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Autore: JCI    28/10/2013    1 recensioni
Sono rimasti fino a tardi in palestra una sera, perfezionando la routine a corpo libero di Payson, ma un piccolo bacio di festeggiamento è stato l'inizio di qualcosa di più.
La loro chimica è innegabile e sono solo le circostanze che li tengono divise.
Direttamente da fanfiction.net una delle storie più amate del fandom MIOBI, pairing Sasha/Payson. La storia parte dall'episodio 8x02
ATTENZIONE: TRADUZIONE MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Payson, Sasha, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime, Ego e un Litigio












Era in un mare di guai e lo sapeva. Kaylie aveva guardato negli occhi una delle sue migliori amiche e ci aveva visto rabbia e frustrazione. Nel momento in cui era entrata in palestra, era stata messa all'angolo da Payson. L'espressione sulla faccia della sua amica aveva reso estremamente chiaro che avrebbero parlato immediatamente. Payson l'aveva trascinata nell'ufficio della palestra e aveva chiuso la porta.

"Perché siamo nell'ufficio di Sasha? Perché sei così sconvolta, Pay?" chiese, guardando Payson che andava su e giù sul tappeto, con le mani tra i capelli biondi.

"Ho chiesto a Sasha di farmi parlare con te come capitano della squadra e di gestirla senza di lui." Payson finalmente smise di muoversi e si girò verso di lei. "Kaylie, questa mattina Nicky è arrivato qui e ha colpito Austin alla mascella con un pugno."

La bocca di Kaylie si spalancò alla notizia. Nicky non era un ragazzo violento, di solito si lasciava scivolare le cose addosso. "Perché? Cosa gli ha detto Austin?" Era sempre così, appena le cose nella sua vita iniziavano a funzionare, appena trovava un ragazzo che amava e che la ricambiava, Austin Tucker saltava fuori incasinando tutto.

Payson scosse le spalle e sospirò, "Non ha detto niente; non gliene ha dato la possibilità. Sasha ha chiesto a Nicky perché l'aveva fatto e apparentemente l'ha fatto per me. Ha pensato difendere il mio onore, suppongo."

Kaylie sospirò, "Non capisco. Perché avrebbe pensato una cosa simile?"

"Dovresti capire. Sei tu che hai detto a Nicky che io e Austin stavamo uscendo insieme, mentre non è così, e quando a Good Morning America sono state diffuse le immagini che mostravano che MJ e Austin stanno insieme, cosa che è vera, Nicky ha pensato..." Payson si fermò. "E' sempre stato un bravo ragazzo, perché gli hai mentito, Kaylie? Ha detto che tu gli hai ripetuto ancora e ancora che io e Austin stavamo insieme, che mantenevamo un basso profilo a causa delle regole della Rock, come te e Nicky, e poi lo scorso venerdì gli hai detto che io e Austin non facevamo sul serio, che era una cosa senza importanza, cose a cui non ha assolutamente creduto, comunque. Perché l'hai fatto?"

Kaylie fece spallucce, "Ho pensato fosse più facile. Voglio dire, voi due siete così uniti e tu ti comporti sempre come se steste insieme e se lo tranquillizzava che Austin stesse con qualcun altro...meglio così, no?" disse. Poteva sentire le lacrime pizzicarle gli occhi. "Ma poi ci ho pensato e non vi comportate come una vera coppia, così ho creduto che se gli avessi detto che non era niente di serio, l'avrei reso più credibile. Pay, sono una tale idiota."

Payson sospirò, "Non lo sei. E' Austin quello che se ne è uscito con questa piccola bugia ed è anche in parte colpa mia, 
a Londra non ho spiegato meglio a Nicky come stavano le cose, ma perché tu hai insistito tanto, Kaylie? Non era necessario."

Kaylie fece un'alzata di spalle e volse lo sguardo sulla sua amica. "Lo era. Lo era per due ragioni credo, anche se in realtà si riuniscono in una sola. Nicky mi piace davvero, davvero tanto e sapevo che aveva una cotta per te, così ho pensato che se credeva che stessi con un altro, beh allora tanto meglio, e se si fosse convinto che Austin stesse con qualcun altro, allora..."

Payson finì la frase per lei, "Allora avrebbe pensato che tra te e Austin non c'era niente. Cavolo, Kaylie, quando fai questo genere di cose non lasci niente a metà," disse sospirando pesantemente.

"Nicky era davvero così arrabbiato?" chiese Kaylie, rabbrividendo al pensiero, il ragazzo più fantastico che conosceva, così concentrato e forte, ma con un lato tenero che le faceva venire le farfalle, persino in quel momento. Non aveva intenzione di ferirlo.

Payson annuì, "Sì, era piuttosto infuriato. Si è scusato con Austin, che credo si sentisse dispiaciuto per lui. Kaylie, devi parlare con lui e con Austin. Scusati e metti le cose a posto. Terrò la cosa lontano da Sasha per adesso, ma se ci dovesse essere troppa tensione..."

Kaylie fece un cenno d'assenso, "Lo so, lo so." Sapeva che avevano tutti degli ottimi motivi per essere furiosi con lei. Aveva cercato così disperatamente di tenere Nicky stretto a sé e di lasciare Austin fuori dalla sua vita, nonostante la sua attrazione per lui, che la bugia le era uscita di bocca molte volte. Sarebbe stato un miracolo se entrambi le avessero di nuovo rivolto parola. Guardò la sua amica, "E tu, Pay? Anche tu sei arrabbiata con me?"

Payson inclinò la testa e sospirò, "Lo ero un po', all'inizio. Voglio dire, andiamo Kay, una relazione senza importanza? Lo sai che non sono il tipo. Ma non sono realmente arrabbiata con te. Sono dispiaciuta che Nicky si senta ferito e che abbia picchiato Austin senza motivo, ma lo capisco. Capisco perché tu lo abbia fatto. sei una delle mie migliori amiche, questo non cambierà."

Kaylie fece due passi verso Payson e la strinse in un abbraccio. Poi si tirò indietro, "Allora, parlerai con Austin per me, prima che io gli vada a chiedere scusa?" le chiese mordendosi il labbro inferiore. "Sei una dei suoi migliori amici, Pay, lui ti ascolta."

Payson sospirò, "Tutto quello che posso dirgli è che ti dispiace e onestamente, Kaylie, non credo che gli importi. E' piuttosto fuori di sé."

"Tutto per una stupida bugia," disse Kaylie, seccata da se stessa e dal ridicolo modo in cui si era comportata. Non era da lei e si sarebbe andata a scusare per quello, in qualunque modo, anche se avesse significato umiliarsi di fronte ad Austin Tucker. Il suo ego avrebbe ricevuto un duro colpo, ma doveva sistemare le cose.

Payson scosse la testa, "C'entra anche la bugia," concordò, "ma sopratutto credo che sia ferito. Sente ancora qualcosa per te Kaylie. Non so quanto forte
sia e non ho intenzione di dire altro sull'argomento, ma voi due dovete chiarirvi prima che qualcos'altro oltre la mascella di Austin si faccia male."

***

"Le dispiace?" chiese Austin mentre si sedeva al tavolo della cucina di Payson. "Sono stato colpito dal suo fidanzato per avere tradito una ragazza con cui non sto uscendo e le dispiace. Grandioso, ma perché non me lo dice in faccia?"

Payson annuì, tenendo un cucchiaio pieno di sugo, una mano sotto, pronto per essere assaggiato, "Lo farà. Ho solo pensato che fosse importante che sapessi che era dispiaciuta. Era piuttosto affranta quando le ho parlato oggi. Sente ancora qualcosa per te, Austin. Non so nient'altro. Dovete chiarirvi tra di voi. Com'è?"

Fece un cenno d'assenso, "Un po' più di aglio," disse alzandosi. "D'accordo, le parlerò, ma niente promesse. Pensavo di aver finito con questi drammi."

Payson gli sorrise, "Non te la caverai così facilmente. Se non avessi detto a Nicky che stavamo uscendo in primo luogo, niente di tutto questo sarebbe successo."

Austin roteò gli occhi, "L'unica ragione per cui l'ho fatto è per pararti il culo, perché tu stavi avendo una relazione sotto copertura e sotto le coperte* con il nostro coach."

Payson rise, "Per favore, tu allora non lo sapevi nemmeno. E' solo che ti stavi divertendo troppo. Infatti è proprio questo, tu sei una lavandaia pettegola."

Austin sorrise, dandole un bacio sulla testa
mentre prendeva la giacca dallo schienale di una sedia, "Anche quello," disse. "Goditi la cena, più aglio," ripeté uscendo dalla cucina.

Sorrise guardando la salsa, aggiungendo un po' più di aglio. Sentì delle voci nell'ingresso, poi la porta si chiuse e Sasha apparve sull'uscio della cucina. "Hey," gli disse, girandosi verso di lui. Lo stomaco le si aggrovigliò all'immagine che le si presentava, lui appoggiato allo stipite, i jeans bassi sui fianchi come al solito, le maniche lunghe della maglietta a righe arrotolate sopra il gomito, la sempre presente ombra di barba, e quegli occhi, che la fissavano come se fosse l'unica cosa al mondo. E' troppo bello per essere reale, ma è reale ed è mio.

"Hey," le rispose, avvicinandosi e prendendola tra le braccia. Si baciarono per un momento, solo una carezza a fior di labbra, prima che lei si allontanasse.

"La cena è quasi pronta. Apparecchi?" chiese, tornando ai fornelli.

Frugò nei pensili per un po' prima di prendere i piatti e le posate. "Austin è stato qui," affermò, permettendole di continuare la frase.

"Sì, voleva parlare di alcune cose."

"Le cose sono Nicky Russo e l'essere preso a pugni in bocca. "

Payson annuì e sospirò. Sapeva che avrebbe dovuto dirgli tutto. Era stato incredibilmente paziente con lei fino a quel momento, le aveva permesso di gestire la cosa come il capitano della squadra, ma sapeva che Sasha era molto protettivo di tutte le sue ginnaste. E non sapere tutta la storia probabilmente lo stava uccidendo. "Penso che abbiamo chiarito tutto. Sai Nicky l'ha colpito perché pensava che Austin mi tradisse con MJ."

"Giusto," disse Sasha, "Questa parte su Russo l'avevo capita. C'è di più ?" chiese.

Payson annuì, "E' in parte colpa di Austin, probabilmente in parte è colpa mia e in parte colpa di Kaylie."

La fronte di Sasha si aggrottò, "Colpa di Kaylie?" Sospirò, "Kaylie e Austin? Oppure Kaylie e Nicky? O entrambi? Payson, cosa sta succedendo?"

"Pensavo di saperlo, ma non sono sicura." Si voltò verso di lui, raddrizzando le spalle, sapeva che sarebbe potuto degenerare in una discussione. "Penso che, forse, tutto questo non sarebbe successo se la Rock non avesse una regola del niente-appuntamenti."

L'espressione di Sasha mutò da confusa a qualcosa di completamente diverso. Socchiuse gli occhi, "Pensi che la regola del 
niente-appuntamenti sia la causa per cui uno dei miei ginnasti ne assale un altro?"

Lei scosse la testa, "No, ci sono un sacco di cose da incolpare per questo, compreso il nostro rapporto, ma io credo che la regola abbia avuto un suo peso. Senza la regola, Kaylie e Nicky sarebbero stati liberi di vivere liberamente il loro rapporto. Nicky ha pensato che quello che aveva sentito su me e Austin fosse la verità perché sapeva che se io fossi stata coinvolta con qualcuno, soprattutto Austin, avrei voluto tenerlo segreto, nessuna conferma o smentita. Ha aggiunto confusione a una situazione che era già confusa abbastanza e onestamente Sasha, nessuno segue questa regola ridicola in ogni caso." disse lei, alzando la voce con ogni parola. Era frustrata, per sé e per i suoi amici. Gli occhi si rimisero a fuoco su di lui mentre finiva di parlare.

Le mani di Sasha erano incrociate sul petto, le labbra increspate in riflessione. "Quindi stai dicendo che la mia regola è la causa di tutto questo? Che questo è in qualche modo colpa mia."

"Non essere stupido, lo sai che non è quello che sto dicendo, ma credo che si sarebbe potuto evitare una parte di tutto questo ed è una regola stupida. Non è nemmeno proprio una regola se nessuno, me compresa, la segue. Più precisamente, tutti sanno che non forzi a rispettarla, soprattutto perché ognuno riesce a raggiungere ottimi risultati. Sanno che non caccerai fuori i membri della squadra Nazionale, i contendenti olimpici."

Vide la sua mascella serrarsi, i suoi occhi grigio-azzurri brillavano di rabbia, rabbia verso di lei. Merda. "Non avevo capito che la mia autorità come allenatore fosse stata ridotta a tal punto che le persone pensano di poter fare quello che diavolo vogliono e che non ci saranno conseguenze per le loro azioni. E' per questo oggi te ne sei voluta occupare tu, Payson? Per tenere i tuoi amici fuori dai guai?" La sua voce si fece più forte, mentre faceva un passo più vicino a lei.

Payson lo guardò di traverso, alzando la voce anche lei, "Stai scherzando vero? Volevo gestirlo perché fa parte delle mie responsabilità come capitano della squadra e perché non volevo metterti nella posizione di dover fare in qualcosa che avresti rimpianto, come sospendere i membri della tua squadra d'elite una settimana e mezzo prima dei Mondiali."

Lui sbuffò, "Bene, l'hai fatto per me. Ho capito. Come sei magnanima, Payson, davvero."

"Ottimo," disse, "davvero ottimo. Cerco di aiutarti e tu decidi di litigare. Meraviglioso, Sasha, " disse, allontanandosi da lui e abbassare i bruciatori. Versò la salsa in una ciotola e gettò la pentola nel lavandino.

"Cosa dovrei pensare? Sono i tuoi amici, naturalmente li vuoi proteggere, ma io sono il loro allenatore e il tuo allenatore ed è mia responsabilità di prendermi cura del loro interesse. E' il mio lavoro, Payson, non il tuo."

"Sono i miei amici, ma sono anche i miei compagni di squadra e io sono il loro capitano. Ti ho chiesto di lasciar fare a me e l'ho fatto. Perché ti comporti così?" chiese, ma improvvisamente capì, "Oh, ho capito, riguarda il tuo ego."

Sasha sbuffò, "Per favore," disse, alzando gli occhi verso di lei, sprezzante.

Lei lo fissò, infastidita dal suo tono condiscendente. "No, è così. Tuoi i ginnasti, tue le responsabilità, tuo l'ego. Hanno ignorato la regola e si sapeva che lo stavano facendo, ma ora sei arrabbiato? Fattene una ragione, Sasha. Sto cercando di aiutarti. Questi non era un problema fino a poche ore fa, perché è un problema ora?"

Sasha andò subito sulla difensiva. Era uno dei suoi punti deboli, una cosa
su di lui che la maggior parte delle persone imparava in fretta, anche se non era mai stato un problema con Payson, il suo ego. Era stato accusato di essere un egocentrico, un ego-maniaco, e per lungo tempo era stato vero, ma pensava di aver messo quella parte di sé a riposo dopo quello che era successo in Romania. "Non c'entra il mio ego," le disse, a denti stretti. "Quello che stai dicendo è che ho perso la capacità di controllare i miei atleti e questo è inaccettabile."

Lei si voltò di scatto, "Ascoltati, controllare i tuoi atleti. E' questo che vuoi fare ? Controllarli? Controllarmi? È di questo che si tratta?"

"Non essere ridicola," disse, con un cenno della mano .

"Bene, mi sto rendendo ridicola. Sai una cosa, lascia perdere."

"Bene," replicò, girò sui tacchi e marciò fuori dalla cucina, lungo il corridoio e fuori dalla porta, sbattendola per bene alle sue spalle. "Merda," disse, prendendo a calci i mattoni dell'ingresso prima di scendere verso la sua auto .

"Hai litigato con quella tua bella fidanzata? " disse una voce roca dal vialetto.

Strinse gli occhi e vide un uomo più anziano, forse sui sessanta o giù di lì seduto sui suoi gradini che fumava la pipa. "Come l'ha capito?"

L'uomo più vecchio ridacchiò, "Ho fumato per un po'. Ho potuto sentire tutto fino a qui. Chi ha fatto arruffare il pelo a chi?"

Sasha sospirò, "Lei ha arruffato il mio e io ho arruffato il suo," disse, senza essere sicuro sul perché si stesse confidando.

"Su che litigavate?" Chiese. Sasha guardò il vecchio e fece una smorfia. "Attraverso il muro non sentiamo proprio spesso rumori arrabbiati provenienti da voi due, se capisci cosa intendo."

Sasha non arrossiva da molto tempo, ma sentì il calore risalirgli il collo e le orecchie all'insinuazione dell'uomo. Era rimasto senza parole.

"Non offenderti, giovanotto, Sasha non è vero? E' l'abbreviazione per Alexander? Ho conosciuto un Sasha quando ero nell'esercito, un russo, in realtà era Alexander."

Sasha annuì, arrossendo ancora di più per come il vecchio aveva probabilmente imparato il suo nome, "Sì, ma solo mia madre mi ha mai chiamato Alexander. E lei è?"

"Sono Roy," disse, e Sasha si fece avanti per stringergli la mano. Hai davvero intenzione di andartene?" disse l'uomo, tirando una lunga boccata dalla pipa.

Sasha si massaggiò la nuca e guardò le chiavi in mano, "Sì, stavo per farlo."

"E' una cosina dolce, la tua ragazza. Porta sempre fuori la spazzatura per noi, ha aiutato mia moglie con la spesa, l'altro giorno." L'uomo lo guardò di traverso. "Sei un po' più vecchio di lei, non è vero?"

"Sì," disse, ma il vecchio lo interruppe con un gesto della mano.

Mise la pipa in bocca e disse, "Non c'è niente di sbagliato in questo. Ragazze del genere hanno bisogno di un uomo e non un ragazzo. Ha una buona testa sulle spalle. Conosci il ragazzo sulla moto che c'era prima?" chiese.

Sasha sorrise, Roy apparentemente era dalla sua parte, "Sì è un amico di entrambi," rispose. "E' una specie di fratello per lei," lo rassicurò.

"La ami?"

Sasha sospirò e si voltò a guardare la casa. Le luci erano tutte spente, tranne che per quella della camera da letto. Poteva vedere la sua figura indistinta muoversi per la stanza.

"Quindi il mio consiglio per te, Alexander, è: non andartene." Roy batté la pipa contro il mattone e si alzò lentamente, ma costantemente, risalendo i suoi scalini e rientrando in casa.

Sasha sospirò, guardando le chiavi prima di guardare indietro fino alla finestra della sua camera, ancora illuminata dalla luce della lampada. Scosse la testa e tornò su per le scale e bussò con forza alla porta. Attese, le mani in tasca, fissando i mattoni dei gradini prima che la porta si aprisse. Payson rimase immobile, con indosso una delle sue maglie, non dissimile da quella che indossava al momento e niente altro. Aveva i capelli sciolti e lo guardava con gli occhi arrossati. Una fitta immediata lo colpì allo stomaco. L'aveva fatta piangere.

Sasha non disse una parola, entrò nell'ingresso e le permise di chiudere la porta dietro di lui. Lei lo guardò di nuovo. Sasha sollevò una mano sul suo viso, accarezzandola appena sotto l'occhio con il pollice. "Mi dispiace," le sussurrò, senza preoccuparsi di cosa fosse dispiaciuto.

"Anche a me," rispose, alzandosi sulla punta dei piedi e baciandolo leggermente, poi di nuovo con più urgenza. Sasha avvolse le braccia intorno alla sua vita, sollevandola, sentendola stringere le braccia intorno alle spalle e poi le gambe intorno alla vita mentre lui spostava le mani verso il basso per sostenere il suo peso. " Al piano di sopra," gli mormorò in un orecchio prima di mordere delicatamente sul lobo, dando uno strattone morbido.

Non aveva bisogno di nessun ulteriore sollecitazione, fece tutte le scale, sentendo forti dolori al ginocchio tutta la strada, ma ignorandoli quando appena arrivati in camera da letto la stese sul letto, coprendo il suo corpo con il suo. La guardò, i suoi lunghi capelli biondi sparsi sul cuscino, il suo ultimo vero pensiero coerente fu che se Roy e sua moglie pensavano che
prima fossero stati rumorosi, non avevano ancora sentito nulla.




















Note:
*sotto copertura e sotto le coperte: in originale c'era un gioco di parole tra undercovers (sotto copertura) e under covers (sotto le coperte). Ho cercato di mantenerlo il più possibile.




Sono in ritardo (di nuovo). Scusate, ma ho lavorato per Eurochocolate e...è stato massacrante.
  
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