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Autore: Aleida Black    28/10/2013    4 recensioni
Lo stregone più potente di tutti i tempi è tornato, e con lui le risse per i corridoi di Hogwarts.
Dal 4° capitolo:
"Il fatto che Merlin l’avesse risvegliata poteva significare solo che un antico male stava per tornare. E questo non è bene, perché più un male è vecchio più ha avuto tempo per prepararsi."
HP. Ambientato 8 anni dopo la Seconda Guerra Magica, non tiene conto dell'epilogo.
Merlin!Reincarnation, Slash Merthur (prevalentemente)
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aithusa, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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rieccomi! 
Aleida pronta per rilasciare il secondo capitolo!

Come sempre ringrazio la mia meravigliosa beta, SylviaGreen, e me la tengo stretta stretta!
Enjoy!

Dopo diverse settimane da quella che Merlin poteva sicuramente definire come l'ora più strana della sua vita, il Prefetto Corvonero non aveva detto a nessuno quel che era successo. Aveva però continuato a tenersi in contatto con Harry, che gli aveva spedito una lettera via gufo privato scrivendogli come Hermione aveva trascinato lui e Ronald Weasley in giro per tutte le biblioteche del mondo magico - e non - per trovare un libro di cui non ricordava il titolo e finendo per chiedergli della sua giornata. Ovviamente aveva risposto sia a quella che alle lettere successive, e nell’ultima Potter l’aveva informato che sarebbero venuti per una riunione con la preside una di quelle sere.

Pensandoci con calma, non era proprio sicuro che i suoi amici gli avrebbero creduto se l’avesse detto; Will e Morgana avrebbero chiamato la sede neurologica del San Mungo, mentre Gwen e Freya lo avrebbero guardato un po’ con compatimento, un po’ con preoccupazione e un po’ con simpatia. Conosceva bene quello sguardo e lo odiava: era quello che gli lanciavano ogni volta che lui si perdeva in qualche fantasia. Gli ricordava l’occhiata che si fa quando si vedono tubare due piccioni: un po’ ti fa tenerezza e un po’ schifo. Ecco, quello era lo sguardo che le sue migliori amiche gli riservavano. Paragone confortante, vero?

Poi se ‘Gana si fosse lasciata sfuggire per caso [vedi sotto la voce: l’avesse ricattato di dire] qualcosa al fratellastro, la sua adolescenza sarebbe finita ancora prima di essere mai veramente iniziata.

Merlin adorava Morgana, veramente. Era una splendida amica: quando aveva bisogno di una spalla su cui piangere era lì, gioiva delle sue gioie e organizzavano scherzi deliziosi. Ma la ragazza era pur sempre una Serpeverde, e questo voleva dire ‘stronza fino al midollo’. Perché non era solo bella, intelligente e la regina Serpeverde in carica da tre anni, no; lei era anche la figlia del Ministro della Magia. Ah, era anche incredibilmente ricca. Giusto per abbassare l’autostima ad un altro po’ di gente.
Quindi Merlin si era convinto che non dire nulla ai suoi migliori amici gli avrebbe evitato indicibili imbarazzi. Inoltre avrebbe dovuto spiegar loro il perché il magico trio s’interessasse a lui, e mentre supponeva che Will e ‘Gana sospettassero qualcosa, per lo meno da quando era riuscito a bloccare la licantropia di Freya per un mesetto con un bacio  – Will non glielo aveva perdonato facilmente – , Gwen sicuramente era all’oscuro di tutto.

Gwen era una cara amica, leale, coraggiosa e dalla pazienza infinita. Probabilmente era stato quest'ultimo tratto a strapparla dai Grifondoro in favore dei Tassorosso. Era stata l‘unica testurbante del loro anno, con buona pace del cappello.

Merlin si voltò verso il tavolo Tassorosso per incrociare gli occhi dell’amica chiedendosi fosse il caso di parlargli del suo "dono". Riccioli neri tagliati poco sopra la spalla incorniciavano la pelle mulatta, mentre gli occhi gli sorridevano di rimando. Accentuò il sorriso quando la ragazza gli indicava che Will, seduto dietro di lui, stava per fargli uno dei suoi scherzi. Merlin divertito si portò una mano dietro il cappuccio intercettando la piuma che l’amico stava posando.
Ed è per tutti questi motivi che l'ingresso prima della cena in Sala Grande di un trio composto dallo scapolo segretamente gay più ambito del pianeta, la strega più sexy della sua generazione e l'ex-Auror ora portiere più quotato al mondo sorprese tutti, nessun escluso.
Ripresosi dal momentaneo shock, Merlin andò a nascondersi dietro la sua mano. Ringraziando il cielo, il suo omonimo e tutti i santi, era seduto in modo tale che dall'ingresso di poteva vedere solo una piccola percentuale della sua nuca e le sue spalle.
«Amico, stai bene?». Will lo chiamò picchiettando sulle sue spalle dalla tavolata Tassorosso, mentre Gwen e Freya erano troppo occupate a sbavare per prestare attenzione a qualsiasi cosa avvenisse intorno a loro. Morgana dall'altra parte della sala invece lo fissava intensamente, e Merlin pregò di non dover contrastare un attacco Legimentis da parte della strega: non sarebbe durato neanche un secondo.
Dopo un momento di silenzio il cui il trio si guardava intorno, tutti iniziarono a bisbigliare. Specialmente le casate notoriamente più chiassose, cioè Grifondoro e Tassorosso.
Anche Arthur Pendragon li fissava con tanto d'occhi e, una volta che si accorse che la Granger si guardava in giro alla ricerca di qualcuno, raddrizzò le spalle e la fissò di rimando: dopotutto lui era il figlio di Uther, il Ministro della Magia, e lei era la sua seconda in carica. Chi altro poteva cercare? 
Merlin notò questa reazione da parte del ragazzo e portò la mano dalla fronte alla bocca, in modo da poter coprire la risatina che gli stava venendo. Si maledisse quando una voce sovrastò il chiacchiericcio della sala, silenziandola.
«Merlin! »

Fu Harry Potter il primo a individuarlo, e ignorando il grande il silenzio dell'intera scuola si avviò verso di lui seguito da una Hermione agile sull’immancabile tacco 12 e un sorridente Ronald. 

 

Merlin fece rapidamente il punto della situazione.


Oramai era stato individuato nella folla, quindi non aveva grandi possibilità di scappare.

Diversi scenari gli passarono per la mente su come poteva finire questa cosa, e in nessun caso avrebbe potuto evitare il terzo grado ‘Gana-Freya-Gwen (escludendo quello in cui lui scappava sul dorso di un drago albino, ma era convinto che questa scappatoia fosse già stata utilizzata); quindi si decise ad alzare la testa e a sorridere ai suoi idoli che gli avevano appena assicurato almeno un’ora d’inferno, più varie torchiature da parte di altri gruppi di ragazze... probabilmente si sarebbe dato per malato e chiuso in camera per almeno una settimana, tanto la sua stanza era una singola.

Il volto di Harry era raggiante, così capì che era inutile esordire con un "Buongiorno, signor Potter " che l'avrebbe messo ancora più in imbarazzo. 

E poi che diavolo, il Golden Boy l'ha chiamato con il suo nome di battesimo davanti a tutta la scuola. Una piccola soddisfazione se la poteva pure togliere, no?

Oramai era inevitabile, e una volta che i tre ragazzi erano abbastanza vicini si alzò dalla panca e sorrise di rimando.
«Ciao Harry»
Dove prima ancora c’erano dubbi, ora li aveva dissipati. L'aria era pesante e Merlin avrebbe giurato di sentire un sobbalzo dal punto alle sue spalle dove si trovavano Will e Gwen. 

 

Sì, cazzo, era in confidenza con il salvatore del Mondo Magico. Poteva permettersi di vantarsi.

 

Si rivolse allora alla Granger dietro di Potter, che lo fissava raggiante mano nella mano con il marito.
«Ciao Hermione»
In linea d'aria dietro di lei poteva vedere il volto congelato di PendragonJ, e la cosa gli dava molta più soddisfazione di quanto potesse ammettere.

I loro occhi s’incrociarono e Merlin si sentì euforico a vederlo proprio scioccato. Good Job, Merlin!
Potter si avvicinò a baciargli le guance e si soffermo un attimo di più con la mano sul suo fianco, spingendolo davanti a Hermione e Ronald, che sembrava un po' colpevole prima di porgergli la mano.
«Merlin, piacere di conoscerti. Harry e Herm mi hanno parlato molto bene di te.»

Ebbene, poteva ammetterlo: Ronald Bilius Weasley era sempre stato il suo preferito tra i tre.  Certo, Harry e Hermione erano tremendamente sexy e simpatici, possedevano un’intelligenza e una potenza fuori dal comune e i loro sorrisi abbattevano i muri; ma Ronald era sempre lì con loro, un sognatore ed un cavaliere. Non si potevano dire i loro nomi senza dire anche il suo.

Fino all’anno precedente aveva fatto parte della squadra speciale Auror con Harry, ma si era dimesso con un’alzata di spalle dicendo solo: “ora possiamo farcela da soli”. Ed a tutte le malelingue che lo insultavano, dicendo che aveva buttato un ottimo lavoro e avrebbe fatto il mantenuto dalla Granger, aveva dato uno schiaffo morale diventando il miglior portiere della nazione in sei mesi.

Quindi fu naturale per Merlin arrossire fino alla punta delle orecchie.

 

Mi mancavano solo le orecchie di nuovo in autocombustione.

 

I tre evidentemente se ne accorsero perché allargarono i loro sorrisi. Merlin riuscì appena a strascicare un «Piacere mio» prima che Ronald continuasse, un po’ arrossito anche lui.

«Ne dovremmo parlare con la preside ovviamente, e con il ministro, però ho pensato …», un occhiata dagli altri due fu eloquente, «… cioè, Hermione ha pensato …», occhi sollevati al cielo, «che potremmo iniziare con alcuni test».

Harry non gli aveva ancora lasciato il fianco e gli fece l’occhiolino, « sappiamo perfettamente che li supererai tutti, tranquillo. Per crearli, ‘Mione ha studiato migliaia di libri», strinse ancora di più la presa, e Merlin si sentì le gambe cedere mentre Ronald continuava: «Miseriaccia amico, non l’ho mai vista così concentrata. Sembrava indemoniata. Ma è vero? ci ha detto che i tu-»

«Signor Weasley.  Vedo che il tempo e i giornalisti non hanno mitigato la sua parlantina. Speravo che la vicinanza costante della signora Granger le avesse messo un po’ di sale in zucca».

La preside McGranitt comparve all’ingresso est, altera, seguita dal professor Wilson e dall’attuale bibliotecario, Geoffrey.

«Questo è stato inaspettato: vi attendevamo in serata.»

Il chiacchiericcio in sala grande aumentò d’intensità.
Ronald fece per parlare, ma la Granger fu più veloce. 
«Volevamo parlarne prima con lui, professoressa. Per capire come muoverci».
La McGranitt li fissò: era chiaro che non approvava l'intrusione dei tre ex-alunni, ma apprezzava l'idea.
«Ne parleremo dopo pranzo. Siete nostri ospiti, mettetevi comodi», e lanciando un’occhiata a Harry aggiunse: «E per l'amor del cielo, signor Potter, la smetta di imbarazzare il ragazzo».

Questo, se possibile, rese gli istinti suicidi che Merlin stava sviluppando ancora più forti.

Harry si portò una mano dietro la testa e sorrise un po' mesto, rispostando l'attenzione su di lui. I tre in ogni caso presero posto intorno a lui: Harry alla sua destra, Hermione alla sinistra e Ronald fece il giro della tavolata per arrivargli di fronte. I compagni Corvonero che prima erano seduti intorno a lui sembravano essersi smaterializzati.

Chiacchierando del più e del meno, Merlin presentò loro Will e Gwen, che sedevano dietro di lui, invitandoli nel discorso. Una volta che si furono spostati sulla tavolata Corvonero, si aggiunse anche Morgana, seguita da una pallida Freya.  
Per tutto il pranzo Merlin continuò a guardare in direzione di Arthur Pendragon, notando le varie tonalità di rosso che stava assumendo. Se prima era sorpreso, ora era livido, e Merlin stava godendo, per niente intimorito, degli sguardi assassini che gli lanciava.
Mentre si crogiolava nella soddisfazione, sentì delle risate sommesse che provenivano dai suoi lati. Alzando la testa notò che sia Potter sia la Granger gli lanciavano sguardi tra il consapevole e il divertito.


«Chi è il bel biondino lì dietro?». Hermione, che dalla sua sinistra vedeva chiaramente il ragazzo, lo incalzò subito. Merlin storse un po’ la bocca al sentire definire Arthur “un bel biondino” da lei. Se lui l’avesse sentita il suo ego sarebbe cresciuto così tanto da ricoprire il suolo della Gran Bretagna. Will e Gwen dovettero girare lo sguardo, ma Morgana – maledetta lei - sapeva perfettamente di chi stava parlando Hermione, quindi batté tutti sul tempo senza neanche alzare lo sguardo.
«Arthur Pendragon,» e poi, come se stesse rispondendo ad altre domande, aggiunse: «il mio fratellastro, non si sopportano. Tensione sessuale»

Merlin sbarrò gli occhi fissando la sua amica, arrossendo fino alla punta dei capelli.

 

Non poteva veramente averlo detto ad alta voce, giusto? Non veramente davanti a loro, GIUSTO?


Improvvisamente il pollo con i peperoni che si trovava nel suo piatto divenne molto più interessante. Veramente interessante. Così interessante che non avrebbe mai più smesso di fissarlo.

Quando sentì la voce della dolce Gwen, sperò in un'alleata. 
«Merlin ed Arthur, come le leggende! Sarebbe meraviglioso».
La sua voce sognante fu una pugnalata nelle scapole.  


Alleata?

Merlin alzò lo sguardo su Will, chiedendo un po' d'appoggio maschile ma il traditore alzò le mani in segno di resa e disse solo: «Amico, non mi mettere in mezzo.  PenJ mi sta sul cazzo, ma è innegabile che vi saltereste addosso.»
Il che gli valse una pacca sulle spalle da parte di un Ronald abbastanza ilare e uno sguardo di compiacimento da parte delle ragazze. Hermione ridacchiò.
«Chiedi consiglio ad Harry: ha esperienze di tensione sessuale repressa e risolta con certi biondini»

Tutti gli sguardi a quel punto s’indirizzarono sul Golden Boy. Il piatto interessante divenne il suo. 


Aspetta: Spiega. Cioè esattamente cosa intendeva dire con “risolta con biondini”? Ma Harry Potter è single, tutti lo sanno, e “tensione sessuale risolta” fa un po’ a pugni con il concetto generico di “scapolo d’oro”. Come avrebbe mai potuto ...
«Oh». Alcuni momenti per pensarci un po’ meglio poi, «OH!», la soluzione arrivò abbastanza in fretta. Era un Corvonero, dopotutto.

Potter non era single, neanche lontanamente. Harry Potter era fottutamente impegnato in una relazione –probabilmente stabile, a giudicare dall’interesse che mostrava per il suo piatto- con un biondino; e se le cronache di Hogwarts della Golden Age erano anche solo vagamente veritiere, allora il “biondino” era uno dei maggiori ereditieri purosangue che si conosca.

Draco Malfoy.

Harry Potter era fidanzato con Draco Malfoy. Porca-miseria.

Però perché non dirlo? Nel mondo magico ci sono persone che fanno figli con i giganti, che sono un'altra specie: amare il proprio sesso raramente è stato un problema. Quindi perché tenerlo segreto?
Alzò gli occhi sbarrati su Harry, che gli mandò una muta preghiera. Ovviamente Merlin non l'avrebbe mai detto a nessuno ma, porca miseria, Harry Potter era fidanzato con Draco Malfoy e gli stava chiedendo di non dire niente.

 

Porca miseria, l’aveva già detto?

 

La conversazione venne presto portata da Ronald su altri binari, il che gli concesse il tempo di analizzare bene la scoperta. Da un lato ne era ancora scioccato dall’altro lo rincuorava sapere che anche il Golden Boy si era trovato nella sua situazione. 
Cioè, non che tra lui e Pendragon ci fosse mai stata tensione sessuale. Ovviamente. Loro si odiavano. Merlin non lo avrebbe mai toccato.

Neanche se fosse stato l'ultimo uomo sulla terra.

E poi, andiamo, PenJ –Will doveva smetterla di inventare soprannomi, veramente- non era gay. Anche se lo fosse stato non sarebbe cambiato nulla, intendiamoci, quindi era proprio inutile parlarne.

 

Alla fine del pranzo, Merlin e gli altri tre salutarono il resto della combriccola -che non aveva ancora elaborato bene cosa fosse successo a pranzo- e si avviarono con la McGranitt e Gaius verso gli uffici della preside al  quinto piano. Arrivati in cima la Granger aveva un po' il fiatone, ma essendo oramai abituata ad un lavoro da scrivania era normale. Merlin la occhieggiò. Probabilmente anche i tacchi da trampoliere intralciavano.
Per tutta la strada, Merlin aveva notato che Harry lo fissava di sbieco. Era ovvio: aveva capito una cosa che doveva restare segreta. Pensandoci bene era probabile che anche Morgana avesse capito. Avrebbe dovuto parlare con lei una volta finita questa riunione.

Superato il gargoyle Harry lo guardò con un filo di tristezza, e Merlin gli afferrò una manica per trattenerlo poco fuori la porta. Fissò i suoi occhi in quelli di Potter.

 

Ma come fanno ad essere così verdi?


«Quello che è stato detto a tavola …», le palpebre di Harry si allargarono lievemente dal panico, «ecco, non ho intenzione di dirlo a nessuno». Merlin distolse lo sguardo e notò in quel momento che gli aveva afferrato il braccio, lasciandolo di scatto. «Solo per fartelo sapere». Fissava un punto a terra, vicino alla porta, ma se avesse guardato un po' più in su avrebbe visto il volto di Harry passare dal sorpreso al dolce. Purtroppo non lo fece, quindi tutto quello che ricevette fu una pacca sulla spalla e un grazie in un tono troppo gentile.

Harry lo precedette in sala.

Mentre entravano, Merlin notò che Gaius lo fissava, e una volta che ricambiò lo sguardo l’uomo sollevò un sopracciglio. Un tremito gli percorse la spina dorsale.

 

Quanto lo spaventava quel sopracciglio?

 

Una volta che tutti si furono seduti, la preside non perse tempo nei convenevoli e incalzò subito Hermione per le risposte. Lei non si fece attendere.
«L’ultima volta, quando Merlin ha fatto levitare quella lampada, io mi trovavo di fronte a lui. Mi sono accorta subito di una cosa: i suoi occhi sono passati dal blu al dorato». Tutti sapevano già questa cosa, informati in quelle due settimane da Hermione, ma la premessa era d’obbligo e gran parte degli occupanti della sala portarono i loro sguardo su Merlin.
«Questo mi ha fatto tornare in mente un libro che avevo letto. Un libro piuttosto vecchio sull’evoluzione della magia nei secoli. 

«Ora, questo libro l'avevo trovato nella seconda biblioteca ministeriale e si chiama "Guida ai Tempi che Furono,  quinta edizione a cura di Brigitta Balgida". Cercando bene, ho visto che la prima edizione era del 1486, ma alcuni testi a cui si riferisce sono precedenti al 1100». Tirò un enorme tomo fuori dalla sua borsetta, aprendolo con attenzione su un segnalibro di raso.
«Vi leggo il pezzo di cui parlo, è quasi all'inizio del libro,» Ronald al suo fianco sbuffò. L'occhiata della ragazza fu abbastanza per non farlo lamentare. «parla della prima magia studiata, è piuttosto breve:  

“…e prima ancora che i primi miti germogliassero, esisteva questa potenza dalla terra. Non imbottigliabile e non utilizzabile, se non da pochi. Questa magia esiste ancora oggi, e potrà terminare solo con l’appassimento dell’ultima foglia e la morte dell’ultimo vivente. È la magia della natura. La vita, la morte e l’immortalità. Il conto e l'equilibrio, la bilancia tra la parità e l'uguaglianza, che pur non essendo equivalenti trovano il loro posto unitamente. Non esistevano maghi, e questa magia non si poteva studiare. Vivevano però gli stregoni; avi che prendevano le conoscenze dall’antica magia druidica, persa oramai da secoli. Notare che l’ultimo utilizzo registrato di questa magia è stato registrato dai fondatori della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, su cui hanno gettato le fondamenta del castello.

Due erano le esclusive della loro magia. La prima era l'assoluta assenza di componente luminosa: nessun incantesimo lanciato lasciava dietro di sè  una scia brillante di nessun tipo. Un effetto simile nella magia moderna si può trovare nell’incanto “Levium”, che essendo un incantesimo su ogge - »

Ronald interruppe «Cos’è ‘incanto Levium?»

Hermione sollevò lievemente lo sguardo dal libro, come se fosse abituata a interruzioni, e spiegò: «Un antico incantesimo usato per la levitazione, come il Wingardium Leviosa, solo più complicato. È un testo del quindicesimo secolo, per Merlino, gli incantesimi sono antichi.  Ora fai silenzio».

Merlin la guardò un po’ male. Odiava quando il suo nome - cioè, non proprio il suo nome, il nome del mago più potente di tutti i tempi, ma il nome era lo stesso e lui era morto, quindi poteva permettersi di appropriarsene - veniva usato come ingiuria.

Hermione notò la gaffe e chiese scusa con sguardo mortificato prima di continuare.

« … “Levium”, che essendo un incantesimo su oggetto non ne necessita. La seconda esclusività di questa magia è il cambiamento di colore degli occhi. Questo è il motivo per cui questa stregoneria non è un’arte che si può studiare, ma deve essere necessariamente genetica. L’iride del mago diventa dorata per un breve periodo di tempo. Ci sono testimonianze di occhi tendenti all’arancione su creature magiche. Poi il libro parla per diversi paragrafi di queste creature, fino ad arrivare alla fine del capitolo, dove accenna: non mi dilungherò su questa magia, poiché essa è stata sigillata con la scomparsa dell’ultimo degli antichi draghi durante la battaglia di Camlann. I quattro fondatori di Hogwarts hanno avuto diversi apprendisti, ma nessuno di loro è stato in grado di riportare questa magia, oramai perduta».


Ora l'intera sala era in un silenzio riflessivo. 
Il cervello di Merlin stava galoppando in strane direzioni.
Era giusto, era tutto giusto tranne che … gli sembrava strano che i fondatori possedessero quel tipo di magia; era… era sbagliato! Cioè, era come se fosse sbagliato: sicuramente era giusto, dato che si trovava scrutto su un libro del XV secolo. Però non lo convinceva.

Il resto era tutto giusto e lui lo sentiva. Sapeva che era così. Ma come? Come faceva a saperlo? E la battaglia di Camlann, l’ultimo dei draghi … l’aveva studiata al terzo anno a Storia della Magia, ma ricordava che si era svolta intorno all’anno 900: la fondazione di Albion, l’Inghilterra unita…

AAAHH, Accidenti! Perché non era stato attento in classe?

In realtà ricordava perfettamente perché non era stato attento in quel periodo. Studiare Mago Merlino per uno che si chiamava Merlin avrebbe potuto anche essere divertente  se non ci fosse stato qualcuno a tartassarlo con continue battute. E invece Arthur era stato insopportabile, vantandosi di avere il nome di un Re del passato e insultandolo per la bacchetta. Per di più, aveva avuto un costante mal di testa, come se gli volesse esplodere. Come dargli torto, se durante Storia della Magia – materia considerata noiosa all’unanimità – si era concesso un po’ di sane dormite?

 

Una fitta alla testa gli ricordò quel periodo in modo più vivido.

Ecco, visto? Al solo ripensarci gli si fondeva la materia grigia.

 

Un'altra fitta alla testa.

 

L’immagine di un lago con una barca che si allontanava. 

Ancora più dolore.

Lo stesso lago, con una donna vestita di arancione in piedi nell’acqua.

Aveva sempre più male.

Quel lago, con la piccola Freya stretta tra le sue braccia, morente.

Sempre di più …

Una mano che portava fuori dal lago una spada. La mano di Freya.

Lancillotto, uno degli amici di Arthur, sdraiato in una barca in fiamme.

Il lago con una costruzione nel mezzo.

Il lago nero con una costruzione nel mezzo.

 

Si alzò di scatto, tenendosi le tempie.

«Merlin, cos’hai?»

Alla voce di Harry se ne sommò un'altra, che il corvonero aveva già sentito, ma non sapeva di chi fosse.

 

«Merlin»

 

Sentì le vertigini e poi il tappeto della preside sotto le ginocchia. Non si era neanche accorto di essere caduto in ginocchio.

«Merlin, stai bene?»

«Chiamate Madama Chips»

«Fategli spazio! Lasciatelo respirare»

 

«Merlin»

 

Il giovane mago non riusciva a pensare, circondato da mani impazzite che si agitavano intorno a lui. Il respiro gli si era mozzato in gola e si trovava sdraiato nello studio della preside.

 

«Merlin»

 

Spalancò gli occhi, che non sapeva neanche di aver chiuso, e sentì la magia scorrere fuori di lui, per il pavimento e verso quelle mani che lo toccavano.

Udì un gran fracasso e poi il nulla.


sapete cosa voglio dire. Please? *.*

   
 
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