alla spalle di Will.
"Jem,Jem!" urlò Will 
Il ragazzo continuava a tossire e l'ultimo, violento, colpo di tosse gli sporcò gli stivali di sangue. Jem, si accasciò a terra, trascinandosi dietro Will.
"Dov'è lo yin fen James?Hai la scatola?" chiese Will mentre sosteneva la testa al parabatai: era pallido e i suoi occhi erano sempre più banchi.
Will si sentiva i capelli incollati alla fronte per il sudore,la testa sembrava esplodergli.
"William.." mormorò Jem tra un colpo di tosse e l'altro.
Will si rese conto che l'amico non era in grado di parlare, nè di indicargli dove fosse lo yin fen.Cominciò a frugare nelle tasche di Jem ma non trovò niente.Imprecò e poi prese la testa di Jem tra le mani "James, ascoltami: non hai con te lo yin fen. Dobbiamo tornare all'Istituto e fartelo prendere lì."
Ma Jem fissava il vuoto con gli occhi bianchi, la bocca sporca di sangue.
Will sentì il fiato venirgli meno: Jem stava morendo?Il combattimento con il demone l'aveva sfinito definitivamente?Eppure aveva preso una dose di yin fen prima di affrontare la battaglia. Forse non era bastato.Forse Jem non avrebbe dovuto combattere con così tanto..impeto.L'aveva fatto per proteggerlo, e a quel pensiero Will sentì un senso di nausea invaderlo tutto: era colpa sua se Jem sarebbe morto.Colpa sua e della sua stupida voglia di combattere e dimostrare a tutti che fantastici parabatai fossero.
Ricacciò indietro le lacrime che sembravano non poter fare a meno di scendere sul suo viso e prese James in braccio; quindi lo depositò su Balios, il suo cavallo, e salì in groppa "Restiti Jem, resisti per l'Angelo!"


Non appena arrivarono all'Istituto, Will smontò da cavallo e prese Jem in braccio. Aveva il viso paonazzo e il fiato corto.
Suonò al campanello, contando i secondi che lo separavano dall'entrata.
Guardò Jem: sembrava così pallido da essere trasparente.Imprecò e subito dopo la porta si aprì. 
Sudato e correndo fece i gradini a due a due quando arrivando alla camera di Jem, davanti alla quale stava Charlotte, il capo dell'Istituto di Londra.
"Oh William, che è successo a James?" Charlotte aprì di corsa la porta, lasciandovi entrare i due ragazzi.
Will adagiò lentamente Jem sul letto, ignorando la domanda di Charlotte. Vagò da un lato all'altro della stanza fin a quando non trovò la scatoletta in cui Jem teneva lo yin fen: lo sapeva bene. Era lui a comprarla ogni volta all'amico; sapeva che a Jem avrebbe fatto troppo male mischiarsi ai veri drogati, quelli che lo facevano per dipendenza, non per una malattia come la sua. Era certo che per Jem sarebbe stato troppo: era forte, era sempre stato più forte di lui ma non tanto da vedere con i propri occhi il fantasma vivente, consumato dalla droga, che a poco a poco stava diventando anche lui come tutti gli altri drogati. 
"Noi..io..eravamo a cacciare!" rispose Will trafelato mentre dava lo yin fen a Jem.
"A cacciare?" esclamò sbalordita l'altra
"James, apri la bocca su,prendi" Will fece ingerire la polvere al parabatai dopodichè cadde sulla poltrona accanto al letto, esausto.
"Per favore Charlotte,lasciami solo con lui." chiese con la voce rotta Will.Non era in grado di parlare, nè di spiegare.
Charlotte annuì, la preoccupazione evidente sul viso.
"Sono qui fuori" disse mettendo una mano sulla spalla di Will, con fare protettivo.
Poche volte nella sua vita Will si era sentito così sperduto: quando aveva dovuto lasciare la sua famiglia aveva provato un dolore straziante, e anche tutti i giorni a seguire si era sentito come privato di una parte del suo cuore ma da quando era arrivato Jem sentiva che quel dolore straziante poteva essere sedato. Era Jem la sua medicina, era Jem ad indicargli la via, era sempre e solo Jem la fonte della cose belle della sua vita.
Prese la mani dell'amico che sembrava essere in preda a piccoli spasmi.
Will si alzò e prese dalla cassettiera il violino di Jem, depositandolo al suo fianco.
"Il tuo violino è con te, io sono con te." disse non guardando nessun in particolare. Se Jem fosse morto, lì in quel momento, lui lo avrebbe seguito di rimando, ne era certo.E non solo perchè è questo che fanno due parabatai.
Accavallò le gambe e dalla tasca della giacca uscì fuori un libricino piccolo, dalla copertina blu e l'aria consumata. Nonostante la situazione Will sorrise e si ricordò del suo 15esimo compleanno, quando Jem lo aveva portato a comprare Grandi Speranze.Will non aveva mai detto neppure a Jem che quella giornata era stata così speciale, quel libro era così speciale, che lo portava sempre con sè anche in battaglia.
"Ti ricordi quando mi hai portato da Hatchards a comprare quel libro?Grandi Speranze?Mi hai fatto perdere un'occasione di sbronza eh.."
Sorrise parlando al parabati, che era ancora molto pallido.Will deglutì, preoccupato.Ma continuò
"Dicevi di sapere che era quello il posto dove volevo andare nonostante io proclamassi di volermi sbronzare. Quindi, dal momento che questo libro l'ho comprato con te, è anche giusto che te ne legga un pezzo."
Will si schiarì la voce e cercò di parlare il più normalmente possibile, ma ad ogni domanda senza una qualsiasi risposta di Jem sentiva un dolore fisico.
"-Ti dirò che cosa è il vero amore. E' cieca devozione, incontestabile umiliazione di se stessi, estrema sottomissione, fiducia e convincimento incrollabile in se stessi e contro il mondo intero, consacrarsi interamente anima e cuore a chi ti ferisce, come io ho fatto.-"
Will teneva lo sguardo fissò sul libro e poi disse "Hai sentito Cairstairs? Questo sì che è un libro degno d'essere letto!"
Guardò Jem, che però sembrava sempre immobile sul suo letto. Gli si avvicinò ancora di più e gli prese la mano.
"Avevi ragione: non volevo andare a sbronzarmi, il giorno del mio 15esimo compleanno, volevo solo andare in libreria. Ma tu lo sapevi, non hai avuto bisogno di chiedermelo; non hai tentennato quando io invece sembravo contrariato. Tu sai cosa c'è nel mio cuore. Oh, James per l'Angelo svegliati, ti prego" disse Will con voce rotta,mettendosi le mani in viso,disperato. 
"E' deprimente" disse d'un tratto una flebile voce alle sue spalle.
Will alzò lo sguardo e vide Jem sveglio.Immediatamente un sorriso gli si dipinse sul volto.Strinse la mano del parabatai
"Cosa?"chiese dolcemente
"Quel libro,quel libro è deprimente. Proprio come te" ridacchiò Jem.Will constatò che aveva ripreso colore e che lentamente anche gli occhi stavano tornando al loro colore naturale. 
"Ma mi ha scosso dal mio sonno quasi eterno" continuò Jem "e per questo suppongo che sia solo in parte merito del libro.E' la tua voce, la tua voce mi riporta sempre a casa.Tu sei la mia casa, William.Sei mio fratello,davvero"
Will accennò un sorriso poi si rabbuiò "E' colpa mia Jem,è colpa mia se ti sei sentito male.Ti ho fatto combattere troppo e tutto perchè volevo provare adrenalina e ..."
Jem lo stoppò con la mano "No, William no.Non iniziare a flagellarti con i sensi di colpa. So che lo fai sempre, ma non te lo permetterò questa volta.Ho voluto combattere esattamente quanto te.E poi è questo che sono no?Sono un Cacciatore: combatto demoni.Non mi asterrò dal farlo per la mia malattia. Vivere non è sopravvivere."
Will annuì tristemente poi si alzò "Vado a chiamare Charlotte, sarà preoccupatissima per te."
Will era sull'uscio della porta quando Jem disse "Comunque lo sapevo."
Will si girò con aria interrogativa.
"Sapevo che non avevi la minima intenzione di andare ad ubriacarti quel giorno, durante il tuo 15esimo compleanno. Non puoi ingannarmi Herondale" Sorrise e sembrò stare davvero bene.
Will rispose con la voce carica di emozione "Jem, non esiste mondo senza di te"



 

  
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