Aleida pronta per rilasciare il secondo capitolo!
Come sempre ringrazio la mia meravigliosa beta, SylviaGreen, e me la tengo stretta stretta!
Enjoy!
Dopo diverse settimane da quella
che Merlin poteva
sicuramente definire come l'ora più strana della sua vita,
il Prefetto
Corvonero non aveva detto a nessuno quel che era successo. Aveva
però continuato
a tenersi in contatto con Harry, che gli aveva spedito una lettera via
gufo
privato scrivendogli come Hermione aveva trascinato lui e Ronald
Weasley in
giro per tutte le biblioteche del mondo magico - e non - per trovare un
libro
di cui non ricordava il titolo e finendo per chiedergli della sua
giornata.
Ovviamente aveva risposto sia a quella che alle lettere successive, e
nell’ultima Potter l’aveva informato che sarebbero
venuti per una riunione con
la preside una di quelle sere.
Pensandoci con calma, non era
proprio sicuro che i suoi
amici gli avrebbero creduto se l’avesse detto; Will e Morgana
avrebbero
chiamato la sede neurologica del San Mungo, mentre Gwen e Freya lo
avrebbero
guardato un po’ con compatimento, un po’ con
preoccupazione e un po’ con
simpatia. Conosceva bene quello sguardo e lo odiava: era quello che gli
lanciavano ogni volta che lui si perdeva in qualche fantasia. Gli
ricordava l’occhiata
che si fa quando si vedono tubare due piccioni: un po’ ti fa
tenerezza e un po’
schifo. Ecco, quello era lo sguardo che le sue migliori amiche gli
riservavano.
Paragone confortante, vero?
Poi se ‘Gana si fosse
lasciata sfuggire per caso [vedi
sotto la voce: l’avesse ricattato di dire]
qualcosa al fratellastro, la
sua adolescenza sarebbe finita ancora prima di essere mai veramente
iniziata.
Merlin adorava Morgana, veramente.
Era una splendida
amica: quando aveva bisogno di una spalla su cui piangere era
lì, gioiva delle
sue gioie e organizzavano scherzi deliziosi. Ma la ragazza era pur
sempre una
Serpeverde, e questo voleva dire ‘stronza fino al
midollo’. Perché non era solo
bella, intelligente e la regina Serpeverde in carica da tre anni, no;
lei era
anche la figlia del Ministro della Magia. Ah, era anche incredibilmente
ricca.
Giusto per abbassare l’autostima ad un altro po’ di
gente.
Quindi Merlin si era convinto che non dire nulla ai suoi migliori amici
gli
avrebbe evitato indicibili imbarazzi. Inoltre avrebbe dovuto spiegar
loro il
perché il magico trio s’interessasse a lui, e
mentre supponeva che Will e ‘Gana
sospettassero qualcosa, per lo meno da quando era riuscito a bloccare
la
licantropia di Freya per un mesetto con un bacio –
Will non glielo aveva perdonato facilmente –
, Gwen sicuramente era all’oscuro di tutto.
Gwen era una cara amica, leale,
coraggiosa e dalla
pazienza infinita. Probabilmente era stato quest'ultimo tratto a
strapparla dai
Grifondoro in favore dei Tassorosso. Era stata l‘unica
testurbante del loro
anno, con buona pace del cappello.
Merlin si voltò verso
il tavolo Tassorosso per incrociare
gli occhi dell’amica chiedendosi fosse il caso di parlargli
del suo
"dono". Riccioli neri tagliati poco sopra la spalla incorniciavano la
pelle mulatta, mentre gli occhi gli sorridevano di rimando.
Accentuò il sorriso
quando la ragazza gli indicava che Will, seduto dietro di lui, stava
per fargli
uno dei suoi scherzi. Merlin divertito si portò una mano
dietro il cappuccio
intercettando la piuma che l’amico stava posando.
Ed è per tutti questi motivi che l'ingresso prima della cena
in Sala Grande di
un trio composto dallo scapolo segretamente gay più ambito
del pianeta, la
strega più sexy della sua generazione e l'ex-Auror ora
portiere più quotato al
mondo sorprese tutti, nessun escluso.
Ripresosi dal momentaneo shock, Merlin andò a nascondersi
dietro la sua mano.
Ringraziando il cielo, il suo omonimo e tutti i santi, era seduto in
modo tale
che dall'ingresso di poteva vedere solo una piccola percentuale della
sua nuca
e le sue spalle.
«Amico, stai bene?». Will lo chiamò
picchiettando sulle sue spalle dalla
tavolata Tassorosso, mentre Gwen e Freya erano troppo occupate a
sbavare per
prestare attenzione a qualsiasi cosa avvenisse intorno a loro. Morgana
dall'altra parte della sala invece lo fissava intensamente, e Merlin
pregò di
non dover contrastare un attacco Legimentis
da parte della strega: non sarebbe durato neanche un secondo.
Dopo un momento di silenzio il cui il trio si guardava intorno, tutti
iniziarono a bisbigliare. Specialmente le casate notoriamente
più chiassose,
cioè Grifondoro e Tassorosso.
Anche Arthur Pendragon li fissava con tanto d'occhi e, una volta che si
accorse
che la Granger si guardava in giro alla ricerca di qualcuno,
raddrizzò le
spalle e la fissò di rimando: dopotutto lui era il figlio di
Uther, il Ministro
della Magia, e lei era la sua seconda in carica. Chi altro poteva
cercare?
Merlin notò questa reazione da parte del ragazzo e
portò la mano dalla fronte
alla bocca, in modo da poter coprire la risatina che gli stava venendo.
Si
maledisse quando una voce sovrastò il chiacchiericcio della
sala,
silenziandola.
«Merlin! »
Fu Harry Potter il primo a
individuarlo, e ignorando il
grande il silenzio dell'intera scuola si avviò verso di lui
seguito da una
Hermione agile sull’immancabile tacco 12 e un sorridente
Ronald.
Merlin fece rapidamente il punto
della situazione.
Oramai era stato individuato nella folla, quindi non aveva grandi
possibilità
di scappare.
Diversi scenari gli passarono per
la mente su come poteva
finire questa cosa, e in nessun caso avrebbe potuto evitare il terzo grado
‘Gana-Freya-Gwen
(escludendo quello in cui lui scappava sul dorso di un drago albino, ma
era
convinto che questa scappatoia fosse già stata utilizzata);
quindi si decise ad
alzare la testa e a sorridere ai suoi idoli che gli avevano appena
assicurato almeno
un’ora d’inferno, più varie torchiature
da parte di altri gruppi di ragazze... probabilmente
si sarebbe dato per malato e chiuso in camera per almeno una settimana,
tanto
la sua stanza era una singola.
Il volto di Harry era raggiante,
così capì che era inutile
esordire con un "Buongiorno, signor Potter " che l'avrebbe messo
ancora più in imbarazzo.
E poi che diavolo, il Golden Boy
l'ha chiamato con il suo
nome di battesimo davanti a tutta la scuola. Una piccola soddisfazione
se la
poteva pure togliere, no?
Oramai era inevitabile, e una
volta che i tre ragazzi
erano abbastanza vicini si alzò dalla panca e sorrise di
rimando.
«Ciao Harry»
Dove prima ancora c’erano dubbi, ora li aveva dissipati.
L'aria era pesante e
Merlin avrebbe giurato di sentire un sobbalzo dal punto alle sue spalle
dove si
trovavano Will e Gwen.
Sì,
cazzo, era in
confidenza con il salvatore del Mondo Magico. Poteva permettersi di
vantarsi.
Si rivolse allora alla Granger
dietro di Potter, che lo
fissava raggiante mano nella mano con il marito.
«Ciao Hermione»
In linea d'aria dietro di lei poteva vedere il volto congelato di
PendragonJ, e
la cosa gli dava molta più soddisfazione di quanto potesse
ammettere.
I loro occhi
s’incrociarono e Merlin si sentì euforico a
vederlo proprio scioccato. Good Job, Merlin!
Potter si avvicinò a baciargli le guance e si soffermo un
attimo di più con la
mano sul suo fianco, spingendolo davanti a Hermione e Ronald, che
sembrava un
po' colpevole prima di porgergli la mano.
«Merlin, piacere di conoscerti. Harry e Herm mi hanno parlato
molto bene di
te.»
Ebbene, poteva ammetterlo: Ronald Bilius Weasley era sempre stato
il suo preferito tra i
tre. Certo, Harry e
Hermione erano tremendamente
sexy e simpatici, possedevano un’intelligenza e una potenza
fuori dal comune e
i loro sorrisi abbattevano i muri; ma Ronald era sempre lì
con loro, un
sognatore ed un cavaliere. Non si potevano dire i loro nomi senza dire
anche il
suo.
Fino all’anno precedente
aveva fatto parte della squadra
speciale Auror con Harry, ma si era dimesso con un’alzata di
spalle dicendo
solo: “ora possiamo farcela da soli”. Ed a tutte le
malelingue che lo
insultavano, dicendo che aveva buttato un ottimo lavoro e avrebbe fatto
il
mantenuto dalla Granger, aveva dato uno schiaffo morale diventando il
miglior
portiere della nazione in sei mesi.
Quindi fu naturale per Merlin
arrossire fino alla punta
delle orecchie.
Mi
mancavano solo
le orecchie di nuovo in autocombustione.
I tre evidentemente se ne
accorsero perché allargarono i
loro sorrisi. Merlin riuscì appena a strascicare un
«Piacere mio» prima che
Ronald continuasse, un po’ arrossito anche lui.
«Ne dovremmo parlare con
la preside ovviamente, e con il
ministro, però ho pensato …», un
occhiata dagli altri due fu eloquente, «…
cioè, Hermione ha pensato …», occhi
sollevati al cielo, «che potremmo iniziare
con alcuni test».
Harry non gli aveva ancora
lasciato il fianco e gli fece
l’occhiolino, « sappiamo perfettamente che li supererai
tutti, tranquillo. Per
crearli, ‘Mione ha studiato migliaia di libri»,
strinse ancora di più la presa,
e Merlin si sentì le gambe cedere mentre Ronald continuava:
«Miseriaccia amico,
non l’ho mai vista così concentrata. Sembrava
indemoniata. Ma è vero? ci ha
detto che i tu-»
«Signor
Weasley. Vedo che il tempo e i giornalisti
non hanno mitigato la sua parlantina. Speravo che la vicinanza costante
della
signora Granger le avesse messo un po’ di sale in
zucca».
La preside McGranitt comparve
all’ingresso est, altera,
seguita dal professor Wilson e dall’attuale bibliotecario,
Geoffrey.
«Questo è
stato inaspettato: vi attendevamo in serata.»
Il chiacchiericcio in sala grande
aumentò d’intensità.
Ronald fece per parlare, ma la Granger fu più veloce.
«Volevamo parlarne prima con lui, professoressa. Per capire
come muoverci».
La McGranitt li fissò: era chiaro che non approvava
l'intrusione dei tre
ex-alunni, ma apprezzava l'idea.
«Ne parleremo dopo pranzo. Siete nostri ospiti, mettetevi
comodi», e lanciando
un’occhiata a Harry aggiunse: «E per l'amor del
cielo, signor Potter, la smetta
di imbarazzare il ragazzo».
Questo, se possibile, rese gli
istinti suicidi che Merlin
stava sviluppando ancora più forti.
Harry si portò una mano
dietro la testa e sorrise un po'
mesto, rispostando l'attenzione su di lui. I tre in ogni caso presero
posto
intorno a lui: Harry alla sua destra, Hermione alla sinistra e Ronald
fece il
giro della tavolata per arrivargli di fronte. I compagni Corvonero che
prima
erano seduti intorno a lui sembravano essersi smaterializzati.
Chiacchierando del più
e del meno, Merlin presentò loro Will
e Gwen, che sedevano dietro di lui, invitandoli nel discorso. Una
volta che si furono spostati sulla tavolata Corvonero, si aggiunse
anche
Morgana, seguita da una pallida Freya.
Per tutto il pranzo Merlin continuò a guardare in direzione
di Arthur
Pendragon, notando le varie tonalità di rosso che stava
assumendo. Se prima era
sorpreso, ora era livido, e Merlin stava godendo, per niente
intimorito, degli
sguardi assassini che gli lanciava.
Mentre si crogiolava nella soddisfazione, sentì delle risate
sommesse che
provenivano dai suoi lati. Alzando la testa notò che sia
Potter sia la Granger
gli lanciavano sguardi tra il consapevole e il divertito.
«Chi è il bel biondino lì
dietro?». Hermione, che dalla sua sinistra vedeva
chiaramente il ragazzo, lo incalzò subito. Merlin storse un
po’ la bocca al
sentire definire Arthur “un bel
biondino” da lei. Se lui l’avesse
sentita il suo ego sarebbe cresciuto così tanto da
ricoprire il suolo della
Gran Bretagna. Will e Gwen dovettero girare lo sguardo, ma Morgana
– maledetta lei - sapeva
perfettamente di
chi stava parlando Hermione, quindi batté tutti sul tempo
senza neanche alzare
lo sguardo.
«Arthur Pendragon,» e poi, come se stesse
rispondendo ad altre domande, aggiunse:
«il mio fratellastro, non si sopportano. Tensione
sessuale»
Merlin sbarrò gli occhi
fissando la sua amica, arrossendo
fino alla punta dei capelli.
Non
poteva
veramente averlo detto ad alta voce, giusto? Non veramente davanti a
loro,
GIUSTO?
Improvvisamente il pollo con i peperoni che si trovava nel suo piatto
divenne
molto più interessante. Veramente interessante.
Così interessante che non
avrebbe mai più smesso di fissarlo.
Quando sentì la voce
della dolce Gwen, sperò in un'alleata.
«Merlin ed Arthur, come le leggende! Sarebbe
meraviglioso».
La sua voce sognante fu una pugnalata nelle scapole.
Alleata?
Merlin alzò lo sguardo
su Will, chiedendo un po'
d'appoggio maschile ma il traditore alzò le mani in segno di
resa e disse solo:
«Amico, non mi mettere in mezzo.
PenJ mi
sta sul cazzo, ma è innegabile che vi saltereste
addosso.»
Il che gli valse una pacca sulle spalle da parte di un Ronald
abbastanza ilare
e uno sguardo di compiacimento da parte delle ragazze. Hermione
ridacchiò.
«Chiedi consiglio ad Harry: ha esperienze di tensione
sessuale repressa e
risolta con certi biondini»
Tutti gli sguardi a quel punto
s’indirizzarono sul Golden
Boy. Il piatto interessante divenne il suo.
Aspetta: Spiega.
Cioè esattamente cosa intendeva dire con “risolta
con
biondini”? Ma Harry Potter è single, tutti lo
sanno, e “tensione sessuale
risolta” fa un po’ a pugni con il concetto generico
di “scapolo d’oro”. Come
avrebbe mai potuto ...
«Oh». Alcuni momenti per pensarci un po’
meglio poi, «OH!», la soluzione arrivò
abbastanza in fretta. Era un Corvonero, dopotutto.
Potter non era single, neanche
lontanamente. Harry Potter
era fottutamente impegnato in una
relazione –probabilmente stabile, a
giudicare dall’interesse che mostrava per il suo piatto- con
un biondino; e se
le cronache di Hogwarts della Golden Age erano anche solo vagamente
veritiere,
allora il “biondino” era uno dei maggiori
ereditieri purosangue che si conosca.
Draco Malfoy.
Harry Potter era
fidanzato con Draco Malfoy.
Porca-miseria.
Però perché
non dirlo? Nel mondo magico ci sono persone
che fanno figli con i giganti, che sono un'altra
specie: amare il proprio sesso raramente è stato
un problema. Quindi perché
tenerlo segreto?
Alzò gli occhi sbarrati su Harry, che gli mandò
una muta preghiera. Ovviamente
Merlin non l'avrebbe mai detto a nessuno ma, porca
miseria, Harry Potter era fidanzato con Draco Malfoy e gli
stava chiedendo di non dire niente.
Porca
miseria,
l’aveva già detto?
La conversazione venne presto
portata da Ronald su altri
binari, il che gli concesse il tempo di analizzare bene la scoperta. Da
un lato ne
era ancora scioccato dall’altro lo
rincuorava sapere che anche
il Golden Boy si era trovato nella sua situazione.
Cioè, non che tra lui e Pendragon ci fosse mai stata
tensione sessuale.
Ovviamente. Loro si odiavano. Merlin non lo avrebbe mai toccato.
Neanche
se fosse
stato l'ultimo uomo sulla terra.
E poi, andiamo, PenJ
–Will doveva smetterla di inventare
soprannomi, veramente- non era
gay.
Anche se lo fosse stato non sarebbe cambiato nulla, intendiamoci,
quindi era
proprio inutile parlarne.
Alla fine del pranzo, Merlin e gli
altri tre salutarono
il resto della combriccola -che non aveva ancora elaborato bene cosa
fosse successo
a pranzo- e si avviarono con la McGranitt e Gaius verso gli uffici
della
preside al quinto
piano. Arrivati in
cima la Granger aveva un po' il fiatone, ma essendo oramai abituata ad
un
lavoro da scrivania era normale. Merlin la occhieggiò.
Probabilmente anche i
tacchi da trampoliere intralciavano.
Per tutta la strada, Merlin aveva notato che Harry lo fissava di
sbieco. Era
ovvio: aveva capito una cosa che doveva restare segreta. Pensandoci
bene era
probabile che anche Morgana avesse capito. Avrebbe dovuto parlare con
lei una
volta finita questa riunione.
Superato il gargoyle Harry lo
guardò con un filo di
tristezza, e Merlin gli afferrò una manica per trattenerlo
poco fuori la porta.
Fissò i suoi occhi in quelli di Potter.
Ma come
fanno ad
essere così verdi?
«Quello che è stato detto a tavola
…», le palpebre di Harry si allargarono
lievemente dal panico, «ecco, non ho intenzione di dirlo a
nessuno». Merlin
distolse lo sguardo e notò in quel momento che gli aveva
afferrato il braccio,
lasciandolo di scatto. «Solo per fartelo sapere».
Fissava un punto a terra,
vicino alla porta, ma se avesse guardato un po' più in su
avrebbe visto il
volto di Harry passare dal sorpreso al dolce. Purtroppo non lo fece,
quindi
tutto quello che ricevette fu una pacca sulla spalla e un grazie in un
tono
troppo gentile.
Harry lo precedette in sala.
Mentre entravano, Merlin
notò che Gaius lo fissava, e una
volta che ricambiò lo sguardo l’uomo
sollevò un sopracciglio. Un tremito gli
percorse la spina dorsale.
Quanto lo
spaventava
quel sopracciglio?
Una volta che tutti si furono
seduti, la preside non
perse tempo nei convenevoli e incalzò subito Hermione per le
risposte. Lei non
si fece attendere.
«L’ultima volta, quando Merlin ha fatto levitare
quella lampada, io mi trovavo
di fronte a lui. Mi sono accorta subito di una cosa: i suoi occhi sono
passati
dal blu al dorato». Tutti sapevano già questa
cosa, informati in quelle due
settimane da Hermione, ma la premessa era d’obbligo e gran
parte degli
occupanti della sala portarono i loro sguardo su Merlin.
«Questo mi ha fatto tornare in mente un libro che avevo
letto. Un libro
piuttosto vecchio sull’evoluzione della magia nei secoli.
«Ora, questo libro
l'avevo trovato nella seconda
biblioteca ministeriale e si chiama "Guida
ai Tempi che Furono, quinta
edizione a
cura di Brigitta Balgida". Cercando bene, ho visto che la
prima
edizione era del 1486, ma alcuni testi a cui si riferisce sono
precedenti al
1100». Tirò un enorme tomo fuori dalla sua
borsetta, aprendolo con attenzione
su un segnalibro di raso.
«Vi leggo il pezzo di cui parlo, è quasi
all'inizio del libro,» Ronald al suo
fianco sbuffò. L'occhiata della ragazza fu abbastanza per
non farlo lamentare.
«parla della prima magia studiata, è piuttosto
breve:
“…e
prima ancora
che i primi miti germogliassero, esisteva questa potenza dalla terra.
Non
imbottigliabile e non utilizzabile, se non da pochi. Questa magia
esiste ancora
oggi, e potrà terminare solo con l’appassimento
dell’ultima foglia e la morte
dell’ultimo vivente. È la magia della natura. La
vita, la morte e
l’immortalità. Il conto e l'equilibrio, la
bilancia tra la parità e
l'uguaglianza, che pur non essendo equivalenti trovano il loro posto
unitamente. Non esistevano maghi, e questa magia non si poteva
studiare.
Vivevano però gli stregoni; avi che prendevano le conoscenze
dall’antica magia
druidica, persa oramai da secoli. Notare che l’ultimo
utilizzo registrato di
questa magia è stato registrato dai fondatori della Scuola
di Magia e Stregoneria
di Hogwarts, su cui hanno gettato le fondamenta del castello.
Due erano
le
esclusive della loro magia. La prima era l'assoluta assenza di
componente
luminosa: nessun incantesimo lanciato lasciava dietro di sè una scia brillante di nessun
tipo. Un effetto
simile nella magia moderna si può trovare
nell’incanto “Levium”, che essendo un
incantesimo su ogge - »
Ronald interruppe
«Cos’è ‘incanto
Levium?»
Hermione sollevò
lievemente lo sguardo dal libro, come se
fosse abituata a interruzioni, e spiegò: «Un
antico incantesimo usato per la
levitazione, come il Wingardium Leviosa, solo
più complicato. È un testo del quindicesimo
secolo, per Merlino, gli
incantesimi sono antichi. Ora
fai
silenzio».
Merlin la guardò un
po’ male. Odiava quando il suo nome -
cioè, non proprio il suo nome, il
nome
del mago più potente di tutti i tempi, ma il nome era lo
stesso e lui era
morto, quindi poteva permettersi di appropriarsene - veniva
usato come
ingiuria.
Hermione notò la gaffe e
chiese scusa con sguardo mortificato
prima di continuare.
« …
“Levium”, che
essendo un incantesimo su oggetto non ne necessita. La seconda
esclusività di
questa magia è il cambiamento di colore degli occhi. Questo
è il motivo per cui
questa stregoneria non è un’arte che si
può studiare, ma deve essere
necessariamente genetica. L’iride del mago diventa dorata per
un breve periodo
di tempo. Ci sono testimonianze di occhi tendenti
all’arancione su creature
magiche. Poi il libro parla per diversi paragrafi di queste
creature, fino
ad arrivare alla fine del capitolo, dove accenna: non
mi dilungherò su questa magia, poiché essa
è stata sigillata con la
scomparsa dell’ultimo degli antichi draghi durante la
battaglia di Camlann. I
quattro fondatori di Hogwarts hanno avuto diversi apprendisti, ma
nessuno di
loro è stato in grado di riportare questa magia, oramai
perduta».
Ora l'intera sala era in un silenzio riflessivo.
Il cervello di Merlin stava galoppando in strane direzioni.
Era giusto, era tutto giusto tranne che … gli sembrava
strano che i fondatori possedessero
quel tipo di magia; era… era sbagliato! Cioè, era
come se fosse sbagliato: sicuramente
era giusto, dato che si trovava scrutto su un libro del XV secolo. Però non lo convinceva.
Il resto era tutto giusto e lui lo
sentiva. Sapeva che era
così. Ma come? Come faceva a saperlo? E la
battaglia di Camlann,
l’ultimo dei draghi … l’aveva
studiata al terzo anno a Storia della Magia, ma ricordava che si era
svolta
intorno all’anno 900: la fondazione di Albion,
l’Inghilterra unita…
AAAHH,
Accidenti!
Perché non era stato attento in classe?
In realtà ricordava
perfettamente perché non era stato attento
in quel periodo. Studiare Mago Merlino per uno che si chiamava Merlin
avrebbe
potuto anche essere divertente se non ci fosse stato qualcuno
a tartassarlo con continue
battute. E invece Arthur era stato insopportabile, vantandosi di avere
il nome
di un Re del passato e insultandolo per la bacchetta. Per di
più, aveva avuto un
costante mal di testa, come se gli volesse esplodere. Come dargli
torto, se
durante Storia della Magia – materia considerata noiosa
all’unanimità – si era
concesso un po’ di sane dormite?
Una fitta alla testa gli
ricordò quel periodo in modo più
vivido.
Ecco,
visto? Al
solo ripensarci gli si fondeva la materia grigia.
Un'altra fitta alla testa.
L’immagine di un lago
con una barca che si allontanava.
Ancora più dolore.
Lo stesso lago, con una donna
vestita di arancione in
piedi nell’acqua.
Aveva sempre più male.
Quel lago, con la piccola Freya
stretta tra le sue
braccia, morente.
Sempre di più
…
Una mano che portava fuori dal
lago una spada. La mano di
Freya.
Lancillotto, uno degli amici di
Arthur, sdraiato in una
barca in fiamme.
Il lago con una costruzione nel
mezzo.
Il lago nero con una costruzione
nel mezzo.
Si alzò di scatto,
tenendosi le tempie.
«Merlin,
cos’hai?»
Alla voce di Harry se ne
sommò un'altra, che il corvonero
aveva già sentito, ma non sapeva di chi fosse.
«Merlin»
Sentì le vertigini e
poi il tappeto della preside sotto
le ginocchia. Non si era neanche accorto di essere caduto in ginocchio.
«Merlin, stai
bene?»
«Chiamate Madama
Chips»
«Fategli spazio! Lasciatelo respirare»
«Merlin»
Il giovane mago non riusciva a
pensare, circondato da
mani impazzite che si agitavano intorno a lui. Il respiro gli si era
mozzato in
gola e si trovava sdraiato nello studio della preside.
«Merlin»
Spalancò gli occhi, che
non sapeva neanche di aver
chiuso, e sentì la magia scorrere fuori di lui, per il
pavimento e verso quelle
mani che lo toccavano.
Udì un gran fracasso e poi il nulla.
sapete cosa voglio dire. Please?
*.*