Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: rosedodgson    27/10/2013    0 recensioni
Raccolta che partecipa al concorso "Hetalia, pls -Fan Fiction week" organizzato dalla pagina Hetalia-pls di Facebook.
Finalmente torno su EFP! *PartyHard!!!*
Sette istanti di vita della mia OC! che molti di voi già conoscono.
I prompt scelti saranno i titoli delle FF. Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione e Buona Lettura!!!
P.s. Commentate se vi va e soprattutto.... tanti "Mi Piace!"!!! Shhhhh....
Genere: Malinconico, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Illic es haud Sancti Peccatorii'
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Fandom: Hetalia Axis Powers
Prompt n° 14
Rating: Giallo
 
 
1870
 
Iniziò a scendere le scale e se li trovò davanti.
Tutti e tre in alta uniforme, tutti e tre ad aspettarla.
 
Roderich  la guardò di sbieco, le braccia incrociate. Francis e Antonio stavano discutendo a bassa voce, dandole la schiena.
 
Discese gli ultimi gradini con le gambe rigide, tenendo il berretto con la visiera sotto il braccio. Odiò i suoi passi, così rumorosi, sul marmo gelido, che fecero voltare i due uomini.
Antonio era visibilmente teso, le iridi verdi vibravano e teneva la mandibola rigida. Francis cercò di sorriderle.
Si scambiarono il saluto militare. Dopo aver disteso il braccio lungo il fianco, li guardò.
 
Si chiese di nuovo perché fossero tutti lì, per cercare di impedire che la storia facesse il suo corso.
Che stolti.
Perché davano le spalle a Dio e alla sua Volontà.
 
Sentì il torace stringersi sempre di più. Quello era il segnale.
Sciolse l’intreccio di sguardi con un sospiro e iniziò ad avviarsi verso l’uscita. I tre le vennero dietro.
 
“Siamo in alta uniforme eh?”
Il tono falsamente leggero di Francis le arrivò alle orecchie. Cercò di imitarlo.
“Vi ho visto ieri e quindi ho deciso di fare lo stesso… Non sia mai che lo Stato Pontificio non sappia essere adeguata in qualsiasi momento! E poi…”
Sorrise guardando davanti a sé.
“Questo è un’ occasione speciale no?”
Fu come se stessero parlando di un ballo o di un evento mondano.
 
Quando il sole settembrino li accolse tra i suoi raggi lei si fermò. Strinse leggermente gli occhi per mettere a fuoco il gruppo di soldati sparsi nella piazza.
“Ottimo. Vash sta eseguendo i miei ordini. Molto bene.”
La tensione di averli accanto era quasi al limite della sopportazione. Si voltò verso di loro continuando a sorridere.
“Spero che terrete ben chiare le richieste che vi ho fatto ieri. Finché non sarà tutto finito non dovrete rispondere a nessun contrordine. Avete… tutta la mia gratitudine.”
Detto questo reclinò il capo.
“Ora… vorrei rimanere un attimo sola, se non vi dispiace…”
“Cristiana…”
Non lasciò concludere Antonio.
“Portatevi avanti. Io vi raggiungerò più tardi.”
Rivolse loro un rapido sorriso e si voltò per rientrare. Appena fu nell’ombra si inchinò, appoggiò con cura la spada, il berretto e congiunse le mani.
Aspettò con il cuore in gola che si allontanassero, che raggiungessero i loro uomini e dopo istanti interminabili ciò avvenne.
 
Addio.
 
A quante anime aveva rivolto questo ultimo saluto negli ultimi giorni?
Voleva alzarsi, correre dietro a quei suoi compagni di sventure e urlarlo a pieni polmoni. Ma non sarebbe valso a niente.
Mentre quel terribile senso di soffocamento lentamente peggiorava, lei iniziò a pregare.
 
Si rivolse alla Santa Vergine, a colei che aveva visto morire il proprio figlio per lavare tutti i loro peccati. Il simbolo delle madri della guerra.
 
Le chiese di darle la forza, di non abbandonarla proprio in quel momento così importante. Quel giorno avrebbe varcato le porte del Paradiso e da lì avrebbe accettato con gioia la punizione eterna per purificare i propri peccati.
Sempre che ci fosse un Paradiso per un essere come lei.
La ringraziò per la vita che aveva vissuto, per i dolori che aveva provato, e chiese perdono per quelli che aveva inferto.
La pregò di stare a fianco dei suoi compagni, di proteggerli.
 Ma soprattutto pregò per loro.
Pregò per le parti mancanti del suo cuore, che di lì a poco avrebbe potuto guardare negli occhi, per l’ultima volta.
La pregò di tenerli uniti, di far sì che fossero un’unica anima in due corpi divisi. Pregò per l’amore che non era riuscita a donare loro.
 
Mentre il respiro si faceva più pesante si voltò alla sua destra.
“Ah… sei qui…”
La bambina le sorrise.
“Non potrei essere da nessun’altra parte. Fino alla fine, rimarrò con te.”
Brucianti lacrime si fecero strada sulle gote di Cristiana. Valeria le prese le mani giunte e le portò al cuore.
Il cuore iniziò a cedere sotto il peso del suo dolore.
“Mi dispiace… mi dispiace così tanto… mi dispiace…”
I singhiozzi diventarono incontrollabili. Valeria le spinse il capo sul suo petto cercando di cullarla.
Appoggiò il mento sull’alta crocchia e sopra i gemiti dell’altra sussurrò:
 
“Addio.”
  
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